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Alessandro Barbucci: Chosp

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Intervista a cura di Carlo Alberto "Deboroh" Montori

Ciao Alessandro e benvenuto su Comicus. Sembra che finalmente il momento sia arrivato: tra poco anche gli italiani potranno leggere Chosp. Ma chi/cosa è Chosp?

Chosp è la mia nuova serie a fumetti, per la prima volta da solo: sceneggiatura e disegno! È un progetto che volevo realizzare da molto tempo e che per me significa molto! Volevo da tempo tornare al fumetto che più mi ha marcato da ragazzino e sul quale do il meglio di me: il comico-avventuroso.
Chosp è anche il nome del protagonista della serie: in un'isola dove tutti gli abitanti fanno parte del mondo dello spettacolo, una specie di Hollywood in mezzo all'oceano, c'è un bambino inspiegabilmente bruttissimo. La cosa più strana è che i suoi genitori sono la coppia più figa in assoluto del mondo! Per cui Chosp, convinto che ci sia qualcosa sotto, decide di cercare i suoi veri genitori e il significato del proprio orrendo aspetto. Per fare ciò attraverserà l'isola in lungo e in largo seguendo piste e indizi come in una caccia al tesoro. Le ipotesi sono le più varie: alieno? Demone dell'inferno? Essere preistorico??? Ogni pista aprirà nuove porte, tra avventura e umorismo delirante.

Ogni numero sarà ispirato da un genere cinematografico: questo cosa significa? Può essere considerato una sorta di esercizio di stile?

Mah, detto così sembra noioso [ride] In realtà sono le differenti piste da seguire in ogni puntata a influenzare il corso degli eventi! Nel primo volume, che esce adesso in Luglio, Chosp si convincerà di essere un alieno. L'atterraggio di un misterioso UFO sull'isola gli dà l'occasione di verificare la sua teoria! Ma raggiungere l'UFO ed entrarci sarà un'avventura ricca di gag e "strizzate d'occhio" al cinema di fantascienza degli anni 80, che poi è quello che più mi ha segnato: "Incontri ravvicinati del terzo tipo", "Ritorno al Futuro", ecc.
Nel secondo volume, che sto disegnando, la pista sarà decisamente "horrorifica" e tutta l'avventura prenderà l'atmosfera di un film dell'orrore. Sempre in chiave umoristica, chiaro!

Quale sarà la periodicità di Chosp?

Ne ho promesso uno ogni 6 mesi. Ci sto lavorando. [ride]

Dopo aver creato serie a fumetti o reinventato personaggi già esistenti con il tuo stile dalle forti influenze del fumetto giapponese, ora questo percorso culmina in quello che l'editore ha definito "un euro-manga". Ti riconosci in questa definizione?

Mah, è una definizione che ho usato anche io ma non credo che significhi molto. La parola "manga" è immensa quanto la parola "bd". "Euromanga" restringe solo un po' il campo ma non definisce molto. Chosp assomiglia molto ad un manga per la veste editoriale: formato tascabile, molte pagine, uso del bianco e nero insieme al colore... ma sono scelte dettate soprattutto da esigenze mie: mi servivano più pagine per raccontare più liberamente una storia complessa, volevo che fosse economico e maneggevole e non volevo sentirmi legato all'obbligo del "tuttocolore" che non sento così necessario per questo progetto. Narrativamente parlando, però, lo stile è soprattutto europeo, con strizzate d'occhio al cinema americano e ovviamente anche al manga. Graficamente direi che, come sempre, ho creato un ibrido, qualcosa che unisce con naturalezza molte influenze diverse. C'è l'underground americano, il manga, le mitiche storie Disney degli anni 80 e la bd ... cambiano solo le dosi!

Come è cambiato il tuo approccio al disegno sapendo che per la prima volta le tue tavole sarebbero giunte tra le mani dei lettori in bianco e nero, senza il "filtro" della colorazione? Hai dovuto impiegare maggiormente i retini? In cosa hai modificato il tuo processo di disegno, da questo punto di vista?

La scelta del bianco e nero è dettata da una grande sicurezza riguardo alla storia e alla narrazione. Sono certo di aver creato personaggi talmente "vivi" e divertenti da non aver bisogno di essere "sostenuti" dal colore. Graficamente ho lavorato come lavoro sempre, anche su Sky Doll. Cerco di far passare il massimo dell'emozione con il segno, la narrazione e l'inquadratura. Insomma, si deve sentire in faccia il sole della California senza per forza riempire di azzurro la pagina. Si deve sentire l'odore degli alberi di magnolia! Questo, colore o bianco e nero, non cambia: o si sente oppure no! In Chosp, spero di sì!

In ogni volume saranno presenti alcune tavole colorate da Nolwenn Lebreton: da cosa deriva questa scelta? È un tentativo di riprodurre il più fedelmente possibile i tankobon giapponesi?

Ancora una volta, è una scelta che è parsa ovvia, coerente con il tipo di progetto. L'obiettivo non è di "scimmiottare" i manga bensì di passare il massimo di sensazioni al lettore senza compromettere il numero di pagine o i ritmi di pubblicazione. Qualche pagina a colori all'inizio serve per "incidere" nella mente del lettore un'idea precisa del mondo in cui si svolge la storia. Fatto questo (e le pagine della bravissima Nolwenn Lebreton lo fanno bene!) il colore diventa superfluo (almeno in Chosp) perché l'azione e l'umorismo prendono piede.

Chosp sarà un manga anche nel verso di lettura o sarà pubblicato "all'occidentale"?

ARGH, blasfemia! Certo che no! Perché Chosp non è un manga, bensì un fumetto europeissimo.

Negli ultimi anni c'è stato un crescendo di giovani di tutto il mondo che si affacciano al mondo del fumetto cominciando a "disegnare manga", pescando a piene mani dai loro fumetti giapponesi preferiti. Pensi che questo possa in un certo senso omologare la produzione fumettistica? Che consigli daresti a un'aspirante disegnatore che deve trovare il giusto equilibrio tra ispirarsi agli autori preferiti e creare un proprio stile personale?

Ne ho parlato pochi giorni fa in un master organizzato a Palermo: ispirarsi a piene mani da uno stile narrativo che non appartiene per niente alla nostra cultura è una cazzata pazzesca! Il fumetto è narrazione, e la narrazione funziona se è fatta "con le budella", come dicono in Francia. Copiare uno stile grafico e narrativo così lontano da noi può solo creare cloni sterili e vuoti. Io consiglio invece di scavare nella propria cultura, nella propria storia: Chosp contiene spunti autobiografici e si ispira alle mie emozioni all'età del protagonista (più o meno 12 anni). Graficamente sono in realtà tornato indietro, andandomi a rivedere ciò che facevo per Disney soprattutto sul personaggio Paperino Paperotto. Ci sono forti influenze della cultura americana perché a 12 anni sognavo Hollywood, ma anche un certo umorismo "scoreggione" alla Lino Banfi anni '70 perché sono cresciuto in quell'epoca. Wendy, la protagonista sexy di Chosp, deve molto ad Edwige Fenech. [ride] Certo, mixata con Fujiko di Lupin III, altro mito di quegli anni. Insomma, secondo me bisogna essere onesti e parlare di se stessi. È così che passiamo il massimo di emozioni, e il pubblico ne è riconoscente!
Poi, ovvio, certi stilemi manga sono ormai completamente assorbiti e sdoganati, e si possono anche usare (lo fa addirittura Moebius!!!) ma con intelligenza!

Alcune tue opere (W.i.t.c.h., Monster Allergy) hanno goduto di una trasposizione animata; hai mai pensato di lavorare direttamente alla creazione di una serie animata originale?

Sì, e me ne sono pentito. [ride] Ne ho un paio in ballo ma la crisi ha spezzato le gambe a molti produttori e pure alle televisioni, per cui tutto resta in stallo una vita: i produttori si son fatti troppo cauti, non vogliono prendere rischi e chiedono storie banali e "sicure". Un disastro! Per fare delle cagate simili era meglio neanche iniziare! Vedremo che succede.

Italia, Francia e Spagna: tre Paesi che ti sono cari e in cui hai lavorato presentando le tue opere. Dalle tue esperienze dirette, puoi mettere a confronto pregi e difetti del mercato del fumetto in questi Paesi? Quali sono le principali differenze e cosa invece li accomuna?

Uhi, potremmo parlare ore e, in ogni caso, non sono proprio un esperto! Sono tre mercati talmente differenti. La Spagna è totalmente orientata verso l'America. La maggior parte dei fumettisti spagnoli è cresciuta con i supereroi Marvel e sogna di poter lavorare là. C'è però un sottobosco di graphic novel squisite, graficamente stupefacenti e con storie originali e coraggiose! Non vengono pagate un tubo, perché con tirature bassissime. Chi le fa, lo fa davvero per passione. In Italia ho frequentato parecchio il mondo dell'edicola, che è un massacro! Tempi di produzione assurdi, costi altissimi, pubblico pignolo e viziato... per non parlare del far west dei diritti d'autore! Questo sì accomuna Italia e Spagna: gli editori sono, in generale e con qualche rara eccezione, dei delinquenti. La Francia è l'Eldorado del fumetto, è come Hollywood per il cinema, l'Italia per il calcio e le aspiranti deputate zoccole (ops). È l'unico posto dove i diritti d'autore sono assicurati, dove un autore non solo può vivere del proprio lavoro, ma può anche sperare un giorno di "sfondare". Insomma, il francese dovrebbe essere materia obbligatoria nelle scuole di fumetto.

E ora un po' di domande sui tuoi altri fumetti: ci sono novità sul 4° volume di Sky Doll?

Ceeeerto! Io e Barbara Canepa siamo alacremente al lavoro sul seguito e fine della serie. stiamo lavorando al volume 4 e al 5 contemporaneamente. Il 4 uscirà alla fine dell'anno prossimo (eh si, ci vuole ancora un po'...). Per fare ciò abbiamo messo in pausa i libri collettivi, come lo Spaceship Collection e il Lacrima Christi Collection. Ne abbiamo in progetto altri tre, con artisti internazionali veramente incredibili, ma preferiamo aspettare per concentrarci sulla serie principale.

Sul tuo blog hai anticipato che arriverà anche in Italia Lord of Burger, una serie a fumetti francese di cui tu hai curato il character design; ce ne puoi parlare? Quando la potremo leggere?

È una serie nata dal desiderio di Jacques Glenat in persona di associare bd e alta cucina, di cui è appassionato. Nasce così una serie i cui protagonisti sono due ragazzi, fratello e sorella, che ereditano inaspettatamente un enorme e lussuosissimo ristorante in centro a Parigi e... tre milioni di euro di debiti! Si incentra molto sulle vicende personali dei due protagonisti, mescolate con l'inchiesta sulla morte del padre, concorsi televisivi, la mafia, la spietata Guida Michelin e una misteriosa ricetta per un hamburger cajun che può ribaltare la loro sventurata sorte! Gli sceneggiatori sono il famosissimo Arleston e la giovane Alwett. È una serie veramente divertente! Stiamo già lavorando al terzo volume, dove mi occuperò del disegno di ogni pagina, rifinito dalla talentuosa Daniela Vetro. Non so esattamente quando uscirà in Italia, penso verso gennaio.

Monster Allergy ora viene pubblicato anche in Francia e presto arriverà anche in Spagna. Potrebbe essere questa l'occasione per riprendere in mano l'opera e aggiungere qualche volume per concludere le vicende di Elena e Zick?

È esattamente ciò che abbiamo in progetto! Per quanto riguarda un'eventuale pubblicazione di questa prosecuzione anche in Italia ci stiamo lavorando ma non è facile, dato che Monster Allergy manca da anni dalle edicole italiane. E non vogliamo assolutamente rimetterci nel "roveto" della pubblicazione mensile.

Oltre a questi titoli, su cosa sei al lavoro attualmente? Ci sono nuovi progetti che vedremo a breve?

Nooo, mi sembra abbastanza così! Voglio dedicarmi al massimo a Chosp e a Sky Doll innanzitutto. Ho un sacco di altre idee ma restano tranquille tranquille nel cassetto ancora per un po'!
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