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Lorenzo Bartoli

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Lorenzo Bartoli, una vita tra i fumetti. Sceneggiatore, coordinatore redazionale, supervisore, direttore responsabile ed editoriale, traduttore, talent scout, insegnante.
Oggi è nel gruppo dirigenziale dell’Eura Editoriale, casa editrice che festeggia quest’anno 35 anni di presenza in edicola a partire dal debutto del settimanale Lanciostory e punto di riferimento storico e privilegiato del fumetto “popolare d’autore” italiano, ispano-argentino, e franco-belga.

Ha iniziato molti anni fa con testate di diversa impostazione e target, come Tiramolla, L’Eternauta, Comic Art e Arthur King (creato insieme ad Andrea Domestici).
Dopo una capatina in Bonelli e Disney, coglie l’attimo per dare vita con Roberto Recchioni ad un personaggio cult dei nostri tempi, quel John Doe che vanta già 6 anni di pubblicazioni in un contesto editoriale piuttosto altalenante come è quello odierno. Tra i suoi altri lavori si segnalano Detective Dante e Napoli Ground Zero – anche questi con Recchioni –, Il dono di Eric e Uomini e Topi con Massimo Carnevale.

Salve Lorenzo e bentornato su Comicus.
La nostra chiacchierata verte soprattutto sul mondo Eura, editrice della quale tu sei uno dei punti di riferimento, ma parleremo anche della tua attività personale.
Nell’anno in cui Lanciostory, testata ammiraglia della Casa di via Nomentana, compie un importante anniversario, cosa prepara lo scrittore Lorenzo Bartoli, al di là delle ormai consolidate John Doe, Trapassati Inc. e l’imminente Easter? Arriverà finalmente il momento di Wow, serie disegnata da Domestici e annunciata tempo orsono?


Wow uscirà di sicuro nel 2009 e credo che sarà una piacevole sorpresa per i nostri lettori. Andrea Domestici è un disegnatore sui generis, davvero potente e originale. E crede moltissimo in questo fumetto, che ho cucito addosso a lui con grande cura. È stato bello tornare a lavorare insieme dopo tanti anni. Per il resto, ho in cantiere un paio di nuovi personaggi, che vedranno la luce quando… saranno pronti! In Eura si riesce a lavorare senza pressione, e sto scegliendo i disegnatori più adatti per i vari progetti. Ma un po’ presto per parlarne, in realtà.

L’Eura ha presentato sin dagli esordi i più bei nomi del fumetto argentino, e lo stesso ha fatto nel periodo storico che ha visto in quelle terre la chiusura di testate storiche, naturale serbatoio per l’Eura. Adesso che proprio là si avverte un rifiorire tra riviste e volumi inediti, cosa pubblicherete tra le nuove proposte della historieta?

Abbiamo i nostri autori di riferimento, che conoscete benissimo. E che lavorano praticamente in esclusiva per noi, producendo su nostro input o procedendo attraverso loro proposte. Robin Wood, Ricardo Ferrari, Eduardo Mazzitelli, Gustavo Schimpp, Viviana Centol e Néstor Barron sono garanzia di qualità e di idee sempre fresche. E per i disegnatori, abbiamo sempre a disposizione i migliori autori sudamericani. Anche nel nostro archivio, che stiamo peraltro “alleggerendo”, ci sono autentiche perle di Francisco Solano López e di altri autori molto cari al pubblico dei nostri lettori. Presto o tardi, caleremo tutti gli assi.

Nel contempo è cresciuta parecchio la proposta franco belga con artisti e opere di assoluto valore insieme a serie interessanti ma forse non troppo ispirate. Ma questo nelle riviste che devono incontrare il gusto di un pubblico variegato ci può stare. Anche qui, cosa ci riserva il 2009 della bédé Eura?

Il primo obiettivo è quello di recuperare e di ultimare le serie in corso. Cerchiamo di avere un gap sempre più ristretto tra la pubblicazione in terra franco-belga e quella sulle nostre riviste. Nel contempo, abbiamo voglia di pubblicare anche parecchie collaborazioni tra autori di lingua francese e i nostri disegnatori di maggior talento. E ci sono autentiche scoperte in questo senso, come l’Eden Killer della giovanissima e bravissima Cristina Mormile.

L’Eura pubblica due collane di volumi cartonati a colori di sicuro interesse come Euracomix ed Euramaster. È previsto a breve-medio termine l’inserimento di nuove serie a rotazione? Lo stesso per i volumi brossurati in b/n dei Giganti dell’Avventura.

Anche qui: prima dobbiamo e vogliamo dare continuità ai personaggi più riusciti e più attesi dal nostro pubblico, con particolare attenzione per Dago o per le storie di Hermann, due icone diverse che i lettori di Lanciostory e Skorpio dimostrano di prediligere da ormai molti anni. I Giganti invece ci consentono di raccogliere storie in bianco e nero, divise per autori o per argomento, così da poter offrire sia i lavori migliori di due artisti come Eduardo Mazzitelli e Quique Alcatena, nonché la pubblicazione cronologica di una maxi-serie come Trapassati Inc.

Sono previste novità per quanto riguarda le testate Eura? Nuovi abbinamenti editoriali simili a quello realizzato col gruppo Caltagirone che ha mandato in edicola 12 volumi di Dago, una nuova ristampa monografica nel classico formato albo all’italiana…

Quell’operazione è stata preparata con cura, certo, ma anche con tempestività, per legarla a momenti specifici delle uscite dei quotidiani del Gruppo Caltagirone. Se e quando dovessero convergere gli stessi elementi (momento editoriale, esigenze di avere allegati di qualità, costruzione di apparati redazionali convincenti), avremo piacere di ripetere l’esperimento. Si tratterà, comunque, più di un progetto una tantum che di un’operazione a periodicità fissa.

Hai lanciato nel mondo del fumetto svariati autori e disegnatori, alcuni dei quali sono oggi presenti nell’editoria americana e francese. Chi tra questi ti ha maggiormente sorpreso e per chi, ancora non molto noto, prevedi una carriera da top class?

La sorpresa più grande viene da lontano, nel senso che io credo in lui da anni. Si tratta di Cristiano Cucina, matita molto interessante ma spesso frenata da impegni contingenti che lo tenevano lontano dal fumetto di serie A. Riccardo Burchielli, invece, era davvero adattissimo al mercato Vertigo e ha dovuto solo collegare la testa alla sua grande mano. Prevedo un futuro roseo (ma ci vuole poco) per Werther Dell’Edera, disegnatore di razza e persona stupenda. E anche il trio Giorgio Pontrelli, Riccardo Torti e Giacomo Bevilacqua avrà modo di dire la propria.

Nei tuoi anni precedenti hai lanciato un personaggio come Arthur King, da più parti rimpianto per la sua originalità grafica e di scrittura. Nato come parodia, si è sviluppato costruendo un suo universo. Se ci fossero le condizioni, considereresti una nuova stagione per questo character?

No. I personaggi nascono e muoiono, come tutti noi. L’abilità degli autori sta nell’avere la lucidità giusta per mettere fine alle storie di un determinato protagonista prima che le storie mettano fine all’autore stesso. Arthur King è molto rimpianto, ma era una follia editoriale. E questi non sono tempi adatti per le follie. Lasciamo che i lettori lo rimpiangano, piuttosto che ne maledicano una estemporanea reincarnazione.

Hai scritto romanzi di fantascienza e racconti di varia umanità. Il tuo blog, “Cuori da bar”, dal quale prende il titolo il tuo ultimo libro, raccoglie chicche e spunti notevoli, illustrati da quel genio di Massimo Carnevale. Nel tuo curriculum anche televisione e cinema. Fumetto a parte, nel campo artistico dove ti vedi tra vent’anni?

Dove sono ora. In Eura, ma anche immerso nella realtà della scrittura e del mercato editoriale dell’epoca che mi è toccato in sorte vivere. Nell’Ottocento o nel Settecento, avrei scritto feuilleton interminabili, ricchi di pathos e di azione. Oggi, porto a casa circa 150 tavole al mese. E non riesco ad immaginare un futuro in cui possa scrivere di meno. Mi piace il mio lavoro, mi piace faticare. Ma spererei – questo sì – di avere più tempo per la mia famiglia.

Lorenzo, grazie per la chiacchierata e buon proseguimento di lavoro.

Grazie a voi!



Giovanni La Mantia
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