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Carmine Di Giandomenico

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Quale delle tante rappresentazioni e visioni nella tua opera sono quelle a cui sei più legato? Cosa rappresenta per te il viaggio di Oudeis?

Tra le tante rappresentazioni di Oudeis, quelle a cui sono maggiormente legato sono due. La prima appartiene al primo volume e la seconda al secondo volume.

La prima è la sequenza del ricordo di Ulisse, quando rivede per la prima volta Penelope. Mi è piaciuto poter raccontare un momento che nell’Odissea è poco raccontato, il loro rapporto di amanti prima della sua partenza, e soprattutto inserire e rappresentare quegli elementi che avrebbero fatto parte del futuro di entrambi, come il telaio e l’ulivo su cui Ulisse scolpirà il loro letto matrimoniale, e poi intorno pietra su pietra costruirà la loro casa. Quell’albero è legato anche a Penelope perché, nella versione omerica, Penelope metterà alla prova Ulisse, e per poter capire se l’uomo che ha di fronte sia l’uomo che ha amato o no, chiede alle ancelle di spostare il letto nuziale, quel letto che ha dato notti a lei e Ulisse, e di portarlo in un’altra stanza.Ulisse la ferma dicendogli che quel letto non può essere spostato appunto perché ricavato da un ulivo che a lei piaceva, e che lui stesso di proprio pugno ha scolpito. E rispondendo così Ulisse dimostra che nonostante gli anni passati non ha mai dimenticato la sua donna e ciò che sente per lei. Questo è un motivo, ma soprattutto con la battuta di lei che dice ad Ulisse “Aspettami” e il ribaltarsi dei ruoli, preannunciandone il suo destino.

La seconda visione che mi resta dentro appartiene al secondo volume. Sono le prime 5 pagine, dove ho voluto ricercare un linguaggio diverso dalla didascalia e dal balloon, e ho inserito il linguaggio dei sordomuti per dare “voce” allo spirito della madre di Ulisse. È stata dura sbobinarsi la cassetta con la registrazione dei segni. Ogni singolo gesto è fondamentale per la sua comprensione. E chi vorrà scoprire cosa dice lo spirito della madre basta che prenda un libro dell’Odissea.
Queste sono quelle a cui sono più legato, ma in fondo, in realtà, tutte le sento vicine, e a pari merito se vogliano come l’interpretazione dei proci, la sequenza dello scontro finale e rivelazione che troverete nel secondo volume. Quindi non voglio anticipare troppo.

Oudeis è un'opera che ti ha impegnato per molti anni. Hai aneddoti, esperienze (positive e negative) legate alla realizzazione dei due volumi che vuoi raccontarci?

Oudeis mi ha impegnato anche anni prima della sua stessa pubblicazione. L’ho iniziato seguendo una suggestione, e come detto proprio in un periodo particolare dove non facevo più fumetti.

Mi ricordo quando stavo lavorando all’autolavaggio di mio fratello, e mentre asciugavo i finestrini di una uno bianca, non facevo altro che pensare come interpretare Cariddi. Esco fuori una volta finito, mi guardo in giro…, e cavolo ero dentro Cariddi! La struttura del parcheggio dove si trovava l’autolavaggio era un ellisse concentrico che scendeva in basso, proprio come i vortici descritti da Omero.
Per l’esperienza che ho avuto in questi anni è stata di arricchimento personale e professionale, mi sono messo in discussione mille volte, e confrontato con tanti altri artisti di settori diversi per focalizzare meglio il bersaglio. Saldapress ha creduto tantissimo nel progetto, e si è messa in discussione lei per prima, affrontando una elaborazione digitale sulle pagine alquanto titanica.
Non so se il lettore medio possa carpire tutte le finezze del volume, ma un lettore attento e appassionato non potrà restare deluso, a partire dal lettering particolare che ha richiesto molto tempo dopo una attentissima rielaborazione dei testi, all’intervento grafico particolare con delle soluzioni che avevo chiesto. Saldapress ha adottato tecniche nuove per poter arrivare ai risultati identici a quelli che immaginavo.

Ricordo ancora la faccia di Andrea quando descrivevo la parte finale del libro 2. Qualsiasi editore di fronte a quella descrizione si sarebbe tirato indietro dicendo che ero pazzo a chiedere cose del genere. E invece al contrario, proprio come si dovrebbe fare, Saldapress si è messa in gioco.
Ma la cosa che in questo progetto mi ha emozionato, è stata vedere come si sia creato un gruppo di persone che si sono appassionate al mio progetto oltre a Saldapress, come Fabrizio Tavernelli, i ragazzi della Alien Factory, dove tutti hanno dato fondo alle proprie energie per poter collaborare e realizzare attraverso il loro linguaggio formule diverse che descrivessero il progetto di Oudeis. Ultima frontiera di questa unione di energie è proprio il video promozionale, dove mi sono esaltato del risultato raggiunto insieme a Tavernelli, la Alien factory e Saldapress. Se pensate che si è lavorato tutti insieme senza mai vedersi e sentirsi e conosciuti una volta che il filmato era finito è sconvolgente. Vedere come tutti abbiamo avuto l’obiettivo comune di rappresentare la suggestione di Oudeis e non il personaggio del fumetto, nella piena e massima libertà. Raggiungendo un risultato di perfetto equilibrio comunicativo dove nessuna personalità invade l’altra.

Finito Oudeis, che ne sarà del Di Giandomenico autore completo? Altre idee nel cassetto?

Ritorno all’autolavaggio? Scherzo… Di idee ne ho tante, ma mi rendo conto che sono anche molto particolari. Non so oltre a Saldapress chi sia disposto a rischiare e mettersi in gioco seriamente, sulla ricerca di alcuni linguaggi.
E poi Oudeis! Il secondo libro è sì di conclusione, ma in realtà il progetto è studiato per essere sviluppato in 10 volumi, ogni volume a rappresentare un anno dell’odissea omerica. So che l’intenzione è titanica, e con Saldapress stiamo valutando la mia idea, anche se la vedo dura, non per le intenzioni, ma per un tipo di investimento che comporterebbe ad un impegno molto più alto di quello attuale. Ma chissà, vedremo se riprenderò la zattera, almeno per l’ultima traversata. Intanto gli impegni come disegnatore per la Marvel, Glenat, e altri ancora, mi tengono distante dalla scrittura, anche se le mie sceneggiature sono in realtà strutturate come storyboard, ai quali poi inserisco i dialoghi plasmandoli per avere migliore equilibrio espressivo con l’immagine.
Per il futuro di autore completo bisogna vedere chi sarà disposto ad ascoltare e ad investire su questo piccolo cavallo pazzo.

Allora tanti in bocca al lupo a questo vorticoso e coinvolgente Ulisse del fumetto italiano!

 



Marco Rizzo
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