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Bao Publishing: Michele Foschini e Caterina Marietti

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Chi è Bao Publishing?

Il Roberto Saviano del fumetto italiano (cfr. Boris, S3E01).

Il vostro catalogo di autori vanta nomi illustri e dagli stili più disparati. Come li avete scelti?

Abbiamo passato mesi a domandarci quali, dei fumetti che più ci piacevano, sarebbero piaciuti anche ad abbastanza lettori da poter decidere di pubblicarli. Abbiamo già riempito due anni di calendario editoriale e non abbiamo scelto un titolo che non amiamo profondamente.

Anticipazioni sui titoli futuri?

Facciamo che vi diamo un "aiutino": finora abbiamo comprato da due editori francesi, da un editore inglese, da tre editori americani e alcune opere autoprodotte (anche importanti). Se triangolate queste informazioni con la lista di nomi che abbiamo fatto a gennaio potreste capirne di più.

A Milano e Bergamo avremo gli autori di Chew, già avete annunciato Allred per Lucca. Poi?

È di questi giorni l'annuncio del tour di Emile Bravo, l'autore di Mia mamma, in giro per l'Italia, e il nostro stand a Lucca sarà tra i più ricchi di ospiti internazionali, ne siamo sicuri.

Come avete scelto e sceglierete i titoli da pubblicare?

Una saggia combinazione dei più interessanti tra i titoli disponibili di quegli autori e alcune novità che siamo stati i più veloci ad assicurarci.

Avremo solo titoli inediti o anche ristampe di storie ormai difficili da trovare, o bistrattate o che avrebbero meritato maggiori attenzioni?

Ci sarà qualche recupero eccellente e molti libri che francamente non capivamo perché non fossero mai stati pubblicati prima.

Siete tra le case editrici che maggiormente sfruttano i social network come twitter o facebook... e ancora non siete ufficialmente sul mercato. Come avete intenzione di sviluppare questa comunicazione editore–lettore? Sarà una cosa a senso unico o accetterete suggerimenti dai lettori, magari con sondaggi sui titoli o autori da pubblicare o su come migliorare i volumi?

Siamo molto interessati ai consigli dei nostri lettori e potenziali lettori, anche se non sempre sarà possibile metterli in pratica. Speriamo che tra noi e loro si sviluppi un rapporto di reciproca fiducia: solo così potremo dare loro ciò che vogliono e cose che magari non sapevano ancora di volere. Non ci piace l'idea di metterci in gioco solo in occasione delle fiere o degli incontri: salire su un palco e recitare un monologo ci sembra poco costruttivo. Molto meglio un rapporto continuativo: ci fa diventare parte della vita dei lettori e ci consente di metabolizzare progressivamente idee e critiche che vengono dal fandom.

Essendo un nome nuovo nell’editoria italiana, come vi siete approcciati agli autori che, magari, avrebbero preferito farsi pubblicare da nomi più conosciuti? Come li avete convinti a fidarsi di voi e del vostro progetto?
 
Nella maggior parte dei casi si sono detti sorpresi del nostro entusiasmo, ma con molti di loro esisteva già un rapporto, a volte professionale, altre volte  personale, che ha fatto sì che la costruzione del nostro catalogo somigliasse più a una rimpatriata tra amici.


Redazione Comicus
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