Menu

Caravan: Michele Benevento

Per tornare allo speciale, clicca qui.

Come ogni intervistatore che si rispetti, direi di iniziare questa breve chiacchierata con un po’ di cenni biografici. Ti andrebbe di presentarti ai nostri lettori?

Mi chiamo Michele Benevento. Sono pugliese (di Gioia del Colle), ma vivo lontano dalla terra natia ormai da più di 10 anni. Dopo aver frequentato la Scuola Internazionale di Comics di Firenze, e aver conseguito nel frattempo una Laurea in Lettere, ho collaborato per un certo periodo con Giuseppe Palumbo. Una breve esperienza sull'Insonne-Desdy Metus, per poi essere chiamato da If edizioni a contribuire alla miniserie dedicata a Nick Raider, in seguito alla chiusura della serie regolare. Ho infine realizzato, prima di approdare a Caravan, la miniserie Gemelos (Bamboo éditions) e Skyland (Soleil). Vivo e lavoro a Bologna.

Come si concilia una laurea in lettere con il lavoro di disegnatore? Ti piacerebbe arrivare a scrivere le tue storie?

Si concilia perfettamente con il mio lavoro: mi sono specializzato in Storia e Critica del Cinema con la convinzione che questo potesse tornarmi utile, un giorno. Cinema e fumetto (sono l’ultimo a dirlo) sono due linguaggi, con regole e sintassi estremamente simili. Cerco di utilizzare la mia memoria cinematografica per individuare soggetti o ambienti o movimenti di camera che possano tornarmi utili nella costruzione di una sequenza.
Storie nel cassetto ce ne sono molte, la voglia di realizzarle è tanta. Non sono però ancora del tutto sicuro dei miei mezzi, per cui ci vorrà un po’ di tempo prima che riesca a portare alla luce e dare forma coerente al magma infernale che mi ribolle nel cranio.

Come è iniziata la tua avventura su Caravan? A che punto della lavorazione sei stato coinvolto?

Sono al lavoro su Caravan da ottobre scorso. Prima dell'estate si era presentata l'occasione di far parte dello staff della serie in questione grazie all'interessamento di Mauro Marcheselli: come da prassi ho realizzato quattro pagine di prova e, essendo andate a buon fine, ho pazientemente aspettato la chiamata... ho scritto davvero "pazientemente"? Mentivo.

Ho una curiosità abbastanza banale… dal momento che Caravan è un unico “romanzone” in 12 capitoli, strettamente interconnessi l’uno con l’altro, come ti è stata presentata la serie? E come ti è stato presentato l’episodio alla cui realizzazione hai contribuito?

Prima del nostro incontro "ufficiale" in via Buonarroti, Michele (Medda, ovviamente) mi ha spedito le sinossi degli episodi precedenti al mio, così che potessi farmi un'idea generale del quadro complessivo, dell'atmosfera generale e della storia fino a quel punto. Poi, davanti ad un risotto alla zucca (lui) e una pizza prosciutto e funghi (io) - eh sì, sono momenti che ti si stampano nella memoria - egli mi ha raccontato per sommi capi cosa sarebbe successo nell'episodio che avrei disegnato. Mi sono stati, quindi, forniti precisi riferimenti di alcune delle puntate precedenti, quelle maggiormente legate alla storia che mi accingevo ad affrontare (ma che non svelerò per non darti nessun indizio).  

Sin dal titolo della testata Caravan sembra un progetto diverso dal solito, qualcosa di nuovo… ti andrebbe di presentarci la miniserie?

Immagino che sia meglio che a questa domanda risponda direttamente Medda. Potrei fare anticipazioni su eventi segretissimi e lui piazzerebbe due cani feroci sullo zerbino di casa mia e prendermi per fame... Boutades a parte, credo che Caravan contenga numerosi elementi di novità rispetto al classico prodotto Bonelli (salta all'occhio, ad esempio, la mancanza di un protagonista unico), con un occhio alla lunga tradizione avventurosa della casa editrice (il precedente de La storia del West di D'Antonio è stato più volte rammentato da Medda in persona).

La struttura narrativa “anomala” di Caravan ha richiesto un approccio lavorativo, creativo, differente dal solito? È stato, forse, necessario lavorare più a stretto contatto con gli altri disegnatori della serie?

Come ho scritto prima, ho avuto riferimenti specifici del lavoro altrui, perché ci fosse più coerenza e continuità possibili. Con così tanti personaggi è stata dura, almeno per me, mantenere somiglianze e caratteri somatici di ciascuno dei protagonisti. Qualche contatto con gli altri disegnatori c'è stato (soprattutto via mail per lo scambio di materiale iconografico), ma il feedback più serrato avviene con lo sceneggiatore, cui mostro costantemente ogni fase del processo creativo (storyboard, layout, matite e chine) così che il lavoro di supervisione possa essere continuo e reiterato. E da bravo ansioso, lavoro un po' più tranquillo... ma poco, eh!

In poche parole… perché è necessario leggere Caravan e quali sono gli elementi che ne faranno una pietra miliare del fumetto avventuroso italiano?

Beh, Michele Medda è una garanzia e i disegnatori coinvolti nel progetto sono... bravissssimi... Wink

Con che aspettative attendi il debutto di Caravan in edicola? In questi giorni ti capita di seguire mailing list, blog e forum di discussione? Che aria ti sembra che tiri nei confronti di Caravan?

Devo confessare una scarsa frequenza dei forum (per mancanza di tempo e pratica), mentre seguo saltuariamente i vari blog che si occupano di fumetto e quelli di amici/colleghi, ma da quel poco che ho letto mi sembra che la notizia dell’uscita di Caravan sia stata accolta con una buona dose di curiosità.  

Caravan è una miniserie… questo significa che la tua collaborazione con la Bonelli è a termine, oppure sei al lavoro su qualcosa di nuovo? In ogni caso, quali sono i tuoi prossimi progetti?

La scaramanzia mi impone il silenzio!

Grazie di tutto e a presto.


Stefano Perullo
Torna in alto