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Alfonso Font: Narnia Fumetto 2010

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Intervista a cura di Gennaro Costanzo e Andrea De Marsanich.


Salve, benvenuto su Comicus.

Partiamo subito con una sua considerazione sul fumetto italiano. Come giudica il nostro panorama fumettistico? Conosceva e leggeva già fumetti italiani prima di iniziare la sua carriera da professionista?


Quando era bambino si trovavano sul mercato spagnolo diversi personaggi italiani ma con nome più adattato al pubblico di questa lingua, Tex, per esempio, si chiamava “Texas Bill”. Più tardi arrivarono direttamente in italiano “Il Corrieri dei Piccoli”, dopo “Il Corriere dei ragazzi”.
Scoprii in quel tempo moltissimi disegnatori italiani che erano bravissimi.

In Italia, dal 1998, è uno dei disegnatori di Tex, la serie più venduta nel nostro Paese. Cosa ne pensa del personaggio e quale sensazione prova nel tratteggiarlo?

Tex è un amico, pensi che io vivo quasi tutte le giornate con lui. Ma a causa della mia età mi sento più prossimo di Carson, he, he, he!... ripieno di piccoli disturbi.

Ha mai sentito il peso dell'eredità di Aurelio Galleppini o, piuttosto, non ha mai avuto riferimenti precisi per il personaggio di Tex?

Riferimenti diversi, molti, e finché non sono arrivato a “trovare” il mio Tex ho sofferto in quantità.

Il suo tratto risulta originale e molto espressivo. Come si combinano le sue caratteristiche con quelle di Tex? Inoltre, utilizza una particolare documentazione per tratteggiare li ambientazioni western?

Voglio credere che si combinano bene. Naturalmente questo dipenderà sempre de l’opinione dei lettori. D’abitudine procuro adattare il mio tratto, il mio stile, ai personaggi che devo disegnare. Per quanto si riferisce a la documentazione, nel mio ultimo trasloco dieci anni fa ho riempito un piccolo camion con i miei libri.

Lei disegna dei personaggi femminili molto sensuali, le piacerebbe inserirne qualcuno in Tex, se fosse possibile?

Non vedo la necessità. I personaggi sensuali vanno nelle storie sensuali. Tex è la grande avventura, la libertà delle galoppate su la grande prateria, la amicizia...

Quest'esperienza italiana col western la rende appagato o le piacerebbe disegnare anche qualche altra serie della Sergio Bonelli?

Ho appena finito di disegnare una piccola storia di 32 pagine da Dylan Dog. Ma mi piace disegnare Tex...

Da autore unico di testi e disegni, qual è il suo rapporto con le sceneggiature altrui? Si sente un po' limitato nella realizzazione delle tavole?

Lavorare su i due fronti è duro. Si fatica uno doppiamente, se posso dire così. Personalmente non mi sento limitato realizzando tavole con uno sceneggiatore.

Tenendo da parte i suoi successi, può dirci se ci sono dei personaggi che le sarebbe piaciuto disegnare e con cui non è riuscito a confrontarsi?

Veramente non avevo pensato a questo... Può darsi, immagino di si, ma in questo momento non saprei dirvi...

La gran varietà nelle tematiche e nelle ambientazioni nel suo lavoro, ci mostrano un artista eclettico e sempre pronto a mettersi in gioco. Quanto è importante questo aspetto per lei?

A me piace disegnare da quando non era che un bambino. Per me tutti quei fumetti che leggevo da piccolo mi portavano via con la immaginazione, mi permettevano di sognare, e quando ho una storia di tema diverso entro le mie mani non penso a la difficoltà, ma piuttosto a quella gradevole sensazione di “vivere” quel nuovo ambiente.

Lei è autore, oltre che di serie e storie a lungo respiro, di tanti fumetti brevi senza personaggi fissi. Quali sono le sue fonti di ispirazione per questi racconti brevi?

La vita, una notizia su i giornali, non lo so, un sacco di cose...

All'inizio della sua carriera ha realizzato storie che criticavano il regime franchista. Come ha reagito, secondo lei, la Spagna e come giudica la situazione politica attuale del Paese?

Per un tempo ho avuto una grande fiducia nelle possibilità della Spagna, ma ora non mi piace né molto né poco. Penso che va indietro, e la destra spagnola non è una destra europea, ma ancora molto franchista.

Cosa legge, abitualmente, in ambito fumettistico e quali tra i suoi colleghi disegnatori ammira maggiormente?

Libri, ultimamente ho ripreso libri classici che io avevo letto molto tempo fa. Ammiro moltissimi disegnatori, quelli pochi per la sua qualità e tutti gli altri per sentire come me il bisogno di raccontare storie disegnandole. 

Ormai, il mondo del cinema attinge sempre di più per le proprie pellicole dal mondo del fumetto. Quale suo storico personaggio o quale opera verrebbe bene per un adattamento cinematografico?

Chissà mi piacerebbe vedere Clarke & Kubrick, oppure “Il prigioniero delle stelle”. Conosce lei per caso un produttore milionario?

Attualmente su cosa sta lavorando?

A parte Tex, come d’abitudine, sto scrivendo piccole storie per un possibile futuro fumetto, ma per il momento preferisco non parlarne molto.

Per concludere vorremmo un suo parere sul panorama del fumetto odierno. A parte il successo dei supereroi americani il fumetto sembra stia diventando via via sempre più un bene destinato a pochi, distaccandosi dalla sua radice popolare: lei cosa ne pensa?

Peccato!... Un vero, vero peccato...


Redazione Comicus
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