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Redazione Comicus

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Caravan 4

Caravan 4Dal generale al particolare. Dal corale all’individuale. Michele Medda arricchisce di numero in numero il suo mosaico, con tasselli ogni volta diversi. Tasselli che si chiamano personaggi, ognuno con il suo spessore.

Caravan è l’esordio italiano dell’anno, perlomeno per quanto riguarda il fumetto popolare. Mentre la trama si muove a piccoli passi, Medda percorre le sue dodici tappe dimostrando di essere un ottimo caratterizzatore, attento a costruire ad ognuna delle sue pedine un passato dignitoso e concreto. Come in Caravan 4, dove si racconta la vita di Carrie, madre di Jolene. Una donna che nell’economia della storia sembra aver poco da dire, ma chissà.

Werner Maresta, mago dei volti, sta alle matite di questo lungo sguardo all’indietro. Dove la carovana sembra quasi non esserci, ma dove i singoli ci sono, e si vede.
Si vede eccome.


Simone Celli

DC Pulp - Jonah Hex

DC Pulp - Jonah Hex Torna il western da oltreoceano, grazie alle pistole fumanti dell’infallibile Jonah Hex. La felice operazione di rilancio avviene secondo i classici canoni del genere, conditi da una vaga sensazione di supereroismo. Il volume proposto da Planeta DeAgostini presenta i primi sei episodi dell’attuale serie sceneggiata da Justin Gray e Jimmy Palmiotti: sei storie autoconclusive di puro intrattenimento, che mostrano un personaggio duro, solitario e puro nelle sue convinzioni morali. Da far rispettare con ogni mezzo.

Molto gradevoli i disegni di Luke Ross, che adottando uno stile realistico in linea con la crudezza delle situazioni rappresentate e la concretezza delle vicende. A fare da guest star per un episodio, anche un concitato Tony DeZuñiga (creatore grafico del personaggio).

Se il formato DC Pulp nella sua compattezza si rivela piuttosto soddisfacente e anche ben curato, va purtroppo sottolineata la persistente presenza di errori di lettering, con balloon invertiti o ripetuti.
Un problema di troppo.


Valerio Coppola

Lost + Brain 1

Lost + Brain 1Prendete Death Note, sostituite il libro della morte con l’ipnotismo, clonate Light Yagami ottenendo un suo gemello dalla medesima personalità, dategli un rivale come L, e avrete ottenuto la trama di questo Lost + Brain, manga che nasce nel tentativo di emulare la strada battuta dal bestseller di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata.

Oltre all’emulazione non si va: la storia è debole, il piano del protagonista e la maniera in cui si sviluppa è forzata e poco plausibile, le personalità dei personaggi sono inconsistenti, i timidi tentativi di analisi della società nipponica risultano abbozzati.
Questo manga mostra, amplificati all’inverosimile, i difetti dell’originale, senza condividerne gli spunti originali e innovativi.

I disegni, piatti e privi di personalità, sono solo l’ultimo di una lunga serie di difetti di questo manga senz’anima, che finisce subito nel dimenticatoio una volta chiuso il volume.


Gianluca Reina

Martin Hel XV n.4

Martin Hel XV n.4L’avventura editoriale in albo monografico di Martin Hel, character tenebroso e affascinante creato dal paraguayano Robin Wood, termina dopo 84 numeri con una storia in linea con quelle degli ultimi anni, dove l’orrore psicologico e quello tangibile vanno di pari passo.

Da tempo condotto da Néstor Barron, poliedrico artista che nei fumetti predilige la deduzione più che l’azione (comunque massicciamente presente), Martin Hel vive sulla sua pelle un’avventura romana all’insegna dell’arte, con una tela caravaggesca che racchiude un segreto secolare terrificante che provoca scompiglio nel suo riflettersi nella contemporaneità.

Non eccezionali i disegni di Ángel Alberto “Lito” Fernández e dei suoi assistenti, ma questa purtroppo non è una novità: l’argentino sembra patire una sorta di insofferenza verso il personaggio che lui stesso ha creato graficamente tanti anni fa, forse a causa del ripetersi delle situazioni presentate.

Questa chiusura è solo la prima tra quelle che coinvolgono il parco-testate dell’editore capitolino. Martin Hel prosegue comunque sulle pagine di Skorpio.


Giovanni La Mantia
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