Menu

Michele Foschini: Bao Publishing

Intervista a cura di Gennaro Costanzo.

Salve Michele, bentornato su Comicus.
Sono passati quasi 7 mesi dall'ultima intervista, nel frattempo la Bao, possiamo dire, non è stata ferma un solo secondo rivelandosi una delle realtà più interessanti del nostro panorama fumettistico. A questo punto, ti chiedo, qual è il vostro obiettivo principale? Cosa dobbiamo attenderci dalla Bao?

Be', il nostro obiettivo principale è che i nostri lettori si fidino di noi. Dei nostri gusti, delle nostre scelte, del modo in cui offriamo loro i libri che scegliamo. Significa guadagnarci questa fiducia sul campo, lavorando bene a tutti i progetti e non è cosa facile, ma è una sfida stimolante.

Quali novità porterete a Lucca Comics and Games?

Abbiamo deciso di non pubblicare alcun libro "per" Lucca. Escono le novità del periodo, tre delle quali saranno particolarmente sotto i riflettori perché i loro autori saranno nostri ospiti allo stand. Ci fa l'onore della sua presenza Mike Allred, per la prima volta in Italia con la moglie e colorista Laura; vengono a promuovere Red Rocket 7. Scott Morse invece è stato invitato perché abbiamo pubblicato il suo poetico Tigre! Tigre! Tigre! e JM Ken Niimura viene a presentare il graphic novel che ha illustrato su testi di Joe Kelly, I Kill Giants.

Come mai questa scelta in controtendenza? In genere gli editori sfruttano le fiere (in special modo Lucca) per lanciare i propri prodotti.

Per noi Lucca non è un'occasione per fare fatturato, ma per convincere di persona i lettori che ancora non l'avevano fatto a provare i nostri titoli. Quindi, anche per rispetto nei confronti delle fumetterie, che dopo le grandi fiere subiscono sempre una flessione nelle vendite, abbiamo deciso di non avere titoli in vera e propria anteprima. Per motivare i visitatori all'acquisto in fiera abbiamo sviluppato una serie di articoli in esclusiva per l'evento, ma il messaggio di fondo è: sostieni il tuo libraio. Idealmente, vorrei veder arrivare lettori che si sono portati la propria copia di un nostro libro da casa, per farsela personalizzare dall'autore. Non diremo mai di no, è questa l'essenza del nostro mercato.
 
Gli annunci degli ultimi mesi hanno mostrato la vostra attenzione ai grandi nomi, gli ultimi due Alan Moore e Jeff Smith, ma anche fumetti DC. Nomi di sicuro interesse, spesso ottenuti giocando da anticipo sulle altre realtà, come nel caso di Moore. Quanto è fondamentale, per voi, continuare a puntare sui big del fumetto?

Come puoi immaginare, i grandi nomi sono importanti per garantirsi l'attenzione del pubblico più vasto possibile. Ci lusinga che molti autori di primo piano non abbiano trovato affatto strano lavorare con una realtà relativamente nuova. È la prova che il nostro piano a lungo termine è convincente. Ci saranno altre sorprese, nei prossimi mesi.

Parliamo del caso Bone. La Panini ha da poco pubblicato l'ultimo volume a colori e molti si sono stupiti nel vedervi annunciare la "Complete Edition" del fumetto di Smith. È dipeso dal fatto che le due edizioni hanno licenziatari diversi o c'è qualcosa che non sappiamo?

Bone appartiene a Jeff Smith, che è il solo a gestirne i diritti internazionali. Il contratto Panini contemplava solo un'edizione molto precisa, quella a colori pubblicata negli USA da Scholastic. Un giorno, a pranzo, Jeff e sua moglie Vijaya ci hanno chiesto se ci andava di pubblicare l'edizione integrale, che a Panini non interessava. Ci è andato di traverso il boccone, abbiamo strabuzzato gli occhi e abbiamo fatto cenno di sì con la testa.

Di Smith pubblicherete anche Rose. Avete intenzione di pubblicare anche RASL? In tal caso, possiamo dire che l'autore ha finalmente trovato un tetto sicuro alla Bao, visti i suoi trascorsi travagliati nel nostro Paese?

Pubblicheremo anche RASL. Jeff non ha ancora terminato l'opera e non desidera che appaiano edizioni straniere prima che la storia sia in dirittura d'arrivo, per cui per tutto il 2011 non se ne parlerà, ma sì, la maggior parte dei lavori di Jeff ha trovato una casa sicura, rispettosa e accogliente, qui da noi.

Sempre sulla questione diritti, Batman: The Brave and the Bold e Tiny Titans sembravano a tutti gli effetti titoli Planeta. Come vi siete mossi in questo caso?

La master license di Planeta non copriva i titoli per l'infanzia. Noi abbiamo una certa esperienza in questo campo, realizziamo spesso, come service, libri per ragazzi per grandi editori italiani. Abbiamo proposto un programma editoriale e commerciale a DC Comics, che ha accettato.

Questi ultimi due titoli ci fanno presupporre che c'è da parte vostra l'intenzione di avere una linea di fumetti per i più giovani, è giusto?

Il settore dell'editoria per l'infanzia è sano e vitale, in Italia. Ci piace questa scommessa di poter far leggere qualche buona storia a fumetti a questi giovani lettori, che si stanno dimostrando curiosi ed esigenti, con gusti precisi e idee molto chiare. La nostra passione sono i titoli che offrono cose diverse a grandi e piccini, pur essendo adatti a entrambe le categorie. Bone non ne è forse l'esempio più eclatante?

Ci puoi anticipare qualcosa circa i futuri titoli della Bao?

Non dovrei, la nostra campagna di marketing è basata sul mistero ed è più divertente così, ma a Lucca ci sarà una conferenza con alcune rivelazioni decisamente clamorose per il 2011. Se vuoi ne riparliamo dopo quel momento.

Facciamo un primo bilancio. Sei soddisfatto dell'accoglienza del pubblico?

Decisamente. Abbiamo cercato di trasmetterci con serietà e coerenza, ma allo stesso tempo abbiamo sviluppato una serie di iniziative mirate a rendere divertente ed emozionante seguire la nostra crescita. Finora le reazioni sono state ottime e anche i primi numeri ci confortano abbastanza. Ci sono margini di miglioramento, ma il catalogo Bao gode di buona salute.

A questo proposito, una critica viene da alcuni lettori che giudicano alti i prezzi di alcuni volumi. Come rispondi a questa critica?

Stabiliamo i prezzi opera per opera. Un titolo con la tiratura di duemila copie difficilmente potrà avere lo stesso prezzo di uno che ne tira tremila o più. I nostri brossurati "americani" sono in linea con i prodotti omologhi presenti sul mercato, i cartonati offrono un ottimo valore qualitativo per il loro prezzo e ci sono titoli come Lord of Burger il cui rapporto qualità-quantità-prezzo è francamente imbattibile.

Si parla da anni di crisi del mercato, di crisi del fumetto... eppure nascono nuovi editori ed il mercato è più propositivo che mai. Che idea ti sei fatto a questo proposito?

Ci sono molti operatori che debuttano più per incoscienza che per la convinzione che il mercato possa sostenerli. Il numero di lettori sta crescendo lentamente e fino a che non si sarà ampliato a sufficienza sarà importante tenere sotto controllo i costi in modo oculato e responsabile, senza cioè sacrificare i fattori che determinano la qualità del prodotto finito. Tutti gli editori stranieri mi ripetono ad nauseam che in Italia ci sono troppi operatori, ma immagino che alla fine dei conti facciano comodo anche a loro.

In futuro, c'è l'intenzione di pubblicare materiale italiano, magari inedito, oppure l'ipotesi al momento non è contemplata affatto?

L'intenzione c'è, con cautela, anche perché stiamo cercando un equilibrio tra il rispetto dell'autorialità del progetto e la possibilità di venderne i diritti in tutto il mondo. Sempre per conto degli autori, che vogliamo rappresentare in modo corretto, su più mercati, sul fronte cartaceo e digitale, dimostrando che si può fare un prodotto autoriale che genera guadagno su più mercati. Per il momento stiamo sviluppando un solo progetto e tra qualche settimana saremo pronti a svelare di cosa si tratta.

Parliamo ora di un altro aspetto. La Bao è il nuovo service di traduzioni per la Planeta DeAgostini. Come è avvenuto il contatto fra le due realtà?

A pranzo. Eravamo a Barcellona e abbiamo mangiato in un ristorante vietnamita con Jaime Rodriguez, il direttore editoriale di Planeta DeAgostini. Parlando dei metodi per eliminare i tanti refusi per cui sono stati noti gli albi dell'editore spagnolo, Jaime ci ha detto: "Perché non lo fate voi?" e la settimana dopo ci siamo ritrovati qualche migliaio di pagine di supereroi assortiti da tradurre.

Attualmente, la Bao è l'unica realtà italiana a fare da service alla Planeta o il compito è diviso con altri editori?

L'intera produzione italiana della Planeta DeAgostini passa per le nostre mani, al momento.

Di cosa vi occupate esattamente e come si sviluppa il vostro lavoro?

Dopo aver ricevuto un elenco delle opere relative al mese in lavorazione, riceviamo i file in lingua originale. Li suddividiamo tra una dozzina di collaboratori fissi che li traducono. A lettering finito, e questa è la principale differenza con il passato, revisioniamo direttamente gli impaginati in InDesign, attuando direttamente le correzioni del caso. C'è ancora margine di miglioramento, ma posso dire con una certa soddisfazione che il numero di refusi è calato drasticamente, da qualche settimana (almeno per i volumi che abbiamo lavorato noi, visto che ne esistono ancora di realizzati con il vecchio metodo e che non erano ancora usciti). È un lavoro molto impegnativo, ma divertente, anche perché è un progetto che supervisiono personalmente e io sono traduttore da molti anni, per cui i collaboratori mi scrivono o mi telefonano con domande che, ascoltate da un profano, potrebbero sembrare assurde. «Come sarebbe a dire "propulsore a metastasi"?» «Ma sì, è un motore a tumori!» «Oddio, che schifo!» Ecco, questo genere di cose è all'ordine del giorno. E se l'esempio che ti ho fatto ti sembra raccapricciante, be', lamentati con Alan Moore. La frase è sua.

Michele, grazie per la lunga chiacchierata, buon lavoro!

Grazie a voi. See you in the funny papers!


Gennaro Costanzo
Torna in alto