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Valerio Coppola

Valerio Coppola

The Dark Knight Rises: cast a bocca cucita

  • Pubblicato in Screen

In questi giorni diversi interpreti del prossimo The Dark Knight Rises, terzo e ultimo capitolo della saga batmaniana firmata da Christopher Nolan, si sono trovati in tour promozionali per promuovere altre pellicole cui hanno recentemente preso parte, e ovviamente non sono mancate domande inerenti l'attesissimo secondo sequel del Cavaliere Oscuro. Ogni volta, però, gli attori hanno tenuto il più stretto riserbo sul progetto, in modo da non tradire il tipico mistero che contraddistingue Nolan e le sue storie.

Il primo a parlare è stato Morgan Freeman, che nella pellicola tornerà nei panni di Lucius Fox, e che è stato piuttosto secco nell'affermare di non voler rivelare nulla sul film. Alla domanda se avesse terminato la sua parte di riprese, infatti, l'attore premio Oscar ha risposto con un laconico: "No, e questo è tutto ciò che dirò al riguardo".

Più espansivo Joseph Gordon-Levitt, già con Nolan sul set del fortunato Inception e che qui andrà invece a interpretare il detective John Blake, personaggio originale mai comparso sulle pagine del fumetto. Ad ogni modo, anche Gordon-Levitt non si è lasciato sfuggire nessun particolare sulla storia, concentrandosi invece sul metodo di lavoro dello sceneggiatore e regista: "Posso dirvi che una delle cose che ammiro di più di Mr. Nolan è che lui capisce che la storia inizia prima che inizi il film. Lui già adesso sta raccontando la storia che ha preparato. È un maestro nella narrazione. Ogni minimo accenno di informazioni che lascia uscire, lo fa nel momento più appropriato. Lungi da me ostacolare il ritmo del suo... Ve lo garantisco, da spettatori, avrete la migliore esperienza se vi limiterete a fidarvi di lui".

Infine, un altro veterano della serie, Gary Oldman (il commissario di polizia Jim Gordon) è tornato a parlare del film, anche lui stando ben attento a non spifferare nulla sulla storia, e virando invece le proprie dichiarazioni sulla condotta di Nolan e sulla dimensione generale del film: "Ovviamente c'è stata un po' di pressione affinché Chris facesse [un terzo capitolo], ma ora lui ha il controllo, e io non penso che ne avrebbe realizzato un terzo tanto per fare. Voleva davvero completare quella che, penso, sia una trilogia. E ne è uscito con qualcosa di davvero speciale".

Ricordiamo che The Dark Knight Rises, in Italia previsto con il titolo Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno, uscirà il 20 luglio 2012, e oltre ai già nominati il suo cast comprenderà Christian Bale (Bruce Wayne/Batman), Marion Cotillard, Tom Hardy (Bane), Anne Hathaway (Selina Kyle/Catwoman), Michael Caine (Alfred) e Juno Temple.

Extinction Seed: intervista al GG Studio

Versione italiana

English version


ES2A

In esclusiva per Comicus, un paio di mesi fa, vi abbiamo mostrato in anteprima Extinction Seed, il nuovo progetto editoriale con cui l'italianissimo GG Studio si appresta a riproporsi nel mercato statunitense, e in seguito anche qui in Europa. In quell'occasione, oltre a mostrarvi molte immagini in anteprima della miniserie d'apertura, vi avevamo raccontato a grandi linee la storia che gli autori avrebbero messo in campo e come il progetto si sarebbe strutturato nella sua evoluzione. Data l'ormai imminente uscita negli U.S.A. (a fine settembre) dei primi albi della miniserie, da cui poi dipartiranno altre tre serie regolari, abbiamo pensato di tornare a sentire i componenti del GG Studio in modo da approfondire alcuni aspetti dell'iniziativa.

Abbiamo dunque rivolto alcune domande alla squadra, composta dallo sceneggiatore Davide Aicardi, dalla disegnatrice Livia Pastore, dalla colorista Alessia Nocera e dal supervisore (e figura chiave dello studio) Giuliano Monni.
Anche in questa occasione, per altro, siamo in grado di proporvi alcune nuove immagini, e nello specifico le tre variant cover del secondo numero di Extinction Seed (già viste online) e, ancora in anteprima per Comicus, alcune pagine interne del primo numero e svariate pagine e copertina a matita, che trovate nella galleria a fondo pagina.
Vi segnaliamo infine che è stato lanciato un sito dedicato a Extinction Seed.

Buona lettura.

Intevista di Valerio Coppola
Traduzione in inglese di Sarah Passacantilli

Come nasce l’idea di Extinction Seed? E quale è stato, anche in termini di tempi, il suo percorso di realizzazione?


DAVIDE: Questa domanda è decisamente la più ricorrente tra tutte le interviste italiane e non rilasciate fino ad ora. L’idea nasce prima di tutto dall’esigenza, dichiarata fin dall’inizio, di dare vita al nuovo universe narrativo GG Studio. Sapevamo che questa miniserie avrebbe dovuto perciò presentare le nuove eroine delle prime tre testate regolari e il mood che le GG Storie avrebbero preso d’ora in avanti. Come autore ho avuto davvero carta bianca, ma gli obbiettivi e alcuni tasselli sono stati chiariti fin da subito. Che le nostre protagoniste fossero simpatiche e cazzutissime femminucce per esempio. O l’argomento di fondo di cui avrebbe trattato Extinction Seed. Ma anche il genere che avremmo visitato con il crossover: avventura, fantasy, sci-fi. Queste “fondamenta informative” mi sono state passate da Giuliano Monni (CEO del GG STUDIO) a partire dal nostro incontro sull’argomento (Lucca Comics 2009) attraverso ore ore ed ore di telefonate, ore ore ed ore di attesa per scaricare MegaGigaFile in cui Giuliano aveva raccolto dati, dati e ancora dati, e ore ore ed ore di conversazioni su msn scambiandosi file di testo e immagini. Sì, noi usiamo ancora msn, e allora?

LIVIA: Al character design hanno pensato Giuliano Monni e Giuseppe Cafaro. Il loro immaginario è vastissimo e perfetto per i generi che avremmo trattato. Il mio compito è stato caratterizzare i personaggi e soprattutto le tre protagoniste. Ciascuna doveva possedere un proprio fascino particolare, adatto alle loro diverse personalità. Davide le ha descritte veramente bene e afferrare i vari caratteri è stato facile e divertente. Ci ho messo un po’ ma alla fine avevo abbastanza materiale per poter cominciare.

ALESSIA: Quello che ha richiesto maggior sforzo e tempo è stata la fase di character design, anche se forse non dal punto di vista della colorazione. Soltanto alcuni personaggi con abbigliamenti e poteri particolari mi hanno portato via più tempo.
Il vero studio sul metodo di colorazione è avvenuto direttamente sulla prima tavola... un po' scioccante! Superato questo scalino, però, il percorso è stato tutto in discesa, per fortuna!

GIULIANO: Extinction Seed è essenzialmente il risultato dell'enorme lavoro fatto da Davide nel mettere ordine tra una mole di informazioni e file raccolti da me in venti anni, che avrebbero potuto riempire tranquillamente un hangar. Un vaso di Pandora non dissimile dal deposito visto in "Indiana Jones" sia per contenuti che per vastità. In pratica per la maggior parte del tempo se io sono stato Fox Mulder, Davide è stato Dana Scully. Abbiamo effettuato un cernita tra contenuti e notizie poco attendibili e altre provenienti da fonti accertate. Così ci siamo trovati tra le mani materiali altamente classificati o presunti tali. La cosa inquietante è che al di là del lavoro svolto da Davide sembrava esserci un sorprendente comune denominatore tra tutte queste informazioni. La storia ufficiale della Terra come la conosciamo ha dei grossi buchi e non c'è da meravigliarsi se la gente comincia a porsi delle domande, anche spinte da studiosi visionari come il sumerologo Zecharia Sitchin.

Con questo crossover e con le serie successive, vi troverete a confrontarvi con il mercato americano, in cui l’offerta è certamente ricca. Come vi sentite a riguardo, e cosa credete che Extinction Seed possa portare di diverso in quel panorama? In generale ritenete che ci sia spazio per autori e storie di matrice italiana nel mercato U.S.A.?

DAVIDE: Su ogni mercato c’è e ci deve essere spazio per autori e storie di matrice totale globale. Credo che l’importante sia la qualità dei contenuti delle storie che si propongono. Da questo parte l’intento del GG Studio. Proporre in un formato visivamente percepibile come “americano” (chiamiamolo così anche se non sono sicuro sia la definizione giusta) contenuti e storie che abbiano la cura della variegata e validissima proposta europea. Siamo piccolini, e anche “immigrati”, per il mercato U.S.A., lo sappiamo, ma se Giuliano ha deciso di fare questo passo che, non dimentichiamocelo, condizionerà le scelte e i programmi editoriali dello Studio, si spera, per molti dei prossimi anni, di sicuro ha ritenuto che ritagliarsi una nicchia nelle ‘Meriche fosse possibile.

LIVIA: Diciamo che le difficoltà aumentano quando si deve “esportare” il proprio lavoro. Bisogna pensare a mille cose prima di mettere la matita sul foglio, e adeguare stile e contenuti ad un gusto più americano, ma senza perdere la nostra cultura europea. Crediamo di poter offrire agli U.S.A. una storia nuova e accattivante, e disegni (spero!) che uniscano l’impatto americano alla freschezza dello stile europeo.

ALESSIA: Non sono sicura che il pubblico americano sia realmente così aperto come si crede. La verità è che loro vanno fieri delle loro produzioni e le supportano, come è giusto che sia. Questo poi è un periodo un po’ teso e sofferto per gli americani, quindi credo che ora in particolare tra un prodotto interno e uno "straniero" sceglierebbero sempre il primo. Con questo non voglio intendere che per il nostro lavoro non c'è spazio oltreoceano, ma solo che dovremo sudare e faticare il triplo per imporre e far conoscere il nome del GG Studio.

GIULIANO: Come fu per il nostro ingresso nel mercato italiano, non abbiamo la presunzione e la velleità di rivoluzionare un mercato così vasto e radicato come quello statunitense. L'idea è quella di affascinare il pubblico con delle storie estremamente realistiche e dettagliate, quasi come se volessimo offrire una guida di sopravvivenza per ipotetici eventi futuri. Indubbiamente speriamo ci favorisca un reparto grafico su cui investiamo molto, ma l'idea è quella di dare, attraverso le tre serie, ARISE, MIST ed EDGE, di cui Extinction Seed è il punto d'origine, una visione verosimile della genesi, della storia recente e del presente del pianeta Terra, diversa da quella "ufficiale". Puntiamo su un modulo narrativo da serial televisivo e speriamo che la curiosità verso certi argomenti faccia il resto.

ES2BA livello dell’organizzazione del lavoro, quali differenze ci sono tra il produrre un lavoro pensato per l’Italia e uno che invece si propone di funzionare nel mercato statunitense?

DAVIDE: In fase di scrittura si parla prevalentemente di organizzazione del montaggio e della narrazione. Distribuzione dei cliff-hanger tenendo conto del tipo di formato da 22 pagine, per esempio. Interessantissima invece, per quanto mi riguarda, è stata la parte di traduzione e adattamento dei testi, seguita da Andrea Plazzi e Adam MacGovern, che spesso ti costringe a vedere, o rivedere, quello che hai scritto in un’ottica completamente differente.

LIVIA: Per me è soprattutto una questione di stile e story-telling. Il fumetto americano è molto diverso dal nostro, in genere ha meno vignette per pagina e molte scene d’azione e pathos. Io provengo da uno stile più francese, perciò è dura! Ma devo ammettere che è divertentissimo disegnare con questo stile. Disegnare scene d’azione mi riempie di energia e mi permette  di cimentarmi nelle figure dinamiche, che adoro!

ALESSIA: La prima cosa a cui penso è la tempistica. In Italia la gente è disposta ad accettare il fumetto trimestrale o quadrimestrale. In America invece se non sei sugli scaffali delle fumetterie tutti i mesi con almeno 2-3 pubblicazioni il pubblico non si affeziona al tuo prodotto e il mese successivo ti ha già dimenticato. Questo si ripercuote anche sul nostro lavoro. La sfida è chiudere un prodotto qualitativamente elevato in tempi molto brevi, considerando anche il passaggio aggiuntivo dell'adattamento e della traduzione del testo. Speriamo di riuscire a tenere il passo!

GIULIANO: Dal punto di vista editoriale praticamente nessuna. Una volta fissato il target si cerca di mantenere tutto il team nei binari. Stiamo dando tutti il massimo esattamente come abbiamo sempre fatto per i titoli destinati al mercato italiano. La parte complessa è tutta nel sistema di gestione del rapporto con la Diamond. Ovviamente bisogna tener conto delle differenze nei tagli e nei keyframe delle sequenze, nell'impostazione estremamente sgargiante della palette, ma sono differenze accessibili agli occhi di tutti.

Come si caratterizzerà la storia in quanto a genere? Siamo sul supereroistico o è più una storia di spionaggio?

DAVIDE: Un pizzico di supereroistico, due manciate di spionaggio, qualche personaggio dal sarcasmo dirompente, diverse tonnellate di avventura e cazzotti ben dati, i meravigliosi anni ’60 ma anche il collegamento obbligato a fatti di attualità. Di catastrofica attualità. Ah, già, poi c’è l’ingrediente segreto, ovviamente.

GIULIANO: Extinction Seed è certamente un'avventura dai contenuti fantascientifici. Potrei definirlo come la parte mancante dei Disaster movie di Roland Emmerich. È tutto talmente realistico che non basteranno un paio di cicloni o meteoriti a ricordarvi e rassicurarvi che si tratta soltanto dell'ultimo blokbuster a sfondo catastrofico!

Come sappiamo la storia si svolgerà principalmente negli anni ’60. Dal punto di vista dei disegni avete adottato uno stile retrò, oppure questa ambientazione rimane più sullo sfondo, come ad esempio è stato fatto in un film recente come "X-Men: L’Inizio"?

DAVIDE: Nello specifico risponderà Livia. Per quanto riguarda la scrittura, le tavole sono state sceneggiate in modo da non ripetere ogni venti secondi: “Ehi, siamo negli anni ‘60”, ma tutto quello che esce da quel background ne parla. I film al cinema, i dischi del momento, il momento storico percepito…

LIVIA: Seguendo la linea di pensiero di Davide, anche noi abbiamo deciso di non adeguarci al gusto retrò. L’ambientazione è sempre lì a ricordarci che siamo nel passato, così come gli abiti, l’oggettistica, l’architettura… non c’è bisogno di ripeterlo anche nella scelta dello stile.

ALESSIA: il fumetto si presenta come se il lettore vivesse negli anni '60, la storia non è narrata come un flashback ma in "tempo reale". Quindi la colorazione non presenta cromatismi particolari o elementi vintage. L'unica attenzione la pongo magari sui colori degli abiti e degli accessori dei protagonisti cercando di restare fedele alla moda dell'epoca.

GIULIANO: La storia  è narrata e disegnata in modo da trasportare il lettore negli anni '60. Potresti anche dimenticarlo, ma approfondendo ti accorgi che ogni dettaglio è al suo posto, sistemato con cura maniacale. Gli anni '60 sono funzionali a collocare nel tempo alcuni fatti fondamentali per gli eventi contemporanei. Non è nostro interesse presentare gli anni '60, ma più che altro ottenere l'effetto "Wow, ci credi? Tutto è cominciato negli anno '60!".

Osservando le copertine da noi pubblicate a luglio, mi tornavano in mente, a livello iconografico, i personaggi Top Cow e i crossover tra le loro “bad girls”, e in particolare alcuni echi del look della Aspen. C’è qualcosa in questo materiale che vi ha ispirato nell’approccio estetico alla serie?

DAVIDE: Top Cow e Aspen fanno parte del background di qualsiasi autore di fumetti. Può darsi che alcune influenze siano rientrate in Extiction Seed, perché no. Anche se l’immaginario da cui abbiamo voluto pescare è decisamente più vasto e variegato. Inoltre, i colori di Alessia hanno portato la miniserie ad avere un gusto estetico completamente personale, davvero efficace e riconoscibile, secondo me.

LIVIA: Certamente ci siamo ispirati al fumetto americano. Top Cow e Aspen sono riferimenti che qualunque disegnatore dovrebbe avere per l’alta qualità e lo stile che le contraddistinguono, ma diciamo che anche noi speriamo di distinguerci e di apportare qualcosa di nuovo e diverso.

ALESSIA: Anch'io per i colori di queste ultime cover ho guardato molto ai look dei personaggi che hai nominato... Non avevo mai utilizzato colori così forti e accesi, una volta finite stentavo a riconoscermi! Sicuramente ho trovato maggiore coraggio per osare e sperimentare un po’ di più!

GIULIANO: Basta fare un giro sui nostri social network per notare che non perdiamo mai occasione per sottolineare quanto i nostri lavori siano tributari dello stile che ha fatto la storia del fumetto U.S.A. negli anni '90. L'Image e in particolare Mark Silvestri con la sua Top Cow ha decisamente tracciato una linea indelebile che ancora vive nei gusti dei lettori statunitensi. Noi sfruttiamo decisamente questo tipo di fascinazione nelle storie che facciamo, e ovviamente in Extinction Seed. Al contrario percepisco meno il paragone con la Aspen che ha seguito decisamente la scia della Top Cow, anche grazie alla sponsorizzazione dello scomparso Michael Turner, ma che ormai offre contenuti narrativi poco evocativi rispetto al passato e una linea editoriale discontinua.

ES2C

Una piccola curiosità: i nomi delle tre protagoniste hanno tutti le stesse iniziali, C ed M. C’è un motivo, un retroscena o una spiegazione particolare che potete svelarci prima di leggere la storia?

DAVIDE: Urca! No. Davvero. Non ve lo dirò mai. Anzi, forse non lo saprete mai! O forse sì. Mah. Leggere la miniserie potrebbe soddisfare la vostra curiosità. Ma magari no, dovrete leggervi anche le serie regolari. Tutte e tre, eh. Mist, Edge e Arise. Mmm. Mi sa che è proprio così.

GIULIANO: Non ve lo dirà mai a meno che non vogliate uno sceneggiatore in meno sulla faccia della Terra!

Cosa potete anticiparci delle tre serie che partiranno da questo crossover? A livello di storia la loro ambientazione rimarrà la stessa, oppure si procederà storicamente anche nei decenni successivi?

DAVIDE: Un parte di storia che si dipana ai giorni nostri inizia già anche in Extinction Seed. Nelle serie regolari, in una in particolare, questo collegamento diretto con l’"oggi" non si perderà. Ma rimarremo anche negli anni ’60. E molto prima. E parecchio dopo. Insomma. Vogliamo creare un evento che coinvolga il territorio più vasto possibile, non solo in termini di spazio, ma anche di tempo. Di più non voglio dire per ora. Anche perché all’inizio delle tre serie regolari ci sarà una grossa sorpresa e rischierei di rovinarvela con un maldestro spoiler.

GIULIANO: Davide ha salvato la testa ma se volete qualche informazione in più vi basterà fare un po’ di pratica con l'inglese e spulciare il minisito dedicato alla serie all'indirizzo es.ggstudiodesign.com! Oppure seguire gli indizi rilasciati negli approfondimenti delle news sul nostro blog.

Come vi siete mossi in questa serie rispetto alla colorazione, che è uno dei punti di forza che vi ha facilitato l'ingresso nel mercato americano? Che stile avete adottato? E avete introdotto delle novità rispetto ai vostri lavori precedenti?

ALESSIA: Personalmente non ho trovato e non trovo semplice adeguarmi ai gusti e alle preferenze del pubblico U.S.A.. La loro palette punta tutto sull'impatto, la brillantezza, l'accostamento di colori opposti. Io invece ho sempre prediletto atmosfere più realistiche e colori più morbidi... ma i lettori americani avrebbero trovato le tavole sicuramente molto tristi! Così ho dovuto resettare tutto e ricominciare un po’ da zero. Non volevo sacrificare del tutto il mio stile e così abbiamo pensato di prendere spunti da alcuni anime. Abbiamo "rubato" qualche ideuzza qua e là come l'utilizzo di texture sui fondini, rendendoli un po’ più materici e realistici in contrasto con il segno morbido dei personaggi. Gli americani poi vanno pazzi per lucine ed effettini luminosi sparsi per la tavola, e allora perchè non accontentarli? Abbiamo aggiunto molti bagliorini e sfocature per far venir fuori meglio alcuni dettagli dei personaggi... Spero apprezzino il pensiero!



English version 

ES2A

A couple of months ago, Comicus showed you an exclusive preview of Extinction Seed, the new project which will bring back Italian GG Studio in the U.S. market in the first place, and then in Europe as well. On that occasion, in addition to show you many unpublished images from the first miniseries, we described you in broad outline the story and how it should evolve. As the miniseries' publication in the U.S.A. is now upcoming (end of September), we thought to turn back to the GG Studio's guys, so that we could deepen some aspects of the project.

Therefore, we asked some questions to the team, which is formed by writer Davide Aicardi, penciller Livia Pastore, colorist Alessia Nocera and editor (and CEO) Giuliano Monni.
Moreover, once again we're able to show you some new images, like three variant covers of Extinction Seed #2 (already on the Web) and some unpublished internal pages or pencil layouts from #1 and, which you can find at the bottom of this page.
At last, we bring to your attention the new site dedicated to Extinction Seed.

Enjoy the reading.

Interview by Valerio Coppola
English translation by Sarah Passacantilli

How was the idea of Extinction Seed born? And how did it become concrete, also timely wise?


DAVIDE: This question for sure is the most common among all the Italian interviews still unpublished. The idea was born from the need, declared since the beginning, to give life to the new GG Studio narrative universe. Therefore we knew that this miniseries should have presented the heroines of the first three regular comic books, and the kind of mood that the GG stories would have from this moment on. As an author, I have really had the maximum freedom to work on this, but the targets and the overall picture have been clarified since the start. For example, that our main characters had to be nice and super cool ladies. Or the main theme of Extinction Seed. But also the genres that we would have dealt with for the crossover: adventure, fantasy, sci-fi. These main information had been given to me by Giuliano Monni, GG Studio CEO, since our meeting about it (Lucca Comics 2009) through hours spent on phone-calls, hours of waiting to download MegaGigaFile files in which Giuliano had gathered datas, and hours of conversations on MSN, passing text and image files. Yes, we still use MSN, so what?

LIVIA: The character design has been taken care of by Giuliano Monni and Giuseppe Cafaro. Their imaginary is the widest, and perfect for what we were going to do. My job was to portray the characters and on top of all the three main ones. Each had to own a specific, particular charm, suitable to their different personalities. Davide has described them really well, and recognizing each personality was easy and fun.  I took a while but eventually had enough material to start.

ALESSIA: What required the main effort and time has been the characters design phase, even if maybe not from the cooperational point of view. Only few characters with particular outfits and powers took more time to be completed. The real study on the coloring method happened already on the first board... shocking! After this episode, though, the rest has been easier!

GIULIANO: Extinction Seed is essentially the result of the huge job made by Davide in putting order in a huge load of information and files gathered by me during twenty years and which could have been able to fill an entire hangar. A Pandora's Box similar to the storage seen in "Indiana Jones", either for capaciousness and contents. Basically for the most time if I was Fox Mulder, Davide would be Dana Scully. We have selected contents and not reliable news, together with those coming from reliable sources instead. So we found ourselves working with high rated materials, or alleged ones. The odd thing is that besides the job done by Davide, there seemed to be, surprisingly, many things in common among all this information. The official history of Earth as we know it has huge gaps, so it is not a wonder that people start asking questions, pushed by visionary academics like the sumerologist Zecharia Sitchin.

With this crossover and the following series, you will have to confront the America market, where the offer is quite rich. How do you feel about it, and what do you think Extinction Seed might bring as an innovation there? Do you think, in general, that there is enough space for Italian authors and stories in the U.S.A. market?

DAVIDE: On every market there is and there must be space for authors and stories of all kind; I think that the important thing is the quality of the contents of the stories that one proposes. And this is the aim of GG Studio – to propose in a visually perceptible format like the “American” one (let’s call it like this, although I am not sure that it’s the right term) stories and contents having the same attention and care of the very valid European products. We are still small, and also “immigrants” for the U.S.A. market, we know that, but if Giuliano has decided to do this step that will condition the choices and the editorial line of our Studio, we hope for many years to come, for sure he found that trying to get known in the U.S.A. was possible.

LIVIA: Let’s say that the issues increase when you need to “export” your job. You must think about a thousand things before drawing anything, and adapt your style and contents to the American taste, without losing our European culture. We believe that we can offer to the U.S.A. a new and captivating story, and drawings which could blend the American impact to the freshness of the European style.

ALESSIA: I’m not sure whether the American audience is so open as we believe or not. The truth is that they are very proud of their productions, and support them, fairly enough. On the other hand this is quite a tense period for the Americans, so I think that in this moment they would choose a product of their own rather than a foreign one. By this I don’t mean that for our job there is no space across the Atlantic, but that we should work three times what we work now to impose the GG Studio name and make it famous.

GIULIANO: As it happened when we first launched on the Italian market, we don’t have the presumption to change such a wide and deep seated market as the American one. The idea is to charm the readers with extremely realistic and detailed stories, as if we wanted to offer a survival guide for hypothetical future events. Doubtlessly, we hope that the fact that we invest a lot on the graphics will help us, but the idea is to give, through the three series ARISE, MIST and EDGE, of which Extinction Seed is the beginning point, a valid vision on the genesis, starting from the recent history and the present of Earth which is different from the “official” history. Our aim is to use a narrative approach which is similar to the TV series, and we hope that the curiosity towards certain topics will do the rest.

ES2B

Regarding the organization of the work, which differences there are between producing a work thought for Italy and another that has the aim to operate in the American market?

DAVIDE: As for the writing phase, it mainly is about organization of the montage and of the narration. For example, distribution of the cliff-hangers taking into account the kind of format of 22 pages. It’s very interesting, from my perspective, the translation and the adaption of the texts, followed by Andrea Plazzi and Adam MacGover, which often make you see what you have written under a totally different light.

LIVIA: For me it is mainly a matter of style and story-telling. The American comics are very different from ours, usually they have less boards for page and many action and pathos scenes. I come from a more French style, so it’s hard! But I have to admit that it’s a lot of fun trying to draw in this style. Drawing action scenes always fills me with energy and allows me to work with dynamic figures, which I love!

ALESSIA: The first thing that comes to my mind is the timing. In Italy people are inclined to accept the quarterly or four-monthly comic. In the U.S.A., if you’re not on the shelves of the comic shops monthly with 2 or 3 publications, the readers won’t endear your product, and the next month will have forgotten you already. This affects our jobs too. The challenge is to do a high quality product in short times, also considering the next step of the adaption and the text translation. We hope we can keep up!

GIULIANO: From an editorial point of view, none. Once the target is decided, we try to keep all the team cooperating. We are doing our best, exactly like we have always done for the works for the Italian market. The difficult part is how to handle the relationship with Diamond. Of course we need to take into account the differences in the crops and the keyframes of the sequences, or in the very bright palette used, but those are differences that anyone can see.

How would you define this story as a genre? Are we dealing with superheroes or is it a spy story?

DAVIDE: there’s a pinch of superheroes, two pinches of spy story, some characters with a striking sarcasm, tons of adventure and punches, the marvelous 60s but also the obliged link to novelty facts. Catastrophical ones. And yes, of course there is the secret ingredient.

GIULIANO: Extinction Seed is certainly a science-fiction adventure. I might define it as the missing part of Roland Emmerich’s Disaster movies. Everything is so realistic that a couple of hurricanes or meteorites won’t be enough to remind you that this is just the latest blockbuster with catastrophically features!

As we know, the story will be mainly set in the 60s. Regarding the drawings, have you adopted a retro style, or this setting stays more in the background like for example it was done in a recent movie like "X-Men: First Class"?

DAVIDE: Livia will answer specifically. As for the writing, the boards have been adapted so that we didn’t have to repeat every 20 seconds: “Hey, we’re in the 60s”, but anything else in the background says so – the movies, the records, the historical moment...

LIVIA: Following what Davide said, we have decided not to accomodate a retro taste. The setting is always there to remind us that we’re in the past, as well as the clothes, the objects, the architecture... there is no need to repeat it also in the style choice.

ALESSIA: The comic is presented as if the reader lived in the 60s, the story is not written as a flashback, but in “real-time”. Therefore the coloring does not present vintage elements. The only different thing might be the main character’s outfits and accessories colors, since we tried to abide by the fashions of that time a lot.

GIULIANO: The story is told and drawn so to bring the readers into the 60s. You could also forget it, but if you examine it you realize that every detail is in the right place, settled with an extreme care. The 60s are functional to place in time some basic facts for the contemporary events. It is not in our interest to represent the 60s, but we want to get the effect “Wow, can you believe this? Everything started in the 60s!”.

Looking at the covers that we published in July, iconographically speaking, the Top Cow characters and the crossovers of their “bad girls”, together with some looks from Aspen came to my mind. Is there anything in this material that inspired you in the aesthetical approach to the series?

DAVIDE: Top Cow and Aspen are in the background for each and any comics author. It may be that some influences have affected Extinction Seed too, why not. But the imaginary we draw from was definitely wider and mor variegated. Besides, Alessia's colours brought to the miniseries some very personal aesthetical taste, one very effective and identifiable, in my opinion.

LIVIA: Obviously we inspired ourselves to the American comics. Top Cow and Aspen are references that every draftsman should have for the high quality and the style that they have, but let’s say that we hope to distinguish and bring something new and different.

ALESSIA: For the colors of these last two covers I’ve relied a lot on the look of the characters that you said... We would have never used such strong and bright colors, once they were finished I barely recognized myself in them! For sure I have dared and experimented a lot!

GIULIANO: It’s enough to visit our social network to notice that we never miss a chance to underline how our works are a tribute to the style which made the history of the U.S.A. comics in the 90s. Image and in particular Mark Silvestri with his Top Cow has definitely traced an indelible mark which still lives in the tastes of the American readers. We for sure take advantage of this kind of fascination in the stories that we write, and of course in Extinction Seed. On the other hand, I feel that the comparison with Aspen is less valid, because even if it moved in the wake of Top Cow thanks also to the sponsoring of Michael Turner, now it offers narrative contents less evocative compared to the past, and a tidal editorial line.

ES2C

A small curiosity: the main characters names all start with C and M. Is there a reason for it that you can tell us before reading the story?

DAVIDE: Wow! No. Really. Will never tell you. Or you will never know. Or maybe yes. Who knows.. Reading the mini series may reveal that – or maybe not, and you will have to read also the regular series. All three of them. Mist, Edge and Arise. Mmm, yes, I think it’s like that.

GIULIANO: He is not going to tell you unless you want one script writer less on Earth.

What can you tell us about the three series starting from this crossover? Regarding the story, will the setting be the same or will it go on into the following decades?

DAVIDE: A part of the story set in our days already begins in Extinction Seed too. In the regular series, in one of those in particular, this direct link with “today” won’t be lost. But we will also stay in the 60s. And before that. And a lot after. I mean, we want to create an event which will involve the widest territory possible, not only in terms of space but also of time. I don’t feel like saying more now. Even because at the beginning of the three regular series there will be a huge surprise, and I would risk to ruin it with a bad spoiler.

GIULIANO: Davide saved himself but if you want further information, you’ll just have to speak a little English and visit the mini website dedicated to the series at the following address: es.ggstudiodesign.com! Otherwise just follow the news on our blog.

How have you worked on this series regarding the coloring, which is one of the key features which made your entrance into the American market easier? Which style have you adopted? And have you introduced any innovations compared to your previous works?

ALESSIA: Personally, I have not found and am not finding it easy to adapt to the tastes and the preferences of the U.S.A. audience. Their palette focuses a lot on the impact, the brightness, the nearing of opposed colors. I have instead always preferred more realistic atmospheres and softer colors… but American readers would have found it surely very sad! So I have had to reset it all and start from scratch. I didn’t want to sacrifice my style completely, so we thought to get few ideas from some anime. We have “stolen” few ideas here and there, like the usage of textures on backgrounds to make them more realistic in contrast with the softer lines of the characters. The Americans then are crazy about lights and lights effects on boards, so why not make them happy! We have added much glow and blur to make some details of the characters come out better... I hope they will appreciate!

La legge non fa sconti (oltre il 15%)

  • Pubblicato in Focus

limite_scontiIn effetti, si sentiva l’urgenza che il nostro Parlamento, data la congiuntura economica e finanziaria, prendesse misure concrete e mirate in una materia tanto fondamentale per i destini del Paese quanto gli sconti sui libri. Chi si aspettava che la soluzione a tutti i nostri problemi risiedesse in una misura di questo tipo, tanto da meritare in un momento come questo tempo ed energie da parte dei nostri rappresentanti?
Fatto sta che nel 2008, primo firmatario l’on. Ricardo Levi del PD, è stato presentato un disegno di legge volto a regolamentare la disciplina sui prezzi (cioè sugli sconti) dei libri. Dopo tre anni di appassionate (immaginiamo) discussioni in merito, nel giugno di quest’anno la Camera dei Deputati, votando in maniera bipartisan, ha trasmesso il testo definitivo alla Presidenza della Repubblica. Dunque gli effetti della legge sono entrati in vigore a partire dal 1° settembre 2011.

Al di là delle ironie sul fatto che questa norma, in questo momento, appaia quanto meno una distrazione rispetto a questioni più urgenti, ci troviamo anche noi a occuparcene, come appassionati di lettura in generale, ma in particolare anche come appassionati di fumetti, che è poi l’interesse specifico del nostro sito.
Come ormai molti di voi sapranno, la norma in questione fissa per legge un tetto massimo agli sconti praticabili sul materiale librario, individuandolo al 15%: dal 1° settembre un libro (fumetti compresi) non potrà essere scontato oltre il 15%.
Le eccezioni previste sono marginali: libri usati; volumi artigianali; pubblicazioni a tiratura limitata; tomi antichi; edizioni esaurite o fuori catalogo; tetto del 20% in favore di organizzazioni non profit o in occasioni particolari (per esempio alcune fiere). Il tetto del 15% non si applica inoltre a libri pubblicati da almeno 20 mesi, a condizione che il rivenditore non se ne sia rifornito da almeno 6 mesi. Infine è prevista, ma solo per gli editori, la possibilità di avviare campagne promozionali per non più di un mese all’anno, in cui si possa eccedere il tetto del 15% di sconto. Di sicuro i redattori della norma sono stati attenti ai dettagli…

Vediamo la situazione ad oggi. Attualmente è pratica comune, da parte dei grandi editori (Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli, ecc.), lanciare dei periodi promozionali con sconti che si aggirano di solito attorno al 25-30%. Altri rivenditori presso i quali non è raro trovare simili offerte sono le librerie nelle grandi catene di supermercati (Coop, Auchan, ecc.), il cui range di sconti va solitamente dal 15% al 30%. Ma soprattutto, gli effetti di questa norma saranno evidenti per quanto riguarda il commercio online, con portali come Feltrinelli.it, Ibs.it e Amazon.it che dei forti sconti (fino al 40%, in alcuni casi oltre) hanno fatto uno dei propri punti di forza. E non è un caso che negli ultimi giorni di agosto tutti questi negozi online abbiano colto l'ultima occasione per proporre sconti piuttosto generosi.
In molti di questi casi il venditore poteva persino andare in perdita, ma era una legittima strategia per attirare clientela. Metteva fuori mercato i piccoli venditori che non potevano sostenere simili sconti? Forse sì, ma d’altra parte le piccole librerie continuano a funzionare anche in ragione della loro dimensione “romantica”: se tutti i lettori fossero compratori dalla perfetta razionalità economica, le librerie tradizionali avrebbero probabilmente chiuso i battenti già da un po’. Invece così non è, segno, tra le altre cose, che la peculiare dimensione "da bottega" e il tipo di fruizione ad essa legato (rapporto col libraio, consultazione dei volumi, ricerca fisica tra gli scaffali, ecc.) non sono sostituibili per via di un semplice discorso di convenienza economica, offerto da altre realtà più impersonali quali appunto internet e le grandi catene di distribuzione. Il lettore consumatore non segue una logica di pura razionalità economica, ma intavola comportamenti che seguono anche l'affettività, l'emotività, oppure altri tipi di razionalità.
Sempre a sostegno della nuuova legge, per altro, l'argomentazione secondo cui la concorrenza si sposterà dagli sconti ai prezzi di copertina risulta piuttosto debole: a parte che è tutto da dimostrare che gli editori possano decidere di abbassare i prezzi (e sappiamo come girano queste cose in Italia), anche se così fosse a quel punto non si capisce bene dove sarebbe la differenza.

È ovvio, per chi come noi ama acquistare volumi senza disporre di particolari capacità economiche, che misure del genere incideranno in primo luogo sui lettori e sulla loro possibilità di acquistare più volumi approfittando di sconti elevati. Quanti di voi fanno (facevano) incetta di libri e fumetti in periodi con promozioni intorno al 25-30%, magari aspettando proprio quelle occasioni?
Ma il bello è quanto recita l’articolo primo della legge, quando al secondo comma ne elenca le finalità: “Tale disciplina mira a contribuire allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creatività letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura, alla tutela del pluralismo dell’informazione”. È peculiare l’idea di promuovere “il libro e la lettura”, nonché la “diffusione della cultura”, rendendoli economicamente meno accessibili per tante persone, soprattutto in un periodo in cui il potere d’acquisto delle famiglie si abbassa. E poi si lacrima su quanto poco leggano gli italiani.

Certo, la legge ha in sé anche la finalità, espressa in maniera esplicita dai suoi promotori, di favorire le piccole realtà, ovvero le piccole librerie e i piccoli editori (“sviluppo del settore librario”, “sostegno della creatività letteraria”, “tutela del pluralismo dell’informazione”). Passi per le piccole librerie (fumetterie comprese), che non dovranno più sopportare la concorrenza delle grandi catene e di internet, d’ora in poi costretti a praticare sconti pressoché analoghi ai loro. Ma il discorso sui piccoli editori lascia spazio quanto meno a qualche dubbio. Ne coglie le criticità Serena Sileoni di Liberilibri, che sulle pagine del Fatto Quotidiano nota come, paradossalmente, a farne le spese potrebbero essere proprio i piccoli editori: da un lato perché in occasioni quali le fiere l'editore avrà meno possibilità di proporsi in maniera interessante (sotto il profilo economico) ai visitatori; dall'altro proprio in ragione del fatto che, restringendosi le offerte online, i piccoli perderanno importantissime vetrine per i loro prodotti, di per sé meno diffusi rispetto a quelli dei grandi editori. Aggiungiamo che se anche si verificasse l’evenienza che gli editori inizino ad abbassare i prezzi, tra grandi e piccoli editori chi avrà più possibilità e forza economica di abbassarli?

Nello specifico del fumetto, poi, è possibile abbozzare un paio di ragionamenti in più. Al di là del materiale nostrano (e neanche tutto), è facile prevedere come una certa fetta di lettori che abbia familiarità con le lingue straniere possa indirizzare i propri acquisti al mercato estero, sfruttando siti come Bookdepository.co.uk o Play.com: qui potranno trovare gli stessi identici volumi presenti nel mercato italiano, a prezzi decisamente più contenuti rispetto a quelli che la nuova legge imporrà come base minima di fatto. E non è escluso che, anche in questo caso, siano gli editori più piccoli, magari licenziatari di pochi ma fortunati titoli esteri, a soffrirne maggiormente. Se così fosse, il risultato portato nel settore fumettistico da questa legge sarebbe quello di spostare una buona fetta degli scambi del tutto fuori dal mercato italiano, scontentando praticamente tutti gli attori nostrani, dall’editore al rivenditore, grandi o piccoli che siano. Altro che legge anti-Amazon, come è stata soprannominata…

Ora, se la situazione procederà in questo modo, o se i rivenditori potranno aggirare l'ostacolo (3x2, buoni sconto generici, ecc.) rimane tutto da vedere. Certo è che, ancora una volta, il consumatore ringrazia.

Hellboy 10: L'uomo deforme e altre storie

Arrivato al decimo volume della sua raccolta, Hellboy interrompe momentaneamente la ricostruzione della storia del suo protagonista, per concentrarsi invece su alcuni episodi sparsi nel suo passato. Certo, ne “L’uomo deforme e altre storie” la predestinazione di Hellboy e il suo tormento rimangono comunque a fare da sfondo alle sue avventure, tornano di continuo alla mente e vengono richiamate in maniera esplicita, ma non costituiscono il filo conduttore e il fulcro di queste nuove storie ideate da Mike Mignola.

Portata principale di questo volume è appunto “L’uomo deforme”, storia in tre parti che vede un ancora giovane Hellboy coinvolto in una vicenda di stregoneria e maledizione sui Monti Appalachi, in Virginia. Se il linguaggio del racconto rimane quello tipico della serie, con un horror al contempo inquietante e ironico, a cambiare sono vari aspetti di contenuto: in primo luogo l’ambientazione delle zone interne e “selvagge” dell’America, terre ancora mai battute dal demonio rosso; d’altra parte il contesto si rivela perfetto per l’operazione immaginata da Mignola, che introduce forti suggestioni in richiamo dell’immaginario di Manly Wade Wellman, scrittore del bizzarro nato sulle riviste pulp (in coda al volume è presente un’ampia e interessante scheda su di lui). In secondo luogo, Hellboy sembra in questo racconto fungere più da personaggio di contorno, testimone di eventi che non lo riguardano e in cui lui funge solo da comprimario casuale. Infine, a recare una sensazione di novità sono le tavole del grande Richard Corben, a sua volta perfetto nel rappresentare un’avventura sui generis del personaggio. I disegni di Corben sono come sempre eleganti e grotteschi allo stesso tempo, mentre le sue volumetrie dai contorni netti e dai neri pesanti si adattano a meraviglia all’ambientazione putrescente della storia.

“Ecco quelli che scendon nel mare su navi” è invece un piccolo divertissement in cui la storia concepita da Mignola viene arricchita e articolata da Joshua Dysart, per i disegni di Jason Shawn Alexander. In origine questo one-shot fu accluso come omaggio al videogioco di Hellboy uscito nel 2007, e la sua natura di racconto non troppo legato alla continuity è evidente. Vediamo Hellboy ed Abe Sapien impegnati nella ricerca del teschio di Barbanera; peccato che anche il fantasma decapitato del pirata abbia lo stesso obiettivo. Buono e rispettoso del canone il lavoro di Dysart, mentre degna di interesse è la prova di Alexander, che illustra una rara versione più “realistica” di Hellboy. Da apprezzare, come sempre, il lavoro di Dave Stewart, capace di adattare nella maniera più intelligente e funzionale i propri colori alle caratteristiche del disegnatore (cosa che d’altra parte è possibile notare anche nelle altre storie presenti nel volume).

Segue “Nella cappella di Moloch”, che segna il tanto atteso ritorno dello stesso Mignola ai disegni. La storia in sé non brilla per originalità, al di là di qualche trovata sfiziosa, ma a renderla un gioiellino è proprio l’attitudine di Mignola a dare il meglio quando si occupa sia dei testi che dei disegni: testi scarni lasciano spesso che la narrazione fluisca attraverso vignette mute, in apparenza insignificanti ma dall’alto contenuto espressivo. Lo storytelling di Mignola si conferma insomma unico nel suo genere, snodandosi in vignette stilizzate e mangiate dai neri.

Infine, in un ultimo one-shot (pubblicato in occasione del Free Comic Book Day 2008) torna alle matite Duncan Fegredo. E con il ritorno del disegnatore degli ultimi volumi della serie si ripropongono in qualche modo anche le atmosfere delle ultime storie, in una perfetta sintesi onirica e quasi muta di quelli che sono le angosce e il tormento di Hellboy.

Chiude il volume, contraddistinto dalla consueta cura editoriale, alcuni bozzetti preparatori con le testimonianze dei vari disegnatori.

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