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Caravan: Werner Maresta

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Come ogni intervistatore che si rispetti, direi di iniziare questa breve chiacchierata con un po’ di cenni biografici. Ti andrebbe di presentarti ai nostri lettori?   

Dunque, genovese classe ’75… un bambino con un’idea fissa: disegnare fumetti.
Dopo il liceo artistico, grazie all’incontro con Maurizio Mantero, ho iniziato a collaborare con alcuni autori bonelliani dello staff di Julia come assistente alle matite. Poi il destino mi ha portato in Spagna (dove risiedo tuttora), ma ho continuato a lavorare con autori italiani, in particolare Stefano Raffaele.
Nel 2005 mi è stata proposta la realizzazione di una biografia a fumetti di Giovanni Paolo II, e da allora ho realizzato altri due volumi per le edizioni ART.
Dall’incontro con Marco Belli e Giovanni Gualdoni, poi, è nata La dernière nuit, una storia fantascientifica in due volumi pubblicata in Francia da Clair de Lune, ancora inedita in Italia.
E poi è arrivato Caravan…
Per i curiosi, questo è il mio sito: http://www.wernermaresta.com, e qui trovate il mio blog: http://www.wernermaresta.blogspot.com.

Come è iniziata la tua avventura su Caravan? A che punto della lavorazione sei stato coinvolto?

Quando ho iniziato a lavorare su Caravan un paio di albi erano già praticamente finiti (De Angelis e Valdambrini), oltre ovviamente a tutti gli studi sui personaggi e gli ambienti. Questo mi ha facilitato molto perché potevo iniziare il lavoro su una base già molto solida.
L’occasione per me si è presentata grazie a Stefano Raffaele, con il quale avevo già lavorato in passato e che era entrato da poco nello staff di Caravan. Michele Medda era “a caccia” di un paio di disegnatori, così lui ha pensato a me. Ho fatto alcune tavole di prova (le prime quattro dell’albo) che sono state accettate, e da lì ho proseguito.

Ho una curiosità abbastanza banale… dal momento che Caravan è un unico “romanzone” in 12 capitoli, strettamente interconnessi l’uno con l’altro, come ti è stata presentata la serie? E come ti è stato presentato l’episodio alla cui realizzazione hai contribuito?   

Uno dei punti su cui Michele ha insistito di più è sulla caratterizzazione e recitazione dei personaggi. Non avendo un unico protagonista e non essendo una sequenza continua di sparatorie e inseguimenti, c’era la necessità di far recitare nel modo giusto i vari “caratteri”. Il mio albo poi, nonostante la stretta continuità con gli altri, presenta letteralmente una storia nella storia, con molti flashback che ci riportano indietro negli anni, e quindi ha anche una sua autonomia per quanto riguarda personaggi e ambienti. Ma se ne volete sapere di più… siete rimandati a settembre!

Sin dal titolo della testata Caravan sembra un progetto diverso dal solito, qualcosa di nuovo… ti andrebbe di presentarci la miniserie?   

Oddio, questo dovrebbe farlo Medda, anche perché lui ne è l’autore. Inoltre, per quanto io sia stato coinvolto nel progetto come disegnatore… non so come andrà a finire!
Quindi mi godrò il resto della storia da semplice lettore e invito voi a fare altrettanto.

La struttura narrativa “anomala” di Caravan ha richiesto un approccio lavorativo, creativo, differente dal solito? È stato, forse, necessario lavorare più a stretto contatto con gli altri disegnatori della serie?

Per quel che mi riguarda no, a parte qualche scambio di tavole con gli altri disegnatori nel caso in cui le ambientazioni coincidessero. Il mio approccio al disegno, invece, è stato diverso dal solito per il semplice fatto che era da molto tempo che non lavoravo con il bianco e nero. Per questo i miei originali sono tutti a linea chiara, e i neri sono stati aggiunti successivamente al computer. 

In poche parole… perché è necessario leggere Caravan e quali sono gli elementi che ne faranno una pietra miliare del fumetto avventuroso italiano? 

Be’, io da lettore appassionato di fumetti, non me lo lascerei scappare. Si presenta come qualcosa di diverso rispetto al solito, pur restando graficamente in linea con le altre pubblicazioni bonelliane. Agli amanti dello spara-e-fuggi forse non piacerà, ma è una storia di quelle che fanno viaggiare (anche i protagonisti sono sempre in viaggio), ricca di emozioni e introspezione. E poi ha il grosso pregio di non essere troppo impegnativo per le tasche dei lettori. Facendo due conti, sono solo 12 albi, quindi poco più di 30 euro nell’arco di un anno… il prezzo di un dvd o di una serata in discoteca!


Stefano Perullo
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