Menu

Stefano Frassetto, 35mq

Per tornare alla rubrica, clicca qui.

Intervista a cura di Carlo Coratelli

Prima di tutto, la consueta presentazione ai lettori di Comicus.

Stefano Frassetto, ho 42 anni, vivo e lavoro a Torino (città in cui sono nato). Lavoro come disegnatore/fumettista da quando avevo più o meno 18 anni. Ho iniziato illustrando libri per bambini e facendo un po’ di lavori per agenzie di pubblicità. Nei primi anni ’90 ho iniziato a fare fumetti per (parecchie) riviste locali o nazionali (di settore, mai specifiche di fumetti), realizzando strisce a tavole autoconclusive. Nel 2004 sono approdato a “Il Giornalino” (edizioni Sanpaolo) con una striscia intitolata “Ippo.it” (www.ippopuntoit.it) che avevo creato l’anno prima. Attualmente ne ho prodotto quasi 600 strisce. Più o meno in quel periodo ho anche iniziato a collaborare con i quotidiani “Libération” a Parigi e “La Stampa” a Torino come illustratore/ritrattista (www.frassetto.net). Questi ad oggi sono i miei impegni principali. Ah… con Pierpaolo Rovero (ex-Disney, Casterman, …) ho realizzato il libro Gate22: il domani altrove, edito da Pavesio e uscito anche in Francia. Ne ho curato la sceneggiatura, lui i disegni perché è molto più bravo di me.

Puoi descriverci come è nata la strip 35mq?

Ènata qualche anno fa (mi pare circa 6-7 anni fa) per un mensile per ragazzi che si chiama “Dimensioni nuove”. Mi avevano chiesto di creare una strip che andasse bene per un pubblico di ragazzi in età liceale-universitaria. Mi piaceva l’idea di rappresentare il mondo dei ragazzi che lasciano casa per andare a vivere da soli. Visto l’andazzo l’unico posto che si possono permettere è quasi sempre collocato in quartieri malmessi modello Bronx.

La serie ha avuto un’evoluzione piuttosto particolare per quanto riguarda la sua veste grafica, puoi descriverci il perché di questa scelta?

Esatto. Dovendo riadattarla per il web ho cercato un tratto più semplice e geometrico, per poterlo eventualmente in futuro trasformare in disegno vettoriale, che è il disegno che uso per le illustrazioni. Ho sempre più questa tendenza a geometrizzare tutto. È la mia fase Mondrian. Di questo passo finirò nell’astrattismo puro.

Come nasce l'idea di una striscia di 35mq? Puoi descriverci la realizzazione di una singola striscia?

Nasce un po’ da esperienze di vita vissuta (sono andato a vivere da solo abbastanza presto), un po’ dai racconti di amici che vivono in quartieri non proprio “semplicissimi”. Ho due momenti nella giornata in cui penso ai temi delle strisce: al mattino appena sveglio, nei 5 minuti in cui sto immobile a fissare il soffitto prima di alzarmi a fare colazione, oppure nel tratto di strada che faccio a piedi dallo studio a casa (dieci minuti circa). Poi la metto giù su carta con pennarelli a punta fine (ho abbandonato la china da un pezzo) e coloro al computer.

I due protagonisti della striscia, Edo e Pedro, sono caratterizzati  per essere uno l'opposto dell'altro. Il primo sembra piuttosto normale, con la testa sulle spalle, mentre il secondo vive chattando perennemente, fa poca attività fisica e non paga il conto delle cene. Quale dei due risulta essere il tuo character preferito, e perché?

L’ispirazione è un po’ nelle mie passioni cinematografiche, dunque le commedie di Billy Wilder. Il meccanismo della coppia male assortita c’è in parecchi suoi film. Senza contare la migliore commedia mai scritta sul tema, ovvero “La strana coppia” di Neil Simon. Ovviamente il mio preferito è Pedro, che fisicamente e anche come carattere ricalca un altro mio mito, cioè John Belushi.

Ci sono autori in particolare a cui ti ispiri per il tuo lavoro? Se sì, quali?

Per questa striscia in particolare, più che ad altre strip, mi ispiro alle sit-com americane, di cui sono grande divoratore, soprattutto quelle prodotte da Chuck Lorre (Dharma e Greg, The Big bang Theory, …) e i classici (Cheers, Frazier, Arrested development). Dovendo citare invece altri fumetti, direi Doonesbury e Bloom County di Berkeley Breathed (anche se è finita da oltre vent’anni, la rileggo in continuazione).

Da cartoonist puoi dirci quali altre strisce italiane leggi volentieri e ti piacerebbe segnalare ai nostri lettori?

Ovviamente quelle di Balloons, che sono di gran qualità. Oltre a questa seguo Frank Carter che nel segno mi ricorda un sacco lo Spirou e Fantasio di André Franquin e nello sviluppo delle vicende l’epoca d’oro della striscia made in USA (lo so, sembra piaggeria, ma non è così… ammesso che siate la stessa persona) [Frank Carter è realizzata dall'intervistatore, n.d.r.]. Per il resto seguo gli americani, in particolare Richard Thompson (Cul de sac), che è l’unico vero erede di Bill Watterson. Tra parentesi in Italia abbiamo un Thompson al femminile: Elisabetta DeContardi, alias Deco (Inkspinster). 

Quale futuro vedi per la serie? E quale futuro, se possiamo chiederlo, vedi per il genere delle strisce pubblicate sul web?

Ho quasi esaurito la scorta di strisce che mi portavo dietro in dote dalla vecchia pubblicazione. Dovrò iniziare a pensarne di nuove sfruttando magari di più il lavoro di Pedro, ovvero il caso umano a gettone nei talk show televisivi.
Sul web il futuro non può essere certo peggiore di quello che è il presente sulla carta stampata. Voglio dire che sono più di 20 anni che mi chiedo perché in Italia le strip non escano sui quotidiani come nei paesi anglosassoni. 


Carlo Coratelli
Torna in alto