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Ren Books: intervista a Nino Giordano e Fabio Freddi

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logorenQuali sono le esigenze che portano alla nascita di un editore come Ren Books? Quali gli obiettivi? E quali i problemi? Di certo l'idea di una casa editrice a tema LGBT viene a riempire un vuoto editoriale, collocandosi in una nicchia pressoché disabitata. Rimane però, per le sue caratteristiche e il target a cui si propone in prima battuta (per quanto - come leggeremo - è un target solo ideale, ben più ridotto di quello effettivo), una scelta che comporta un certo fattore di rischio.
Ne abbiamo parlato con Nino Giordano e Fabio Freddi, editori, che abbiamo raggiunto per entrare nel merito della realtà Ren Books.

Ciao Fabio, ciao Nino. Benvenuti su Comicus!

Ciao a voi! Grazie per l’ospitalità!

Renbooks nasce da Ren Comics, a sua volta emanazione editoriale del Ren Studio. Volete ripercorrere per noi le tappe che hanno portato alla nascita di Renbooks?

Renbooks è stata una sorta di naturale evoluzione di Ren studio. Diciamo che negli ultimi due anni la nostra situazione lavorativa era drasticamente cambiata, così ci siamo messi in testa di aprire una casa editrice. Ma ci sembrava inutile aprire un’altra casa editrice generica di fumetti, serviva un’idea originale e interessante, ma soprattutto “innovativa”o avremmo rischiato di sparire dopo la prima uscita. In quanto gay dichiarati e appassionati di fumetti, la cosa più logica che ci è venuta da fare è stata una casa editrice di fumetti a tematica LGBT. Quello che ci siamo detti è stato che se esistono case editrici di libri LGBT perché non poteva essercene una di fumetti? Così ci siamo lanciati!

Renbooks si propone come la prima casa editrice completamente a tematica LGBT. Come mai questa scelta di concentrarsi su un genere così di nicchia?

Come dicevamo poco sopra, ci è venuto quasi naturale rivolgerci al pubblico della nostra “comunità”. In Italia le proposte fumettistiche a tema LGBT non mancano, ma non sempre questi titoli hanno la dovuta visibilità, e abbiamo pensato che creare un marchio di fumetti a tematica LGBT avrebbe portato visibilità a questo genere, non solo per quanto riguarda i fumetti della nostra casa editrice. Abbiamo cominciato con i manga, e c’è più di un motivo per questa scelta: intanto tutti i collaboratori di Ren arrivano da esperienze in campo manga, e poi, motivazione più importante, è che in Italia è stato sempre snobbato il “Bara manga”, cioè il fumetto giapponese a tematica gay vero e proprio, mentre vengono importati i Boys’ love, cioè dei manga per ragazze con protagonisti gay. Titoli che solo con qualche rara eccezione possono riferirsi veramente al mondo gay in quanto creati da donne per altre donne (ma, almeno in Italia, li leggiamo anche noi gay!). C’era bisogno di titoli Bara e abbiamo deciso di importarli in maniera continuativa, visto che fino ad oggi le case editrici (eccetto la Black Velvet con Racconti estremi) avevano snobbato questo tipo di produzioni. E siamo molto felici ed orgogliosi della scelta fatta.

Fino ad ora avete cinque titoli e spaziate dal manga al graphic novel. Cosa dovranno aspettarsi i vostri lettori in futuro?
Sempre più fumetto italiano, innanzitutto. Stiamo preparando vari volumi di autori italiani ed altri li stiamo vagliando. Ma i primi nomi che fanno parte della nostra scuderia sono una garanzia: Giulio Macaione (il web comic Ofelia è un successo e i suoi precedenti volumi a fumetti sono andati a ruba), Mattia Surroz (che con 001 ha fatto un lavoro fantastico) e infine Flavia Biondi, esordiente, che fin dalle prime immagini ci ha conquistato con il suo Barba di perle. Questi sono solo i primi 3 nomi, ma ne avremo altri… Arriveremo con gli Yuri, cioè i manga a tematica lesbica (finora rappresentati nel nostro catalogo solo da Rica), ci concentreremo molto anche sul fumetto europeo, in particolare spagnolo, e proporremo alcuni titoli americani. Uno dei punti fermi di Ren per il tardo 2012 sarà dare spazio al fumetto a tematica lesbica, perché c’è carenza di fumetti dedicati al pubblico delle lesbiche e questo vuoto è inammissibile.

Presentate il vostro catalogo ai lettori: cosa rende queste opere uniche e degne della vostra attenzione?

Il fatto che i nostri siano i primi Bara manga a vedere la luce sul mercato italiano è già un punto a favore per il nostro catalogo: abbiamo portato in Italia qualcosa che non c’era. Inoltre, i nostri fumetti sono ben curati sotto tutti i punti di vista: dalla carta alla grafica, dalle traduzioni al rispetto dell’opera originale, quindi un lettore esasperato da un mondo editoriale (non solo a fumetti) pieno di refusi e traduzioni inventate troverà in Ren un’oasi felice.

Si potrebbe pensare che il vostro pubblico di riferimento sia univoco, ma ovviamente non è così. Quando presentate le vostre pubblicazioni alle varie fiere quale tipo di pubblico si presenta al vostro stand?

Bè, in fiera ci siamo stati una sola volta con uno stand, a Mantova, ma l’accoglienza è stata favolosa. Oltre ai ragazzi gay e le ragazze lesbiche, siamo stati ben accolti da buona parte del mondo dell’editoria (nostri colleghi di tutto rispetto ci hanno fatto i complimenti per l’iniziativa) e anche le lettrici di Boys’ love ci hanno dato una calorosa accoglienza. Ci siamo stupiti del pubblico etero: intanto nessuno ha gridato allo scandalo, ma in fiera anche papà e mamme con figli a seguito hanno comprato i nostri volumi (Rica e Baciando il cielo sono effettivamente “per famiglie”) senza battere ciglio. Questo significa anche che i tempi sono cambiati e che nonostante l’Italietta bigotta, c’è spazio per tutti.

Andando a memoria, pensando alle tematiche come da voi proposte gli esempi, sotto gli occhi di tutti, sono due: da un lato gli hentai e gli shonen/shojo-ai (e dunque la pretestuosità dell'orientamento sessuale), dall'altro sparuti personaggi dell'universo supereroistico USA che dichiarano la propria omosessualità senza che questa venga minimamente approfondita ma, semplicemente, sbandierandola (il tutto con le rare e dovute eccezioni). Perché, secondo voi, va per la maggiore quest'approccio contenutisticamente povero?

Riguardo ai Boys’ love (shonen ai), semplicemente si tratta di intrattenimento puro senza pretese (benché di esempi profondi e capolavori del genere ce ne siano e magari vengono ignorati perché non conosciuti abbastanza), anzi si tratta nella maggioranza dei casi di prodotti che stimolano l’immaginario erotico, quindi non si approfondisce più di tanto. Riguardo ai supereroi, intanto, è chiaro che quando ad occuparsi di personaggi omosessuali sono autori etero neanche minimamente interessati alla questione che se li ritrovano tra le mani senza sapere bene che farci saltano fuori stereotipi e banalità. Anzi ci si stupisce quando un autore riesce a rendere un personaggio gay tridimensionale come i compagni di squadra. Spesso si è critici verso gli autori che non riescono o non vogliono affrontare le tematiche LGBT in maniera approfondita, ma secondo noi è inutile forzare qualcuno a parlare di qualcosa che non è nelle sue corde e comunque non si può neanche pensare di stravolgere all’improvviso un fumetto come quello supereroistico che è rivolto a target di ogni tipo. Comunque vogliamo metterla, l’argomento LGBT è molto delicato e molti autori preferiscono affrontarlo superficialmente. Molte volte, semplicemente, non si ha il coraggio di osare, ma questo non riguarda solo la sfera LGBT. In ogni caso le cose stanno cambiando: teenager LGBT nei Giovani vendicatori e Northstar che sembra stia per sposarsi… Non sono passi da poco…

In un momento in cui, vi cito, "la comunità GLBTQI è sotto l'occhio del ciclone" un simile approccio non rischia di essere nocivo, banalizzando o portando all'eccesso?

Ci sembra giusto che ogni autore affronti il tema nella maniera che gli è più naturale. Va bene anche un approccio banale, ma l’importante è che in favore di questo approccio banale non vengano censurati autori che hanno qualcosa da dire e soprattutto che non vengano trasmessi messaggi nocivi. Ma un Northstar o un qualunque supereroe gay sono già un gran passo avanti, lo dico a costo di ripetermi.

Nella vostra produzione, ad esempio, l'aspetto sessuale delle relazioni, nella maggior parte dei casi, non è mai fine a se stesso e sembra avere sempre un fine narrativo. In fase di selezione dei titoli da proporre come avete valutato questo particolare aspetto?

Ci siamo molto impegnati nel cominciare col proporre titoli nei quali le scene sessuali non fossero fini a sé stesse. Anche Nakayoshi wanko, finora il più spinto tra quello pubblicati, non è un’accozzaglia di scene di sesso messe lì per far eccitare il lettore. Il nostro fine ultimo è accontentare tutti i gusti (arriveremo a pubblicare anche opere porno vere e proprie) ma per attitudini personali e professionali di solito la scelta di un titolo avviene in base alla profondità e alla qualità della storia e dei disegni. Stiamo molto attenti al tratto, alle sceneggiature e al messaggio che un autore vuole trasmettere.

Quali sono state le difficoltà più grandi al momento di aprire una casa editrice?

I costi di partenza ti uccidono. Ma è uno scotto da pagare se vuoi partire e bisogna essere abili a rifarsi in tempi medio/brevi. Il punto di maggior problematica è nel momento in cui, dato che siamo un editore nuovo e piccolo, le fumetterie non investono su di noi e non ordinano i nostri volumi, così ci facciamo la fama di essere introvabili. E’ che il momento storico in cui ci troviamo è molto particolare ed è giusto che un negoziante faccia attenzione a quello che vende, ma per attirare nuovo pubblico in fumetteria (dico fumetteria, perché abbiamo preferito questo canale e la vendita online per distribuire i nostri fumetti) una casa editrice come la nostra è un amo bello grosso. E lo vediamo qui a Bologna, per esempio, da Alessandro libreria: i nostri fumetti vengono venduti con molta rapidità e per la maggior parte a gente che in fumetteria non ci metterebbe piede. Ma forse stiamo divagando…

Vi è mai capitato di avere problemi legati al genere di materiale che proponete e alle tematiche affrontate?
Sì, ovviamente. Ma non così tanti come ci aspettavamo: intanto i tipografi non hanno fatto una piega, mentre ricordo che con gli shonen ai avevano avuto qualche problema , ma parliamo di 10 anni fa. I librai hanno avuto più remore: uno un giorno ci ha guardati e ci ha detto “ragazzi, io queste robe non le vendo. Non ne ho clienti ‘così’.” E nel frattempo c’erano gay che sculettavano per tutta la libreria… Ma capisco, ripeto, il libraio che non vuole rischiare. Di veri e propri casi di “omofobia” non ne abbiamo avuti. Qualcuno, gay, ci ha detto che così ci ghettizzavamo ancora di più, ma non ha senso: ci sono meno di una decina di case editrici a tema LGBT in Italia e tutte pubblicano romanzi e saggi, pubblicare fumetti è invece dare nuova linfa ad un mercato, quello dell’editoria LGBT, che si sta sempre più chiudendo in un circolo.

In una precedente intervista Nino faceva riferimento ad una sostanziale mancanza di appoggio da parte delle associazioni LGBT alle vostre scelte editoriali. La situazione è mutata?

Faccio una premessa: le associazioni gay non hanno voce in capitolo in merito alle nostre scelte editoriali, perché non sarebbe giusto. Una casa editrice è un’impresa e non un’associazione e quindi confondere le due cose sarebbe veramente poco professionale. In verità, c’è voluto del tempo e tanta pazienza ma le associazioni gay si sono fatte sentire e stanno sostenendo Renbooks davvero molto grazie al passaparola, alla pubblicità ed ai tanti eventi che organizzano invitandoci. Siamo continuamente “corteggiati” dalle associazioni, tanto che, per fare dei nomi, i volontari del Bologna pride, L’Agedo e Antagonismo gay, i ragazzi del T. p.o, ci stanno veramente aiutando con interviste, eventi, ospitate in radio etc, dall’Arcigay di Mantova sono venuti a trovarci di persona in fiera e vedrete quanto e come saremo attivi e partecipi al gay pride di quest’anno… Ci voleva solo del tempo.

Per quanto riguarda la distribuzione, invece, sappiamo per certo che in diverse città i vostri volumi sono di difficile reperibilità. Qualche delucidazione sulle zone del paese in cui si potranno trovare senza problema?

Qui il problema è spinoso e riconduce alla purtroppo non sempre facile scelta del libraio in merito a cosa ordinare: come dicevo prima il libraio non rischia in questo momento e una casa editrice piccola come la nostra viene penalizzata. Il periodo è quello che è e bisogna mettere in conto anche questo. La cosa, però, che mi preme sottolineare è che il mio cliente non è la fumetteria, ma il lettore e quindi deve essere il lettore in prima persona ad attivarsi ad ordinare i nostri volumi, perché magari un libraio non lo farà mai senza nessun ordine di partenza. Il problema vero della distribuzione è questo. In merito alla distribuzione, comunque, bisogna rivolgersi ai ragazzi di Alastor che stanno facendo un ottimo lavoro e ci stanno promuovendo in mille modi. E se avete difficoltà, il nostro shop online è sempre attivo: è vero che ci sono le spese di spedizione, ma a maggio e giugno avremo tutto scontato a più del 50% e da luglio tutti i volumi saranno di base scontati del 10%. Senza contare che facciamo promozioni di continuo, basta tenerci d’occhio.

Come vi siete mossi per quanto riguarda lo scouting di autori e storie da proporre?

Scavando profondamente nelle opere a tematica gay moderne e classiche e scegliendo quello che ci sembrava più originale e allo stesso tempo più appetibile per il tipo di pubblico a cui ci rivolgiamo. E il sentimento d’amore verso il fumetto e l’essere prima di tutto lettori ha fatto il resto.

Se aveste carta bianca e la certezza di una risposta affermativa quale autore contattereste e per quale opera?

Naoko Takeuchi per Sailor Moon! Insomma, cosa c’è di più LGBT della combattente che veste alla marinara? Scherzi a parte, sicuramente ci capiterà prima o poi di incappare in qualche autore inarrivabile, ma finora non ce ne sono. Insomma, facciamo sempre i favolosi, quindi quando vogliamo pubblicare un autore gli chiediamo il permesso. ;)

Grazie mille per la disponibilità. Vi auguriamo buona fortuna per il futuro.

 Grazie a voi! :)

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