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Bao Publishing: John Layman e Rob Guillory

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Cominciamo con una domanda di rito, raramente opportuna quanto in questo caso. Chew è un'opera di difficile classificazione. Da dove nasce un'idea tanto particolare?


Non c'era una sola grande idea, ma un sacco di più idee piccole che prese una per una non potevano reggere da sole un'intera serie. Quella del governo USA che promulga il proibizionismo aviario. Un critico culinario capace di scrivere di cibo così vividamente che puoi gustarlo semplicemente leggendo i suoi articoli. E, ovviamente, il poliziotto cannibale, capace di ricevere sensazioni psichiche da ciò che mangia. Tutte queste idee erano divertenti, ma un po' limitanti in un contesto più ampio. Non ci sarebbe voluto molto prima che diventassero vecchie. Finché non ho avuto un'importante rivelazione: tutte quelle idee erano connesse con il cibo. E così una volta che ho deciso di fare un libro incentrato sul cibo che unisse tutte quelle idee ho trovato il modo di rendere il mondo fittizio che ne è risultato ricco e – per ora – illimitato.

La lettura del primo volume lascia l'idea che sia vostra precisa intenzione non consolidare nessuna "sicurezza" nella mente dei vostri poveri lettori. Personaggi, status-quo variano non appena si comincia a distinguerne il gusto. È una peculiarità solo del primo volume? Il futuro di Tony prevede un po' di stabilità.

No, non voglio che ci sia uno status quo. Una delle cose che non amo nei fumetti in America è che di recente sono molti lettori a volere, in pratica, sempre le stesse cose. Io non la vedo come loro, quindi sto lottando per dare al lettore qualcosa che muti costantemente e che sia costantemente drammatico e diverso. Le cose cambieranno, e cambieranno radicalmente tra un arco narrativo e il successivo.

Tony, il protagonista della storia, è un cibopatico. Ovvero una persona che per la sua peculiarità non è in grado di godersi nemmeno un pasto. Un incipit vagamente freudiano. C'è qualcosa di autobriografico?

No, assolutamente niente di cui io sia a conoscenza. Mi sono goduto MOLTISSIMI pasti. Un po' troppi, effettivamente!

Parliamo di cannibalismo. E non guardatemi così, avete cominciato voi! L'eroe della storia è spesso, per necessità più che per inclinazione, dedito al cannibalismo. La cosa ha creato qualche problema con l'editore o i lettori?

Sorprendentemente no. Penso che sia merito sia dei toni della storia che dei disegni di Rob. Come ho già detto in passato, un artista più "crudo", con lo stesso materiale, avrebbe completamente cambiato i toni del libro, trasformando qualcosa che vorrebbe essere “indisponentemente godibile” in qualcosa di assolutamente ripugnante. Abbiamo mantenuto un tono leggero e divertente, e anche se ti vien da vomitare pensando al tema trattato, probabilmente ridacchierai comunque. Certo, abbiamo sentito racconti di gente riluttante a comprare il fumetto a causa del tema trattato, ma si sono ricreduti dopo averlo assaggiato. Anzi, la reazione dei lettori è stata oltre le nostre più pazzesche aspettative, molto più di quanto ci aspettassimo o potessimo onestamente sperare.

Chew ha il sapore di un noir retrò. Il proibizionismo (avicolo), i gangster, i poliziotti dalla dubbia morale, anche la stessa struttura del racconto. Quali sono state le vostre principali influenze?

Nessuna in particolare. Sono cresciuto con una robusta dieta a base di film d'azione americani e di police procedural, e negli ultimi anni ho spiluccato molte serie crime americane come "The Wire" e "I Soprano". Ho apprezzato anche molti film asiatici, in particolare i giapponesi che, probabilmente per la decisione di avere un protagonista asiatico, non sono molto distribuiti negli Stati Uniti. Strano, vero?

Come mai al mondo esistono solo tre cibopatici?

Solo perché si è detto che ce ne sono solo tre non vuol dire che sia vero! Vedrete! Soprattutto il perché è interessante, ma non credo che questa risposta arriverà tanto presto. Stiamo progettando una storia di 60 albi, e le risposte è arriveranno verso la fine della serie.

Vi aspettavate questo sorprendente successo di Chew? Quali sono secondo voi gli elementi che lo hanno portato a ritagliarsi tanta attenzione in un mercato così affollato?

Cavolo, non ne ho idea. Un noto blogger di fumetti dice che Chew è arrivato sul mercato durante una "tempesta perfetta" nel mondo dei fumetti, e sono d'accordo. E credo anche che sia arrivato in un momento in cui il pubblico era pronto per qualcosa di nuovo e completamente differente da ciò cui era abituato. Davvero, onestamente, ci sono tanti bei libri che escono e che non ricevono le attenzioni, l'amore o le vendite che Chew ha avuto. Siamo stati fortunati e non so spiegarmi il perché. Dopo il successo, molti dei miei amici di altre case editrici sono venuti a chiedermi che cosa avevo fatto per promuoverlo ma davvero non ho fatto nulla che non avessi già tentato con i fumetti precedenti. È stata questione di fortuna e tempismo, credo.

In che modo Rob è coinvolto nella creazione? Contribuisce alle trame, sa come andrà a finire (visto che John sa già che si tratterà di un numero limitato di albi)?

Rob sa come andrà a finire e sono molto aperto ai suoi contributi. E anche se mi ha offerto alcune idee e soluzioni per piccoli problemi di trama che di tanto in tanto fanno capolino, la storia è il mio regno. Penso che il fatto di offrirgli una grande varietà di cose pazze da disegnare lo aiuti a non annoiarsi. E, per quanto ne so, sembra molto felice della storia.

Grazie mille per la vostra disponibiltà ed in bocca al lupo per Cartoomics!

Non vediamo l'ora!


Redazione Comicus
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