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Andrea Fiamma

Andrea Fiamma

Golden Globe 2014, le nomination

  • Pubblicato in Toon

Sono state annunciate le candidature per i Golden Globe 2014. Il premio verrà assegnato durante la cerimonia del 12 gennario condotta, come per l'anno passato, da Tina Fey e Amy Poehler.

Miglior film animato:
I Crood
Cattivissimo Me 2
Frozen - Il regno di ghiaccio

Oltre alla categoria dedicata all'animazione, i film animati sono riusciti a spuntarla in altre due categorie, quella relativa al miglior film straniero per The Wind Rises di Hayao Miyazaki e quella per la miglior canzone, Let It Go, scritta da Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, tratta dal film Frozen - Il regno di ghiaccio, che potete ascoltare qui sotto. Grande delusione per la Pixar, che per la prima volta dopo molti anni non appare nella rosa dei candidati.

X-Men: Days of Future Past, parlano gli attori, notizie sul sequel

  • Pubblicato in Screen

"Il più grande film degli X-Men, senza dubbio" ha proclamato James McAvoy ai microfoni di RCN TV parlando di Days of Future Past "Vedremo una versione diversa di Xavier, che è tanto distante da quello che siamo abituati a conoscere quanto da quello che ho interpretato nel primo film. E a me è concesso reinventare il personaggio, il che è grandioso. Sono tre personaggi diversi l'uno dall'altro. È quasi una mossa teatrale, come un gioco con il pubblico in cui il pubblico ha la possibilità di vedere le molte facce di Charles-Patrick-Stewart-Xavier-McAvoy. È molto divertente".

Sulle notizie del seguito, Apocalypse, McAvoy ha dichiarato "L'ho scoperto solo stamattina", menzionando il fatto di aver firmato un contratto per tre pellicole. L'attore scozzese dovrebbe quindi tornare per un terzo film.

Anche Ian McKellen, ospite del programma radiofonico di EW, ha parlato del suo personaggio, ammettendo di non riuscire a seguire la storia delle pellicole durante le riprese: "Non capisco sempre le storie di questi film finché non li vedo con un pubblico. La realtà è che qui si va nel passato, in pratica. E io non ci vado. Non credo di spoilerare niente dicendolo. Ma ci siamo all'inizio. Magneto è in buone mani" ha dichiarato, riferendosi a Michael Fassbender, l'interprete della versione giovanile del personaggio. L'attore ha anche evidenziato le differenze con Gandalf: "La cosa strana di Gandalf è che perennemente buono, non ha intenti distruttivi. Magneto è un po' di tutte e due le cose. È ben intenzionato, ma politicamente non molto cauto. E non sono sicuro di condividere le sue tattiche".

Asteroide urlante

au1Darti un pugno nello stomaco facendo credere di averti dato una carezza. È questa la sensazione che ti dà la lettura di Asteroide urlante, l’opera di Alejandro Jodorowsky in cui undici racconti disegnati da altrettanti artisti (a tal proposito, è un peccato che Travis Charest si sia occupato solo della copertina) raccontano il viaggio errabondo di un pezzo di pianeta atto a portare consapevolezza ai mondi che sfiora, grazie al suo urlo straziante.

Si parte dall’asteroide che dà il nome al volume, un grumo significante che sparge il suo significato su tutto l’universo, aprendo le menti, donando consapevolezza, liberando gli schiavi dalle proprie catene solo per vederli impazzire poco dopo di fronte alla nuda realtà. La stessa realtà che aveva costretto il pianeta senza nome a creare un idolo di ammonimento, scambiato per divinità, adorato come tale, e a commettere suicidio, diventando asteroide. Jodorosky questo lo spiega in tre vignette e con maggior chiarezza: ecco dove sta la grandezza.
L’asteroide è quindi una reliquia, oggetto religioso e blasfemo insieme, è il correlativo oggettivo della rivista su cui è apparso, Métal Hurlant, e un simbolo ambivalente. Le epifanie che genera sono fonte di conoscenza e condanna (tutti i personaggi che squarciano il velo, nel scoprire la verità delle cose, vanno verso la morte): i protagonisti comprendono come la vita sia peccato, l’amore generi mostri e la morte sia la panacea a ogni male; Asteroide urlante è doppio nel suo essere storia unica e multipla, entità sfaccettata come lo stile dei suoi disegnatori, ma è anche un viaggio in un universo che si muove nella triplice direzione di spazio, tempo e genere. Jodorosky racconta di soprannaturali bambini del presente che lacrimano oro, di draghi ancestrali e mercenari del futuro in stile sci-fi duro e facendolo usa la scrittura come rito apotropaico di fronte alla brutture dell’umano.
Il riferimento al numero 3, su cui ribatte con insistenza, è uno della tante legende di una mappa più grande, costruita attraverso l’intelaiatura di temi e simboli cari a Jodorosky; l’autore dissemina i tarocchi del papa, della casa di Dio, delle sfere ascese al cielo, della morte e implementa i precetti dalla psicomagia, terapia concettualizzata dallo scrittore cileno atta a guarire le ferite psicologiche dell’individuo che si tramandano di generazione in generazione. Ne è un esempio abbastanza palese Il debito, parabola sulle colpe dei padri la cui violenza del testo è attutita dalla matita cartoonesca del compianto Carlos Meglia).
Ancora, a guardarla dalla prospettiva dei tarocchi, i dieci racconti - undici, ma il primo è un prologo - potrebbero rimandare alla decima figura dei tarocchi marsigliesi, che Jodorosky ha studiato per anni, è la ruota della fortuna, simbolo del fato, della precarietà della vita umana e delle sue conquiste.
La mappa potrebbe dunque essere letta da infinite prospettive tanti sono gli strati che Jodorosky affastella con la perizia di un artigiano e l’immediatezza di un’incurante santone, ma si preoccupa che il livello più superficiale, il più immediato e quello che in definitiva resta nella mente del lettore funzioni. Per farlo costruisce la macro-trama prestando attenzione che ogni micro-storia sia coesa e coerente di per sé, sviluppando un arco narrativo il più delle volte classico - ci si presta a sperimentazioni più libere da schemi di sorta ma per gli standard di Métal Hurlant alcune storie sono fin troppo morigerate -  e portandolo a compimenti nel giro di dieci pagine.

au2Certo, non tutte le trame hanno uguale efficacia: alcune sono potenti esplosioni, creazioni di mondi e universi, piccoli reperti provenienti da lontano, altre sono fragili origami, troppo ingarbugliati nella loro malcelata vena satirica per essere apprezzati appieno, come Robocristo, debole distorsione della mitologia cristiana, o Il sole eucaristico (disegnata a modino da J. H. Williams III), in cui lo schema narrativo del sognatore che non pensa come la comunità gli ha imposto di pensare viene inquinato con la trita tematica dei vampiri. Ma sono le eccezioni fisiologiche di un tiratore che per il resto non fa che centrare il bersaglio, storia dopo storia.
E, a dimostrazione di come siano imprescindibili i due aspetti del mezzo fumettistico, è in quelle dove immagini e parole si uniscono amplificandosi a vicenda che si ottengono i risultati migliori: lo scontro lirico tra determinismo e libero arbitrio e le tavole iperrealistiche di Adi Granov producono Padroni del destino, o quello teologico di Chi è il sognatore?, figlia del pennino chirurgico di Jerome Opeña e di una sceneggiatura che si fa grembo fertile di rimandi e pozzo di riferimenti letterari-filosofici (Schopenhauer, Calderón de la Barca) e religiosi (il cristianesimo, il māyā, concetto induista di vita come illusione).
Potrei continuare fino all’esaurimento di tutti i racconti ma sarebbero didascaliche indicazioni di ciò che è evidente, ossia che Asteroide urlante sia una delle letture più rinfrescanti e disturbanti dell’ultimo periodo, nonché una solida aggiunta alla bibliografia del suo autore.

È con una certa amarezza che si constata la tardiva pubblicazione dell’opera sul suolo italiano (l’anno di pubblicazione francese della raccolta è il 2006, 2002-2004 se si fa riferimento a quella originale), da parte di una casa editrice, la Magic Press, che per quanto vada ringraziata per l’operazione va altrettanto bacchettata per la sciatteria con cui la presenta e il relativo prezzo di copertina: una brossura debole, una copertina pieghevole e nessun apparato critico-redazionale all’infuori di quello dell'edizione francofona. Margini di miglioramento ce ne sono.

No More Humans, il graphic novel mutante del 2014

  • Pubblicato in News

1386687402000-XMENNMHUscirà nel maggio del 2014 X-Men: No More Humans, il primo graphic novel mutante dopo più di trent'anni da Dio ama, l'uomo uccide. La storia verrà scritta da Mike Carey, che torna a lavorare sui mutante dopo una gestione durata dal 2006 al 2011, e disegnata da Salvador Larroca.

Intervistato da USA Today, lo scrittore ha commentato le premesse del progetto, che presenta allo stesso tempo un'opportunità per i mutanti e una grave crisi esistenziale: "La posta in gioco, per umani e mutanti, non potrebbe essere più alta. È la storia di chi erediterà il mondo e quali costi potrebbe avere questa vittoria".

Secondo Carey il formato graphic novel amplia gli orizzonti e alza le aspettative del lettore molto più un semplice arco narrativo inserito nella serie. Il confronto con il precedete graphic novel è tuttavia inevitabile e lo sceneggiatore non si nasconde, parlando di come il lavoro di Chris Claremont abbia influenzato il suo: "Chris Claremont stava ridefinendo la narrativa di lungo formato nei fumetti e una delle cose che stava facendo era costruire le storie attorno a un nucleo di personaggi interessanti, alta spettacolarità e dilemmi morali realistici".

"Il tema dell'intolleranza era un fattore chiave in quel fumetto - come in molti altri lavori di Claremont - e divenne un nuovo colore nella tavolozza del fumetto generalista. Ed era anche un accostamento perfetto per quei personaggi, che erano un ibrido di eroi e reietti".

Carey ha rivelato come gli X-Men siano stati una parte fondamentale della sua infanzia e che i lavori di Claremont lo aveva attirato nuovamente dentro a quel mondo dopo anni di letture scostanti. "Su un livello, sto scrivendo per quelle versioni di me stesso" ha concluso "Cerco di impostare delle storie che possano piacere sia al Mike Carey di otto anni sia al Mike Carey di sedici".

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