Fra steampunk e supereroi, intervista a Umberto Giampà
- Scritto da Giuseppe Zimbalatti
- Pubblicato in Interviste
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Una manifestazione come Etna Comics ti dà la possibilità di incontrare grandi artisti, alcuni già famosi e affermati, altri emergenti e con tanta voglia di arrivare. Uno di questi è Umberto Giampà, disegnatore del #1 di The Steams per Noise Press (che vi abbiamo recensito qui), che ha accettato con molta gentilezza di rispondere ad alcune nostre domande.
Ciao Umberto, com'è cominciata questa avventura nel mondo dei fumetti?
Con Topolino. Da piccolissimo ho cominciato a copiarlo e ricopiarlo. Mi piaceva imparare a disegnare quei personaggi. Quindi sono passato a copiare le vignette, mettendo i personaggi all'interno degli ambienti. Poi, crescendo, sono passato ai supereroi. Piacevano a mio padre. Superman era il suo personaggio preferito e, di conseguenza, mi sono appassionato anch'io, prima a Superman e subito dopo a Batman. I personaggi DC sono quelli che preferisco.
Lavorando su quei personaggi mi sono perfezionato sempre di più nell'anatomia e in tutte le tecniche che riguardano principalmente il fumetto.
Tu sei calabrese, di Reggio per la precisione. È stato un vantaggio o uno svantaggio per la tua crescita come disegnatore? Qual è stato il tuo percorso?
Beh, sicuramente non posso dire che sia stato un vantaggio. Ho fatto altri lavori, ma gira e rigira, sono sempre tornato alla mia grande passione, la mia vocazione, cioè il disegno e il fumetto. Certo, prima sono dovuto andare fuori, per le fiere, ho usato tantissimo il web, ma poi sono riuscito a portare questa passione nella mia città e a farmi conoscere nella mia città per questa mia passione, come disegnatore di fumetti.
Non è stato facile. Naturalmente se cresci in una città in cui c'è una sensibilità maggiore per il fumetto, le fiere o magari le Scuole Internazionali di Fumetto, è sicuramente un vantaggio.
Però è anche vero che se uno lotta per quello in cui crede, studia con determinazione e costanza per migliorarsi, piano piano ce la fa.
Per me il fumetto è tutto, è più di una passione. È la mia vita, è quello che mi piace fare e mi sento davvero fortunato a farlo.
E poi sono arrivati i primi lavori.
Sì. La prima pubblicazione in assoluto è stata Roma - La Stirpe di Marte, pubblicata da Axaleon - Lionscage nel 2012.
Com'è stato lavorare su quel primo fumetto?
Bellissimo. È un fumetto fantasy e, come tale, ti consente una maggiore libertà. Non sei vincolato ai canoni storici puri, puoi anche uscirne un po' fuori e gestire la storia in maniera un po' più fantasiosa. Quindi è stato quasi come disegnare dei supereroi.
Perché ti piace tanto disegnare i supereroi?
Mi piacciono le anatomie. E mi piace far esplodere la pagina. Se devo scegliere tra disegnare una tavola con i personaggi chiusi nella griglia o farli uscire fuori dalle vignette, creare quel dinamismo particolare che è tipico del fumetto americano, scelgo senza dubbio la seconda opzione. Poi, è ovvio, in base al contesto, in base alla storia, in base all'editore che ti commissiona quella storia, ti vai ad adattare ai canoni di quella casa editrice.
Parliamo di The Steams. Come ti sei trovato con lo steampunk?
Non lo avevo mai disegnato e devo dire che è stato piacevole. Perché anche lo steampunk, come il fantasy, ti permette di spaziare il più possibile con il disegno. Alla fine è un fumetto d'azione, quindi un fumetto in cui ti puoi permettere di disegnare in una maniera dinamica, non statica. Poi è stato piacevole creare quel contesto storico, l'età vittoriana, quei costumi, quell'ambientazione, e coniugarvi la tecnologia dello steampunk. Anche in quel caso è stato come disegnare un fumetto di fantascienza, il che mi ha consentito di esprimermi, era nelle mie corde, insomma.
Come è cambiato, se è cambiato, il tuo stile nel tempo, e come secondo te ancora cambierà?
Il mio stile si è evoluto nel tempo, raffinato e sicuramente "semplificato" un po' rispetto al passato. La sintesi è importante nel disegno in quanto aiuta ad avere maggiore leggibilità. Ho cercato di eliminare tutto ciò che "sporcava" il tratto, tutto quello che non era funzionale. Inoltre, utilizzo un gran numero di references fotografiche, cosa che prima non facevo molto. Le foto mi aiutano a rendere più naturali i disegni, evitando le forzature che avvengono quando si usa solo la propria mente.
Come definiresti il tuo stile al momento?
Come un mix tra l'americano e il franco-belga. Che non è americano, non è franco-belga e non è nemmeno italiano; è un insieme in cui sono presenti questi stili, che si adatta tranquillamente al mercato americano, a quello franco-belga, perché mi dicono spesso e volentieri che utilizzo una tale morbidezza nelle forme che è più votata a quel tipo di sensibilità, e, quando lavoro per il mercato italiano, come mi sta succedendo ultimamente, devo cercare di "calmare" la tavola, di renderla più pacata rispetto a quello che io invece farei normalmente.
Chi sono gli artisti cui hai guardato come punto di riferimento?
Sono cresciuto negli anni '90 con i fumetti americani, quindi, giusto per citarti alcuni nomi: Jim Lee, Alex Ross, George Pérez e soprattutto Claudio Castellini, di cui ammetto di aver copiato e ricopiato i disegni fino allo sfinimento. Restando in Italia Claudio Villa e mi piace tantissimo Corrado Roi, me lo sono studiato parecchio.
C'è un'opera del passato che ti sarebbe piaciuto disegnare, magari un classico del fumetto?
Ci sarebbe l'imbarazzo della scelta, ma se dovessi sceglierne davvero una sola, direi che The Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland sarebbe stata la storia che avrei voluto disegnare. È spettacolare, oserei dire immortale e sempre emozionante.
E tra le opere non a fumetti, quindi della letteratura, o magari del cinema, ce n'è qualcuna che ti piacerebbe disegnare in una ipotetica trasposizione a fumetti?
Mi piacerebbe disegnare Jurassic Park di Michael Crichton, realizzandone una versione molto fedele al libro, e Dracula di Bram Stoker, del quale sono state già curate diverse versioni a fumetti, ma mi affascina incredibilmente e disegnarlo sarebbe spettacolare!!
Progetti per il futuro?
Ci sono possibilità. Ci saranno presto nuove pubblicazioni, soprattutto per il mercato italiano e possibilità anche per il mercato estero. È in dirittura d'arrivo un lavoro con Mostri per Bugscomics e poi... una sorpresa di cui ancora non posso parlare.
Grazie Umberto, e in bocca al lupo.