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Chris Bachalo

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Benvenuto su ComicUS, Chris. Siamo felici di poterti intervistare. Prima di tutto vorremmo sapere come sei entrato nel mondo dei fumetti. Qualche aneddoto particolare o qualche consiglio per gli aspiranti artisti?

Ho cominciato a collezionare fumetti per hobby quando avevo 10 anni e ho deciso che volevo disegnarli per guadagnarmi da vivere quando ne avevo 15. Mi iscrissi a corsi d’arte al liceo e ottenni un diploma come illustratore presso la Long Beach State University della California. Terminato il liceo mandai prove dei miei lavori a tutti gli editori di comic-book di cui riuscivo a reperire l’indirizzo e fui così ingaggiato sei mesi dopo dalla DC Comics per lavorare su una nuova testata chiamata Shade The Changing Man, scritto da Peter Milligan. Poiché ero stato assunto in agosto, e la sceneggiatura per Shade sarebbe stata pronta solo qualche mese dopo, Karen Berger mi impiegò su un fill-in di Sandman, il mio primo lavoro da professionista. Iniziare a fare il disegnatore è abbastanza facile. Se hai del vero talento e lavori sodo, ti scopriranno piuttosto presto. Non illudetevi di poter fare l’autodidatta o di chiudervi in camera a copiare i disegni dai fumetti, mostrando i lavori alla mamma e agli amici, beandovi dei loro scontati complimenti. Certo, forse riuscireste ad entrare nell’industria dei comics, e a rimanerci per un breve periodo, ma alla fine la mancanza di conoscenza del mestiere vi ostacolerebbe e rimarreste delusi. Andate invece a scuola e imparate l’arte e il disegno, lavorate sodo e vi doterete degli strumenti per essere un grande artista e creatore in ogni campo, guadagnandovi l’opportunità di avere successo. Se vi focalizzerete solo sull’essere un disegnatore di fumetti limiterete voi stessi e le vostre possibilità. Un giorno i fumetti potrebbero non essere più così attraenti, ma con diverse e collaudate capacità potrete lavorare in molti altri campi, come la pubblicità, il design, i videogiochi e l’illustrazione. È sempre vantaggioso avere a disposizione più scelte e se siete abbastanza furbi e lavorate sodo (e se avete un po’ di talento) non rischierete mai di esaurirle e sarete ricompensati. Potete dire questo ai vostri genitori, nel caso fossero preoccupati di dovervi mantenere per il resto della vostra vita di artista “morto di fame”. Credetemi, ci sono passato.

Ultimamente abbiamo visto i tuoi lavori andare in una direzione più “grafica”, specialmente nelle cover (ricordo quelle di Vertigo), tramite l’uso di fotografie (come in Hunter, spin-off di Books of Magic)o reinventando i loghi (come per gli X-Men). Penso che sia una scelta molto coraggiosa, in un genere molto orientato verso pochi stili. Stai forse cercando di apportare nuove e moderne influenze nel classico stile dei supereroi?

Sì, sarei deluso di me stesso se producessi sempre la solita vecchia minestra tutti i giorni, così mi costringo ad essere creativo in tutto quello su cui lavoro. Mi piace il modo in cui Will Eisner e Dave McKean incorporano i logo e le parole all’interno dei loro disegni, così, tempo permettendo, includo queste influenze nel mio lavoro. Sperimento differenti stili in a seconda dei progetti. Se c’è un nuovo artista che mi piace posso emularlo in certi modi oppure se c’è un progetto che richiama un certo stile lo assecondo. Voglio dire, non disegnerei mai un albo di Death allo stesso modo in cui disegno gli X-men. Ed è divertente essere creativo. A volte è duro trovare nuovi spunti, ma se ciò che sto sperimentando ha successo, la gratificazione è grande. Per esempio, io ho sempre voluto colorare i miei disegni, ma i ristretti tempi di lavorazione di un albo mensile lo rendono molto difficile, così ho chiesto al mio editor su X-Men, Mike Marts, se fosse possibile dare una mano a colorazione ultimata. Lui è stato molto collaborativo e io mi sono divertito tanto ad aggiungere un ultimo tocco ai disegni prima che andassero in stampa. Questo mi ha permesso di rafforzare le idee che avevo in mente durante la stesura delle matite e credo che alla fine l’albo risulti più bello e leggibile.

Sono sicuro che conosci qualche artista europeo. Da quale ti consideri influenzato?

Bengal ha avuto una enorme influenza su di me. Visito spesso il suo sito web (http://www.cafesale.net/bengal/) in cerca di ispirazione, in particolare per il suo lavoro sul colore. Cosa posso dire, è meravigliosamente perfetto. Vorrei disegnare e colorare come lui, un giorno. Quando la gente mi chiede della colorazione, io li indirizzo a questo sito e dico “Fate come lui!”.

Attualmente resti sulle testate mutanti, disegnando la serie di Carey. Cosa pensi che renda gli X-Men così affascinanti per la gente, e per te in particolare? Ricordo i tuoi trascorsi su Generation X, la tua prima run, e la più recente...

Mi piace l’aspetto fantascientifico della serie. Mi ricorda i film che mi piacciono, come Matrix, Blade Runner, Mad Max, Star Wars, i primi due film degli X-Men e Alien. Mi è piaciuto includere questi elementi, specialmente nelle cover. Mike ha una incredibile capacità di incorporare la “scienza” nelle storie. Mi piace moltissimo disegnare scene notturne, buie, laboratori decadenti con brandelli di mutanti sezionati e cisterne in rovina. Roba divertente.

Quale prova consideri il tuo capolavoro e perché?

Nell’ordine: Steampunk, Witching Hour, Death: The High Cost of Living, Generation X e Shade the Changing Man. Credo che siano i migliori esempi relativi a varie fasi della mia carriera, valorizzati anche da ottime sceneggiature. Facendo i dovuti scongiuri, anche la mia attuale prova sugli X-men farà parte della lista.

Qual è il personaggio che ti piacerebbe disegnare, sul quale non hai avuto ancora opportunità di lavorare? E con quale scrittore?

Penso che Batman sia un grande personaggio sul quale impiegare del tempo. Riguardo gli scrittori, Mark Millar è uno dei miei preferiti. Sto diventando un grande fan del lavoro di Mike Carey. Non ho mai lavorato con Garth Ennis. È sempre un piacere leggerlo.



Marco Rizzo
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