Menu

Alastor: Pasquale Saviano

Intervista a cura di Valerio Coppola.
Per tornare alla news, clicca qui.


Ciao, Pasquale, e bentornato su Comicus. Verrei subito al sodo, se sei d'accordo. Nelle ultime settimane si è aperta sul web una polemica tra l'A.Fu.I. e Planeta DeAgostini e Alastor proprio per quanto riguarda la fase della distribuzione. Di recente, in un'intervista al sito MangaForever, hai spiegato pubblicamente la vostra posizione, facendo intuire che questa spiegazione era già stata data all'associazione delle fumetterie in via privata. Stando così le cose, perché a tuo giudizio l'A.Fu.I. ha confermato le sue accuse anche dopo Lucca?

Innanzitutto ti ringrazio per le tue domande, che insieme a quelle di Mangaforever, sembrano essere le prime reali che si fanno su questo argomento, dopo mesi di discussioni basate su ipotesi (a meno che qualcuno si aspettasse dichiarazioni spontanee che il nostro ruolo distributivo non predilige). Passando alla domanda, non posso intervenire su ipotetiche comunicazioni interne, in quanto sarebbe comunque un chiarimento privato di PDeA ad A.Fu.I. che escluderebbe noi da qualsiasi considerazione pubblica. Se questa spiegazione esiste e hanno deciso comunque di riproporre il tutto pubblicamente, si aprirebbe il discorso ad altri fronti, che non ritengo utili per il problema che interessa maggiormente i lettori. Io credo che l'A.Fu.I. abbia un ruolo importante nel mercato e, se me lo consenti, sono il primo simpatizzante per la loro idea: basta vedere lo spazio che viene dato loro periodicamente sul Mega, dove esprimono liberamente quanto vogliono, nonché la ferma volontà di considerare come priorità le loro richieste, condizioni di mercato permettendo. Poi ho avuto il piacere di confrontarmi con l'A.Fu.I. attraverso la politica dei suoi presidenti ([Gianfranco] Loriga, [Francesco] Settembre e ora [Daniele] Pignatelli), e ognuno ha dato un'impronta diversa all'associazione prediligendo degli aspetti piuttosto che altri, portando di conseguenza risultati e collaborazioni con esiti differenti. Posso solo ripetere ancora una volta quello che ho avuto occasione di dire più volte all'A.Fu.I. in tutto questo tempo: la macchina messa in moto per gestire un editore delle dimensione della Planeta che, unico tra tutti, ha un catalogo virtualmente eterno, è imponente ed è tanto più impressionante se si tiene conto delle difficoltà derivanti dalla assoluta mancanza fisica dello stesso sul nostro territorio. Il funzionamento è tale che ancora oggi è attivo per soddisfare tutti i tipi di procedure (trasferimento materiale dalla Spagna, immagazzinamento, gestione dei calendari e dei lanci, sincronizzazione delle uscite sui diversi canali di vendita, ecc.), che vanno ben oltre le nostre competenze di distributore da fumetteria. Tra questi ci sono anche i riordini strutturati per essere evasi in 24/48 ore per tutta la rete, e non mi riferisco solo alle fumetterie. Come detto, sono ancora servizi funzionanti e messi a disposizione di tutti, compresi coloro che oggi ne criticano la mancanza ma, di fatto, non ne hanno mai sfruttato pienamente il funzionamento in passato. Uno sforzo altrettanto grande è stato fatto per la gestione e la lavorazione delle informative che, come la logistica, dipendono sempre dall'editore, e che come tale cerchiamo di ottimizzare al meglio. Una macchina tanto titanica quanto costosa, costruita sin dall'inizio appositamente per calibrare le necessità di PDeA e delle fumetterie, e successivamente ampliatasi per gestire funzioni sempre crescenti. Poi, come sempre, l'errore umano esiste, ma come tale deve essere gestito, trattato e risolto. Se tutto questo sembra fermo è perché la riorganizzazione generale, che può avere decine di motivazioni diverse (dalla semplice ristrutturazione interna, al riassetto delle gestioni organizzative, al cambio della risposta dei mercati, ecc. …), ha imposto ciò. Posso solo ribadire, al di là dell'A.Fu.I., che questa situazione per noi non è piacevole e che le fumetterie, sia per interesse diretto (la nostra catena di negozi) sia per interesse distributivo, sono i nostri interlocutori principi e resta un imperium cercare di trovare il sistema migliore per collaborare con loro.

La polemica, se non è nata in rete, vi si è quanto meno sviluppata, come sempre più spesso accade, e probabilmente in questa sede sono state dette anche una serie di cose imprecise o sopra le righe, dettate dall'"agonismo" che spesso il web pare stimolare. Cosa pensi di queste discussioni: quanto sono d'aiuto e quanto invece complicano dei problemi che comunque esistono?

Per me è il filtro della discussione che a volte preoccupa. Alcune persone a volte non hanno la volontà di costruire una discussione, ma di far montare la polemica tanto accanitamente che spesso si finisce con l'esporsi, per l'impeto di dimostrare o per manovra, oltre il lecito, rischiando in prima persona anche penalmente. Ovviamente sono convinto che chi apre delle discussioni "per addetti ai lavori" sui forum aperti al pubblico non aventi come oggetto esclusivamente la nostra passione per il fumetto, lo faccia quasi sempre per spirito di buona fede e confronto, magari perché vuole capire i meccanismi che ci sono dietro. Però, quello che ancora oggi mi lascia perplesso, sono poi gli interventi degli stessi addetti di settore che, confusi tra gli utenti normali, finiscono per motivi diversi col rimescolare le carte, fino a generare "casi" in cui, pur sapendo quali sono le logiche, si preferisce far finta di niente per usarli strumentalmente o addirittura stravolgerli. Più genericamente: quante volte assistiamo a feroci discussioni su idee, derivanti da posizioni generate da una logica deduttiva non chiara, mossa addirittura da motivazioni personali che, al meglio, ha come base portante un "sentito dire" e non un dato concreto, come per esempio una dichiarazione ufficiale? E se tutto questo ha una matrice originaria in un non meglio specificato addetto di settore, automaticamente la voce diventa autorevole per tutti noi utenti normali. Se non ci fossero queste situazioni, che spero si possano definire eccezionali, sono convinto che qualsiasi discussione democratica che punti a risolvere e comprendere dei problemi, aiuti le crescita di tutte le parti in gioco ed in particolare quelle che nascono dai lettori ed appassionati che, non mi stancherò mai di ripetere, sono l'essenza stessa del nostro mondo, e come tali devono essere tenuti in sacra considerazione.

Tornando nel merito della questione degli arretrati Planeta, spiegavi che il problema di fondo risiede nella logistica spagnola dell'editore, e che questo genera a cascata problemi e perdite economiche praticamente per tutta la filiera, dall'editore stesso, alla distribuzione, fino alle fumetterie (comprese quelle di Alastor). Aggiungiamo che il problema è riscontrabile anche nei negozi online come IBS o Feltrinelli. Stando così le cose, siete a conoscenza di qualche intervento da parte della Planeta per riorganizzare la logistica? Avete avviato con loro qualche discussione?

Sono felice che qualcuno si sia accorto che il problema non esiste solo in fumetteria, ma anche in altri settori esterni ad Alastor. Premetto una cosa: PDeA non fattura, uguale danno; Alastor non fattura, uguale danno; fumetteria non scontrina, uguale danno; lettore non legge, uguale danno. Non credo che in questa situazione ci sia qualcuno che si possa definire contento, né che si possa trovare un complotto (a meno di ipotesi fantastiche). In più, se escludiamo i lettori, che sono i sovrani del nostro mondo e hanno tutti i diritti di dire qualsiasi cosa, sicuramente apprezzo la riflessione del mio amico Francesco Settembre che dice di non essere contento perché nella fumetteria ha dovuto riempire lo spazio di Planeta con altro materiale per "mitigare" la mancanza di prodotto (attenzione: mitigare non significa risolvere). Per noi (PDeA ed Alastor) il problema è molto più complesso perché non abbiamo molto per mitigare: i magazzini sono un costo sempre e comunque, mentre la produzione del materiale procede ugualmente. In quest'ottica sembra logico che in tutti questi mesi ci sia una continua ricerca della soluzione tra noi, il responsabile italiano, il dr. [Ernesto] Buzzolone, che non finirò mai di ringraziare per la sua generosa operatività, e i restanti dirigenti di PDeA, per risolvere l'assetto logistico italiano. Però ci tengo a ricordare, ancora una volta, che questo mercato deve molto a PDeA. Se oggi abbiamo avuto e abbiamo (nonostante questo momento di vuoto temporaneo) questa grande opportunità di scelta di materiale determinata dal cambio del modo di produrre e proporre il fumetto per fumetteria, è soprattutto merito loro. Io personalmente non smetterò mai di ringraziare il coraggio e l'iniziativa degli ex direttori commerciali (Antonio Pérez e Marc Millian) che con Jaime Rodriguez ed Ernesto Buzzolone hanno creduto in questa possibilità.

Della distribuzione, tra le altre cose, si è parlato anche nella tavola rotonda "Autori a confronto" tenutasi a Lucca. Tralasciando in questa sede la parte riguardante gli autori, il presidente dell'A.Fu.I. Daniele Pignatelli ha rivolto una critica meno episodica e più di sistema ai grandi distributori, rimproverando loro un inadeguato funzionamento dei rispettivi cataloghi (Mega per voi e Anteprima per Pan). Ritieni giuste, o comprensibili, tali critiche? Trovi anche tu delle criticità nello strumento dei cataloghi che ne richiederebbe magari un ripensamento sistematico da parte dell'intero settore?

Non sono a conoscenza di quanto è stato discusso nella riunione, per cui non posso esprimermi puntualmente. Quindi mi scuserai se la mia risposta sarà di ampio spettro. Genericamente dalla domanda si desume che i cataloghi non funzionano correttamente come si vorrebbe. Lo scopo è sempre migliorare il funzionamento di uno strumento di lavoro, però non è chiaro cosa si vuole. La funzione principe del catalogo è di presentare mese per mese il materiale in uscita, con cui gestire i propri ordini indipendentemente se lo usa una fumetteria o un lettore. Fatta questa premessa, per noi la mission poi diventa trovare la forma migliore per fornire queste informazioni nella maniera più chiara, semplice e leggibile in funzione dell'informativa che ci viene fornita alla fonte. Per chiarirci, non è possibile (né potremmo per nostra autonomia) partorire "I Promessi Sposi" se l'editore ci fornisce come elementi solo i nomi di Renzo e Lucia. Solo a questo punto parte la costruzione del catalogo che assume chiaramente le sue peculiarità finali, che come tali sono intrinseche nella sua stessa genesi. Per fare un esempio figurato: io non posso pretendere che un giornale di sinistra dica le stesse cose di un giornale di destra, eppure la sinistra e la destra sono insieme in parlamento e lavorano ambedue teoricamente per il bene comune del Paese. Il nostro mercato resta un'anomalia nel mondo dell'editoria, perché a differenza dei mercati maggiori (edicola e libreria) abbiamo un sistema che da una parte tutela la fumetteria (il fatto di poter ancora avere un distributore unico è una peculiarità del nostro mondo e "in teoria" semplifica la vita della fumetteria), e da una parte gli editori (per esempio, tra tutti, la vendita in assoluto e la promozione e trasporto gratis a carico del distributore/fumetteria). Detto questo non si può pretendere che due distributori siano per forza sincronici nelle loro politiche, nei loro servizi, ecc.. Ognuno avrà i suoi punti forti e i suoi punti deboli e, anche se il tentativo è sempre dialogare tra le parti per trovare l'equilibrio migliore per un mercato piccolo come il nostro (ripeto, basti pensare che siamo l'unico mercato editoriale dove i distributori si scambiano il materiale proprio per quel vantaggio di semplificazione chiesto nei rifornimenti dalle fumetterie), ognuno poi segue le logiche e le dinamiche imposte dalla propria azienda, dalle proprie necessità e dai suoi doveri commerciali. Dopo sta alle fumetterie e agli editori scegliere cosa gradiscono di più. Poi per primo credo che la prima regola sia la possibilità di poter cambiare tutto in meglio, ma si devono creare i presupposti. Attenzione però, la cosa è lenta e complicata, perché, continuando l'esempio figurato, anche la Costituzione di una nazione può essere cambiata, però si ha la necessità di aver la maggioranza [qualificata] e non il semplice 50% più uno, o addirittura una maggioranza relativa. Quello di cui sono sicuro, però, è che finché ci saranno queste differenze, questa possibilità di miglioramento ci sarà.

Cosa pensi in generale della tavola rotonda che si è tenuta a Lucca? Ritieni che sarebbe positivo se si organizzassero incontri simili che coinvolgessero anche editori e distributori? Un maggior confronto "istituzionale" tra le parti di un settore per certi versi così parcellizzato, potrebbe essere di giovamento per tutti?

Ripeto, non conosco il contenuto dell'incontro, né il dettaglio dei temi trattati. Però, a costo di dire una cosa ovvia, sono convinto che il dialogo aiuta sempre tutti. Il problema è la volontà a volerlo usare costruttivamente, e sotto questo profilo, come ho detto all'inizio, non mi sono mai tirato indietro, né mai lo faremo. Oggi il mercato non è più quello con cui ho iniziato, e domani non sarà più quello di oggi. Il sedersi a un tavolo, dialogare, evitare sino allo stremo il muro contro muro per cercare il miglior compromesso, la migliore soluzione, è sicuramente la cosa più costruttiva per evolversi e generare un mercato migliore per tutti.

Continuiamo a volare alti: dal punto di vista di un distributore, che valore hanno oggi le varie fiere del fumetto? C'è qualcosa che andrebbe ripensato in modo da rendere la loro funzione di promozione e momento di riflessione più efficace? È stato anche detto che rischiano sempre più di diventare mere vetrine senza impostarsi invece come momenti critici e di crescita. Condividi?

Non è il caso specifico di nessuna fiera in particolare dove, ognuna con la sua proposta, è più o meno virtuosa rispetto a quanto sto per dire, però mi trovo a condividere la sensazione che l'aumento dei saloni espositivi ha fatto sì che l'aspetto economico, con le necessità di soddisfare il budget o il pareggio di turno, abbia creato una corsa sbilanciata alla vendita dello stand agli operatori del settore e alla vendita del biglietto ai visitatori, ma non a un'uguale crescita dei contenuti, dell'offerta culturale, critica o altro. E ora che la crisi è vera (e non quella di cui ci siamo sempre lamentati) e ci sta mordendo seriamente, posso solo auspicare che si possa avere la volontà e il tempo per una riflessione anche su questo, ma anche qui sarebbe necessario una condivisione di intenti e soluzioni tra gli operatori che ad oggi non avverto.

Ultima domanda di rito e scontata, ma che va periodicamente fatta: qual è la situazione attuale del mercato fumettistico in Italia dal vostro punto d'osservazione? E quali sono non tanto i ruoli attuali, quanto piuttosto le linee di tendenza che intravedete nei ruoli di edicole, fumetterie e librerie di varia?

La risposta potrebbe essere altrettanto scontata, ma mai tanto vera come in questo momento: c’è crisi. La crisi sta veramente strozzando tutte le iniziative simbolo del nostro mercato (quelle che nascono dalla passione), lasciando con qualche capacità di reazione, come giustamente è logico, quelle strutture che hanno modellato la loro attività su basi imprenditoriali vere. Anzi, proprio perché c'è quella forte passione, il sistema, così come lo vediamo oggi, sembra resistere più di quanto sarebbe spiegabile, dando addirittura l'impressione di essere in controtendenza per chi non lo vive da dentro. Questo straordinario fuoco sacro, per il quale non smetterò mai di ringraziare le fumetterie, rappresenta la chiave di volta del nostro mondo. In questo clima la tendenza è abbastanza percepibile: nelle edicole la presenza del fumetto continua a ridursi, mentre le librerie, che sono diventate l’unico sbocco utile per molti per ribilanciare gli sforzi della fumetteria, vivono il nostro settore senza quasi accorgersene (ad eccezione di pochi casi rilevanti). Non esiste una Eldorado che in questo momento risolverebbe il problema, tutto si basa su tanto lavoro e resistenza, da parte di tutti. Se proprio però devo scommettere credo che il futuro ci consegnerà sempre di più un fumetto sinergico tra la fumetteria e la libreria di varia, rispetto a quanto lo sia (o lo sia stato) tra edicola e fumetteria. Se proprio però devo scommettere, credo che il futuro ci consegnerà sempre di più un fumetto sinergico tra la fumetteria e la libreria di varia, rispetto a quanto lo sia (o lo sia stato) tra edicola e fumetteria. Sono altrettanto sicuro, da inguaribile imprenditore ottimista, che questo momento particolare che stiamo vivendo si possa risolvere, così come è stato negli anni '80 che ci hanno restituito il "mercato diretto", nel significato più profondo della parola crisi: "cambiamento". Un cambiamento che ci restituirà un settore ancora più forte, con attori ancora più solidi e soprattutto delle regole ancora più chiare per potersi confrontare; che aiuterà tutti, lettori compresi.


Valerio Coppola
Torna in alto