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Da Artifacts a CyberForce: la Top Cow di Marco Turini

Intervista a cura di Paolo Pugliese.

Da alcuni anni a questa parte – quasi replicando l’invasione di artisti inglesi che dal 1985 in poi conquistarono la scena del fumetto statunitense - stiamo assistendo a una presenza sempre più massiccia di giovani disegnatori italiani al lavoro per case editrici americane del calibro di Marvel, DC e Image comics. Marco Turini è uno di loro, artista originario di Pontedera, vicino Pisa, titolare di uno stile unico, ultra-realistico e noir. Un disegnatore che, dopo una lunga gavetta e collaborazioni per varie testate italiane come Selen, Santiago, Samuel Sand e Blue, ha fatto il grande salto verso una meta agognata da moltissimi disegnatori, ovvero l’industria editoriale americana.

Turini, che ormai vive e lavora a Praga, ha lavorato per etichette indipendenti come Eros Comix, Fantagraphics e Avatar Press, passando per la Marvel e la DC comics, fino ad arrivare quest’anno alla corte di Mark Silvestri, con la sua etichetta Top Cow Comics. Lo abbiamo intervistato alla luce del recente successo riscontrato prima con Artifacts (serie spin-off di Witchblade e The Darkness) e poi con il rilancio di un classico dell’Image degli anni ’90: CyberForce.

Ciao Marco e bentornato su Comicus.

marco webIl tuo lavoro più recente è sulla rilanciata serie di CyberForce di Mark Silvestri. Puoi raccontare ai nostri lettori questa esperienza professionale e anche il tuo rapporto con Silvestri, autore dei testi?
Sicuramente la cosa più interessante che ho avuto modo di disegnare fino ad oggi e lavorare con Marc è un piacere assoluto. Ci sentiamo spesso per mail e cerco di carpire i suoi consigli che sono sempre preziosi, in realtà mi lascia molto libero di divertirmi e di inventare e non è cosa da tutti trattandosi di fantascienza.

La nuova CyberForce ha comportato una grossa opera di restyling dei personaggi. In che modo sono cambiati rispetto al passato? Quale è stato poi il tuo approccio e quali difficoltà hai incontrato nel disegnarli?
Nelle prima pagine ho avuto qualche difficoltà nel caratterizzarli, vedrete che già dal numero 7 sarò molto più a mio agio. Il concept di Marc ha un sacco di richiami allo steampunk che io adoro da sempre e si vuole caratterizzare per degli orpelli grafici spesso eccessivi, per questo mi sono divertito a disegnare tecnologie piene di piccoli dettagli, per dare un senso di "tante cose da vedere".

Di te si sa che sei un perfezionista, mai completamente pago dei propri lavori. Al di là delle diverse recensioni positive che hai ricevuto per CyberForce, sei soddisfatto della tua performance o cambieresti qualcosa?
Perfezionista? Magari! No, purtroppo vorrei esserlo ma non posso permettermelo, si tengono ritmi molto elevati in USA e quindi una pagina mi costa un giorno di lavoro... se avessi una settimana per una pagina allora si che potrei essere perfezionista (ride). Sono molto contento delle recensioni anche perché solitamente non ho mai avuto un buon rapporto con la critica. In effetti già su Artifacts ho avuto buoni feedback ma con CyberForce devo dire che sono andate molto oltre le mie stesse speranze. Non sono affatto soddisfatto del mio lavoro ma penso che la direzione, seppure ad inizio cammino, sia quella giusta. Quindi, tornando alla domanda, cambierei tutto del 6 perché già dopo il numero 7 credo di essere cresciuto ma è pur vero che una scala si percorre gradino per gradino e quindi, forse, va bene così.

La domanda ora sorge spontanea: possiamo dire che sei il disegnatore regolare di CyberForce?
Si, sono il disegnatore della serie regolare, possiamo dirlo.

Come sei arrivato a collaborare con la Top Cow?
La collaborazione nasce grazie a Facebook. Marc seguiva il mio profilo e mi scrive in privato chiedendomi se sono interessato a collaborare. Potevo dire no? (ride). Da lì mi chiede di visionare non solo le mie cose che posto su Facebook (che spesso sono sperimentazioni o giochi che faccio per migliorare la tecnica) ma anche altre cose più professionali e così decide che sono perfetto per CyberForce. Poiché, come molti sanno, la serie gratuita di CyberForce ha subito notevoli, ritardi Matt (il socio di Marc) mi chiede se mentre attendo il mio turno su CF voglio disegnare anche un numero di Artifacts... il 27. Credo che siano rimasti spiazzati dal fatto che ho mantenuto perfettamente i tempi di consegna e quindi ha fine numero mi dicono "vuoi fare il 26?", ho accettato ma ovviamente il 26 ho dovuto farlo in tempi folli essendo antecedente a quello appena consegnato. Ma alla fine tutto è andato bene ed ho avuto anche il tempo per fare il 28.

cyberforce4a-webContinuerai a collaborare con la Top Cow, magari sviluppando un titolo tuo? E come concilierai l’impegno con l’etichetta di Silvestri e la recente offerta di collaborazione da parte della DC comics?
Con la DC ho diverse cose in cantiere (anche se al momento è uscito solo il mio Legends of The Dark Knight 51), ma al momento la priorità rimane la Top Cow, per diverse ragioni non ultima la collaborazione con Marc che per me si sta rivelando un esperienza belle e utile sotto il profilo della crescita. Grazie a lui sto avendo una costanza assai superiore rispetto al passato dove troppo spesso mi perdevo in tentativi di sperimentazioni spesso inutili. CyberForce è una serie ongoing e quindi al momento non stiamo parlando di altri progetti, sarebbe importante mantenere la serie in vita il più possibile e su questo lato i primi dati di vendita sono molto incoraggianti.
 
Dopo la storia di Batman, cosa puoi dirci sui tuoi prossimi lavori per la DC comics?
Vi rimando a quanto detto sopra. La mia situazione lavorativa è assorbita al 70% solo da CyberForce, per il resto ho anche un impegno con la Ardden (Mythopolis, di cui è uscito il numero 1 recentemente che è andato esaurito in pochissimo tempo) e quindi alla DC ho chiesto di poter fare solo piccole cose per questa prima fase di collaborazione, ma in prospettiva abbiamo discusso progetti molto più sostanziosi. Forse è una scelta difficile da capire ma mi sento in forte evoluzione e crescita, per questo preferisco arrivare a progetti DC sostanziosi con più solidità alle spalle.

Come hai iniziato la tua carriera e come sei entrato nel mondo del fumetto americano?
La carriera è iniziata nel lontanissimo 1994 disegnando il numero 3 de L’Insonne, nel mercato Usa invece ci sono entrato dalla porta di servizio con la Eros Comix nel 1998... da lì ho avuto molte altre collaborazioni tra cui Avatar Press, Marvel, Zenescope ecc...
 
Supereroi, fantascienza ed eros sono le tre componenti che hanno caratterizzato principalmente la tua attività di artista, ma quale delle tre prediligi o con cui ti senti maggiormente a tuo agio, se c’è ne una?
Fantascienza ed eros sono le due componenti che amo di più... sui supereroi invece sono un po’ a disagio.

Quali sono le fonti e l’immaginario che hanno influenzato il tuo stile grafico e narrativo, ieri e oggi?
A questa domanda dovrei rispondere con miliardi di citazioni ma mi divertirò a dire solo dei nomi apparentemente scollegati tra loro ma tutti, a loro modo, influenti nella mia visione: Gustav Klimt, Egon Schiele, Tanino Liberatore, Marc Silvestri, Paolo Eleuteri Serpieri, Moebius, Alberto Breccia, Will Eisner, David Lynch, Stanley Kubrik, Totò e molti altri…

page18Tra i tuoi progetti personali c’è il misterioso Project Moon, del quale hai pubblicato sul tuo sito alcuni, spettacolari, schizzi, che fanno pensare a un fumetto Space Opera. Puoi parlarcene?
Si, è un progetto che vuole essere uno "sfogo" su testi del grande Luca Blengino. È una storia particolare e un'atmosfera insolita su formato ancor più "strambo" (non mi fate dire di più). Con Luca siamo d’accordo che la proseguiamo quando abbiamo tempo e voglia e quindi non so quando vedrà la luce anche se spero non tardi. Ahimè, non credo che vi sarà edizione Italiana, al momento è pensato per il mercato della Repubblica Ceca dove sarà pubblicato dall’editore Rando Comics.
 
Un’ultima curiosità: sei diventato famoso nel 2006 con il graphic novel erotico-fantascientifico E.V.A., pubblicato come autore completo per la Free Books, casa editrice che oggi non esiste più. All’epoca dichiarasti che intendevi sviluppare la saga in 8 volumi, ma è poi rimasta in sospeso. Visto che il volume è stato ora distribuito anche in Repubblica Ceca, dove vivi e lavori, non hai mai pensato di riprendere il progetto con un altro editore?
E.V.A. è stato un progetto non fortunato, l’editore decise di farne un edizione extra lusso costosa che di fatto l’ha relegato ad una cosa per pochi (anche perché il mio nome non è così famoso da portare a far spendere troppi soldi a scatola chiusa). Oggi riparte da un edizione economica qui in Repubblica Ceca, devo dire che il primo approccio al mercato è stato assai positivo, attendiamo di vedere i dati a fine mese della distribuzione libraria per capire che accade, se dovessero esserci ottimi segnali potrei valutare l’ipotesi di proseguirne la saga anche se, tanto per cambiare, dubito che in ogni caso lo vedreste in Italia.

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