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Arriva Saguaro, la nuova serie Bonelli: intervista a Bruno Enna

Esordirà ufficialmente venerdì 26 maggio la nuova serie regolare di casa Bonelli, Saguaro. Scritta da Bruno Enna, Saguaro è un western metropolitano ambientato nei primi anni '70 con protagonista il navajo Thorn Kitcheyan. Abbiamo intervistato, per l'occasione, il creatore di questa nuova serie per saperne di più.

Saguaro 1: Recensione

Intervista a cura di Gennaro Costanzo e Giovanni La Mantia.
Nella gallery, tavole tratte dai primi 2 numeri della serie.

Saguaro1Ciao, Bruno e benvenuto su Comicus.
Puoi dirci quando è nata l'idea di Saguaro e come si è sviluppata?

Per prima cosa, grazie per l'invito! Dunque, l'idea è nata alcuni anni fa, dopo la lettura di un articolo che parlava di un gruppo di nativi americani federali che operano al confine tra l'Arizona e il Messico. Sono partito da questa notizia per elaborare la proposta di un romanzo grafico. Tale proposta aveva alcune caratteristiche che la rendevano adatta allo sviluppo di una miniserie. La Bonelli ha deciso di farne una serie ed eccomi qui...

Puoi presentarci il protagonista, chi accompagnerà il viaggio dei lettori a partire da questo mese?

La serie è ambientata nei primi anni settanta, nella grande riserva navajo. Il vero nome del protagonista è Thorn Kitcheyan, ma, come la maggior parte dei navajo, anche lui possiede un soprannome: Saguaro. Ha partecipato alla guerra in Vietnam, ma è stato congedato poco prima della fine del conflitto in seguito alle ferite riportate nel corso di un’azione. Di solito preferisce proprio l'azione alle parole ed è stato addestrato a sopravvivere in condizioni estreme. È un abile scout, un cacciatore nato, in grado di rilevare impronte e tracce. Anche se mantiene un atteggiamento cinico e disincantato, rispetta il prossimo e le sue convinzioni. Non sopporta i prepotenti e odia qualsiasi forma di prevaricazione. Saguaro è un personaggio in evoluzione: vivendo per anni a contatto con i bianchi, ha perso il proprio "equilibrio". Il suo ritorno a casa (Window Rock) coincide con l'inizio delle sue avventure.

Quali sono le tue principali fonti di ispirazione per Saguaro?

Fumetto (Tex, Mister No, Blueberry), cinema (i recenti "Cuore di tuono", "Non è un paese per vecchi", "Le tre sepolture", ma anche classici degli anni '60/'70 come: "Solo sotto le stelle", "Il cavaliere elettrico", "Punto zero", "Brubacker", "Corvo rosso non avrai il mio scalpo", "Piccolo grande uomo", "Soldato blu", "Il cacciatore", "Platoon"e molti altri), letteratura (riviste specializzate, libri di storia e antropologia, ma anche i romanzi di McCarthy e Hillerman).

Come sarà strutturata la serie? Gli episodi saranno autoconclusivi o ci sarà una continuity che legherà i vari albi?

Avremo albi autoconclusivi all'interno di una continuity non troppo serrata, il tutto strutturato più o meno come nelle "stagioni" delle serie televisive.

Saguaro segna il ritorno della Bonelli alla serie regolari (presto arriveranno Dragonero e Le Storie) dopo un lungo periodo di sole miniserie. Il progetto originale della serie prevedeva già questo formato o è stata una scelta successiva?

È stata una scelta successiva, anche se la prima idea di romanzo grafico prevedeva già un eventuale sviluppo narrativo. L'evoluzione del progetto, dunque, è stata quasi "naturale".

Il western metropolitano era un genere che mancava in Bonelli. Quali altre novità dovranno aspettarsi i lettori?

Già con Le Storie si spazierà su tutti fronti, con tanti grandi autori (sceneggiatori e disegnatori) al lavoro. Poi si passerà al fantasy di Vietti e Enoch e alla fantascienza di Roberto Recchioni. Degli altri progetti non so molto, mi dispiace, ma di certo in Via Buonarroti c'è parecchio fermento. Le novità non mancheranno, vedrai.

La serie sarà scritta da te in toto o ci saranno sceneggiatori che ti affiancheranno lungo il cammino?

Per adesso sto lavorando solo io, in modo da delineare meglio il mondo di Saguaro, ma più avanti dovrò chiedere ad alcuni colleghi di darmi una mano.

Ci presenti, ora, lo staff dei disegnatori coinvolti?

Dopo la visualizzazione di Alessandro Poli, il testimone è passato nelle mani di Fabio Valdambrini, che ha disegnato il primo episodio. Per adesso gli autori al lavoro (oltre a Fabio Valdambrini) sono Luigi Siniscalchi, Marco Foderà, Alessandro Pastrovicchio, Elisabetta Barletta, Italo Mattone, Davide Furnò e Paolo Armitano, Ivan Vitolo, Fabrizio Busticchi e Luana Paesani. Le copertine sono di Davide Furnò.

Da qualche anno sei entrato nella scuderia Bonelli ma il pubblico ti conosce da tempo per i tuoi lavori disneyani su PK e su Topolino. Da sceneggiatore, come cambia il tuo approccio nella scrittura passando da un universo all'altro?

Scrivere per Disney è molto difficile, infatti richiede una notevole capacità di gestione dei personaggi e delle tavole (spesso puntellate di battute e situazioni umoristiche). Scrivere per Bonelli è altrettanto complesso, ma per motivi diversi: non si tratta solo di documentare tutto, di seguire la strada del realismo e di elaborare situazioni e dialoghi credibili, ma anche di esprimere forti emozioni e di reggere ritmo e tensione per tutta la storia. Anche grazie a PK ho imparato a destreggiarmi tra i due "generi", poiché quel particolare tipo di fumetto viveva in un perenne stato di equilibrio, tra umorismo e realismo.

Il tuo lavoro in ambito Disney procederà di pari passo o lavorerai esclusivamente su Saguaro?

Nei prossimi tempi lavorerò soprattutto a Saguaro, anche se non abbandonerò il fumetto Disney.

In tuoi precedenti lavori spicca una decisa vena umoristica, hai pensato di mettere in cantiere una nuova serie dedicata a questo genere? Su Saguaro ci sarà spazio anche per siparietti leggeri?

In questo periodo sono molto assorbito da Bonelli, perciò, nell'immediato, non prevedo lo sviluppo di nuove serie umoristiche. Saguaro è principalmente un fumetto d'azione, con poco umorismo. Se ci saranno siparietti leggeri saranno senza dubbio funzionali alla singola vicenda narrata.

Ti abbiamo visto finora all'opera su personaggi altrui, Saguaro è il tuo primo grande progetto personale. Su cosa hai giocato maggiormente rispetto ai tuoi precedenti lavori?

Saguaro è molto diverso dai miei precedenti lavori: è indirizzato a un certo genere di pubblico e, come ho già avuto modo di dire, spinge l'acceleratore sull'azione. I dialoghi sono asciutti e le situazioni "forti". L'umorismo, quando c'è, si nasconde in mezzo alle corrosive battute dei protagonisti, mentre la poesia vive nei gesti quotidiani dei nativi e nella loro splendida cultura.

Rammentiamo male o diversi anni fa ti cimentavi anche come disegnatore? Se è così torneresti mai ai pennelli?

Disegnare fumetti è un lavoro difficile e faticoso e io sono pigro, perciò non tocco una matita da circa quindici anni. A un certo punto della mia vita ho dovuto scegliere la strada da percorrere; mi sono dedicato anima e corpo alla sceneggiatura e, a essere onesti, non me ne sono mai pentito.

La scenografia teatrale è tuttora tra i tuoi interessi principali?

Direi di no, ma grazie per avermelo ricordato: adoro il teatro, anche se ormai lo frequento solo da spettatore.

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