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Comicon 2007: Intervista a Luca Boschi

Intervista a cura di Gennaro Costanzo 

Ciao Luca, la nona edizione del Comicon è terminata, e a quanto pare è stata un successo di pubblico e di critica. Puoi raccontarci le tue impressioni?

Non essendo io di Napoli, ma quasi "napoletano dentro", come vari altri amici che scendono ogni anno nella capitale partenopea per mettere in piedi questa operazione titanica, la prima sensazione è sempre di stupore (e un po' di emozione) davanti al panorama mozzafiato della città che si puo' vedere dalla cima di Castel Sant'Elmo. Quest'anno, come per l'edizione dedicata al fumetto franco-belga, il grosso delle mostre del Comicon, da Igort alla fantascienza, dall'arte ispirata al fumetto, all'omaggio a Luciano Bottaro, era ospitato proprio nello spazio d'arte sito sul piazzale del castello, e il clima che si respirava aveva qualcosa... di quasi mistico! Esagero? Be', penso che anche Moebius, che di queste cose se ne intende, abbia subìto questo fascino. E per un orientale come Go Nagai, che non si era mai spinto da quelle parti, debba essere stato altrettanto sensazionale. A parte queste considerazioni un po' collaterali, credo che con questa nona edizione la manifestazione si sia definitivamente consacrata come la "meno italiana" e la "più internazionale" fra quante se ne tengono nello Stivale.

Quasi tutti apparentano il Comicon a una convention francofona, vista la cura profusa nell'allestimento delle esposizioni e al fatto che si privilegia il tentativo di fare cultura all'offerta di puro intrattenimento, alla divagazione collaterale (vedi i Games) e al mercato. La strada segnata è questa, e sarà così battuta anche in futuro. Spero anche che altre manifestazioni ci "copino" e prendano spunto da questo successo (25.000 presenze dichiarate in tre giorni, come visitatori, più un numero assai ampio di addetti ai lavori e accreditati). Il pubblico che vuole conoscere contenuti e personaggi, creatori di storie e di immagini c'è e va incoraggiato, non frustrato (o, peggio, "spennato").

La scelta di far ruotare tutto attorno al blu, ed in generale la nuova impostazione tematica, è stata a mio avviso un successo. Anche perché la manifestazione si è, in un certo senso, liberata dalla settorializzazione che nelle precedenti edizioni magari teneva un certo tipo di pubblico alla larga. Così facendo invece la varietà delle mostre e degli spunti si è notevolmente allargata, non senza un comune denominatore...

Era una delle ragioni per cui, dopo otto edizioni, il Comicon ha un po' ridimensionato l'attenzione riservata in passato alle scuole estere (anche quest'anno, tuttavia, era presente il Festival di Barcellona con una sua rassegna, che poco aveva a che spartire col blu). I principali apporti dati al fumetto (e in parte al disegno animato) all'estero erano già stati setacciati e presentati negli anni scorsi: dalla scuola latina agli americani, dai canadesi ai giapponesi e coreani, dai tedeschi ai belgi, senza contare gli inglesi del 2006... Insistendo su questa linea, ci saremmo ripetuti troppo, e quanto ancora resta da essere analizzato e mostrato (per esempio il fumetto russo durante e dopo il regime sovietico, l'arte dei popoli scandinavi, qualcos'altro in Asia e in Africa) puo' essere agevolmente coordinato con questo nuovo filone cromatico nelle edizioni future.

Ci sono stati anche degli imprevisti, degli inconvenienti, alcune conferenze sono saltate, poi ci sono state le polemiche circa lo spostamento della manifestazione...

E' vero. Ci sono stati ritardi nella cerimonia di premiazione, che ci hanno costretto a rifare la scaletta in diretta, improvvisando quasi tutto (penso si sia notato!). Ha pesato sulla programmazione l'impossibilità di fare annunci nel castello per annunciare gli incontri, e questo inconveniente (dettato da ragioni tecniche che dobbiamo superare) li ha fatti slittare spesso per recuperarli in orari o in giorni diversi, con sovrapposizioni o strani accorpamenti, in un talk-show quotidiano che, lo annuncio sin da ora, non è più proponibile con le caratteristiche di quest'anno, che hanno fatto sudare freddo più d'uno... I forti contrasti non piacciono a molti autori e operatori del fumetto, i quali preferiscono raccontare "in proprio" le loro future uscite o il loro lavoro, senza l'ansia di doversi confrontare con altri che invece hanno idee o posizioni diverse dalle loro.

Come ti sarai accorto anche tu, ci sono state ore di talk-show oscillanti fra l'autocoscienza e la sceneggiata, a seconda delle voci messe in campo... Alla fine, comunque, ne è uscito un affresco assai composito e fedele di quella che è, oggi, la situazione molto complessa e polverizzata del fumetto italiano. Tirando le fila di questi incontri, sono felice che sempre più editori, specialmente i piccoli, scelgano il Comicon per varare le loro nuove uscite, lanciare i nuovi prodotti. Castel Sant'Elmo si è confermato un enorme fonte battesimale; più che un microfono a pila, talvolta mi sembrava di impugnare un aspersorio.

Immagino starete già progettando e ponendo le basi per la decima edizione: quali le tematiche, quali autori si pensa di aver come ospiti... Puoi anticiparci qualcosa?

Ben poco, ahinoi, perché le idee sono tante e quelle che non andranno in porto per il 2008 tenteremo di dirottare sulle edizioni future. Ma sicuramente il secondo colore della quadricromia che prenderemo in considerazione sarà il magenta. E quindi, il rosso (e il rosa!) saranno declinati in tutte le loro sfumature. Forti di questa prospettiva, ci sono già editori che ci hanno annunciato di uscire fra un anno con riviste e libri dalla copertina color fuoco, o color sangue. O "color passione". Ma il rosso è (ed è stato) anche un colore ben preciso in politica, e anche su questo stiamo riflettendo. Una rassegna sui fumetti dei Paesi dell'Est non è ancora stata fatta, e, be'... Vedremo.

Il Comicon continuerà in giro, giusto? Il 30 aprile siete stati alla Ca' Foscari di Venezia, poi cosa altro ci sarà prima della decima edizione?

Innanzitutto, alcune mostre proseguono, a Castel Sant'Elmo e altrove. Poi, c'è una ripresa della mostra underground "Sventurata la terra che ha bisogno di (super) eroi", dal 25 maggio al 16 luglio, al secondo piano nello spazio progetti del PAN. Infine, valutiamo la partecipazione, con iniziative varie, a festival amici. Negli ultimi anni il Comicon è stato sempre presente sia alla Frankfurt Buchmesse che al Festival di Angouleme. Poi... ci sono le varie iniziative personali, di molti di noi, extra-Comicon (in particolare, sarò presente tutti i giorni all'imminente fiera del Libro di Torino, e all'imperdibile Reggio Emilia di fine primavera)... In pratica, il moto perpetuo.

Ultima domanda. Potendo togliere i panni di organizzatore della manifestazione ed indossando quelli di un comune visitatore, secondo te quale è stato il momento, o comunque la cosa, migliore di questa edizione?

Molti direbbero gli ospiti, i Maestri restìi a partecipare a manifestazioni italiane (e non solo). Ma c'è anche molto altro; per esempio, lo Spazio Pro ha funzionato benissimo, ospitando non solo editors e autori, ma anche microriunioni di operatori a livello anche molto alto (alcune di taglio davvero internazionale), sfuggite agli occhi dei più. Poi... Be', per me è difficile vedere il Comicon con occhi "da esterno". Direi che le cose migliori sono state due conferme. Una riguarda l'affiatamento dello staff, e il lavoro collettivo che riesce a fare, in condizioni spesso assai complesse. L'altra è il fatto che molti visitatori attendono l'arrivo del Comicon annuale segnandosi l'appuntamento in agenda, perché non vogliono mancarlo.

Penso che questa mostra, che si è riconfermata come la convention più a sud d'Italia (isole comprese), continui ad avere tutte le sue brave ragioni per esistere e proseguire il suo cammino "servendo" soprattutto un'area del Paese che altrimenti sarebbe orfana di balloons e di disegni animati. Le molte presenze dalla Calabria, dalla Puglia, dalla Sicilia (e anche dal Lazio e dalle altre regioni del centro Italia) ce lo confermano.



Gennaro Costanzo
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