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Cris Tridello

Cris Tridello

Simone Bianchi & Thor: per Asgard!

La prima parte di Thor: per Asgard è arrivata nelle librerie da un mese ad opera di Robert Rodi (autore anche di Loki) e con le tavole di Simone Bianchi, che ha reinterpretato graficamente il dio del tuono, Asgard e tutto il pantheon delle divinità nordiche.

Abbiamo raggiunto Simone per chiedergli di parlare della miniserie e del lavoro profuso in essa; oltre all’intervista vi proponiamo la recensione dell'opera completa e i making-of di alcune tavole e copertine, ricordandovi che il secondo volume, che raccoglie I numeri conclusivi della miniserie, sarà in vendita dal 5 maggio.
Vi invitiamo, infine a controllare periodicamente il sito ufficiale di Simone Bianchi, per avere costanti news sul lavoro dell’artista lucchese, e ringraziamo Gloria Bianchi per il supporto dato nell'organizzare dello speciale.

Speciale e impaginazione a cura di Cris Tridello
Traduzione in inglese a cura di Sarah Passacantilli

Intervista in Italiano

English interview

Recensione di Thor: per Asgard



thor_3_pag_9Axel Alonso ti ha offerto la miniserie Thor: Per Asgard mentre ancora lavoravi ad Astonishing X-Men. Qual è stata la prima reazione che hai avuto alle parole dell’editor Marvel?

Non ho avuto una reazione particolare: la prima volta che me l’ha proposto, non conoscevo i dettagli del progetto, non sapevo chi sarebbe stato lo scrittore, se la serie sarebbe stata in continuity  o separata, né che margini di libertà creativa avrei avuto. Devo dire però che l’idea di disegnare Thor mi ha affascinato perché sentivo che mi sarei trovato bene nel rappresentarlo, vista l’ambientazione fantasy ed il carattere epico del personaggio.
 

Il tuo è un Thor “fisico”, e più a suo agio nel campo di battaglia che sul trono di Asgard. Chi è il Dio del Tuono per te e come hai cercato di rendere la tua idea della divinità nordica in Thor: Per Asgard?

Il Dio del Tuono per me è, come da definizione, un DIO, e spesso gli vengono fatte fare cose a mio avviso troppo da umano; però è anche un guerriero ed è lì che si può sentire maggiormente la sua fisicità.
Quando poi è seduto sul trono e interagisce con gli altri personaggi di Asgard, secondo me dovrebbe avere un forte distacco, in virtù del fatto che è una divinità, ed anche una abbastanza arrogante.
 

Per questa miniserie hai avuto totale libertà per la caratterizzazione grafica dei personaggi e dell’ambientazione. Quanto hai mantenuto del pantheon asgardiano e dell’Asgard classico e quanto hai tolto o modificato? Quali sono stati i tuoi riferimenti e come ti sei documentato?

Ho mantenuto poco o quasi niente dal punto di vista dei costumi e della scenografia. I personaggi classici invece ci sono tutti: Odino, Balder, e anche se di sfuggita, Loki. Gli unici che ho mantenuto uguali, sia nei costumi che negli atteggiamenti, sono 3 guerrieri: Hogun, Fandral e Volstagg.
A dire il vero, ho limitato la mia documentazione alle interpretazioni classiche del personaggio: mi sono basato sui ricordi delle storie di Simonson e di Buscema, ed anche sulla recentissima run di Coipel e Straczynski, che mi ha entusiasmato.
 

Parlaci della trama di Thor: Per Asgard: qual è il tema principale? Come si colloca nella continuity del Dio del Tuono

Con la continuity attuale non ha niente a che vedere, è una storia fuori continuity; i temi cardine sono la perdita dell’immortalità di Thor e la sua incapacità di alzare il martello, che già di per sé rende la storia molto particolare. In più, è la storia di una rivolta interna, manovrata nell’oscuro da un nemico misterioso, almeno all’inizio. Direi che questi sono gli elementi principali attorno ai quali si svolge poi tutta la saga.
 

Thor è identificabile con la sua arma, il martello Mjolnir, ma nella miniserie il Dio del Tuono non ne fa uso. Thor ne esce snaturato? Se no, perché?

No, direi di no, nel senso che Thor non è definito dalla sua arma quanto dal suo carattere, o dal suo linguaggio - che comunque ne è una componente – o dal suo aspetto fisico, o dalla possanza, e queste sono cose che sono state mantenute nel mio modo di ritrarre il personaggio nella miniserie.
 

Ammiravi già Robert Rodi per il suo lavoro precedente, Loki, illustrato da Esad Ribik. Com’è stato lavorare con lui? Quanto era dettagliata la sua sceneggiatura e quanto era invece lasciato alla tua interpretazione?

Prima di tutto devo dire che siamo diventati grandissimi amici per una casualità, nel senso che mentre io lavoravo su queste pagine lui stava lavorando ad un libro sul palio di Siena e per i suoi studi si trovava spesso in Toscana; ad ogni viaggio veniva in studio a vedere di persona come stava procedendo il lavoro.
È un ragazzo molto tranquillo, rilassato (un po’ come me, insomma) ed è stato un piacere perché mi ha dimostrato una stima ed una fiducia praticamente incondizionate. Qualsiasi scelta facessi in base alla sceneggiatura, mi ha lasciato totale libertà.
La sceneggiatura era molto dettagliata ma ormai anche in America siamo abituati a lavorare con quel tipo di scrittura, diversa rispetto a una volta in cui le sceneggiature erano quasi inesistenti.

Nella tua carriera hai lavorato per Marvel e DC e illustrato le sceneggiature di grandi nomi come Grant Morrison, Geoff Johns, Jeph Loeb e Warren Ellis. Che differenze di stile hai trovato tra questi maestri e con chi ti sei trovato meglio (e peggio)?

Mi sono trovato meglio in assoluto con Grant Morrison: ho avuto tutta la sceneggiatura insieme, ed era bellissima. Anche con Jeph Loeb e Geoff Johns è stato un piacere lavorare e siamo rimasti cari amici, veramente; su Warren preferisco evitare ogni commento.
 

Sei sia un affermato cover artist sia un narratore per immagini tout-court. Ci sono differenze in come affronti questi due aspetti del tuo lavoro?

No. Così almeno tutti quegli scassapalle che continuano a dire che non sono un narratore e non sono adatto a disegnare fumetti avranno un buon motivo per continuare a farlo pacificamente.
 

Quanto sei cambiato, come stile, come professionista e come persona, dal primo lavoro per la DC Seven Soldiers: Shining Knight, a Thor: Per Asgard?

Questa è una domanda difficile a cui rispondere, soprattutto per la parte sulla persona, nel senso che se anche ci sono stati cambiamenti o come mi auspico passi avanti, non ne sono consapevole. Lavoro sempre con la stessa passione, dedizione e sacrificio con cui lavoravo il primo giorno in cui sono stato assunto. Spero che queste 3 componenti fondamentali mi accompagnino per tutto il resto della mia carriera.
 

Sei autore completo per il tuo EGO SUM. Come prosegue il lavoro per il terzo volume? Non senti la mancanza di un progetto totalmente tuo, magari su personaggi Marvel o DC a te cari?

Il progetto di EGO SUM, dal momento che lavoro con un Contratto di Esclusiva alla Marvel, è temporaneamente sospeso, anche se ho la ferma volontà di portarlo a termine appena sarà possibile. Un progetto tutto mio mi manca e lo farei molto volentieri (e anzi vi anticipo che ho anche un’idea mia che prima o poi vorrei proporre alla Marvel per l’etichetta ICON), ma soprattutto mi manca dipingere i miei quadri, le mie illustrazioni, le mie stesse visioni, cioè lavorare ancora più liberamente sulla mia creatività.
 

Ora che Thor: Per Asgard è conclusa, quali sono i tuoi piani per i mesi a venire? Continuerai a lavorare unicamente per il mercato statunitense o hai in cantiere anche lavori per il mercato italiano o francese?

Come ti dicevo, lavoro con un Contratto di Esclusiva, che mi impedisce di prendere parte ad altri progetti, per altri mercati. Per quanto riguarda il prossimo progetto in uscita, non credo di poterne parlare ancora: posso però accennare che saranno alcuni numeri di un gruppo Marvel. In ogni caso, non appena mi autorizzeranno a rivelare i dettagli del nuovo progetto, lo pubblicherò sul sito www.simonebianchi.com, che viene costantemente aggiornato con tutti gli ultimi lavori fatti e le news che riguardano il mio lavoro.


English version
thor_3_pag_15Axel Alonso has offered you the miniseries Thor: For Asgard while you were still working at Astonishing X-Men. Which was the first reaction that you had when you heard the Marvel Editor’s words?

I didn’t have a particular reaction: the first time that he asked me that, I didn’t know the details of the project, like who would be the writer, if the series would be in continuity or separated, nor how much creative freedom I would get. I must say, though, that the idea of drawing Thor fascinated me because I felt I was going to find myself well to do it, due to the fantasy setting and the epic character.
 

Your Thor is “physical” and feels more comfortable on the battle field than on the Asgard god throne. Who is the god of thunder for you and how did you try to convey your idea of the northern divinity in Thor: For Asgard?

The god of thunder for me is, as the name itself says, a GOD, and often he is asked to do too many “human” things; however he is also a warrior, and that is where you can feel mostly his physicality. When he sits on his throne and interacts with other characters from Asgard, should be strongly detached, considering he is a divinity – and even an arrogant one.
 

For this miniseries, you have had a total freedom for the graphical characterization of the characters and of the setting. How much did you keep of the Asgardian pantheon, of the classical Asgard, and how much have you modified or deleted at all? Which have been your references and how did you document yourself?

I kept barely nothing speaking of costumes and setting. The classical characters, instead, are all there: Odino, Balder, and also Loki glancingly. The only ones that I kept as same in costumes and attitude are three warriors: Hogun, Fandral and Volstagg.
Actually, I limited my documentation to the classical interpretations of the characters: I based myself on the Simonson and Buscema’s stories, and also the very recent Coipel and Straczynski’s run, which has excited me.
 

Tell us about Thor: For Asgard’s plot: what’s the main theme? Where do you allocate it in the god of thunder continuity?

It has nothing to do with the current continuity, it’s completely outside of it: the main themes are Thor losing his immortality and his capability to lift the hammer up, which makes already the story very peculiar; moreover, it’s the story of an internal riot, maneuvered by a mysterious adversary, at least at first; I’d say these are the main elements around whose all the saga evolves.
 

Thor is identifiable with his weapon, the Mjolnir hammer, but in the miniseries the god of thunder doesn’t use it. Does Thor become misrepresented because of it? If not, why not?

No, I’d say no – Thor is not defined by his weapon much as by his personality, and from his speech – which is not anyway a component – from his appearance, his strength, and these are the things which have been kept while portraying the character in the miniseries.
 

You already admired Robert Rodi for his previous work Loki, illustrated by Esad Ribik. How was it to work with him? How detailed was his script and how much was left to your personal interpretation?

First of all, I must say that we have become great friends by chance – while I was working on these pages, he was working on a book about the Siena racing, and was coming often to Toscana for his studies; every time he came to my studio to see in person how the work was progressing.
He is a very quiet and relaxed guy (much like myself basically) and it was great because he showed me a total appreciation and freedom. The script was very detailed, but by now we got used to working with that kind of script also in America, which is different compared to when the scripts were almost nonexistent.
 

During your career, you have worked for Marvel and DC and you have illustrated the scripts of masters like Grant Morrison, Geoff Johns, Jeph Loeb e Warren Ellis. Which style differences have you found among them and who have you worked best (or worst) with?

Beyond question, I have worked best with Grant Morrison: I got the whole script all together, and it was beautiful; it was a pleasure to work also with Jeph Loeb and Geoff Johns, and we are dear friends now, really; I prefer avoiding any comment on Warren instead.
 

You are an established cover artist and a narrator for tout-court images. There are any differences between the ways you deal with these two aspects of your job?

No. This way all those nags who keep saying that I am not a narrator and am not suitable for drawing comics, will have a good reason to keep doing it pacifically.
 

How much have you changed, in style, as a professional and as a person, since the first work for DC: Seven Soldiers: Shining Knight until Thor: For Asgard?

This is a difficult question to answer, especially for the person part, meaning that even if there have been changes and I hope for more, I couldn’t tell. I always work with the same passion, dedication and sacrifice that I have been working with since the first day I was hired. I hope these three elements will accompany me for the rest of my career.
 

You are a full author for your own EGO SUM. How is the work for the third volume going on? Aren’t you missing a project of your own – perhaps on the Marvel or DC characters that you love?

Since I have an exclusive contract with the Marvel, the EGO SUM project is temporarily suspended, although I have the will to finish it as soon as it will be possible. I actually miss a project of my own, and I would do it gladly (and I can advance you that I have an idea that would like to submit to Marvel for ICON) but mostly I am missing painting my pictures, my illustrations, my visions, which means working even more freely on my creativity.
 

Now that Thor: For Asgard is ended, could you tell us your plans for the next months? Will you be working exclusively for the American market, or are you also planning to work for the Italian or the French one?

As I told already, I have an exclusive contract which prevents me to join other projects for other markets. Regarding my next project, I can’t tell about it yet; however I can say that it will be about issues of a Marvel group. In any case, as soon as they will allow me to reveal the details of this new project, I will publish them on the following website, www.simonebianchi.com, which is constantly updated with all the latest works done, and the news about my job.

Nuova serie Image per Jonathan Hickman

  • Pubblicato in News

redwing_cover-1_02Jonathan Hickman è, attualmente, uno dei migliori e più ricercati sceneggiatori di fumetti. Per la Marvel si sta occupando delle serie legate allo SHIELD, ai Secret Warrior e, soprattutto, ai Fantastici Quattro.

Questa estate, però, Hickman tornerà all’etichetta Image, con la quale iniziò la sua carriera pubblicando lavori come The Nightly News, Pax Romana, A Red Mass for Mars o Transhuman.
The Red Wing, scritta da John e illustrata da Nick Pitarra con i colori di Rachelle Rosenberg, esordirà a luglio 2011 e sarà una mini di  quattro numeri da 32 pagine. In un mondo dove il miglior pilota di caccia dovrà imparare a combattere e navigare attraverso il tempo, The Red Wing sarà la prima parte di un progetto, di Hickman e Pitarra, chiamato PLUS! che sarà composto anche da Feel Better Now, lavoro completamente scritto e disegnato da Johnatan.

Nei giorni scorsi Nick Pitarra ha pubblicato alcune pagine e studi di copertina sul suo blog; ve li riproponiamo in allegato alla news.

Rachel Rising nuova serie di Terry Moore

  • Pubblicato in News

Echo #29 è staEcho28-Final-Cover-smto mandato alle stampe da poco e, come da previsioni, il numero 30 segnerà il termine della serie. Lungi dal rimanere con le mani in mano Terry Moore ha annunciato sul suo blog il suo nuovo progetto: Rachel Rising.
"Rachel Beck si sveglia sopra dell'umida, soffice terra. Si mette a sedere, vede un piede spuntare dal terreno davanti a lei. È seduta su qualcuno ed è all'interno di una fossa poco profonda. Rotolando sulle ginocchia artiglia via il terriccio che ricopre il corpo. È una giovane donna simile a lei. I vestiti sono come i suoi. La faccia... è la sua. Morta".

Con queste parole, che corrispondono all'inizio della serie, Terry presenta il suo ingresso nell'horror, un genere di cui si dichiara da sempre appassionato tanto che la prima storia breve che scrisse, a undici anni, era una storia dell'orrore.  Rachel Rising sarà una serie regolare e uscirà a luglio di quest'anno, appena due mesi dopo il numero finale di Echo.

Oltre a questa nuova serie regolare i fan aspettano anche l'altro progetto annunciato tempo addietro: Terry Moore's How to Draw, una sorta di manuale nel quale l'autore svelerà i segreti del suo mestiere: dal come crea una storia, al come la disegna, fino al rispetto delle scadenze. Pensato per essere un libro, questo manuale uscirà inizialmente un capitolo alla volta con cadenza variabile (2-3 volte l'anno).

Gli Ultimi Giorni di Marco Pantani

Marco Pantani è stato uno dei più grandi ciclisti della storia Italiana e uno dei più apprezzati dal pubblico; Marco era un atleta vero che dava il tutto per tutto, sia in sella alla sua bici che nella vita; sapeva che per vincere bisognava faticare e fatica era quello che traspariva dalle immagini che lo vedevano affrontare solitario le salite, con dietro tutti gli altri corridori. Il "Pirata" aveva tutto quello che il suo sport poteva dargli, e tutto ha perso quando è stato escluso dal Giro d'Italia, per doping, nel 1999. Usato come vittima illustre nella campagna di sensibilizzazione per la lotta al doping, Pantani dichiara pubblicamente che da quella caduta non si rialzerà più... e così sarà.
La vita del campione inizia a sfasciarsi e le corse in bici, gli allenamenti e i tifosi sono sostituiti da notti brave nella riviera romagnola, amicizie dannose e droga. Marco Pantani è morto, solo, nella stanza D5 del residence Le Rose di Rimini, per edema polmonare e celebrale causato da un'overdose di cocaina, il 14 febbraio 2004. La notizia fece il giro d'Italia, il lutto e lo sconcerto irruppero nell'ambiente sportivo e tutti furono concordi nel costatare come la vita dissoluta l'avesse portato a un epilogo inevitabile; la vicenda sembrava chiara a tutti, tanto che le indagini furono chiuse in solo cinquantacinque giorni.

Come furono svolte le analisi del sangue che gli rovinarono la vita e cosa successe veramente nel giorno della sua morte, però, non è mai stato così chiaro come hanno voluto farci credere, e il giornalista dell'Equipe Philippe Brunel l'ha ben sviscerato nel libro/inchiesta del 2007 "Vie et Mort de Marco Pantani", arrivato anche da noi con il titolo di "Gli Ultimi Giorni di Marco Pantani", edito dalla Rizzoli. Nel suo libro Brunel raccoglie testimonianze e analizza i fatti, mette in luce le tante discordanze e le molte lacune dell'indagine, riuscendo a instillare nel lettore il dubbio che non tutto si sia svolto nel migliore dei modi.
La storia del ciclista di Cesenatico e dell'inchiesta del giornalista francese che gli fu amico è stata adattata in vignette dal team formato da Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, riunitosi dopo il pluripremiato Peppino Impastato: un Giullare contro la Mafia.

La sceneggiatura di Rizzo, come il libro da cui trae spunto, parte dall'arrivo a Rimini del campione il 9 febbraio (cinque giorni prima del suo decesso) per poi passare al giorno della morte, ai primi rilievi, al modo in cui la notizia è giunta a famigliari e amici di Pantani e oltre, ripercorrendo tutti i punti toccati da Brunel. Già dal primo capitolo, si denota una fluidità narrativa che il libro d'origine non ha; la storia si sviluppa su diversi piani narrativi che si alternano concentrandosi sui vari aspetti della vicenda: il Pantani degli inizi fino al giro d'Italia del 1999; il Pantani schiavo della droga che va incontro al suo destino quasi senza lottare; il Pantani ricordato da chi, nella vita, gli è gravitato attorno e, ovviamente, l'inchiesta di Brunel.
È proprio la figura di Philippe Brunel il filo conduttore del tutto; è lui che ci conduce attraverso la vicenda, viaggiando in tutta Italia e spaziando in trent'anni di storia per parlare con chi ha vissuto con Pantani e rievocarne le gesta, gloriose o ingloriose che siano. Le parole del libro originale (tutto scritto in prima persona) ritornano sotto forma di vignette o, all'occorrenza, di didascalia; escamotage, quest'ultimo, divenuto tipico del fumetto d'inchiesta e che dona alla storia un alone da detective story.
La storia di Pantani è una storia scomoda, dalle molte ombre e dai contorni non definiti, e il lavoro del disegnatore Lelio Bonaccorso è perfetto per amplificare queste caratteristiche. Le pennellate nervose, le campiture che faticano a restare all'interno dei bordi delle vignette in cui sono costrette, i personaggi caratterizzati con tratti taglienti e spigolosi e la perfetta scansione narrativa che giostra tra i livelli temporali della storia, senza generare dubbio alcuno nel lettore, completano il lavoro di scheggiatura di Rizzo, donandoci un volume dal notevole valore culturale e artistico.

Il pregio principale de Gli Ultimi Giorni di Marco Pantani è di non essere una semplice trasposizione in immagini del libro di partenza, ma un'opera a sé che si accosta e arricchisce l'originale, migliorandone la scorrevolezza e interpretando il messaggio di Brunel senza travisarlo.
Al termine delle quasi cento pagine che compongono la storia della caduta del "Pirata", non possiamo fare a meno di chiederci cosa sia veramente successo a Marco, quanto fosse direttamente conducibile a scelte personali e quanto fosse dovuto a oscure macchinazioni; il dubbio continuerà ad accompagnarci, e questo non può che voler dire che Brunel, Rizzo e Bonaccorso hanno colto nel segno.

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