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Nora Moretti

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Intervista a cura di Ylenia Semenzato.

Ciao Nora, e benvenuta su Comicus! Iniziamo magari con una piccola presentazione in due parole di te.

Sono Nora Moretti, sono dell’80, sono di Venezia e ho sempre fatto fumetto, fin da piccola con i pennarelli sul muro. Sono cresciuta leggendo di tutto, è stata proprio una cosa che sentivo di dover fare prima o poi in qualche modo. Sono partita leggendo manga, poi ho spaziato sia in fumetti italiani che stranieri (francesi, americani, …), anche libri di illustrazioni per bambini, cioè un sacco di tipi di libri, e poi i cartoni animati che ci accomunano tutti. Poi ho fatto un primo corso di fumetto, che tra l’altro era organizzato proprio dalla fumetteria Supergulp, ancora nel ’98-’99, e lì ho cominciato ad appassionarmi sempre di più. Per forza di cose ho dovuto lavorare facendo anche  altre cose, quindi illustrazioni per il web, manifesti e cose simili, più vignette occasionali non inerenti al fumetto, prettamente cose pubblicitarie. E poi web design in senso stretto che non c’entrava niente con l’illustrazione ma che poi ho avuto modo di integrare un pochino, cioè facevo sia la grafica delle pagine che, eventualmente, se servivano, illustrazioni e cose così.
Nel 2001 sono andata a Fabrica con un gruppo di ragazzi sempre della Scuola di Fumetto di Mestre, e lì abbiamo fatto fumetti animati (all’epoca in Flash, che stava ancora uscendo) per le ricariche digitali della compagnia telefonica di Blue. Avevamo fatto dei contenuti digitali che poi andavano nella SD Card con la ricarica del telefono. Poi lì purtroppo non è andato a buon fine e altri progetti che avevamo in corso si sono persi nel nulla.
Ho continuato a lavorare per conto mio e alla fine, nel 2005-2006, sono finita alla Scuola di Comics di Firenze ed è iniziato il progettino di Aelis. Era qualche anno che lo avevo in testa e lì, dovendo fare un progetto da presentare all’esame, ho deciso di usarlo e quindi ho fatto le tavole che poi mi hanno permesso di vincere il concorso di Lucca Comics nel 2007.
Nel frattempo comunque stavo mantenendo i contatti con una casa editrice di Milano, la Renoir Comics, che poi ha pubblicato Mondombra. Con loro ora stiamo valutando di fare il seguito, poi ho anche un progetto che sta partendo con la Francia, e quindi dovrò gestire un attimo i tempi delle due cose. Però ci terrei a portare avanti tutto, visto che le cose stanno partendo bene!

Ci puoi dare qualche anticipazione su questo progetto francese?

In realtà per adesso no. È una collana che deve ancora partire e non mi sento di parlarne, comunque nel momento in cui potrò dire qualcosa, senza dubbio lo scriverò sul mio blog!

A proposito di Aelis, com’è che hai sviluppato l’idea dall’inizio, quando frequentavi la Scuola di Fumetto a Firenze, a quando poi è diventato il progetto da presentare per Lucca?

La storia di Aelis in realtà era più una scusa per disegnare qualche cosa. Siccome io non ho mai studiato sceneggiatura, i meccanismi della narrazione e cose simili, e non avendo uno sceneggiatore mio, ho pensato che dovevo arrangiarmi e quindi in qualche modo mi sono scritta la storia. Ho pensato che, per compensare un pochino le carenze che sicuramente ci sono nella storia, sarebbe stato bene che cercassi di fare qualcosa che mi piacesse disegnare, che avesse elementi che non mi annoiassero, quindi principalmente per divertirmi ma anche un po’ per vincere la paura del “devo disegnare il mio primo progetto”. In qualche modo dovevo buttarmi, se volevo cominciare, quindi ho deciso di cominciare con qualcosa che mi sarebbe poi piaciuto disegnare e che rispecchiasse, non dico quello che volevo trasmettere, ma comunque l’idea della storia.
Mentre con Mondombra il percorso è stato diverso, perché il soggetto era mio, però poi lo sceneggiatore ha adattato la storia in maniera diversa. E anche questo ovviamente è importante perché se da un lato è necessario raggiungere dei compromessi, dall’altro si impara a vedere le cose in un’ottica diversa, ed è fondamentale anche perché magari in questo modo sono riuscita a vedere molti errori che da sola non avrei notato.

Con Aelis, quali sono le difficoltà principali che hai incontrato nel dover stendere il progetto che poi è stato pubblicato da Panini Comics?

Come ti dicevo, avevo già la storia in mente, ma logicamente loro pubblicano solo poche pagine, per cui se tu hai un progetto che riesci a pubblicare in poche pagine, sei a posto. Nel mio caso la storia era pensata per tre volumi da 46 pagine e quindi non ci stavo neanche volendo, e quindi ho cercato di fare un’introduzione che desse un po’ l’idea di come poi si svilupperà la storia. Poi all’inizio dovevano essere 32 pagine, invece a storyboard finito mi hanno detto “Ne facciamo 30…, “Ne facciamo 28…”, quindi stringi stringi alla fine sono riuscita a farci stare solo questo. Già così mi sembrava stringato. La storia comunque c’era già, so già come portarla avanti anche se probabilmente cambierò qualcosa. Il discorso è che devo trovarmi un editore che la pubblichi per intero!

E guardandola adesso?

Ah, io adesso cambierei tutto! [ride] Ma questo è un classico mio, anche facendo un disegno: la prima mezz’ora lo vedo e mi dico “Ma dai, si può fare”, poi lo riguardo e cambierei tutto. Però penso sia normale, perché è in base alle tavole fatte e all’esperienza che poi dici “Mah, potevo rifarlo così… Potevo inquadrarlo di là…”. Penso sia una cosa comune a tutti i fumettisti. Tra l’altro non c’è un modo unico di raccontare una storia, per cui col famoso senno di poi dici “Avrei cambiato tutto”, ma poi alla fine sono contenta di com’è venuto Aelis, considerato il numero di pagine e che il tempo non era tantissimo, dovendo fare anche il colore (e in effetti non ho fatto una colorazione complessa!). L’importante per me era riuscire a fare una cosa il più ben fatta possibile tenendo conto però anche dei tempi che avevo. Che anche lì mi hanno fatto una sorpresa: all’inizio la scadenza era metà settembre, poi a fine luglio mi hanno detto “Comunque se ce la fai entro agosto è meglio…”! Per cui ho fatto un’estate chiusa a casa praticamente… Ora c’è soddisfazione, per carità, ma una gran fatica perché gli amici andavano in spiaggia, in barca… [ride] Comunque in definitiva sono contenta di com’è venuto fuori.

Come ti sei trovata quindi con l’esperienza della sceneggiatura di Mondombra?

Bene! Ovviamente ci sono dei punti in cui io e lo sceneggiatore non eravamo d’accordo, però penso che siamo riusciti a raggiungere un buon compromesso. Anche perché, dovendo fare un progetto di 56 pagine, bisognava un attimino gestire un lasso di tempo più lungo, più impegnativo, e quindi, avendo anche tempi stretti perché abbiamo incominciato a lavorare a gennaio di quest’anno per  chiudere a marzo-maggio, abbiamo dovuto correre come dei disperati!

Stai già lavorando sui successivi due volumi?

Purtroppo Mondombra adesso dovrà un po’ slittare, perché la priorità ce l’ha l’altro progetto. Eventualmente appena lo finisco continueremo a valutare con Renoir questa cosa, come continua, perché loro volevano farne una trilogia, però avevo bisogno un po’ anche io di capire che tiro dare alla storia e vedere un attimo come organizzare gli sviluppi.

In futuro preferiresti partecipare a dei progetti che ti vedano, dalla sceneggiatura al disegno, occuparti di tutti gli aspetti inerenti al fumetto, oppure preferiresti una collaborazione con uno sceneggiatore?

Io sento di avere ancora molte carenze che ovviamente poi si colmeranno con l’esperienza. Per adesso, se devo scrivermi delle cose cerco di farlo nel migliore modo possibile. Poi ovviamente l’inesperienza farà la sua parte. Sicuramente lavorare con altre persone ti aiuta, a parte per il fatto di esser seguiti da persone più competenti nel campo della sceneggiatura, ma anche proprio per imparare a lavorare con altre persone. Quindi non è che abbia preferenze.
Per esempio, questo fumetto francese che sto portando avanti con una sceneggiatrice francese va benissimo! Mi trovo benissimo a lavorare con lei, e se poi mi toglie anche il pensiero della sceneggiatura va benissimo! E poi c’è anche un buon dialogo, nel senso che lei mi fa delle critiche costruttive sui disegni come io gliele posso fare sul testo e si riesce a lavorare bene, rispettandosi l’un l’altro e non facendosi problemi a dire cosa bisogna cambiare perché non funziona,

A proposito del tuo blog, che hai aperto in occasione della pubblicazione di Mondombra, che riscontri ti dà dai tuoi fan?

Beh, i miei fan…!! Io non volevo neanche aprirlo, in realtà, però poi mi sono resa conto che era forse l’unico modo per rimanere in contatto continuo intanto con i miei ex compagni della scuola di Firenze, ma anche con tutti gli altri miei amici che sono sparsi in giro. Perché purtroppo persone che fanno fumetti ne conosco in ogni dove tranne che in questa zona! E non solo per gli amici, ma anche per gente del settore che almeno ha un riferimento per andare a vedere quello che sto portando avanti. Insomma, per stare un po’ in contatto principalmente, perché ovviamente non è che si può anticipare tutto per questioni proprio di lavoro. Per vedere un po’ cosa fanno gli altri. Trovo però che sia utilissimo.

Una cosa che mi ha incuriosito guardando il blog, è la tua passione per le storie di pirati. Da dove è nata?

Beh, io sono di Murano, principalmente, quindi completamente in mezzo all’acqua. I segnalibri dei pirati che trovi nel blog sono di diversi anni fa, quindi non sono una spinta piratesca dei film dei Caraibi. Come genere mi piacerebbe anche fare qualcosa sul tema, e ho avuto anche delle proposte in questo senso. Solo che adesso devo fare una cosa per volta altrimenti impazzisco e non riesco a fare bene nessuna delle cose.

Altri progetti per il futuro?

Ne avrei anche alcuni “nel cassetto”, come si suol dire. Poi dipende anche da quello che mi verrà proposto o che verrà fuori più avanti, perché alla fine bisogna anche vedere a seconda di chi magari ti chiede una collaborazione, quindi se poi viene fuori qualcuno che mi dà da disegnare una sua storia ben venga!

Ti ringraziamo per la disponibilità e per la simpatia, Nora!

Grazie a voi!


Ylenia Semenzato
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