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Comic(US) Book #3: Universo Ultimate, Venom War e Conan il Barbaro

  • Pubblicato in Focus

In questa nuova puntata di Comic(US) Book, ampio spazio per le serie Ultimate. Poi uno sguardo al crossover Venom War e a qualche altra uscita Marvel e DC. Infine, usciamo dall’alveo delle due major del fumetto americano per occuparci di Conan il Barbaro.

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Ultimate Spider-Man 12
Spider-Man - Dodici
Ultimate Spider-Man continua a mostrarci un Jonathan Hickman molto diverso dall’autore che abbiamo conosciuto finora. Amante delle trame cervellotiche e dei personaggi di portata cosmica, vederlo all’opera con ambienti domestici, rapporti umani e persone comuni, produce un effetto straniante. Tuttavia, per quanto rimaniamo convinti che una serie come questa non rientri propriamente nelle sue corde, la gestione dello scrittore americano non può certo dirsi inadeguata. Anche (o soprattutto) quando – come in questo numero - di vero e proprio supereroismo non vi è quasi traccia. Coerentemente allo spirito natalizio dell’albo, Hickman lascia spazio alle dinamiche familiari dei Parker/Watson, approfittandone pure per introdurre nuovi comprimari che, con ogni probabilità, acquisiranno un’importanza maggiore nelle storie a venire. E se lo “zucchero” sparso per gran parte delle pagine dovesse cominciare a risultare indigesto, ci pensano le inquietanti tavole finali a ricondurre la vicenda su binari più avventurosi.
Lo stesso dicasi per i disegni di Marco Checchetto, per nulla penalizzati dall’assenza di scene d’azione che, generalmente, rappresentano il vero punto di forza dell’artista veneto.
Voto: 7

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Ultimates 7
Ultimates - Sette
La serie più interessante del nuovo Universo Ultimate. Eravamo abbastanza scettici che lo sceneggiatore Deniz Camp fosse in grado di donare il giusto spessore agli “Avengers” di Terra 6160, ma ci siamo dovuti ricredere. Questo numero, in particolare, è probabilmente uno dei migliori della collana. Maggiormente a suo agio quando può approfondire la psicologia dei personaggi, o far emergere, con metafore più o meno scoperte, i temi politici e sociali di attualità, l’autore di origini filippine mostra come i diversi componenti del team reagiscono alle terribili conseguenze dello scontro con Bruce Banner, raccontato nell’episodio precedente, e alla percezione che ha di loro il resto della popolazione, in occasione dell’anniversario dell’attacco alle Stark Tower, che ha causato parecchie vittime civili.
Scrittura raffinata, scandita da dialoghi che si sposano alla perfezione alle caratteristiche dei vari protagonisti, tra i quali ci piace ricordare soprattutto Destino (una delle figure più affascinanti e sfaccettate degli ultimi anni), Occhio di Falco e She-Hulk.
Juan Frigeri, ai disegni, forse non è l’artista capace di valorizzare al meglio i testi di Camp, mancando a volte di espressività e dinamismo, ma tutto sommato la serie non ne risente più di tanto.
Voto: 7

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Ultimate Universe – Un anno dopo

Ancora Deniz Camp ai testi per questo one shot che segna il giro di boa per l’Universo Ultimate a un anno di distanza dalla chiusura della Città, a Latveria, in cui è rimasto prigioniero il Creatore. Facciamo la conoscenza dell’agenzia nota come H.A.N.D., che su Terra-6160 ha preso il posto dello S.C.H.I.E.L.D., diventando una sorta di polizia segreta al soldo della versione perversa di Reed Richards, incaricata di eliminare ogni potenziale minaccia al suo regime. A guidarla il Nick Fury di questo universo alternativo. Ma sarà davvero così?
Pur se meno convincente rispetto alla sua gestione degli Ultimates, Camp approfondisce le personalità e le ambizioni di molti dei villain che abbiamo imparato a conoscere nelle nuove testate Ultimate, benché, nonostante un colpo di scena ben calibrato, non aggiunga niente di significativo alle trame in corso. 
Piuttosto bruttini i disegni di Jonas Scharf.
Voto: 6

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Ultimate Black Panther 11
Pantera Nera - Undici
Serie un po’ sottovalutata che paga il fatto di non essere, per ora, direttamente collegata alle saghe più importanti del nuovo Universo Ultimate. Ciononostante, questo T’Challa alternativo è ben caratterizzato (lo stesso dicasi per i personaggi principali che gli ruotano attorno), sebbene – tolto il matrimonio con Okoye e poco altro - non si discosti in maniera rilevante dalla sua versione “originale”. Bryan Hill è bravo a mantenere il ritmo della narrazione su un buon livello, evitando che le varie sottotrame si intreccino in modo incongruente, oltreché a far sì che questo numero serva a preparare il terreno per lo scontro tra Pantera Nera e Khonshu, preannunciato fin dall’esordio della collana.
Sul versante grafico, Carlos Nieto concede una pausa a Stefano Caselli, riuscendo a conservare parte della vigoria del tratto di quest’ultimo, ma non la stessa accuratezza nelle anatomie e nella raffigurazione dei volti dei singoli character.
Voto: 6

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Ultimate X-Men 10
X-Men - Dieci
Questa è, in assoluto, la serie Ultimate più complicata da giudicare. Dobbiamo dire che l’idea di creare un vero e proprio manga, inserito a pieno titolo nelle vicende di Terra-6160 è in sé molto intrigante. Contemporaneamente, però, risulta inevitabile chiedersi quanto a lungo un simile esperimento possa durare. Comics e manga presentano caratteristiche e linguaggi sensibilmente diversi, pertanto, sebbene una contaminazione tra le due scuole fumettistiche sia sempre possibile, più difficile è pensare che queste riescano a convivere sotto lo stesso tetto per un tempo indefinito.
A ogni modo, se facciamo finta di considerare Ultimate X-Men un prodotto del Sol Levante, la maniera in cui Peach Momoko ha sfruttato i temi di fondo dei mutanti Marvel per ricavarne un fanta-horror inquietante e suggestivo, per ora non ci dispiace affatto.
Voto: 6,5

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Fantastici Quattro 25 (459)
Fantastici Quattro – La storia in cui Johnny Storm viene soffocato da un alieno
Saremmo tentati di liquidare questo numero scrivendo semplicemente che si tratta dell’ennesimo episodio che cerca di contaminare – malamente - il supereroismo fantascientifico dei Fab Four con i toni da family comedy di un serial TV americano degli anni Ottanta. Tuttavia, pur continuando a non capire come gli editor Martin Biro, Annalise Bissa e (un evidentemente “distratto”) Tom Brevoort possano pensare che questo sia il giusto indirizzo per la serie, vogliamo provare a essere costruttivi: dato che Ryan North sembra poco incline agli scenari drammatici, cercando costantemente di risolvere ogni vicenda con ironia e leggerezza, perché non sfruttare una simile “dote” su altri personaggi maggiormente in linea con tale impostazione ed evitare questo strazio alla prima, storica testata pubblicata dalla Marvel?
Voto: 4,5

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Iron Man 2 (137)
Iron Man – La Guerra Stark-Roxxon parte 2: muoviti velocemente e rompi le cose
A quanto pare ci avevamo visto giusto e la bella impressione che ci aveva lasciato il primo numero si è subito confermata in quello successivo. Anzi, a dirla tutta, la prosa di Spencer Ackerman appare persino salita di livello: dialoghi taglienti e incisivi, intrighi ben congegnati, personaggi tridimensionali e una buona scelta dei tempi narrativi.
Peccato per i disegni: Julius Ohta non dà proprio la sensazione di essere un autore in grado di aiutare la testata a crescere ulteriormente di qualità.
Voto: 7

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Marvel miniserie 286
Venom War 3
Una precisazione d’obbligo: noi riteniamo che Al Ewing sia uno scrittore di valore. Il problema è che, non di rado, gli capita di fare scelte a dir poco farneticanti, tanto da indurci a dubitare dei nostri convincimenti. L’intera saga Venom War, a riguardo, ne è probabilmente l’esempio più lampante. Già la premessa rasenta la demenzialità, con Eddie Brock e suo figlio Dylan che decidono di darsele di santa ragione su un ring, per stabilire chi dei due debba continuare a rimanere in simbiosi con Venom e scongiurare in questo modo un futuro distopico. Come se ciò non bastasse, abbiamo anche una sceneggiatura risibile, che serve solo a giustificare l’arrivo di quasi ogni altro simbionte conosciuto e amenità varie a contorno come i cadaveri avvolti da simbionti morti, definiti – non è uno scherzo! - zombionti.
Ciliegina sulla torta, i disegni di un Iban Coello mai visto così sotto tono.
Incommentabili le pagine finali di ogni capitolo dedicate a Cavallo Venom.
Voto: 4

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Wolverine: vendetta 1

Inizia l’attesa miniserie realizzata da Jonathan Hickman e Greg Capullo (quest’ultimo al suo rientro in Marvel dopo parecchi anni). La storia, ambientata in un possibile futuro, vede Wolverine impegnato in una missione per salvare quello che resta dell’Occidente, dopo che l’esplosione dell’asteroide M e la conseguente morte di Magneto, ha generato un EMP di inaudita potenza, che ha fatto precipitare nell’oscurità un’area molto vasta della Terra.
Una premessa intrigante, che però, per ora, pare il classico tentativo di creare un blockbuster a tavolino, senza la giusta convinzione da parte degli autori coinvolti. Hickman si limita a imbastire una trama in cui abbondano i colpi di scena e i personaggi di contorno (molti dei quali amati dai fan dell’artigliato canadese) che, tuttavia, procede per accumulo e non con una narrazione in grado di emozionare il lettore. Capullo, invece, forse penalizzato dalle chine di Tom Townsend, sembra piuttosto lontano dall’artista che abbiamo imparato ad apprezzare su Spawn e Batman.
Evitate l’edizione Red Band. Un po’ di sangue e qualche sbudellamento in più non valgono la maggiorazione di 2€ rispetto alla versione standard.
Voto: 5,5

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Wolverine 2 (457)
Wolverine – Sangue e debito
Rispetto all’episodio iniziale della sua gestione, Saladin Ahmed aggiunge un minimo di approfondimento psicologico ai personaggi, presentandoci una versione inedita della possente creatura cannibale Wendigo, nota per essere stata il primo avversario affrontato da Wolverine, quando esordì in una storia di Hulk negli anni Settanta.
Cionondimeno, abbiamo trovato ancora una volta ripetitivo l’accostamento dell’istinto animale del protagonista alla natura omicida del mostro, per giustificare la decisione di Logan di salvarlo dagli assalti delle forze speciali canadesi. Una scelta che appare come un (velleitario) tentativo da parte dello scrittore di Detroit di nascondere la mancanza di un’idea precisa dell’indirizzo da dare alle serie.
Inoltre, benché efficaci nelle scene d’azione, i disegni approssimativi di Martin Coccolo sembrano sempre meno adeguati a una testata di questa importanza.
Voto: 5,5

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Superman 18
Super Son – Sogni veridici
"One shot long size" legato ad Absolute Power e dedicato a Jon Kent, che racconta il difficile tentativo delle amazzoni di liberare il figlio di Superman dal controllo di Brainiac Queen, dopo che quest’ultima lo aveva trasformato in un cyborg al suo servizio. Sina Grace e Nicole Maines imbastiscono una discreta trama a incastri, in cui volutamente confondono il lettore, che spesso non è in grado di capire se sta osservando la realtà o un parto mentale del protagonista. Un po’ troppo prevedibili gli intermezzi sentimentali, benché quelli in compagnia di Dreamer regalino qualche emozione in più.
Dei due disegnatori John Timms e Travis Mercer preferiamo sicuramente il primo. Il suo tratto forse eccede in spigolosità, ma ci piace la sua iperdinamicità e la sua ricchezza nei dettagli.
Voto: 6,5
Superman – “Odio la magia”
Altro tie-in di Absolute Power, in cui Joshua Williamson si diverte (i lettori meno) a impegnare Superman in una scorribanda con Zatanna in uno dei meandri magici del cosmo DC. Storia di passaggio, in attesa di tornare alle trame in sospeso. Scialbi disegni “computerizzati” di Jamal Campbell.
Voto: 5,5

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Conan il Barbaro 8 (26)
Conan - Gelida fede parte III: gli dei del Nord – Gelida fede parte IV: il mondo nascosto
Uno dei rari albi spillati rimasti in Italia che non ospita serie Marvel o DC, ma che può contare su un personaggio che proprio la Casa delle Idee ha reso popolare nei fumetti. Ora i diritti del Cimmero sono in mano alla Titan Comics, la quale ha arruolato una schiera di autori che paiono davvero a loro agio con gli scenari fantasy dell’era Hyboriana. A partire da Jim Zub, da cui – dobbiamo riconoscerlo - non ci saremmo mai aspettati una prosa così solenne e risolutamente mirata a esaltare l’eroismo del protagonista.
In questo numero si conclude la saga – ispirata al racconto di Robert E. Howard La figlia del gigante dei ghiacci - che ha portato un giovane Conan a combattere nel gelido Nordheim.
Da nostalgici di John Buscema, confessiamo di preferire ai disegni il titolare della serie Roberto De La Torre, erede artistico del grande autore italo-americano, dato che Doug Braithwaite, che ha realizzato entrambi gli episodi, ci sembra più bravo come copertinista che come illustratore delle pagine interne.
Voto: 7

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Comic(US) Book #2 - Iron Man #1, Absolute Power #2 e tanto altro...

  • Pubblicato in Focus

Seconda puntata per Comic(US) Book, che questa volta si focalizza su alcuni personaggi storici della Marvel. In casa DC, invece, continua a imperversare il crossover Absolute Power.

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Iron Man 1 (136)

Iron Man – La guerra Stark/Roxxon parte 1
Caduta Krakoa, anche per il Vendicatore Dorato è tempo di ripartire con nuovi autori, dopo che Gerry Duggan nella sua poco convincente gestione, aveva incrociato il destino del personaggio con quelli dei mutanti. Neo scrittore della serie è il premio Pulitzer Spencer Ackerman che imbastisce un ritorno alle origini in tutti i sensi. Tony Stark, infatti, pur avendo riottenuto il controllo della sua azienda, deve vedersela con alcuni storici nemici (la ricomparsa di alcuni dei quali, in verità, viene spiegata in maniera un po’ troppo frettolosa), che sono riusciti a trovare un appoggio nel consiglio di amministrazione delle industrie di famiglia e a ottenere il controllo delle sue armature. Per fronteggiarli, Tony è costretto ad assemblare una nuova armatura “analogica”, che reinterpreta con gusto contemporaneo quella realizzata nella prima avventura dell’eroe. Ackerman non nasconde la sua passione per il protagonista e benché i suoi testi siano ancora un po’ acerbi, riesce a mostrarci un efficace spaccato degli Stati Uniti di oggi. In primis, un capitalismo cinico e amorale disposto a un patto col diavolo pur di non perdere potere e ricchezza e poi l’estrema polarizzazione della società americana, impiegando metaforicamente il termine “woke” (spesso utilizzato a sproposito in Italia) come sinonimo di “difensore dei mutanti”.
Decisamente meno interessante il comparto grafico, dove i disegni del brasiliano Julius Ohta non destano particolari emozioni (al contrario della bella cover di Yasmine Putri).
Voto: 6,5

MFQUA458ISBN 0

Fantastici Quattro 24 (458)

Fantastici Quattro – Colui che trama & l’eternità di cinque secondi
Una volta la testata dei Fantastici Quattro si fregiava del titolo di The World’s Greatest Comics Magazine. Come sia possibile che la Marvel abbia permesso che precipitasse a un livello qualitativo così basso è una domanda che perseguita da parecchio tempo tutti i fan di lunga data dell’editore newyorkese. Speravamo che questo numero, che ospita un episodio fuoriserie collegato (si fa per dire!) alla saga Venom War, ci concedesse una pausa rigenerante dallo scempio che Ryan North sta portando avanti sulla collana regolare. E invece, Adam Warren (il noto autore americano che fu tra i primi a introdurre lo stile manga nei comic book) riesce a fare persino di peggio, immaginando una ridicola sfida tra Kang (o meglio una delle sue molteplici versioni che preferisce definirsi “Colui che trama”) e il Dottor Destino, per mano dei due simbionti Rascal e Flexo. Alla fine, arriverà ovviamente il Favoloso Quartetto a risolvere la situazione, ma nella maniera più scontata possibile. Il tutto condito da dialoghi che si perdono in paradossi temporali incomprensibili e un umorismo di bassissima lega (per tacere del pathos da cartoon per bambini e della caratterizzazione infantile dei protagonisti).
Stendiamo, infine, un velo pietoso sui raccapriccianti disegni di Joey Vazquez, per quanto i veri colpevoli da prendere di mira dovrebbero essere gli editor, che hanno giudicato il suo stile idoneo alla testata.
Voto: 3

MCAPI179ISBN 0

Capitan America 12 (179)
Capitan America – L’ultima difesa dell’Ingresso parte 1
Si avvia alla conclusione il ciclo di J. Michael Straczynski, che ha progressivamente coinvolto Capitan America in una strampalata saga mistico-filosofica, che avrebbe avuto più senso con il Dottor Strange come protagonista (l’ex Stregone Supremo invece compare fugacemente solo nei primi episodi). Steve Rogers sarà anche il portavoce di valori universali, ma come questo possa metterlo al centro dello scontro tra le incarnazioni della vita e della morte, per evitare l’annientamento dell’umanità, facciamo davvero fatica a capirlo. Eppure, a dispetto dell’implausibilità dell’assunto di base, la prosa dello scrittore americano – quando non eccede con citazioni cinematografiche assolutamente fuori luogo - si mantiene su buoni livelli, i personaggi sono ben caratterizzati e la trama viene sviluppata in maniera sorprendentemente interessante.
I disegni di Jesús Saiz a volte peccano di staticità, ma aiutati dagli evocativi colori di Matt Hollingsworth, funzionano da utile corollario ai testi di Straczynski.
Voto: 6,5

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L’incredibile Hulk 18 (121)

Hulk – Elegia per una corona caduta parte 2
Spiace scriverlo, ma la testata dedicata al Golia Verde è indicativa della superficialità con cui, attualmente, alcuni supervisori della Marvel continuano a non preoccuparsi di evitare che le collane principali si perdano in divagazioni superflue e, soprattutto, inadeguate a catturare l’interesse dei lettori. Già ci era sembrato discutibile da parte di Phillip Kennedy Johnson – l’autore dei testi - aumentare a dismisura la componente horror della serie, nell’evidente tentativo di riprendere tematiche e suggestioni dell’acclamato ciclo di Al Ewing (anche perché, quest’ultimo, avvicinandosi all’epilogo, si era perso in un guazzabuglio teologico, da cui era uscito in maniera poco convincente), ma appesantire la trama, introducendo un personaggio come la Primogenita, alla quale è stato progressivamente fornito un background sempre più complesso, con tanto di “spiegoni” di solo testo in fondo ad alcuni capitoli, è una scelta che ha determinato addirittura la progressiva scomparsa dalla vicenda di colui che dovrebbe esserne il protagonista.
Emblematico l’albo di questo mese, dove proseguono le vicende di Enkidu (il fantomatico primo Hulk, ideato da Alex Paknadel nell’albo The Immortal Hulk: Time of Monsters del maggio 2021) iniziate nel numero precedente, che si risolvono in un’insulsa scazzottata tra mostri, ambientata più di tremila anni fa nella città assira di Ninive. E quando non ci sono neppure i disegni di Nic Klein a rendere il tutto meno indigesto, bensì quelli del modestissimo Danny Earls, si fa davvero fatica a trovare la forza per arrivare fino all’ultima pagina.
Voto: 5

MAVES180 0

Avengers 18 (180)
Avengers – Un deserto e una tentazione
Sorta di preludio all’imminente maxievento One World Under Doom, l’episodio di questo numero sembra quasi una storia di passaggio. Non un vero e proprio fill-in, ma poco ci manca. Jed MacKay (a cui gioverebbe rinunciare a qualche impegno) abbozza non più di una sbrigativa e scontata celebrazione dei principi morali che muovono gli Avengers, se messi di fronte alla tentazione di poter guidare il mondo grazie ai loro poteri, inframezzata da brevi scene di dialogo, incentrate sulla difficoltà di Pantera Nera e Tempesta a convivere nello stesso gruppo. 
Ai disegni troviamo Farid Karami, che si alternerà con Valerio Schiti per qualche numero. Il confronto con l’artista romano è impari, tuttavia, il giovane autore turco promette bene. Se riesce a risolvere qualche incertezza nelle anatomie e nell’espressività dei volti, può diventare uno dei cartoonist di punta nell’immediato futuro.
Voto: 5,5

Avengers Uniti – Parte Due

Secondo episodio per gli AVENG.E.R.S., la nuova squadra assemblata e guidata da Steve Rogers, che viene coinvolta da Steve Orlando in un bizzarro mistery sovrannaturale (che nasconde, però, una denuncia contro la sperimentazione sugli animali), sinceramente poco interessante e con quasi nessun collegamento con le trame successive (speriamo ben più stimolanti), di cui si comincia a intravedere qualcosa.
Scot Eaton alle matite si conferma un illustratore modesto, che non riesce a essere valorizzato né dalle chine di Elisabetta D’Amico né, tanto meno, dai pesantissimi colori di Sonia Oback.
Voto: 5

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DC Crossover 42

Absolute Power capitolo 2: resistenza
Seconda parte per il crossover che ridefinirà - per l’ennesima volta - lo status quo del DC Universe. Come è ormai pratica comune (anche per la Marvel), se non si leggono contemporaneamente molti dei tie-in collegati all’evento, non è possibile avere una chiara idea della vicenda principale. Per cui, con simili presupposti, pure un bravissimo scrittore come Mark Waid, si trova in estrema difficoltà a rendere la trama coinvolgente, limitandosi a realizzare testi funzionali agli avvenimenti descritti. Persino Dan Mora ci è sembrato meno incisivo del solito, anche a causa dei freddi – e troppo invasivi - colori di Alejandro Sanchez.
Voto: 6

Absolute Power – Origins: lettera a coloro che dobbiamo ancora diventare
Inizia in questo numero la miniserie che ricostruisce le circostanze che hanno portato Amanda Waller a diventare la spietata nemesi dei supereroi degli ultimi mesi. La storia di John Ridley è poco avvincente: oltre a ripercorrere velocemente alcune tragedie familiari del passato del personaggio, già note, ci mostra la sua determinazione ad acquisire sempre più potere, ma con metodi prevedibili e obiettivi confusi.
Disegni dozzinali di Alitha Martinez (con chine di Norm Rapmund).
Voto: 5

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Wonder Woman 11

Wonder Woman – Il peggiore dei tempi
Questo episodio dell’amazzone di casa DC mostra in maniera inequivocabile come un crossover possa rovinare una serie che finora si era sempre mantenuta su livelli qualitativi molto alti. Il povero Tom King fa il possibile per evitare di creare una netta discontinuità con la trama da lui portata avanti nei numeri precedenti, ma invano. Fortunatamente, la sua professionalità mantiene la narrazione gradevole e discretamente appassionante.
Sul versante grafico, Tony S. Daniel conferma di essere un artista ancora affidabile, benché le sue tavole siano fortemente penalizzate dai colori piatti – e con troppi effetti digitali – di Jay David Ramos.
Voto: 6

I migliori del mondo parte 8
In appendice, continuano le simpatiche e leggere storielline del trio formato da Jon Kent, Damian Wayne e Lizzie Prince, che vedono sempre (un divertito) King ai testi, supportato dai disegni cartooneschi di Belén Ortega.
Voto: 7

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Comic(US) Book #1 - L'ondata mutante e tanto altro...

  • Pubblicato in Focus

Nasce oggi Comic(US) Book, carrellata aperiodica sugli albi americani usciti in Italia in comode e rapide pillole. In questa puntata, ci concentriamo sulle tante novità mutanti uscite dopo il recente rilancio Marvel, ma non solo... Si parte!

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Gli incredibili X-Men 3 (421)
X-Men – Scott Summers contro gli Stati Uniti d’America: l’attivissimo Jed MacKay si è assunto il compito di portare avanti la serie più fracassona degli X-Men, quella che guarda dichiaratamente alle saghe blockbuster dei primi anni Novanta. Pur senza eccellere, i numeri iniziali sono piacevoli, benché la psicologia dei personaggi sia piuttosto rigida. La sola di cui si percepiscono, in parte, i tormenti è Temper, che ci sembra l’unico membro del gruppo che possa offrire un minimo di imprevedibilità alla trama. Abbastanza buono il lavoro anche sui pesi massimi, soprattutto Ciclope e Bestia. Piuttosto anonimi, invece, Magik e il Fenomeno. Disegni di Ryan Stegman decisamente in sintonia.
Voto: 6,5

X-Men – Iniziati: doppia razione del gruppo guidato da Ciclope, per non perdere terreno con gli USA, dato che oltreoceano sia per questa collana che per The Uncanny X-Men sono previsti diciotto numeri all’anno. I testi di Jed MacKay non sembrano risentirne, con gustose apparizioni di due villain che arrivano direttamente dal periodo di riferimento della serie. Tuttavia, ancora più che nell’episodio precedente è l’azione a farla da padrona, con poco spazio per altro. Disegni non proprio indimenticabili di Netho Diaz.
Voto: 6

Gli incredibili X-Men – Onda rossa parte 2: la migliore serie mutante del post Krakoa. Gail Simone, dopo essere rimasta fuori dai radar per diverso tempo, torna su una serie importante, dimostrando di non aver perso un briciolo del suo talento. Tempi scenici dosati in maniera accurata e personaggi di spessore, la cui personalità non viene soffocata dalle varie sottotrame in atto, di cui già si intuiscono importanti sviluppi futuri. In più, un David Marquez ai disegni in ottima forma.
Voto: 7,5

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Eccezionali X-Men 1 (Immortal X-Men 30)
Eccezionali X-Men – Kate Pryde: inizio promettente per questa nuova serie che, da quello che si intuisce nel primo numero, farà dell’introspezione il suo punto di forza. Come suggerisce il titolo, protagonista assoluta di questo episodio è una disillusa e moralmente provata Kate Pryde, tornata a Chicago per dimenticare la caduta di Krakoa. Eve L. Ewing dopo la buona prova con Black Panther mostra di saperci fare con i rapporti umani, i momenti di riflessione e gli ambienti famigliari, a cui dà forma con discreta abilità la disegnatrice Carmen Carnero. Probabilmente gli amanti di combattimenti e scontri a fuoco rimarranno delusi, ma avere testate mutanti che si differenziano per stile e atmosfere per noi è un merito, non un difetto.
Voto: 7

NYX – Questo è NYX: forse l’esordio più sorprendente di questo restart mutante. NYX – che riprende il nome della miniserie del 2003, che vide il debutto fumettistico di Laura Kinney – è la testata studiata per intercettare il pubblico degli adolescenti. Ecco, quindi, i disegni di Francesco Mortarino che mixano lo storytelling dei comics a un character design di impronta nipponica. Testi briosi di Jackson Lanzing e Collin Kelly, che mostrano una certa dimestichezza nel tratteggiare giovani personaggi dotati di superpoteri.
Voto: 7

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X-Force 3 (54)
X-Force – L’uomo che cammina: arriva al terzo episodio questa nuova incarnazione di X-Force. La missione del gruppo è totalmente cambiata rispetto al periodo krakoano: guidati da Forge, che ha costruito il dispositivo Analog in grado di identificare le “fratture” nelle linee di forza terrestri, che potrebbero condurre alla fine del mondo, gli eroi mutanti agiscono nell’ombra per evitare che tali crisi arrivino a compimento.  Finora i testi di Jeoffrey Thorne si sono maggiormente concentrati sulla parte avventurosa del racconto, riuscendo a fare in modo che quest’ultimo non risulti privo di ritmo e drammaticità. Tuttavia, il continuo ripetersi dello stesso schema (identificazione della nuova frattura, arrivo del gruppo nel luogo in cui questa è apparsa, risoluzione della minaccia) potrebbe alla lunga diventare stucchevole, anche perché non sembra esserci una trama di lungo corso che possa mantenere vivo l’interesse dei lettori. Inoltre, se la caratterizzazione di Forge e, soprattutto, di Sage ci è parsa decisamente azzeccata, lo stesso non si può dire di Betsy Braddock (l’attuale Capitan Bretagna) e di Rachel Summers, per il momento poco più che semplici comparse. Riguardo gli altri due membri del gruppo, infine, per Tank è ancora troppo presto per esprimere un giudizio, Surge, invece, pare un tentativo non molto riuscito di portare nel fumetto il punto di vista e gli ideali dei giovani di oggi.
Discreti i disegni di Marcus To, anche se, come sempre, il suo stile pecca di personalità.
Voto: 6,5

X-Factor – Potremmo essere eroi: Mark Russell sembra essere stato incaricato di riportare nella serie il brillante mix di sentimentalismo e ironia con cui Peter David aveva caratterizzato la sua prima – fortunata – gestione del gruppo. Sicuramente un miglioramento rispetto al pessimo ciclo di Leah Williams durante l’era krakoana, benché non sia ancora del tutto chiaro dove lo sceneggiatore voglia andare a parare: la carne messa sul fuoco è parecchia, con tanto di colpi di scena del tutto inaspettati già nel primo numero (compreso un repentino cambio di formazione del gruppo, causa morte o grave ferimenti di alcuni suoi membri). Inoltre, omaggi più o meno evidenti a cult fumettistici del passato, tanta satira (che sfocia a volte nel grottesco), e un pizzico di denuncia, che in una serie mutante non può mai mancare (e proprio per questo, ci è sembrata finora manierata e poco convinta). Disegni di Bob Quinn senza infamia e senza lode: più efficace, però, nei passaggi introspettivi che in quelli d’azione, dove il suo tratto si sta dimostrando privo di dinamicità. Colori troppo “slavati” di Jesus Arbutov, che, a nostro avviso, rendono le tavole eccessivamente algide.
Voto: 6,5

wolverine 1

Wolverine 1 (456)
Wolverine – Nelle ossa: nuovo corso anche per il mutante artigliato, che vede Saladin Ahmed prendere il posto di Benjamin Percy ai testi della collana. Inizio francamente anonimo, con una trama che definire esile è poco, la quale non fa altro che assemblare situazioni e comportamenti del personaggio visti un’infinità di volte. Oltretutto, il coinvolgimento di Cyber – il cattivone di turno - è del tutto pretestuoso e non sono certo i disegni del pur volenteroso Martin Coccolo (aiutato parecchio dai colori di Bryan Valenza) a rendere questo primo numero degno di nota. Un brutto passo indietro.
Voto: 5

MAMAZ277 0

Amazing Spider-Man 59 (859)
Spider-Man – Rinverdire parti 4 e 5: si avvia mestamente alla fine la gestione di Zeb Wells, che, a dispetto dei proclami iniziali, si è dimostrata del tutto inadeguata a risollevare le sorti fumettistiche dell’Arrampicamuri. In questo numero arriva a conclusione la sottotrama riguardante Norman Osborn, personaggio ormai completamente snaturato, a cui lo sceneggiatore statunitense ha inferto il colpo di grazia definitivo. Trama ridicola, per di più annunciata da una serie di cover demenziali. Dispiace soprattutto per Ed McGuinness, i cui disegni avrebbero meritato sceneggiature di ben altro calibro.
Voto: 4

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Venom 34 (92)
Venom – uccidere il futuro parte 1: inizia la Venom War e Al Ewing, lo scrittore titolare, lascia provvisoriamente la serie nelle mani di Torunn Grønbekk, abile scrittrice norvegese, ormai specializzatasi come tappabuchi di vari autori. Sotto una copertina che omaggia – non si capisce il perché - la prima apparizione del Punitore (su Amazing Spider-Man 129), assistiamo all’ennesimo futuro apocalittico che, per essere evitato, richiede che qualcuno torni indietro nel tempo per fermare gli eventi che hanno portato a esso. Niente di nuovo sotto il sole, insomma, benché la Grønbekk porti avanti la narrazione con professionalità e una buona caratterizzazione dei personaggi. Disegni di Cafu un po’ legnosi.
Voto: 6

MTHOR304ISBN 0

L'Immortale Thor 14 (304)
L’immortale Thor – La vendetta degli dei: Al Ewing prosegue la sua gestione del Dio del Tuono tra alti e bassi. Di sicuro si nota il suo divertimento a giocare con i vari pantheon della Marvel, anche se ogni tanto il fumettista britannico si lascia andare a dialoghi improbabili in bocca a dei e affini. Capiamo la voglia di intercettare il gusto dei giovanissimi, ma a tutto c’è un limite.
Jan Bazaldua alterna tavole di alta qualità, ad altre un po’ tirate via. Sarebbe meglio, comunque, che provasse a smorzare la sua tendenza al cartoonesco manga-style, decisamente poco in linea con la serie.
Voto: 6,5

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DC Cossover 41
Absolute Power parte 1: primo capitolo per il maxievento DC che ha visto Amanda Waller allearsi con Failsafe e Brainiac Queen per annientare o imprigionare tutti i supereroi. Tralasciando i racconti a corollario tratti da Absolute Power: Ground Zero, il pezzo forte è naturalmente rappresentato dalla serie scritta da Mark Waid e disegnata da Dan Mora. Più per merito di quest’ultimo che per il primo in verità. Al di là di una più o meno scoperta critica alla deriva autoritaria del governo americano e allo strapotere delle Big Tech, i testi di Waid sono funzionali all’azione, ma con pochi guizzi. Tutto il contrario delle tavole dell’artista costaricano, al solito spettacolari.
Voto: 6,5

M1BTMA055ISBN 0

Batman/Superman: i migliori del mondo 24

Batman/Superman – L’erede del regno capitolo 5: l’Uomo del Domani: ancora Waid e Mora, ma qui siamo su un altro livello. Lo scrittore americano conclude questo crossover anomalo tra l’universo DC classico e quello di Terra-22, in cui il mondo è precipitato nella distopia di Kingdom Come (uno dei capolavori di Waid), abbandonando provvisoriamente la leggerezza che ha contraddistinto la serie fino a questo momento, per far emergere con forza, anche di fronte a una sconfitta apparente, i principi morali che hanno sempre guidato l’Uomo d’Acciaio. E poi grandi classici come Darkseid, l’Equazione Anti-Vita, lo Spettro, con cui il buon Mark dà il meglio di sé.
Inutile dire che i disegni di Dan Mora sono un’autentica gioia per gli occhi, con una widescreen page e una tavola finale che faranno l’invidia di uno “specialista” come Bryan Hitch.
Voto: 7,5

M1BRYO001ISBN 0

Batman e Robin: anno uno 1
Impossibile condensare in poche righe le emozioni che ci ha regalato l’esordio di questa maxiserie. Sarà probabilmente necessario un articolo di approfondimento fra un anno, quando arriverà alla sua conclusione. Fortemente voluta da Chris Samnee, che ci regala tavole dal sapore vintage già scolpite nella memoria, non poteva trovare uno scrittore migliore di Mark Waid per vedere la luce. Capace di trasmetterci tutto il suo amore per i due personaggi, l’autore americano – l’unico della sua generazione ancora in grado di realizzare con continuità opere di tale grandezza – sciorina con una facilità disarmante testi che richiamano la spensieratezza dei comic book di una volta senza perdere in arguzia e raffinatezza. Imperdibile.
Voto: 8,5

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