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Erotico Nero: l'anima oscura dell'erotismo

Cover_frontUn mese fa vi abbiamo parlato del progetto Erotico Nero, volume di racconti a tematica erotica - come è evidente dal titolo - che si propone di esplorare la metà oscura dell'erotismo a fumetti.

Realizzato da  Susanna RauleValentino SergiAdriano BaroneSimone BuonfantinoDario ViottiValentino BiagettiErotico Nero vedrà la luce, per tutti gli interessati, a Lucca, laddove gli autori autograferanno e personalizzeranno la cover del volume, appositamente lasciata bianca.

Ma questo probabilmente lo sapevate già. Quello che non sapevate è tutto quello che sta dietro ad un volume simile (di cui trovate alcune tavole in anteprima nella nostra gallery): la sua genesi, i suoi propositi e i suoi contenuti. 
A questo ci ha pensato Comicus, che può ora offrirvi, oltre ad una recensione in esclusiva del volume, un'intervista con gli autori che mette a nudo il cuore del progetto.

Ciao a tutti, è un piacere avervi qui su Comicus. A giorni sui tavoli di Lucca Comics comparirà Erotico Nero. Siete emozionati? Potete introdurre il progetto ai nostri lettori?

Il piacere è nostro ovviamente. L'uscita di un volume rappresenta sempre un momento di grande coinvolgimento per un autore, soprattutto se si tratta di una scommessa come Erotico Nero, un'opera a tema strutturata in percorsi narrativi che affondano nel pathos e nella sensualità, nel grottesco e nell'orrore, e organizzata in tre capitoli di crescente intensità eversiva, come una discesa negli inferi dell'animo umano. Si comincia con Proserpina e il Principe Nero di Susanna RauleSimone Buonfantino, con un'impostazione classica, fiabesca, che attinge alla tradizione più cupa della narrativa fantastica per raccontarci il corteggiamento della figlia del sovrano del Perfettissimo Regno da parte dell'erede al trono delle Terre Oscure. Una seduzione irresistibile fatta di silenzi e piaceri carnali, ma dal costo altissimo. Si prosegue con Paolo e Francesca di Valentino SergiDario Viotti, dove si racconta il tormentato desiderio di normalità di un ragazzo focomelico disposto a scendere a patti con il Marchese, emissario del demonio, per apparire finalmente desiderabile, nonostante l'amore della sua donna, una ballerina di lap-dance. E si chiude con Tipologie di un Amore Fantasma: Lydia Schneemann di Adriano BaroneValentino Biagetti, che presenta un ribaltamento della visione tradizionale della pornografia, in un enfatico monologo femminile durante una cruda e visionaria sessione di tortura.

Perché un'antologia di racconti erotici? Soprattutto, come mai avete optato per un un taglio "oscuro" che spazia dal cupo al brutale?

Perché mancava, da tempo. Alcuni dei più grandi autori italiani si sono formati sulle pagine di Blue, scegliendo di raccontare la dimensione buia della passione, la metà oscura del connubio tra Eros e Thanatos. L'erotico nero negli anni '80 e '90 ci ha regalato alcune delle tavole più intense di Manara, Crepax, Magnus, Vilella e tanti altri ancora, per non parlare di opere importanti e controverse come Psychopathia Sexualis di Martín o Custer, di Trillo e Bernet. Il nostro intento è quindi quello di presentare tre declinazioni diverse del genere, non in chiave nostalgica, ma per mostrarne le potenzialità narrative offerte oggi con lo spostamento dei tabù rispetto a 10-15 anni fa.

Parlando di Eppela, come mai avete deciso di appoggiarvi alla piattaforma?

Il progetto era già definito, e così il piano di vendita e distribuzione quando abbiamo scoperto Eppela, nato da poco e ancora in fase di evoluzione. Il sito costituiva un'interessante occasione di promozione, oltre a una possibilità di finanziamento dell'iniziativa. Abbiamo così deciso di inserirci, per sfruttare la vetrina offerta. In generale lo consideriamo un modo semplice per chiedere direttamente ai lettori se il progetto risveglia il loro interesse.

Quali sono stati i risultati?

Il budget imposto dal sito, più alto rispetto a quello da noi proposto, non è stato raggiunto nei 30 giorni in cui era prevista la raccolta fondi. Il sistema di iscrizione e pagamento in molti casi si è rivelato uno scoglio per quanti erano interessati a finanziare l'operazione, ma gli amministratori si sono dimostrati molto disponibili e attenti ai nostri suggerimenti e non ho dubbi che in un prossimo futuro Eppela potrebbe davvero diventare una possibilità concreta per chi vuole fare editoria in Italia. È un metodo ancora giovane, ma in Francia, ad esempio, è già una realtà piuttosto consolidata. Ed è veramente democratico, se ci pensi.

Leggendo il volume si capisce di non avere davanti un semplice erotismo pruriginoso e fine a se stesso, ma che viene utilizzato come campo d'indagine. A questo proposito vediamo cosa hanno da dirci gli sceneggiatori.
Susanna, Proserpina è forse la storia dai toni più lievi della raccolta. Nonostante l'impianto fantasy, e il riferimento al mito greco, l'impressione è che la tua storia sia molto più quotidiana di quello che sembra, o sbaglio? Puoi parlarci dei motivi e delle intenzioni che ti hanno portato a scrivere questa storia?

Non volevo scrivere una storia truculenta. Hai presente il celebre racconto di Camilleri in cui Montalbano, a un certo punto, telefona all’autore per dirgli che tutto quello splatter non fa proprio per lui? Ecco, non volevo scrivere una storia che fosse un pugno nello stomaco, volevo scrivere una storia crudele – e spero di esserci riuscita. È una storia di sopraffazione, in un certo senso, che arriva molto vicino, e forse supera, il famoso punto “tutto è lecito, purché avvenga tra adulti consenzienti”. Proserpina è senza dubbio consenziente, in un senso, ma nell’altro di certo non la è, perché non sa che cosa sta rischiando. Non è lei, a decidere. E, nello stesso tempo, il Principe Nero fa solo ciò che per lui è naturale. Non si pone il problema, perché è la sua natura. Così torniamo alla storiella, molto vera e molto citata, della rana e dello scorpione. Noi tutti siamo rane – e siamo scorpioni – in diversi momenti della nostra vita. A volte, persino della stessa giornata!

I tuoi personaggi hanno generalmente una caratterizzazione molto netta, mentre invece Proserpina è l'unica tra i protagonisti che sembra pilotata dalle scelte di altri (cavalca fino a Borgo Notte, segue il Principe nero, ne subisce il corteggiamento e tutto quel che ne deriva). Perché gli altri si e lei no?

L’unica scelta che compie Proserpina, a un certo punto, è quella di abbandonarsi agli eventi. La compie in un momento che non vediamo, un momento fuori dalla narrazione e un momento, credo, remoto della sua vita. Quando la storia inizia, lei sta già facendo qualcosa che non vorrebbe fare, che non ha scelto di fare – e la sta facendo di sua volontà. Ha paura delle Terre Oscure, eppure ci sta andando. Ha paura del Principe Nero, eppure lo segue. Quanti di noi, ogni giorno, fanno cose che non vogliono fare, semplicemente perché le hanno accettate implicitamente? Proserpina doveva rappresentare questo paradosso: quello della costrizione senza reale costrizione. Può sembrare un inutile sofismo, se non fosse che, ogni giorno, ci sono molte donne che vivono in questo stesso paradosso – e sto parlando, ovviamente, delle vittime delle violenze domestiche. Perché mai una donna dovrebbe preparare la cena e stirare le camice dello stesso uomo che tutte le sere la picchia e la stupra? Ecco, credo che sia di questo che parla la mia storia.

Perché hai scelto di narrare una fiaba oscura?

Scrivere una storia erotica mi ha dato qualche grattacapo. Alla fine ho deciso di scrivere una fiaba proprio perché mi sembrava il mezzo più adatto per raccontare un immaginario che non riguarda la nostra parte razionale, ma altro: le nostre pulsioni, le nostre legittime perversioni, le nostre fantasie. Avevo in mente le bellissime fiabe erotiche e nere, nerissime, di Angela Carter, ma anche il fiabesco riattualizzato di Susanna Clarke e, prima di lei, Gaiman e Vess. Oltre al fatto che, ovviamente, anche la versione originale della maggior parte delle fiabe classiche è profondamente sensuale e mediamente viziosa.
E In parte, per lo stesso motivo per cui i bambini preferiscono le fiabe raccapriccianti a quelle rassicuranti. È uno dei grandi misunderstanding della nostra epoca credere che le storie piene di buoni sentimenti siano preferibili a quelle piene di orrori e violenza. Potrei tirare in mezzo la famosa catarsi, ma sarebbe naif. In realtà, le storie cupe, brutali e sanguinarie parlano direttamente a quella parte di noi che normalmente, nella vita di tutti i giorni, ha poco spazio per esprimersi – ma che comunque c’è. Tutti i bambini sono pronti ad accettare filosoficamente il triste destino di Hansel e Gretel, finché le due povere vittime non gettano la strega viva nel forno. È a quel punto che la storia raggiunge il suo climax, è a quel punto che si giustifica il suo essere stata narrata. Parlo di fiabe, perché, in un certo senso, comincia tutto lì. Ma potrei parlare anche di mitologia, di Shakespeare o di Philip Roth. Immagina una storia erotica in cui due tizi si conoscono, si piacciono e finiscono a far l’amore alla missionaria…

Valentino, nelle ultime tue cose che mi è capitato di leggere, così come in questa storia, ritorna l'elemento della "deformità": i gemelli in Storie di fantasmi cinesi, la seconda bocca di Cleo. Come nasce questa attenzione? Possiamo in qualche modo considerarla una cifra stilistica?

Lo definirei un tema ricorrente, un po' come il senso di profondo fatalismo che lasciano i miei finali, mutuato dalle lezioni di Cronenberg e Burns (in particolare il suo Black Holes), che hanno sempre fornito un'interpretazione espressiva e sociale – ben oltre la semplice caratterizzazione del personaggio – della deformazione corporea. In Cleo, la seconda bocca della protagonista rappresentava un'esigenza di verità, tema attorno a cui ruotavano tutti i livelli di lettura. InPaolo e Francesca di Erotico Nero l'handicap è al centro di un gioco di riflessi tra la dimensione esteriore e interiore del protagonista. 
Possiamo considerarlo un espediente narrativo per permettere al lettore di mantenere il focus dell'attenzione, almeno in maniera inconscia, oltre la storia narrata.

Nel vostro cast troviamo diverse facce note. Volete suggerire al lettore dei personaggi-tipo caricati di un bagaglio interpretativo preesistente o è una semplice scelta estetica?

La caratterizzazione di un personaggio è fondamentale per permettere la sua immediata collocazione nel quadro della narrazione. Un attore o un personaggio noto portano con sé un carico di senso ulteriore legato, rispettivamente, ai ruoli interpretati o alla figura che rappresenta, facilitando così il processo di comprensione e immedesimazione. C'è, di certo, una componente estetica a guidare la decisione, in particolare per le protagoniste femminili, ma ogni scelta è stata compiuta facendo la massima attenzione all'efficacia figurativa del soggetto adottato ai fini del racconto.

Tra riferimenti, simboli e deformità che ritornano, in Paolo e Francesca troviamo anche la componente horror, incarnatasi nel personaggio da incubo che fa visita a Paolo: puoi parlarcene in relazione all'economia della storia e della relazione tra erotismo e horror?

Il Marchese rappresenta l'elemento capace di attuare la trasformazione desiderata dal personaggio, ma il suo carico simbolico riflette nel contempo il costo del processo e ne anticipa la natura. Per questo il mutamento esteriore è associato alla maschera, sotto cui l'emissario demoniaco presenta un volto marcio e in decomposizione, e per lo stesso motivo al collo porta un caduceo al contrario, a dichiarare gli effetti maligni della “cura”. Questi e altri elementi, anche se non d'immediata percezione, così come la componente demoniaca, sono funzionali ad esasperare la dimensione drammatica della vicenda, nel tentativo di riproporre quel connubio meraviglioso di sensualità e orrore proposto nell'Inferno dantesco, cui la mia storia fa diretto riferimento.

Infine Adriano. In Tipologie di un amore fantasma hai raccontato variazioni sul tema di un amore impossibile o inesistente. Tipologia di un amore fantasma: Lydia Schneemann racconta una storia completamente differente. Con il titolo, tuttavia, crei un collegamento molto forte, perché?

Tipologie di un amore fantasma è un work in progress: oltre a questi due fumetti, di relativo al progetto ho scritto un racconto in prosa (che si può leggere  on line qui), sceneggiato un corto, mentre un altro corto è in post-produzione: Tipologie di un amore fantasma: armonia vuota, in collaborazione con Graziano Molteni di BaseLuna Film. Dato che il titolo rimanda ad amori impossibili, inesistenti o non ricambiati, e dato che le motivazioni della protagonista sono spiegate fino a un certo punto (c'è molto di non detto in questo fumetto), ho pensato di fornire un elemento di interpretazione in più a chi conoscesse già quanto ho scritto prima. 'nuff said.

Quali sono gli aspetti aspetto del mondo in cui viviamo che ti hanno portato a concepire il nocciolo di questa storia? Quanto è grande lo sbilanciamento tra i due sessi?
Più che lo sbilanciamento tra i due sessi, mi interessava lo sbilanciamento tra erotismo (o porno) totalmente pensato per uomini etero e quello (se esiste) per donne. Tranne Erika Lust, non mi vengono in mente registi/e che pensino a un pubblico non (solo) maschile ed eterosessuale per le loro opere. Inoltre sono un sostenitore sfegatato di Annie Sprinkle, colei che negli anni '80 teorizzò il post-porno, un porno che non fosse solo fallico ed eteronormativo. 
Dato che Erotico Nero rimandava a un'idea di sesso come devianza, come patologia, ho pensato alle parole di Bruce LaBruce, che nell'intervista apparsa su Mondo Queer di Pier Maria Bocchi (di cui consiglio la lettura), ha dichiarato: “Dovrebbe esserci più sesso solare nei film, e non sesso che mette orrore, sesso patologico”. Dato che io stesso ho scritto la mia buona parte di sesso deviante con i miei libri in prosa, da Carni (e)strane(e) al Ghigho di Arlecchino a Zentropia, forse si è trattato anche di una riflessione su come ho affrontato finora la sessualità nei miei libri e se non sia il caso di cambiare rotta. La dichiarazione poetica di Lydia nel finale in parte è anche mia, quindi.

Dalle parole di Lydia emerge un interessante discorso sul reale e il realistico in rapporto allo schermo. Come il film/snuff trascende la pellicola, la storia di Lydia trascende la pagina e assieme a lei il suo messaggio. Qual è, di conseguenza, il limite del reale nella pagina?

Bella domanda. In realtà, dato che il fumetto parla di un ipotetico film, la riflessione è doppia, su cinema/video (questo filmato che non si capisce se sia vero o sia uno snuff, ma anche l'intervista fatta a Lydia) e fumetto.
Queste riflessioni sono nate da un confronto con il mio amico Federico Tinelli, mentre paragonavamo il suo film Aspettando Madonna e Tipologie di un amore fantasma: abbiamo ragionato sul fatto che il cinema porta a un'identificazione quasi totale di chi lo fruisce, nel cinema si gioca con il denotativo per rimandare all'invisibile connotativo. Con il fumetto questa “immersione” non c'è, lavori necessariamente sul piano del connotativo, perché il fumetto lo è intrinsecamente. Allora come posso decostruirlo? Riesco a costruire un'empatia con il lettore che superi la connotatività intrinseca dello strumento? L'erotismo ragiona sul corpo. Tutta la mia produzione in realtà, è una riflessione sul corpo declinata in vario modo. Il risultato è questo fumetto, in certi momenti forse totalmente anti-erotico, ma che spero riesca a provocare empatia, almeno a un minimo livello.
Per completare il cortocircuito, sarebbe divertente trarre un cortometraggio da Lydia Schneemann. Non è detto che non lo farò, in un futuro più o meno prossimo. O forse questo corto e il video stesso di cui si parla nel fumetto esiste e circola già in certi circoli underground, e io col mio fumetto ho solo copiato. Chissà.

Ammetto che prima del tuo racconto non avevo minimamente idea di chi fossero Lydia Lunch e Carolee Schneemann, cui esso è dedicato. Il nome della protagonista emerge poi dall'incrocio quello delle due artiste: puoi spiegarci il peso di queste due figure in relazione alla tua storia?

Bene, se diffondo consapevolezza di ciò che fanno alcune artiste femministe radicali ho già raggiunto un primo risultato.
Ho conosciuto l'opera di queste due artiste tramite la lettura di Cattive ragazze (libro intervista collettiva pubblicato da Shake. Anche di questo consiglio incondizionatamente la lettura). 
Per semplificare moltissimo, l'erotismo può essere un momento di distacco dall'eteronormatività che governa le nostre vite e la nostra sessualità (vedi anche quanto detto sopra sul post-porno della Sprinkle), e me ne sono sempre interessato (è uno dei temi su cui rifletto anche nel mio romanzo Zentropia, in particolare sul Manifesto contra-sessuale di Beatriz Preciado).
Le riflessioni di alcune artiste femministe radicali mi hanno indotto a riflettere sul mio approccio alla sessualità e ai ruoli sessuali. Piuttosto che, per dire, il lesbismo separatista (approccio che rispetto, ma che trovo poco costruttivo), preferisco artiste che portano avanti un discorso che va oltre il femminismo, che tentano di scardinare tramite le loro performance, la loro musica, i loro video, concetti come il dualismo uomo/donna, dualismo che prima di essere sessuale, è sociale e politico. Allo stesso tempo, non propongono un'esclusione del 50% della popolazione del pianeta da questa nuova consapevolezza sessuale-sociale-politica, cioè gli uomini, perché questa consapevolezza o è per tutti, o non è.

Veniamo ai i tre disegnatori: è la prima volta su una pubblicazione erotica o avete altre esperienze? E, se arrivate da altro, che effetto fa passare ad un genere che probabilmente sarà bollato dai più come sola pornografia?

Valentino Biagetti: Questa è stata la mia prima esperienza nell'ambito erotico e, data l'originalità dell'approccio di erotico nero, credo che anche ci fossero state non avrei potuto citarle in questo senso. 
Premetto che a me piace fare fumetti, non un genere di fumetto. Essere etichettato "pornografo" non mi crea alcun problema, non più di "capellone" o "miscredente" almeno.. Certo, ho i miei gusti in fatto di "genere" ma restano in secondo piano se apprezzo una sceneggiatura; se mi avessero proposto di lavorare ad un fumetto pornografico non lo avrei scartato, ammetto che non rientra nella mia top list personale, per antonomasia il coinvolgimento emotivo nell'elaborazione di un porno è limitato ed è soprattutto quello che cerco in un lavoro. 
Inutile dilungarsi sulle differenze tra erotismo e pornografia, invito chiunque abbia dei dubbi a leggere Erotico Nero e confrontarlo con Siffredi Contro Tutti, in alternativa credo basti un vocabolario.

Dario Viotti: Per quanto mi riguarda, ho pubblicato una breve storia su X-Comics lo scorso anno, su testi di Alessandro Dezi, ma prima di allora non avevo mai affrontato questo genere, quindi è quasi una novità.
La quasi sicura etichetta pornografica credo dipenda in gran parte dall’abitudine nostrana alla generalizzazione e allo scarso approfondimento (tendenza a mio avviso coltivata e sostenuta da giornali e televisione), ma anche dalle nostre radici culturali, e devo ammettere che anche io stesso, inizialmente, ho avuto qualche leggero imbarazzo (peraltro superato piuttosto in fretta). Sono comunque dell’idea che quando ciò che viene mostrato è funzionale alla storia, va bene, indipendentemente da cosa sia… le etichette, a questo punto, perdono significato: non è che mostrare una scena di sesso significhi automaticamente fare pornografia.

Simone Buonfantino: Per quanto mi riguarda questa per me è la prima pubblicazione in assoluto, sto lavorando per il momento a un’autoproduzione americana di genere totalmente differente.
Credo che riuscire a spaziare su più generi sia un’ottima gavetta per chi ha l’obbiettivo di intraprendere questo mestiere, non si può disegnare solo ciò che si desidera, è questo che fa la differenza tra “hobby” e “lavoro”.
La differenza tra pornografia ed erotismo è veramente sottile, non è improbabile che Erotico Nero, da alcuni, venga etichettato come tale, ma dato che comunque la nostra è un’opera sicuramente non adatta a tutti, sono certo che chi avrà il piacere di leggere le nostre storie sarà in grado di distinguere nettamente i due generi e apprezzarla fino in fondo.

Qual è la cosa più difficile per un disegnatore che scelga di mettersi alla prova in questo genere?

Valentino Biagetti: Le tematiche affrontate da Adriano si discostano parecchio dall'immagine comune di "fumetto erotico" per cui posso parlare delle personali difficoltà riscontrate nello specifico della sua storia: la Lydia Schneemann di Adriano Barone è l'anima del racconto e non è frutto di stereotipi che possono semplicemente essere raccolti, essendo il motore del racconto ho dovuto prima capirla per disegnare al massimo delle mie potenzialità.

Simone Buonfantino: Prima di essere un disegnatore anche io sono un lettore, non mi sarei mai cimentato in qualcosa  che io stesso non leggerei o che semplicemente reputassi di cattivo gusto.
Il genere erotico, come il supereroistico o l’umoristico, hanno la stessa identica valenza.
L’unica differenza è che nella documentazione delle immagini, quando dici a qualcuno che sei rimasto sveglio fino a tarda notte per cercare immagini di sesso, risulti poco credibile…e anche un po’ invidiato in alcuni casi.

Dario Viotti: Non credo ci siano delle difficoltà peculiari: come in qualsiasi genere (porno compreso) occorre anzitutto saper disegnare e approfondire quanto più possibile la conoscenza di ciò che si disegna, poi è necessario saper “raccontare” per immagini in funzione del risultato che si vuole ottenere… 
Detto questo, ovviamente ogni storia presenta delle difficoltà specifiche, ma non credo si tratti di una questione di genere.

Il volume è stato creato a dodici mani. In fase decisionale vi siete dati carta bianca o avete concordato in partenza argomenti e toni dei tre racconti?
Ogni sceneggiatore era a proprio agio con determinate tematiche, su un diverso grado d'intensità; questo ha permesso di sviluppare in modo spontaneo le sceneggiature, con l'unico limite legato al numero di tavole. Il risultato, nella sua anarchia creativa, risulta però perfettamente coerente nell'idea originale di indagare forme diverse dell'erotismo nero. I disegnatori, dal canto loro, per quanto siano arrivati in una fase successiva, hanno contribuito con la loro personale interpretazione, aspetto tutt'altro che scontato.

Specificamente all'interno di ogni singolo team creativo, invece, quanto i ruoli sono stati netti e quanto invece l'uno è intervenuto sul lavoro dell'altro/a?

Il dialogo tra sceneggiatore e disegnatore è un aspetto importante e il miglior risultato si ottiene solo da un confronto paritario. In questo senso siamo tutti concordi nel dire che i disegnatori hanno dimostrato una grande attenzione al testo affidatogli, suggerendo e discutendo soluzioni visive e narrative più efficaci. E quando c'è una tale alchimia, non può che venir fuori un ottimo lavoro.

Rapidamente, dopo Erotico Nero quale sarà il prossimo lavoro in cui vi vedremo impegnati?

Adriano Barone: A Lucca oltre ad Erotico Nero esce anche Bugs-Gli insetti dentro di me per 001 Edizioni, e il 9 novembre esce (finalmente) il mio nuovo romanzo Zentropia per Agenzia X. Nel frattempo sto lavorando a due corti, una docufiction, un foto-fumetto (definiamolo così) e un testo teatrale.

Valentino Biagetti: Per il momento ho ripreso gli studi nel settore focalizzandoli verso un unico obiettivo: il mercato francese, tutto ciò che capiterà nel mezzo sarà ben accetto e chissà, potrebbe anche farmi cambiare strada.

Simone Buonfantino: Il prossimo lavoro, come dicevo prima, sarà una pubblicazione americana che non verrà però stampata in cartaceo, e quindi visibile solo in rete. Almeno, l’idea è questa. Il progetto si chiama Chase, un fantascientifico con tanto sangue e sparatorie!

Susanna Raule: Argh. Dovrei iniziare a editare il mio prossimo romanzo a giorni. Dico “argh” perché è la parte più noiosa del lavoro, ma è anche indispensabile, quindi… Voglio iniziare a lavorare al più presto anche su un’altra storia a fumetti, ma non so quali saranno i tempi, con esattezza. Alcuni progetti richiedono più tempo di altri (e questo ne sta richiedendo davvero molto). Poi, non so… forse un altro libro, con dei personaggi diversi. Ma ancora non so, onestamente. Ah, e a giorni (spero) dovrebbe finalmente uscire il mio primo graphic novel francese: Inferno, con Armando Rossi.

Valentino Sergi: Poco dopo Lucca uscirà per i tipi di 0111 Edizioni il romanzo Delizie d'acciaio di Edward Ripper, un delirio splatter-weird-porn illustrato di cui ho curato l'edizione italiana. Nel frattempo sto ultimando con il disegnatore Alvise Rossi un graphic novel ambientato a Venezia, tra la peste del 1300 e la terribile tromba d'aria del 1970.

Dario Viotti: Ho ricevuto alcune proposte, ci sono delle ipotesi e dei progetti, ma per ora nulla di definito e preciso.

In chiusura vi lascio la possibilità di fare un appello ai lettori: perché, secondo voi, dovrebbero comprare e leggere Erotico Nero?

Adriano Barone: Ho un mutuo trentennale da pagare, ogni contributo è ben accetto.

Valentino Biagetti: Per chi è avvezzo al genere è un'occasione di aggiungere alle sue letture un aspetto noir che non avrà modo di trovare altrove. Per chi non ha mai sperimentato credo che, essendo estremo nell'approccio, sia il miglior modo per apprezzare la differenza tra il il sesso in quanto meccanica di reazioni semplici e la sensualità di suggestioni che sfuggono alla percezione comune.

Simone Buonfantino: Perché non puoi dire di apprezzare veramente la nona arte se non dai un’occhiata ad Erotico Nero!

Susanna Raule: No, dai, nessun appello. Chi lo comprerà e leggerà lo farà per i suoi motivi – e a noi staranno bene a prescindere!

Valentino Sergi: Perché lo stavate aspettando, e ora è qui.

Dario Viotti: Perché lo ritengo un prodotto di buona fattura, interessante e abbastanza atipico rispetto a quanto siamo abituati a trovare in giro… e perché costa poco!

Grazie a tutti, e in bocca al lupo ad Erotico Nero!

Grazie e crepi la lupa!

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