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Marco Santucci

Intervista a cura di Gianluca Reina.
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Ciao Marco e benvenuto su Comicus!


Salve a tutti!

A fine agosto vedrà la luce il primo numero della miniserie Secret Invasion Spider-Man che si fregerà delle tue matite. Ci puoi riassumere come sei stato coinvolto nel progetto?

Il contatto con la Marvel Comics è avvenuto grazie all'intercessione del mitico Simone Bianchi che ha mostrato alcune mie pagine di prova riguardanti Spider-Man a Stephen Wacker, l'editor delle testate ragnesche. Stephen ha apprezzato da subito il mio lavoro, e con mia grande sorpresa mi ha proposto, dopo un po’ di tempo, una miniserie di tre numeri. Inutile dire che sono rimasto entusiasta della cosa!

Cosa ci puoi anticipare della storia? Quali personaggi appariranno?

Non posso dire molto sulla storia per esplicita richiesta della Marvel. Quello che posso dire, perché già dalle pagine di anteprima si vede, è che la storia narrerà cosa accade a New York durante Secret Invasion. Aspettatevi grande azione ed ironia. Brian Reed, autore della sceneggiatura, è molto bravo a miscelare momenti drammatici con scene di azione e ironiche. È stato un piacere immenso lavorare con lui che, fra l'altro, ha apprezzato molto il mio lavoro a sua volta. I personaggi coinvolti saranno Jackpot, la nuova eroina newyorkese dell'Iniziativa, e alcuni dei comprimari di Brand New Day. Ognuno avrà una sua parte importante nella storia e dimostrerà nuovi lati della sua personalità una volta calato in questa caotica situazione. Naturalmente appariranno un nuovo Superskrull (il Sinister Six Skrull) e Spidey.

Quali sono state le principali fonti di ispirazione nel creare il tuo Spider-Man?

Beh, gli autori a cui mi ispiro di più sono Alan Davis, Brian Hitch, Claudio Castellini, Adam Hughes, Kevin Nowlan e tanti altri. È indubbio che la versione cinematografica dell'arrampicamuri però ha avuto il peso maggiore nel mio modo di interpretarlo. Il grande poster che ho qui in studio lo prova!

Il villian principale è uno Skrull con i poteri dei sinistri sei. Non deve essere stato facile raffigurare un personaggio che dovesse riassumere in se le fattezze di ben altri sei personaggi diversi. Come hai affrontato la sfida di crearlo graficamente?

Beh, all'inizio mi sono trovato un po’ spiazzato perché non avevo mai fatto una cosa del genere. Quando vedi scritto "il super Skrull ha un costume ed un aspetto che riassume poteri e look di Sandman, Electro, Venom, Lizard, Rhino e Hydroman", effettivamente non è semplice immaginarsi come potrebbe apparire. Poi ho pensato di usare come base l'aspetto di Venom (stemma, occhi, denti e lingua), aggiungendo su di esso elementi come i fulmini del costume di Electro ed i bracciali che indossa nella versione di Terry Dodson (vedi Marvel Knights: Spider-Man di Mark Millar e Terry Dodson), il doppio corno e le zampe di Rhino, nonché la coda di Lizard. Sandman e Hydroman li ho mostrati più che altro tramite i poteri. Non ce lo vedovo il Superskrull con una maglietta a righe orizzontali, onestamente!

L'Uomo Ragno su cui ti sei trovato è quello venuto fuori da "One More Day". Hai avuto modo di seguire questa controversa storyline? Che ne pensi?

Avevo letto "One More Day" in lingua originale e sarò sincero: a me è piaciuta! È vero, può sembrare una forzatura, uno snaturamento del personaggio, una soluzione troppo facile per rimettere le cose a posto… Però io credo sia giusto ricordare a tutti quelli che non hanno apprezzato la cosa che Spider-Man è una serie on-going, cioè che va avanti teoricamente all'infinito (vendite permettendo). In decenni di storie è naturale che ogni tanto vengano fuori eventi come Peter Parker che svela la sua identità al mondo. Servono a dare uno scossone alla storia del personaggio, a tenere viva l'attenzione su di lui. Tenete presente che una cosa come questa ha avuto una risonanza mondiale! L'ho sentito pure al telegiornale! Quindi, lo scopo di base, ossia far pubblicità al personaggio, aumentare le vendite, credo sia stata raggiunto.
A questo punto, era naturale che uno sconvolgimento del genere dello status-quo di Spidey andasse rimesso a posto. Era naturale che un personaggio come lui avesse bisogno di tornare un po’ alle origini, con storie che rimettessero in ballo gli elementi che lo hanno fatto amare al pubblico in decenni di continuity. È un po’ come avere un computer un po’ troppo pieno di roba… sapete com'è… diventa sempre più lento e comincia a non funzionare. Alla fine è necessario un reset del sistema, addirittura una bella formattazione. "One more Day" ha resettato tutto quello che era stato aggiunto al personaggio negli anni e che alla fine aveva un po’ "ingolfato" le storie. Beh, adesso le storie di Spidey sono sicuramente più fresche e lineari. Almeno questa è la mia opinione.

Questo è il tuo primo lavoro per gli americani. In cosa è stato diverso dal lavorare per una serie italiana?

Beh, la più grossa differenza è la libertà creativa. Non sei vincolato ad una gabbia sempre uguale, il che ti permette di poter variare le inquadrature in molti modi. Lo sceneggiatore inoltre non impone mai il suo punto di vista e di conseguenza il disegnatore crea più liberamente la pagina. Ad onor del vero, in USA infatti il layout è una fase del lavoro che viene pienamente riconosciuta, proprio perché è necessario uno studio non solo delle inquadrature ma anche del modo in cui i vari panel (le vignette) si incastrano l'una con l'altra. A suo modo, è una parte di sceneggiatura!
 
Vedi in modo diverse le tue matite inchiostrate da un altro?

Le vedo mooolto diverse. Se avessi avuto la possibilità, infatti, avrei inchiostrato il lavoro da solo. Mark Pennington, comunque, dopo che gli ho inviato alcune mie pagine inchiostrate e gli ho rotto abbondantemente le scatole ogni volta che vedevo roba che non mi tornava, sta realizzando un ottimo lavoro. Certo è che chiunque mette le mani sul tuo lavoro non può leggerti la mente, e quindi non succederà mai che viene fuori un lavoro esattamente come te lo aspetti. Forse, se venissi inchiostrato da uno come Mark Farmer o Paul Neary (magari!), rimarrei sicuramente soddisfatto al 100% perché è un tipo di inchiostratura che amo infinitamente, la loro!
 
Ora che hai provato la libertà del layout "all'americana" con che occhi guardi alla "gabbia" bonelliana?

Beh, diciamo che, come ho fatto in tutti questi anni, mi dovrò sforzare a far stare dentro la gabbia (appunto) i personaggi. Farò comunque del mio meglio, questo è sicuro!

Tex e Spider-Man. Sul tuo curriculum hai due delle più grandi icone del mondo a fumetti. In cosa trovi che questi due personaggi assomiglino e in cosa differiscano.

Assomigliarsi Tex e Spider-Man? Sarò onesto, non credo ci siano due cose più opposte. Tex rappresenta un modo classico di vedere il fumetto, sia a livello grafico che narrativo. È l'eroe che non ha mai paura, che sa sempre come risolvere la situazione, sempre sicuro di sé nonostante non abbia nessun potere a parte l'abilità di cavarsela sempre in ogni situazione. Spider-Man è l'eroe simbolo del motto "super-eroi con super-problemi", ideato da Stan Lee tanti anni fa. Un personaggio che nonostante abbia grandi poteri, è schiacciato da un senso di responsabilità opprimente e continuo, non è sempre sicuro di sé, e le sue scelte a volte si sono rivelate errori clamorosi (vedi Civil War!). Forse l'unica cosa che li accomuna è l'essere due eroi "positivi", guidati da un senso di giustizia non comuni.

Che progetti ci sono nel tuo prossimo futuro?

Sto per finire l'ultimo numero di Secret Invasion: Spider-Man. Da settembre mi dedicherò invece ad una bella storia di Dampyr scritta da Diego Cajelli. Entrambi sono supervisionati da Mauro Borselli, che a sua volta ha scritto la sceneggiatura della storia di Tex che ho finito mesi fa ed uscirà ad ottobre. Per il resto, vediamo che ci riserva il futuro…

Se continuassi con altri lavori presso la Marvel, con quali personaggi o serie ti piacerebbe confrontarti?

Spider-Man rimarrà sempre il mio preferito. Però amo anche cambiare generi e personaggi. Tiene sveglia la creatività nonostante a volte sia faticoso ri-documentarsi su cose nuove. In linea di massima, quindi, mi piacerebbe provare un po’ di tutto. Se potessi scegliere, in questo momento troverei interessante lavorare a qualche serie ambientata nello spazio, un background visivo che ancora mi manca e su cui mi piacerebbe sperimentare. Devo anche dire che, se ne avessi la possibilità, accetterei una qualsiasi serie scritta da Mark Millar, il mio sceneggiatore preferito!
 
Il tuo sito internet è ricco di contenuti e continuamente aggiornato. Quale pensi che sia, nell'epoca in cui viviamo, il ruolo e il valore di una homepage personale?

Beh, vi dirò una cosa: poco dopo che il mio sito internet era in linea, Stephen Wacker mi ha richiamato e proposto il lavoro per Spider-Man. Come potrei non dire che, anche se non essenziale, un sito internet è una comoda vetrina per il proprio lavoro? Mostrare le immagini che hai prodotto negli anni e il tuo curriculum secondo me dà una marcia in più. E soprattutto mostra a chi ancora non ti conosce che sei un professionista con vari lavori alle spalle.


Gianluca Reina
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