Menu

Marco Checchetto

Per tornare allo speciale, clicca qui.

Ciao Marco! Anche se lavori nel settore ormai da anni, magari il tuo nome non è ancora noto ai più. Puoi raccontarci come sei entrato nel mondo del fumetto?

Ciao a tutti. La passione per il fumetto l'ho avuta sin da bambino, mentre i miei coetanei volevano diventare medici o astronauti io volevo diventare il disegnatore dell'Uomo Ragno. Ho disegnato tanto, tantissimo, dall'età di 6 o 7 anni e sempre con quell'obiettivo davanti a me, anche se a dire il vero una volta ho vacillato, dopo aver visto Indiana Jones volevo fare l'archeologo. Ahahah… Quando mi hanno detto che avrei dovuto studiare e non scavare e schioccare la frusta ho rinunciato subito. Ho fatto la classica gavetta per piccoli editori e per la pubblicità. Il primo lavoro nel campo è stato come copertinista per la rivista PSM Playstation Magazine (ciao, ragazzi!), un'esperienza bellissima e divertentissima. Nel fumetto che "conta", invece, il mio esordio è avvenuto su Jonathan Steele e su L'Insonne, e non poteva essere meglio di così, sia Federico Memola che Giuseppe Di Bernardo sono dei gran professionisti, con cui mi sono trovato molto bene. Dico entrambe le serie perché in quel periodo ho lavorato simultaneamente per L'Insonne #2 e Strike #1.

Hai cominciato a lavorare con i personaggi Marvel sulla serie Spider-Man del Giornalino. Che avventura è stata mettere mano su un personaggio che negli anni è stato raffigurato da tanti autori diversi, molti dei quali grandi nomi della storia dei comics? Come vi siete regolati con la Marvel americana?

In verità il primo personaggio Marvel su cui ho lavorato è stato Deadpool, e non lo Spider-Man del Giornalino!
Quando Stefano (Vietti), Giancarlo (Olivares) e io abbiamo iniziato a lavorare sulle storie e sui disegni eravamo ben consci del fatto che stavamo per lavorare su un'icona del fumetto mondiale. Avevamo una totale libertà creativa (entro i limiti di una testata per ragazzi come il Giornalino, naturalmente), ma il nostro approccio è stato molto umile e rispettoso nei confronti del personaggio in ogni sua parte. Poi, per carità, la prima serie può piacere o meno, ma sul nostro atteggiamento nei confronti del personaggio credo che non si possa dire nulla. Il primo anno (o la prima stagione che fa più moda) di Spider-Man è stato molto faticoso e stressante, avevamo scadenze disumane, ricordo ancora interi giorni passati senza dormire pur di consegnare sempre tutto nei tempi. Come dicevo, faticoso, stressante, ma è stato un anno assolutamente fantastico. Con la Marvel è stato tutto molto semplice, grazie anche al lavoro di Francesco Meo e Simon Bisi, i nostri editor qui in Italia, non abbiamo mai avuto nessun tipo di problema… Ricordo solo un episodio in cui gli americani sono intervenuti: mi fecero spegnere il sigaro di Jameson. Nel primo episodio, infatti, Jameson ha il suo sigaro ma non fuma. La Marvel, come è noto, è contro il fumo!

C'è qualche personaggio Marvel che ti sarebbe piaciuto disegnare sulle pagine del serial del Giornalino, ma non hai avuto occasione di illustrare?

Sicuramente Venom e la Gatta Nera. Per il Giornalino Venom è "troppo cattivo" e la Gatta "troppo sexy". Disegnare delle versioni edulcorate non avrebbe alcun senso. Mi piacerebbe molto poter lavorare su un progetto speciale Panini o Marvel con questi personaggi, realizzando sia i disegni che i colori. Una storia cupa con uno stile molto diverso da quello visto sul Giornalino.

Alla Marvel hai anche disegnato delle pagine di X-Men Legacy e – correggimi se sbaglio – anche una storia con Deadpool e una con Guardian. Puoi raccontarci come sei arrivato alla Marvel USA?

Le cose sono andate così: io lavoravo già per il Giornalino sulla serie delle Teenage Mutant Ninja Turtles quando, un bel giorno, mi chiamarono dalla redazione per dirmi che Il Giornalino (nello specifico il caporedattore Pino Pignatta) aveva intenzione di pubblicare delle storie autoprodotte su Spider-Man. Conoscendo il mio amore per il personaggio mi chiesero se fossi interessato… Quando rinvenni… risposi: "ç£$&@, certo che SÌ". Il giorno prima dell'incontro a Modena con la Panini lo passai realizzando una tavola di prova (matite, chine e colori). Il giorno dell'incontro, a cui parteciparono anche Stefano Vietti e Pino Pignatta, mostrai la mia tavoletta a Marco Lupoi e Francesco Meo che ne rimasero colpiti. Sembrava tutto deciso, noi del VOC avremmo lavorato su Spider-Man e a me non sembrava vero… E infatti… qualcosa si inceppò e per un certo periodo sembrava che non se ne sarebbe fatto più nulla. Francesco Meo prima, e Marco Lupoi dopo, mi contattarono dicendomi che avrebbero mostrato comunque i miei lavori agli editor della Marvel. Pochi giorni dopo venni contattato da Andy Schmidt, che mi affidò una storia breve di Deadpool. Grazie a Marco, Francesco e ad Andy stavo vivendo un sogno. Di lì a poche settimane sarebbe partito anche Spider-Man sul Giornalino. Su X-Men, Guardian e Squadron Supreme invece mi hanno voluto gli editor Nick Lowe, John Barber e Chris Allo. Editor con cui collaboro meravigliosamente tutt'ora.

Conoscevi l'universo dello Squadrone Supremo prima di lavorarci? Qual è la tua visione dei personaggi più importanti?

A dir la verità no. Io sono un Marvel-Zombie, ma lo Squadrone non mi ha mai incuriosito. Non capivo il senso di una serie Marvel basata sui personaggi di un'altra casa editrice. Quando mi hanno proposto di lavorare sulla serie mi sono procurato tutti i volumi e mi sono ricreduto: sono personaggi complessi e originali e le similitudini con altri eroi ben più famosi sono solo superficiali.

Lo Squadrone Supremo è stato rilanciato da un altro autore italiano, Marco Turini, che ha anche ideato il design di molti nuovi personaggi. C'è stato qualche contatto tra te e Turini? Anche tu introdurrai dei nuovi personaggi?

No, nessun contatto con Marco Turini. Gli editor mi hanno mandato i suoi studi per i nuovi personaggi, e io ho modificato alcuni costumi per renderli più congeniali al mio stile, mentre altri li ho lasciati così come li aveva pensati Marco. Introdurrò tutti i nuovi villain della serie e ho creato il nuovo costume di Emil Burbank.

Che consigli e direttive hai ricevuto dallo scrittore, Howard Chaykin? L'impostazione della storia sarà sempre orientata a una natura "politica"?

Io con Howard Chaykin non ho mai parlato, tutti i contatti sono tramite gli editor. Mi mandano la sceneggiatura e io consegno loro le tavole impostate come meglio credo. So che Howard è molto contento e sì, la storia è sempre di natura politica.

Puoi anticiparci qualcosa di quello che ti vedremo disegnare sulle pagine dello Squadrone Supremo?

In una sola parola, Guerra. Howard ha farcito la serie di personaggi che inevitabilmente si scontreranno fra loro coinvolgendo anche gli umani.
Dopo i primi due numeri di calma (il 7 e l'8) ci sarà un crescendo che culminerà in un mega scontro sopra la Casa Bianca nel numero 9. Adesso sto disegnando il decimo numero ed è veramente catastrofico. Come voi però sono all'oscuro del finale della serie!

Quali altri progetti ci sono nel tuo prossimo futuro? Su cosa ti piacerebbe lavorare?

Sto parlando con gli editor della Marvel per il mio post-Squadrone, ma per il momento è presto, sono solo a metà della serie. Su cosa mi piacerebbe, in Marvel, l'ho detto prima: Spider-Man/Venom/Black Cat!
In cantiere ho Life Zero Chronicles, serie di zombie ideata con l'amico Stefano Vietti per le Edizioni Arcadia in uscita a Lucca Comics 2009, e The Courier, comic book creato con l'amico d'oltreoceano Andy Schmidt, ma qui i tempi sono molto più lunghi.

A parte i tanti personaggi Marvel, c'è qualche altro personaggio con cui ti piacerebbe cimentarti, magari nella scuderia DC? Qual è il tuo rapporto con i pg della Distinta concorrenza?

Non seguo molto i personaggi della DC, sono cresciuto con la Marvel e in modo fazioso! Con la maturità le cose sono cambiate, per fortuna… Diciamo che della DC seguo gli autori e non le serie.
Compro e leggo di tutto se gli autori coinvolti mi piacciono. Faccio molta fatica con i manga, è una mia grossa lacuna.
Sicuramente lavorerei volentieri su Batman e Superman, ma se vogliamo fare fantamercato con tutte le case editrici, allora mi piacerebbe Nathan Never, Hellboy o i fumetti ufficiali di Metal Gear Solid tanto per citarne qualcuno.

Puoi parlarci di Life Zero Chronicles?

Life Zero Chronicles è un progetto nato per caso. Con Stefano mi sento tutti i giorni e il più delle volte per cose che esulano dal lavoro. Abbiamo molti gusti in comune per quanto riguarda cinema, fumetti e videogiochi… e un giorno, in una di queste telefonate ci siamo messi a fantasticare su quanto sarebbe bello poter fare qualcosa di nostro, così, nei ritagli di tempo.
Stefano: "Ah, io farei una serie di zombie"
Io: "Anch'io, subito. Con dei militari però, voglio disegnare dei militari e con tanta neve"
Stefano - "Sì, ma non in America, la facciamo in Europa"
… e via così per circa una mezz'ora. Riattacchiamo il telefono ridendo come scemi e dopo circa un'oretta lo richiamo:
Io: "Oh, guarda che ti ho mandato qualcosa"
Era il primo bozzetto… Stefano ride di gusto e mi risponde: "Ma sei scemo? Aspetta…"
Lui mi rigira l'immagine con sopra dei testi e mi fa: "Buttala sul blog"
Io: "No, sei pazzo?"
Stefano: "Dai, dai, vediamo che succede…"
Beh, ci sono arrivate mail in cui ci chiedevano di tutto "Quando esce?" "Di cosa parla?" "Ma è un fumetto?"… ma soprattutto "Chi è l'editore?".
Noi non avevamo l'editore, ma abbiamo continuato a lavorarci sopra seriamente, ma continuando a divertirci come matti. Poi è arrivata Arcadia e ci ha proposto la pubblicazione.
Ecco, secondo me, tutti i fumetti dovrebbero nascere così!
Riguardo al fumetto sarà serissimo e cruento. Miniserie di 4 numeri formato comic book di 22 pagine a colori.

Dal tuo ingresso relativamente recente nel mondo del fumetto sei già arrivato a un ottimo livello. Quali consigli daresti ad un giovane aspirante disegnatore con gli stessi sogni che avevi tu da ragazzino?

Disegnare tutti i giorni, accettare tutte le critiche e rimanere sempre aggiornati con i fumetti, i libri, i film e i videogiochi. Ormai i vari media vanno a braccetto. Sento spesso di fumettisti che non leggono i fumetti, proprio non riesco a capire i colleghi che non investono nel proprio lavoro…

Ringraziamo Marco per la disponibilità e gli auguriamo un grosso in bocca al lupo.



Redazione Comicus
Torna in alto