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Squadron Supreme Returns: Marco Turini

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Intervista a cura di Paolo Boscolo, Giovanni La Mantia, Marco Rizzo.

Dal fumetto indipendente a Santiago della Star, dall'autoproduzione a John Doe di Bartoli & Recchioni.

Adesso approdi alla Marvel, IL colosso mondiale per quantità di lettori e testate superoistiche di chiara fama. Qual è il tuo spirito in proposito? Le tue sensazioni e le aspettative.
Il mio è lo spirito di che pensa "Ok, ora si fa sul serio" Smiley Ovviamente con questo non voglio sminuire i lavori precedenti, ma certamente capisco che adesso la responsabilità è diversa e che gli sperimentalismi devono essere più moderati (parlo essenzialmente di tecniche).
Sono rimasto molto sorpreso dal modus operandi della Marvel, mi aspettavo molta meno libertà, ma invece mi ritrovo con grandissima possibilità di azione e posso "non snaturarmi" proseguendo il mio percorso… Quello che mi aspetto è di poter continuare su questa strada.

Puoi farci un esempio? Come hai proceduto ad esempio nella produzione delle tavole e soprattutto nella creazione dei nuovi personaggi?

Beh, il mio timore era quello di dover esagerare con le inquadrature o comunque dover cercare "visioni" che non mi appartengono. Invece hanno praticamente approvato tutto senza chiedermi di modificare il mio stile.
Discorso simile sui personaggi, Howard Chaykin mi ha dato la sua visione ma io ho potuto inserire moltissime cose rispetto al suo punto di partenza e anche là dove non c'era un accordo nella visione io ho avuto il mio peso… Ho trovato Howard un grande artista anche su questo, non mi ha imposto niente ma c'è stato un dialogo fin dall'inizio.

Chaykin ti ha coinvolto anche nella stesura delle storie? vi siete confrontati?

No, ovviamente le storie sono sue, ma invece ho avuto molta libertà nello scegliere la telecamera, sulla recitazione ecc…

Come procedono i lavori? A che punto sei arrivato?

Beh, abbiamo impiegato moltissimo tempo nello studio dei personaggi, gli ambienti, ecc… Adesso sono vicino a consegnare il secondo episodio.

Cover di Garg LandCome ti trovi a lavorare con Howard Chaykin? Negli ultimi anni lo scrittore si è dedicato di più al disegno. Ha ripreso le tematiche e i toni che lo avevano reso grande negli anni '80?

Io amo le storie di HC da quando lessi "Black Kiss". Ho sempre pensato a lui come uno scrittore diretto, che va poco per il sottile (forse anche per questo che nella mia mente si associa a Frank Miller) e in questo Squadrone lo dimostra ampiamente! Personalmente ritengo sia uno dei più grandi scrittori in circolazione e penso che Joe Quesada e John Barber ci abbiano visto lungo affidandogli lo Squadrone, probabilmente il luogo ideale per la sua vena creativa dissacratoria.

Lavorando sullo Squadrone, il tuo lavoro sarà confrontato con quello di Gary Frank. Come ti senti relativamente a questo? Hai cercato di adattare il tuo stile?

Apprezzo tantissimo il lavoro di Gary Frank. Nessuno mi ha chiesto di avvicinarmi al suo stile né di studiarlo, ma ho cercato ugualmente di comprenderne lo spirito… Anche per questo, pur non modificando la mia visione, ho cercato di lavorare moltissimo sul mio storytelling. In sostanza grazie allo squadrone di Frank ho compreso come dare più spazio alla narrazione rispetto alla bellezza del disegno in sé. Credo sia il punto dove sono maturato di più.

Cosa si devono aspettare i lettori da questa nuova serie dedicata al Supreme-verse?

Si devono aspettare qualcosa di totalmente nuovo! Penso che dello squadrone ci sia lo spirito più di ogni altra cosa, l'affrontare la società attraverso la scusa del supereroe… Per il resto molti sconvolgimenti, l'inserimento di nuovi personaggi e prospettive diverse… assomiglia molto ad un terremoto, questa versione!

La tua permanenza alle matite di questa serie è già stata fissata, o rimarrai a scadenza indefinita?

Scadenza indefinita Smiley

Su quali altri personaggi della Casa delle Idee vorresti avere l'occasione di lavorare?

Eheheh, mi sono preso lo sfizio di lavorare su un Wolverine, e i prossimi su cui vorrei lavorare (Squadrone permettendo) sono Thor e Devil, ma c'è tempo.

Com'è naturale, il tuo tratto nel corso degli anni si è via via modificato verso una leggibilità sempre più evidente.
Cosa ti riesce più spontaneo: lavorare sull'inchiostrazione per una definizione dell'immagine quanto più possibile nitida, oppure una colorazione che evidenzi il naturale approccio con le anatomie? Ovvero, intimamente preferisci i tuoi lavori in b/n o quelli multi cromatici?

Io quando disegno lo faccio a colori, nel senso che penso sempre a colori. Per questo quando vedo le mie cose colorate ho quasi sempre un attimo di "scompenso"… È come se tu scrivessi un racconto e poi te lo ritrovi stampato con una sintassi diversa! Magari è pure meglio di quello che avevi in testa ma è diverso.
Il colorista dello squadrone sembra però essere in buona sintonia con me e io, da buon paranoico, cerco di dare mille indicazioni. Smiley



Redazione Comicus
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