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Intervista a XL

La mattina del terzo giorno di Napoli Comicon abbiamo assistito al momento più animato della fiera, vale a dire la conferenza di presentazione di IUK, proposta fumettistica del mensile di Repubblica XL.
Gli autori di IUK sono stati accusati da Igort di non avere un progetto, e la discussione si è protratta per un’oretta in modo piuttosto animato, risolvendosi poi in un nulla di fatto.

Abbiamo pensato quindi doveroso intervistare Luca Valtorta e David Vecchiato, responsabili di IUK, per conoscere i dettagli dell’operazione.


Intervista a cura di: Giulio Capriglione, Gennaro Costanzo e Gianluca Reina

Come si articolerà la proposta dei fumetti di XL?

Valtorta: Mah, chi può dirlo. No, in realtà continuerà ad esserci anche Italian Underground, perché vogliamo continuare a dedicare spazio agli emergenti, quindi ogni mese ci saranno le due pagine di Italian Underground più… quante pagine di IUK, David?

Vecchiato: Quattro pagine, così magari gli autori di IUK riescono a fare anche delle storie leggermente più ampie della striscia o comunque della battuta. Gli autori di IUK avranno tre numeri ciascuno, in modo che i lettori si abituino al personaggio e alla sua ambientazione. Questo mese iniziano Maicol & Mirco, poi toccherà a Francesca Ghermandi con Gorge, il personaggio di Grenuord [volume della Ghermandi appena uscito per Coconino, ndG].

Ci spiegate un po’ come funziona questo progetto, le sue finalità?

Valtorta: L’evoluzione nessuno la sa… quello che ci auguriamo è diffondere gli autori. E’ ridicolo dire che XL ha scoperto questi autori, nessuno di questi autori l’ha scoperto XL. Noi vogliamo essere una cassa di risonanza per rendere noto a un pubblico il più grande possibile autori che per scelta o per vocazione sono underground. Poi ovviamente ci sono personaggi come Massimo Giacon che lavora per Alessi, che fa parte della storia del fumetto, che è ridicolo definire in questa maniera, ma ci ha dato comunque il suo apporto perché gli piace fare questa cosa, evidentemente, e noi ne siamo ben felici. Noi due anni fa non sapevamo neanche che ci sarebbe stato IUK, quello che volevamo fare era semplicemente dare uno spazio, nella sezione fumetti, alle produzioni italiane. Perché questa è la filosofia di XL in tutti i campi. L’abbiamo fatto per la musica, con Baustelle, Fabri Fibra, e altri; l’abbiamo fatto nella letteratura con Saviano, che XL ha pubblicato per primo tra i media a grande diffusione sei mesi prima dell’uscita del suo libro [Gomorra, Mondatori Strade Blu, ndG]; e continueremo a farlo in tutti i campi, perché crediamo fermamente che sia importante che anche in Italia certe cose vengano portate all’attenzione del pubblico grazie ai media, cosa che, non so per quale motivo, i media italiani non hanno mai fatto, limitandosi a certificare l’esistente. Noi invece vogliamo prendere cose che esistono e farle conoscere. E la nostra speranza è che poi queste cose vadano avanti da sole, proprio come è stato con Saviano, che abbiamo pubblicato due volte, una sei mesi prima dell’uscita del libro, e un’altra volta dopo l’uscita, abbiamo pubblicato un pezzo in cui lui intervistava i “Co’ sang”, gruppo napoletano secondo noi molto importante. Dopo di che il libro è esploso e oggi Saviano lo conosce tutta Italia…

Vecchiato: E continua a scrivere per XL, quindi si crea un rapporto… crei i tuoi talenti, nel senso, prima li diffondi e poi li promuovi, li produci, gli fai fare delle cose, non dici solo “c’è Saviano, c’è un bel libro, leggetelo, ciao”. Anche con i fumetti…

Un altro esempio che mi viene in mente è quello di Joe R. Lansdale, che venne recensito negativamente in uno dei primi numeri e poi replicò proprio sulle pagine del mensile…

Vecchiato: Esatto, lo scopo è creare un rapporto in questo senso. Anche Jodorowsky… siccome Marylin Manson afferma di ispirarsi all’iconografia e allo stile di Jodorowsky, allora Jodorowsky intervista Marylin Manson.

Ma come risponde il pubblico? Non tanto quello “specializzato” che acquista XL per i fumetti, ma il pubblico generalista che lo acquista per la moda, o per la musica… come si rapporta ai vostri fumetti?

Vecchiato: E’ più curioso quel pubblico lì. E’ più curioso di un fumetto anomalo, particolare… magari è anche il pubblico più curioso di capire, ad esempio, perché 300 viene definito un fumetto fascista, mentre magari il pubblico che conosce e adora il fumetto dice “ah!! Cosa hanno detto!” oppure “ah! L’underground!”. L’underground non vuol dire niente per il non-lettore di fumetti. Noi lettori di fumetti abbiamo allontanato i lettori generalisti per anni, abbiamo detto “queste sono cose nostre, voi via, tu non leggi fumetti”… li abbiamo tenuti a distanza, invece se ne interessano, e a loro i nostri fumetti sembrano una cosa pop, divertente… poi arriva la lettera del tipo “perché tutto questo underground, voglio i Marvel!” oppure quella “quanto mi divertono queste sciocchezze”…

E’ anche un po’ paradossale che si tenti di portare il fumetto alle masse con prodotti così underground, in un certo senso.

Vecchiato: Mah, in realtà a me sembrano molto pop… pensa a quanto è underground South Park, a quanto lo sono i Simpson…

In effetti ricordo la lettera di quello che chiedeva perché non pubblicaste i fumetti Marvel…

Vecchiato: Si, è assurdo perché vai a produrre una cosa che già producono, è come chiedere alla Tenderly “perché invece dei fiori non ci metti lo spiderman, così quando sono al gabinetto mi leggo le storie di Spider-Man”, che già sarebbe più geniale [risate] però comunque le produce già la Marvel. Noi stiamo producendo una cosa che comunque piace, ma che non produce nessun altro.

In effetti parlare di cose che già conoscono tutti è un po’ inutile…

Vecchiato: Si, tornando all’esempio di prima, Saviano non lo filavano molto, poi ci lavori assieme… dici “questo libro è bellissimo, questo libro è bellissimo, questo libro è bellissimo”, e pian piano fai una divulgazione… è guidata come divulgazione, però è anche molto attento al contemporaneo… il numero dopo puoi vedere che ti sei sbagliato la volta prima e quindi vai in un’altra direzione. Per essere attenti al contemporaneo non bisogna stare troppo su di sé.

E’ anche utile per creare un rapporto con i lettori, creare una continuità con la rivista…

Vecchiato: Si, infatti funzionano molto anche il forum e la parte dedicata alla posta… per fortuna, perché altrimenti XL sarebbe un’antologia, un libro.

C’è la possibilità di vedere pubblicati dei libri a fumetti, magari anche solo ristampe dei fumetti pubblicati sul mensile?

Valtorta: Speriamo, sarebbe bello. Anche noi non siamo liberi, dobbiamo chiedere a chi fa di conto, però è una cosa che probabilmente proporremo, quando avremo abbastanza materiale.

Ci sono mai state pressioni dall’alto su quello che pubblicate?

Valtorta: No, perché hanno funzionato. Se non avessero funzionato sarebbe stato diverso. Nelle grandi case editrici le cose sono così: se una cosa non funziona è tutta colpa tua, ma è così un po’ ovunque… quando invece le cose funzionano puoi fare più o meno tutto.

Dico anche a livello di immagine, perché alcuni di questi fumetti hanno immagini abbastanza forti, ovviamente sempre in un contesto umoristico, però possono aver dato dei problemi…

Valtorta: Beh, nel mondo Repubblica ci sono delle cautele, delle attenzioni ecc. Non è la stessa cosa fare un fumetto underground distribuito in poche centinaia di copie e presentarle con un medium così grosso. Anche perché il direttore di XL è Ezio Mauro, il direttore di Repubblica, quindi in qualche modo XL deve essere un prodotto affine a Repubblica, quindi non aspettatevi di trovare apologia del nazismo o cose del genere. Chiaramente c’è una precisa posizione del quotidiano che noi condividiamo, quindi non esisteranno mai cose di questo tipo. Quindi c’è questo tipo di attenzione, ma non bacchettona, cioè si cerca comunque di ragionare sulle cose che ci vengono proposte e di capirne lo spirito. Tant’è che abbiamo difeso Fabri Fibra in musica, perché secondo noi aveva delle valenze che andavano al di là di quello che poteva sembrare. Abbiamo dato anche lì una chiave di lettura, come cerchiamo di fare sempre.

Quindi forse è questa la differenza tra voi e i grandi vecchi a cui faceva riferimento Igort in conferenza, cioè che le vecchie riviste non dovevano confrontarsi con un pubblico così ampio.

Valtorta: Erano realtà molto più “selvagge”, di cui io sono un grande ammiratore, tant’è che nel numero di maggio ci sarà una retrospettiva sul Male.

Vecchiato: Si divulgano sempre, ci sono sulle nostre pagine Liberatore, Mattioli anche Giacon… si divulgano sempre quelle realtà, perché serve… Il Male non se lo ricorda nessuno. Così come parliamo di Kochalka, di Phoebe Gloeckner… abbiamo pubblicato quattro pagine di Diario di una Ragazzina di Phoebe Gloeckner

In Italia nessun giornale ad alta tiratura lo farebbe…

Valtorta: Infatti nessuno l’ha fatto…

Vecchiato: C’è in realtà moltissima libertà nel nostro lavoro…

Valtorta: Ma c’è moltissima libertà perché ce la siamo presa grazie alle vendite, questa è la realtà. Tanto più quello che fai funziona, tanto più sei libero, perché diventa difficile dire no a un progetto che funziona. Tant’è che IUK è il figlio diretto di Italian Underground: abbiamo iniziato con quello, e se ci fosse stato una bocciatura non avremmo proseguito. L’idea è quella di… sono nati dei personaggi, come potete vedere. Nel giro di due anni, ciò che ha fatto XL è stato creare dei piccoli personaggi che potranno avere uno sviluppo, vedremo poi come.

Vecchiato: Poi c’è una cosa importante, che non si ritrova nel discorso di Igort: lui fa il discorso di un progetto a fumetti, ma quelli di cui parla lui erano giornali, anche Frigidaire, non era un giornale a fumetti, bensì era fatto da fumettisti, a parte Sparagna che non scriveva fumetti. Il Male era fatto da autori di satira e fumettisti. Un progetto di una parte di un settore va ragionato in un certo modo: i giornali da edicola non si fanno nella stessa maniera. Non è che la redazione di un periodico da edicola si riunisce e decide “facciamo qualcosa che CI somiglia”, non succede mai, e quando succede sono patetici… quando succede, leggi Il Mucchio, che infatti somiglia a Max Stèfani [direttore del Mucchio, ndG], ed è molto di settore. Non so, penso che ad esempio “Style Yachting” [magazine di RCS, ndG] sia stato realizzato per chi vorrebbe comprare uno yacht, oppure per chi ha già uno yacht e può trovare nel giornale delle cose interessanti. E’ un giornale che somiglia a chi è “di là”, non credo che il direttore abbia pensato “ehi, questa estate mi voglio comprare uno yacht, adesso mi faccio un giornale”… il ragionamento alla base di XL è stato “vediamo cosa c’è fuori”, quindi magari può somigliare di più alle persone che lo leggono, non c’è una posizione egocentrica. E non c’è neanche nel progetto IUK. Non dico che sia sbagliato avere una posizione egocentrica, è presente nel progetto IUK sotto il punto di vista autoriale, perché ogni autore ha la sua personalità.

Quindi ogni singolo autore ha il suo progetto.

Vecchiato: Si, ha un suo progetto nella sua storia. Però l’idea di trasformare i personaggi in icone pop, che potranno poi trovarsi in altri settori, è un’idea che va fuori dalla mentalità del fumetto.

Un’ultima cosa: avete pubblicato anche autori non italiani molto importanti. Questo continuerà?

Vecchiato: Certo, la nostra attenzione è dedicata a tutto ciò che si produce.

Valtorta: Tornando alla “polemica” con Igort, è bene che la gente abbia la possibilità di dire quello che pensa. Alla fine la cosa ha prodotto comunque un minimo di attenzione in più, anzi, molta attenzione in più rispetto ai soliti dibattiti, per me mortali, dove si confrontano super appassionati spesso maniacali e addetti ai lavori magari un po’ spocchiosi, e alla fine ci si parla sempre tra noi. Invece l’idea è di far viaggiare queste cose, perché non tutto il pubblico del Comicon è fatto di gente super appassionata, ci sono ragazzi che vengono qua per farsi un giro e chissà cosa trovano. Magari trovano XL, che gli dà la possibilità di conoscere IUK, ma anche Will Eisner, i fumetti Marvel… di tutto, insomma.

Possiamo dirvi comunque che il riscontro che abbiamo è che una piccola recensione su XL fa vendere moltissime copie, e questo ce lo dicono tutto i piccoli editori. Addirittura, ci diceva un editore che una recensione positiva di XL gli ha fatto avere immediatamente 10 ordini dai distributori.

Ma alla fine vi siete chiariti con Igort? Avete “fatto pace”?

Valtorta: Ma non abbiamo mai fatto guerra. Io sinceramente non ho capito molto bene quale fosse l’accusa, perché è evidente che il giornale una linea ce l’ha, e molto più forte di giornali come Frigidaire, che erano totalmente anarchici, non c’era assolutamente un’idea di giornale. In XL al contrario ci sono un’idea, un progetto, fortissimi, tant’è vero che sta sul mercato e funziona da tutti i punti di vista, vale a dire dal punto di vista delle vendite e della quantità di pubblicità che attrae. Noi siamo molto più contenti di avere le vendite, perché se vendi significa che c’è approvazione. In più, non è casuale che stiamo qui: noi non vogliamo stare solo in edicola, perché sappiamo che la gente viene qui, va ai concerti, infatti saremo molto presenti durante tutta l’estate in concerti, rassegne cinematografiche, festival. La collaborazione col Comicon è nata così: eravamo a Lucca, tra l’altro in una situazione sfigatissima, in un’angolino sperduto… sono venuti i ragazzi del Comicon e sono stati così lungimiranti da dire “guardate, voi ci piacete tantissimo, vogliamo assolutamente fare qualcosa con voi”, ed è nata questa sala.

La partnership col Comicon si esaurisce solo in questo?

Valtorta: Beh, “solo”… in realtà è tantissimo, io non ho mai visto a una mostra di fumetti una cosa di questo tipo, non solo le sagome, ma anche la presenza viva dei disegnatori, di chi fa il giornale, di chi fa i fumetti del giornale, che si confronta col pubblico.

Vecchiato: Prima è venuta una bambina che voleva sapere come si fanno i toys con l’acrilico, e le ho fatto una piccola lezione di acrilico, ed è stato stupendo perché si è esaltata, è andata a cercare i toys, ha trovato un cagnolino bianco, e adesso voleva correre a casa a colorarlo… il padre si è spaventato, ha chiesto “ma quanto costano questi acrilici?” [risate]

Valtorta: Quello che noi vogliamo dire alla gente che viene qua non è “noi siamo in alto, voi siete in basso”, ma “tu per noi sei prezioso, sei il nostro lettore o il nostro potenziale lettore, e vogliamo sapere da te perché ti piace o non ti piace il nostro giornale”.



Giulio Capriglione
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