Menu

Il contratto tipo è realtà: intervista a Claudio Stassi

Il prossimo 2 marzo a BilBolBul verrà finalmente presentato il contratto tipo che gli artisti, ospitati sul Forum di Comicus, hanno stilato. Ne parliamo con Claudio Stassi, promotore dell'iniziativa.

Intervista a cura di Valerio Coppola e Cris Tridello.

Ciao, Claudio. Finalmente si è arrivati alla stesura di quello che potrebbe rappresentare un punto fermo nella carriera di ogni professionista del fumetto. Potete riassumere brevemente le tappe che hanno portato a questo risultato?

È stato un lavoro lungo e laborioso, assolutamente realizzato in gruppo, parlando, discutendo, litigando a volte, ma sempre trovando dei punti concordi che ci portassero alla realizzazione di un contratto tipo.
Cercherò d'essere breve:
Nell'estate del 2010 in rete nacque un'interessante discussione. Un gruppo di autori esprimeva amarezza su esperienze personali relative a temi contrattuali stipulati con gli editori.
Un giorno, in un post del blog dell'amico Michele Petrucci proposi di realizzare una discussione aperta tra tutti gli autori durante una fiera del fumetto. L'incontro avvenne al MUF a Lucca Comics con la presenza di un centinaio di autori e addetti ai lavori. Fu una discussione lunga che portò a galla temi che probabilmente ancora oggi bisognerebbe riprendere e portare avanti (La distribuzione ad esempio, la promozione, etc...).
Era abbastanza chiaro che con un incontro non si potessero risolvere problemi che il "mondo fumetto" si porta dietro da anni, ma sollevare il problema e portarlo in discussione, per la prima volta guardandosi in faccia tutti quanti (e non solamente in rete come sempre accade), è stato sicuramente il primo passo, personalmente spero non l'ultimo.
Ci prefissammo due obiettivi, realizzare un "Contratto Tipo" che potesse servire tanto gli autori quanto gli editori stessi, e creare un'Associazione che riunisse la nostra realtà e ne difendesse la categoria.
Decidemmo di continuare quella "riunione" in rete e per mantenere la rotta della discussione senza l'interruzione di "troll" o lettori, optammo per riunirci in una "private room" che proprio voi di CUS ci avete messo a disposizione (grazie ancora per l'aiuto).
Tengo a precisare che TUTTI quelli che hanno fatto richiesta di partecipare alla stanza privata hanno avuto libertà d'accesso. Soltanto ad una persona ho dovuto dire no perché in passato fu bannato da CUS, ma d'altronde bisognava rispettare le regole del padrone di casa, no?
Quella discussione durò mesi, ma alla fine riuscimmo a completare un testo unitario.

Contemporaneamente Ivo Milazzo aveva lavorato per la realizzazione di un'Associazione di categoria che mettesse assieme Illustratori e Fumettisti, da lì nacque la AI (Autori di Immagini). Passammo alla AI il contratto redatto da quasi cento autori per verificare che gli articoli corrispondessero alle leggi vigenti sul diritto d'autore.
Il contratto quindi passò in mano ad uno staff di avvocati, seguiti dall'Avv. Raffaella Pellegrino che lo completarono, migliorandolo e in parte riscrivendolo.
Il Contratto Tipo per la nostra categoria  verrà presentatovenerdì 2 marzo alla fiera BilBolBul a Bologna.


Quali cambiamenti porterà l'aver raggiunto questo traguardo associativo e lavorativo, nella vita degli autori?

Il Contratto Tipo, sarà molto utile non soltanto agli autori ma anche agli editori. Questo permetterà non solo maggiore trasparenza fra le parti, ma anche maggiore certezza lavorativa nel rispetto delle regole. Mi spiego, oggi i contratti che fanno gli editori, nella maggior parte dei casi, potrebbero essere tranquillamente impugnati dagli autori per la richiesta d'annullamento del suddetto contratto; questo perché per la legge sul diritto d'autore, sul contratto bisogna inserire degli articoli che invece spesso non vengono nemmeno accennati.
L'Associazione sta lavorando ad un piano di incontri incentrati sull'approfondimento di temi che spesso l'autore conosce poco o niente. Ha da tempo intrapreso uno scambio con le altre associazioni di categoria negli altri paesi europei nell'intento di portare avanti progetti comuni per la valorizzazione del mezzo.
L'AI è da pochi mesi una realtà Associativa, credo che abbia già fatto tanto. Molto ancora dovrà fare e ben vengano le critiche per far si che in futuro faccia meglio.


Quali sono i punti cardine del contratto che avete steso, e quali quelli dell'Associazione AI?

Come ti dicevo era fondamentale realizzare un contratto legalmente valido ai fini della legge sul diritto d'autore e sulle leggi vigenti che tutelano il copyright dell'opera. Siamo partiti dal semplice ragionamento che questo contratto non dovesse prevedere privilegi per gli autori e al contrario punti a sfavore per gli editori. Bisognava partire da una base di rispetto reciproco che si ascrivesse nella stesura delle parti come accordo tra due professionisti del settore. Abbiamo lavorato sul tema della paternità dell'opera che è esclusiva degli autori, di un'equa percentuale "d'agenzia" da attribuire all'editore qualora l'opera venisse venduta al mercato straniero, i tempi di cessione di diritti di pubblicazione in Italia e tante altre cose che venerdì 2 marzo l'Avvocato Pellegrino esporrà nell'incontro pubblico a Bologna.

Quali sono le modalità di iscrizione all'associazione e chi può iscriversi?

Per quanto riguarda le iscrizioni, e per sapere di più dell'AI, consiglio a tutti di andare sulla loro pagina web o mandare una mail ai responsabili dell'Associazione oppure incontrarli nelle varie fiere e chiedere a loro informazioni in merito. Dico questo perché io non faccio parte dell'Associazione. Io credo nell'Associazione. Credo che sia una struttura che in futuro possa realmente concentrare tutte le realtà della nostra categoria per creare una voce unica. Ma per scelta ho deciso di non far parte dell'organico organizzativo interno dell'Associazione. Collaboro con Ivo costantemente. Ci sentiamo spesso su Skype o per telefono e ragioniamo su progetti che possono servire al "mondo fumetto". Inoltre io vivo in Spagna e sarebbe stato per me difficilissimo presenziare alle riunioni e ai vari incontri. Ma loro sanno che se hanno bisogno, possono contare sul mio aiuto.

E ora, quali saranno le prossime tappe?

Sul contratto manca tutta una serie di articoli relativi al tema dei diritti digitali. Al momento l'Associazione AI è in contatto con alcuni autori che in Francia stanno lavorando ad un testo unitario su questo tema. Bisognerà ragionare sul da farsi.

Vi siete avvalsi dell'aiuto o della consulenza di qualche professionista per redarre il contratto tipo? E avete fatto in qualche modo riferimento anche alle esperienze di altri Paesi?

Io ho contattato l'Associazione Illustratori e fumettisti in Spagna, Luca Erbetta (uno dei tanti autori che ha lavorato alla stesura del contratto Tipo) collabora costantemente con l'Associazione fumettisti Francese, infine ognuno apportava le sue esperienze per i lavori svolti con vari editori in giro per il mondo. Infine quando il contratto è passato in mano dell'Associazione AI, quest'ultima ha contrattato alcuni legali per rendere legislativamente valido quello che noi abbiamo stilato in base alle nostre esperienze.

Credi che questa esperienza e questo risultato possano portare gli autori a maturare una nuova visione del proprio lavoro e del suo valore? Magari fino a configurarsi come un vero e proprio gruppo di pressione su base professionale che esprima interessi propri?

L'autore è un "orso" per natura. Resta chiuso nella sua "grotta" a lavorare, ricerca il lavoro contattando personalmente, nella maggior parte dei casi, gli editori. Insomma è "un tipo" che gioca da solo. Questo è un fattore che non esula l'appartenenza ad un gruppo unitario che garantisca la categoria e che lavori alla creazione di regole che possono valere un po' per tutti.
C'è un certo interesse da parte di vari autori a certi temi, poi spesso manca il tempo. Però forse se scrivessimo meno lamentandoci sui blog e cercassimo di lavorare assieme affinché un progetto unitario andasse a buon fine, magari riscopriremo maggiore interesse e valore non solo per il lavoro che svolgiamo ma anche per il nostro ruolo nella società.

Quali cambiamenti credi (o auspichi) che ciò possa portare nell'ambito dell'intero settore fumetto, soprattutto pensando a come inevitabilmente cambierebbero i rapporti di forza al suo interno?

Spero che su questo inizio, segua un interesse da parte degli editori ad un confronto e al dialogo. Il contratto tipo non è certamente un prestampato standard che imporremo agli editori. Va visto come un primo passo per un dialogo costruttivo che possa portare ad un cambiamento del sistema. Un sistema che ha funzionato negli anni ma che poco a poco sta risultando vecchio e farraginoso. Spero sinceramente che si possa aprire un dialogo con tutti gli editori.

Come avete coniugato, in linea generale, la peculiarità del lavoro creativo (portatore di situazioni anche molto differenti) con la necessità di un contratto tipo, dunque entro certi limiti standardizzato?

Con il dialogo. Alcuni colleghi ad esempio, pensavano fosse necessario inserire un pagamento a tavola partendo da una quota minima nel contratto. Ragionando ci siamo resi conto che era impossibile da farsi. Non si può dare un valore standard ad un'opera senza a priori conoscere l'opera stessa. Abbiamo quindi ritenuto opportuno lasciare libertà alle due parti (editore ed autore) di decidere il compenso che gli autori riceveranno a tavola. Confidiamo nella professionalità degli autori che possono avvalersi dell'Associazione come consigliere per tali temi, e nell'etica da parte degli editori.

Più in generale, ti preoccupa per la riuscita dell'operazione il particolare momento storico che stiamo attraversando, con una progressiva perdita di posizioni dei contratti nazionali (evidente nel caso FIAT) e la tensione verso una parcellizzazione delle forme contrattuali?

Il sistema contrattuale oggi in Italia non funziona più. Anzi ad essere precisi è da tempo che non funziona. Quello che tanto si sbandiera come legge Biagi (meglio chiamarla legge Maroni) è stata l'anticamera del delirio in cui oggi si trova l'Italia. Precariato spacciato per flessibilità con la totale perdita dei propri diritti, in mancanza di ammortizzatori sociali e di prospettive future.
Noi non avevamo neanche un contratto tipo ne tanto meno un'Associazione di categoria. Adesso qualcosa si è fatto. Bisogna lavorare ancora tanto per far si che le cose migliorino e vadano sempre meglio, ma c'è bisogno di tutti. Non ho mai creduto nel presenzialismo ne tanto meno nel "ghe pensi mi".

Torna in alto