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Pasquale Gennarelli

Pasquale Gennarelli

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Flash Gordon: ad aprile il ritorno

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flash01-cov-shalveyEsordirà il prossimo 9 aprile negli USA la nuova serie dedicata a Flash Gordon e pubblicata dalla Dynamite Entertainment. Autore di questo rilancio è Jeff Parker, supportato alle matite da Evan Shaner.

Così viene presentato l’albo :
“Flash Gordon non si è mai adattato sulla Terra. Ma sul bizzarro pianeta Mongo, la fame di brividi e audace pericolo di Flash faranno di lui un’arma perfetta contro il distruttore di mondi Ming the Merciless e il suo terribile interplanetario sciame del terrore! Riuscirà l’impavido Uomo dalla Terra a convogliare la sua fiducia per salvare il mondo, o l’universo cadrà per mano di Ming?”.

In basso una gallery con la cover della prima uscita oltre ad altre variant che portano le firme di Gabriel Hardman, Jonathan Case, Declan Shalvey, Marc Laming, Ken Haeser ‘Li'l Flash’.

In attesa di poter leggere queste nuove storie, in Italia l'Editoriale Cosmo si appresta a pubblicare una edizione deluxe che raccoglie tutte le storie del personaggio. Sono previsti tre volumi da circa duecento pagine ognuno, verrà rispettato il formato originale di stampa e saranno distribuiti solo tramite librerie e fumtterie. Il lancio dell'operazione è previsto per aprile, e tramite la sua pagina ufficiale di facebook, sono state diffuse le prime immagini delle prove di stampa delle tavole.

X-Men: No More Humans: parla Mike Carey

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x-men-no-more-humans-coverÈ prevista per maggio l’uscita del nuovo graphic novel dedicato agli Uomini X, X-Men: No More Humans, di cui vi avevamo già parlato, opera di 128 pagine scritta da Mike Carrey e disegnata da Salvador Larroca, ambientata in un futuro immaginario in cui i mutanti, da specie perseguitata, diventano quella dominante. L’occasione è propizia un’intervista pubblicata da Newsarama con l’autore Mike Carrey.

Leggendo il titolo dell’opera soggiunge spontaneo l’accostamento alla frase pronunciata da Scarlet, "No More Mutants", durante l’evento Marvel House of M, “ed è esattamente ciò che volevamo, cioè che i lettori abbiamo quella circostanza come sfondo nella loro testa mentre leggono questa storia, anche se non è una situazione similare. Come in House of M, il grande quesito è quanto la volontà di sopravvivere possa giustificare le cose che facciamo, le decisioni che prendiamo”.

Assisteremo alla trasformazione della specie umana fino a diventare una minoranza. “In realtà, la storia inizia con l’intera popolazione già scomparsa. Non c’è nessuno sulla terra che non abbia il gene X. C’è un solo ragazzo sopravvissuto, e la sua sopravvivenza è un indizio di ciò che è successo a tutti gli altri. Non si analizza la questione degli umani divenuti minoranza, non c’è più nessuno. L’attenzione, invece, è posta su cosa significhi questo per i mutanti rimasti. È un disastro o la più grande opportunità che abbiano mai avuto? Rovineranno ciò che gli è successo o lo prenderanno come un dono? Queste sono le domande a cui ogni mutante deve rispondere per sé stesso e che li porterà a prendere una posizione, in un modo o in un altro, in base a ciò che loro definiranno per sé stesso e il loro ruolo nel mondo”.

Si passa poi a parlare di quali siano le cause di questa eliminazione e chi ne è la causa. “Facciamo molto affidamento su questo mistero, ma il vero problema non è chi, ma come e perché, specialmente come. E quando finalmente avrai capito cosa è stato fatto, ti si parerà innanzi un’altra domanda, un altro puzzle da completare”.

La curiosità preme per avere qualche anticipazioni su chi sia stato a determinare questa catastrofe, ma l’autore non si sbilancia “Credo che Raze (figlio di Wolverine e Mystica) è stato già citato in alcune presentazioni quindi non è uno spoiler se affermo che c’entra anche lui. È il catalizzatore di ciò che succede, e rappresenta il principale antagonista nella prima parte della storia. In X-Men: Battle of the Atom, Raze ha fallito il suo scopo primario, ma quello a lungo termine, invece, non è cambiato. La coabitazione tra uomini e mutanti viene sempre vista come una guerra da Raze, una guerra che deve avere un solo vincitore”.

Per la prima volta Carrey si ritroverà a lavorare con tutto il cast al completo dell’Universo X, scopriamo quale sia il suo preferito, o quello che è stato più stimolante per lui da caratterizzare. “È difficile rispondere, perché ne ho tanti di preferiti. Magneto è quello davanti, mi sono divertito a scrivere di lui, specialmente della sua interazione con Ciclope e Tempesta. Lo stesso per Jean Grey e Emma Frost, ed è stato veramente bello tornare a scrivere ancora Nightcrawler. Anche se” ci tiene a precisare Carrey “il mio modus operandi non è cambiato nella scrittura, quindi chi leggerà quest’albo non resterà sorpreso rispetto a ciò che ho già fatto. Ho un A-Team di X-Men che compaiono sulla copertina, le grandi personalità con grandi poteri che sono pronte a ricoprire un ruolo importante in crisi di questo tipo”.

Come vede lo status delle serie dedicate agli X-Men e in che modo possono aver influenzato la sua opera. “Il lavoro svolto da Bendis su All-New X-Men è eccezionale” dichiara Carrey “sebbene all’inizio non mi convincessero le premesse della serie. Ma dopo aver letto le prime uscite ne ero entusiasta. Principalmente perché l’attenzione viene posta sulle relazioni tra i personaggi, dando peso agli aspetti più umani. I cinque personaggi sono sullo stesso piano della storia, anche se gran parte dell’attenzione è rivolta verso la Bestia e Jean Grey, il primo ritornato alla sua vecchia versione, la seconda che si confronta con la sua stessa moralità. Ci sono i colpi per un classico arco narrativo degli X-Men, un incrocio strano che è allo stesso tempo difficile ma emozionante da realizzare”.

Le differenze e le opportunità che ha offerto la forma graphic novel rispetto alla miniserie: “Innanzitutto, hai a disposizione tutto il palcoscenico per te, a differenza di lavorare su una storia mensile. È qualcosa che coinvolge tutti gli X-Men, che ha implicazioni per tutti, avrò qualcosa da dire su tutti i personaggi e i temi che sono il nucleo degli altri albi. Secondo, c’è più libertà quando scrivi. Puoi scrivere la storia in maniera più originale, non c’è la necessità di dividerla in episodi, agganci, riepiloghi. È tutto pensato come un unico pezzo”.

Nella gallery a fondo pagina sono disponibile in anteprima alcune tavole non letterate e senza colorazione.

Secret Service: parla Mark Millar

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The-Secret-Service 1 FullThe Secret Service è una miniserie, di cui vi abbiamo fornito una recensione del primo numero, scritta da Mark Millar e disegnata da Dave Gibbons, e presto diventerà un film, diretto da Matthew Vaughn, e basato su uno script dello stesso Vaughn e Jane Goldman, previsto nelle sale cinematografiche nel  2015.

In un'intervista rilasciata a CBR, Millar ci parla dei preparativi sia del libro che del film, inoltre come lui, Gibbons e Vaughn hanno collaborato a rendere Kingsman ciò che è, aneddoti sul nome del protagonista, oltre al futuro del franchise, e di altri titoli del Millarworld.

La chiacchierata parte dalla genesi dell’idea alla base della serie. “Che tu ci creda o no, l’idea è nata già nel 2008. Ricordo che io e Matthew eravamo in un pub a parlare della realizzazione del film su Kick-Ass e più in generale di film, come facciamo spesso. Il discorso è caduto su James Bond e su Casino Royale, e ci sembrava strano come non fossero mai state svelate le origini di Bond. È un film stupendo, ma era un peccato che lo status di 007 viene dato sin dall’inizio senza che ci fosse un primo atto o persino un intero film, ecco questa è stata la conversazione alla base dell’intera idea. Quando poi abbiamo iniziato a pensare all’artista che avrebbe dovuto realizzare l’opera abbiamo capito di aver bisogno di un disegnatore inglese, e non americano, in quanto solo lui sarebbe stato in grado di catturare le differenze tra le diverse classi sociali e renderle al meglio”.

La scelta è ricaduta su Dave Gibbons, di cui Millar è un fan sin da quando era un ragazzo. “Sono stato in coda per quattro ore per avere un autografo di Dave, quando avevo 17 anni, durante il tour promozionale nel Regno Unito di Watchmen, insieme ad Alan Moore”.

La resa grafica dei personaggi, ci tiene a precisare Millar, nasce da una collaborazione tra lui e Gibbons. “Dave non ha bisogno di consigli. Così io ho essenzialmente lavorato come sempre, fornendo ampie descrizioni di ogni personaggio, inviando i dialoghi che chiariscono chi essi siano, e lasciando a Dave piena libertà. Sapevo che Gary sarebbe dovuto essere un ragazzo di strada e che Jack, invece, una soave super spia nello stle di Roger Moore in Spy who loved me”.

Passiamo a conoscere il modo di lavorare dell’autore, e come una storia subisca delle trasformazioni lungo la sua realizzazione. “Adesso tendo a fissare tutto in maniera precisa, ho un sistema in cui scrivo tutto su dei post e li ho sempre intorno nel mio ufficio mentre lavoro. Alcune scene possono evolversi o essere scartate, ma mi rendo conto se la scrittura procede bene solo quando so dove sto andando. Nell’ultimo anno o due, ho evitato di far uscire il primo numero se almeno il quinto non fosse già pronto, per evitare di dover cambiare qualcosa e tornare indietro, e credo di aver scritto trame brevi. Se penso ai lavori che usciranno dopo l’estate, i progetti che seguiranno MPH, Starlight, Jupiter’s Legacy e Kick-Ass 3, dovranno essere prima completamente scritti e realizzati per poi essere pubblicati. Questo è il mio nuovo obiettivo”.

Nelle variazioni in corso d’opera va annoverato il cambio di nome di Jack. “Sin da ragazzo ho pensato che Jack London sia un nome davvero cool, e l’ho usato per il fumetto. Ma Matthew mi ha detto che legalmente non lo possiamo usare nel film. Così abbiamo cercato tra tanti nomi in giro. Nel progetto originale del fumetto ho dato a Gary il vecchio soprannome del mio amico, ‘Eggsy’ perché ho pensato che fosse divertente, ma poi ho pensato che tutti lo potessero odiare. Ma a Matthew e Jane, invece, è piaciuto e l’abbiamo usato. Matthew crede che sia davvero iconico”.

Parlando del film, l’attenzione viene posta sulla scelta del cast, composto da Colin Firth, Taron Egerton, e Samuel L. Jackson. “Taron è esattamente Gary Unwin. Senza alcun dubbio. Sembra che il disegno di Dave abbia preso vita. Colin, allo stesso modo, sembra uscito dal fumetto. È semplicemente fantastico avere un paio di premi Oscar come lui e Michael Caine, questo conferisce al progetto una peso maggiore. Il personaggio di Sam nel libro è più di un tipo alla Mark Zuckerberg, un imprenditore della rete che prende a cuore questo grande problema, il riscaldamento globale, che mi ha veramente dato notti insonni da quando ho letto il libro di James Lovelock, Gaia, quand’ero ventenne. Avevamo tanti attori ventenni, ma si sentiva che avevamo davvero bisogno di una grande star del cinema americano dopo che tante altri parti erano inglesi. Ma poi Matthew ha suggerito Sam Jackson”.

L’eco del successo del fumetto è ancora vivo e il film ancora deve uscire, però, una domanda sull’eventualità di un sequel non poteva mancare. “Beh, Matthew, Dave ed io abbiamo un paio di idee, che sono molto interessanti, ma il tempo è poco e sono stato concentrato su altre cose in questo periodo. L’universo Millarworld partirà a marzo e poi c’è da seguire il lancio di altre serie, più i nuovi titoli che inizierò a scrivere all'inizio dell'estate, quindi se ne parla almeno il prossimo anno per lavorare su un secondo arco narrativo di Secret Service. Siamo davvero contenti di Kingsman, il primo, ma sarebbe opportuno che un sequel possa esordire almeno dopo l’uscita del film. Matthew è davvero impaziente di trasformare questo in un franchise. Adesso sta producendo Superior, anche se non abbiamo ancora deciso un regista, quindi credo che passerà un po’ di tempo prima che ci possiamo sedere tutti intorno ad un tavolo e pianificare qualsiasi altra cosa con questi personaggi”.

New Warriors #1: anticipazioni

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New Warriors 1 Campbell VariantEsordirà il prossimo 19 febbraio negli USA la nuova serie dedicata ai New Warriors, realizzata dallo scrittore Christopher Yost ed il disegnatore Marcus To

"I perni dei New Warriors Speedball e Justice, stanno provando a rimettere il gruppo insieme, con una nuova squadra di eroi che non avete mai visto prima!”.

“Ci sono otto persone che provengono da diversi angoli dell’Universo Marvel, unendosi per fare la cosa giusta, essere eroi” ha dichiarato Christopher Yost in un’intervista rilasciata a Marvel.com “Non sono bambini, ne tantomeno eroi stagionati, ma sono idealisti. Qualche volta va bene essere un eroe giusto per il piacere di esserlo; esserlo con un team perchè sono tuoi amici è divertente”.

 “Qualche volta il mondo ha bisogno di essere salvato”, continua Yost, “L’evoluzione è impazzita. Ci sono super umani, mutanti, Inumani, cloni, alieni e tanto altro ovunque ti giri. L’umanità non è più la forma di vita dominante sul pianeta. E a non a tutti fa piacere! L’Alto Evoluzionario ha messo insieme un esercito per combattere questi essere superiori, per portarli alla sterminazione!”

"Adesso, Speedball, Justice, Nova, Scarlet Spider, Sun Girl, Hummingbird e altri devo restare uniti contro la minaccia incombente”.

La cover porta la firma dello stesso To, mentre quella variant è stata realizzata da J. Scott Campbell.

Nella gallery a fondo pagina è possibile sfogliare una serie di immagini e tavole non letterate relative al lancio della serie.

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