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Dalla censura di Diabolik ai manga: quando fumetti e cartoni spaventano l'Italia

  • Pubblicato in Focus

Nel nostro paese, sono molte le campagne e le crociate anti-fumettistiche che, dagli albori ad oggi, hanno impedito agli artisti di tutto il mondo di presentare la propria arte. negli anni '60 e '70, ad esempio, l'Italia si trovò più volte a fare i conti con fumetti e cartoni animati ritenuti "pericolosi" per i giovani. Prima fu il caso di Diabolik, il fumetto noir delle sorelle Giussani, accusato di diffondere modelli criminali e immoralità. Poi, negli anni '70, arrivò la battaglia contro i "robottoni" giapponesi, con Mazinga Z e Ufo Robot Goldrake nel mirino di genitori e politici preoccupati per la violenza e l’influenza culturale straniera. Censure, sequestri e campagne mediatiche si abbatterono su queste opere, segnando un'epoca in cui il fumetto e l’animazione venivano visti non come forme d’arte, ma come minacce all’ordine pubblico e alla morale dei più giovani. Ma fu davvero giustificata questa "caccia alle streghe" culturale?

Tutto inizia in una Milano degli anni 60, dove Tex Willer è già nelle mani di tutti i più giovani lettori, investiti dalle emozioni dei grandi film western di quel periodo. È cosi che in un freddo novembre del 1962, due sorelle dell’aristocrazia Milanese, Angela e Luciana Giussani, presentano all’Italia il loro fumetto: Diabolik. Un ladro, antieroe, che entrerà presto sia nelle edicole che nei cuori di tutti gli appassionati di fumetto.  Nel 1965, il ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani avviò una vera e propria crociata contro i fumetti ritenuti pericolosi per i giovani, tra cui Diabolik.
Taviani e altri esponenti politici sostenevano che il fumetto noir Istigasse alla criminalità mostrando un ladro come protagonista positivo, e minasse l’autorità delle forze dell’ordine, poiché l’ispettore Ginko falliva spesso nel catturare Diabolik, cosi come promuovesse comportamenti immorali, sia per l’assenza di una distinzione netta tra bene e male, sia per la figura di Eva Kant, una donna indipendente e complice del protagonista.
A seguito delle pressioni politiche, nel 1965 la magistratura sequestrò diversi numeri di Diabolik con l’accusa di oscenità e incitamento al crimine. Inoltre, vennero intensificati i controlli sui contenuti dei fumetti in edicola.

Questa iniziativa si inseriva in un clima più ampio di censura e regolamentazione della stampa per ragazzi. Nello stesso periodo, il governo e alcune associazioni cattoliche volevano introdurre norme più rigide per limitare la diffusione di fumetti ritenuti “dannosi” per la moralità pubblica. Nonostante i tentativi di censura, Diabolik sopravvisse e divenne un'icona del fumetto italiano. Le critiche e i sequestri non fecero altro che alimentarne la notorietà, consolidandolo come uno dei personaggi più longevi della storia editoriale italiana. Nacque cosi il fumetto nero.

diabolik domenica corriere

All’alba degli anni 80, l’Italia fu investita da un’altra onda culturale: quella dei robottoni. Goldrake arriva in Italia nel 1978, (anche se la sua popolarità esplose negli anni successivi), la serie subì varie modifiche prima di essere trasmessa al pubblico. Le autorità italiane, preoccupate per l'impatto che alcune scene di violenza e temi di guerra potevano avere sui giovani spettatori, modificarono diversi aspetti. Queste modifiche includevano la riduzione della violenza per cui molte scene di combattimento furono tagliate o modificate. Ad esempio, in alcune versioni, i personaggi non morivano o venivano gravemente feriti, e si cercava di minimizzare l'intensità delle scene di battaglia.
Ci fu poi l’eliminazione di temi troppo adulti; la serie giapponese, pur essendo principalmente destinata a un pubblico giovane, trattava anche tematiche più complesse come la vendetta e la guerra, che venivano esaltate nel contesto delle azioni di Actarus. In Italia, alcuni di questi temi vennero attenuati. Ovviamente subì anche varie Modifiche ai dialoghi, che vennero cambiati per adattarsi meglio al pubblico italiano e per evitare riferimenti troppo forti alla violenza. Inoltre, la traduzione dei nomi dei personaggi fu alterata, per esempio, Koji Kabuto che diventa "Alcor" e Daisuke Umon che diventa "Actarus". In altri paesi però, come Francia e Germania, questo non avvenne, e la serie venne solo leggermente modificata in alcune scene attenuandone la violenza.

Nonostante la censura, Goldrake divenne un vero e proprio fenomeno di culto. Il suo protagonista, Actarus (che era uno dei piloti di Goldrake), divenne un eroe per i ragazzi italiani degli anni '80. Malgrado le modifiche e le limitazioni imposte dai produttori, molti fan difendevano la serie, ritenendola un capolavoro di animazione e una delle prime serie giapponesi a portare un messaggio di speranza e giustizia, anche nei confronti di un mondo in guerra.
La serie suscitò anche un dibattito su quanto fosse giusto censurare contenuti per motivi educativi, alimentando discussioni tra adulti, esperti di cultura e genitori. Alcuni ritenevano che l'educazione dei bambini non dovesse essere influenzata da programmi troppo edulcorati ma che dovessero confrontarsi con tematiche più dure, mentre altri preferivano che venissero evitati temi troppo pesanti.

goldrake censura

Tra gli anni '80 e '90, In Italia arrivano anche i manga più famosi tra cui Akira, Devilman, Ken il guerriero, Maison Ikkoku, Lamù... stampati anche grazie a Granata Press, che nel 1996 però fallisce, lasciando alcune serie incompiute. Il senso di lettura della serie, però, fu ribaltato e specchiato, ritenendo che questa fosse una novità per il pubblico italiano non ancora pronto e, dunque, lontana dal rispetto della versione originale. Questo fu anche uno dei motivi per cui Dragon Ball arrivò in Italia con Star Comics con estremo ritardo; solo nel 1995 infatti I Kappa Boys, allora dei giovani editori, riuscirono a portare il manga più famoso di Akira Toriyama in Italia, con la promessa che il senso di lettura fosse quello originale. Già la DeAgostini ne aveva fatto richiesta nel 1992, ma, con la lettura specchiata e la paura di altre censure, il Giappone declinò.

Nemmeno gli anime di quel periodo vennero risparmiati, la massiccia importazione di serie tra la metà degli anni '80 all’inizio degli anni 2000 diventò un vero fenomeno culturale in Italia, come non si vedeva più dalle avventure dei robottoni di qualche anno prima. Fininvest/Mediaset cominciò ad investire in questi ultimi, e, grazie anche a dei costi limitati, li comprò direttamente dall’America. Questo portò ad inglobare anche la censura e i dialoghi americani pesantemente modificati e tagliati a serie come Dragon Ball, Yu-Gi-Oh!, Naruto e One piece che, in alcuni casi cambiarono direttamente la percezione della serie, snaturandola a pura serie per bambini.

dragonball censura

In tempi più recenti c'è stato, invece, l'indagine del 2021 contro i manga “pericolosi” che ha acceso un forte dibattito sui fumetti giapponesi con contenuti violenti, sessualmente espliciti o ritenuti inadatti ai minori. Questo è avvenuto a seguito di alcuni episodi di cronaca e dell’attenzione crescente verso i contenuti mediatici consumati dai giovani. Il caso ha coinvolto politici, associazioni per la tutela dei minori e persino alcuni editori. L’interesse per questa legge è nata dopo che alcune testate giornalistiche e associazioni hanno segnalato la vendita di manga con contenuti ritenuti "estremi" nei normali negozi e fumetterie, senza restrizioni particolari. Alcune delle serie più discusse includevano titoli come: Goblin Slayer, Prison School ed Elfen Lied. La proposta aveva il sostegno di alcune associazioni, tra cui il MOIGE (Movimento Italiano Genitori), e puntava a tre punti in particolare:

- regolamentare la vendita di manga e fumetti con contenuti espliciti, imponendo restrizioni più severe.
- introdurre un sistema di classificazione più chiaro (sul modello di quello usato per i videogiochi con il PEGI).
- prevedere sanzioni per chi vende manga inappropriati ai minori, anche online.

La risposta del pubblico fu immediata, in quanto i fan dei manga hanno accusato il governo di voler censurare le opere giapponesi e di trattare il pubblico come incapace di scegliere consapevolmente. Gli editori hanno invece sottolineato che esistevano già sistemi di avvertenza (come il bollino "Per un pubblico maturo" su molti volumi) e che il problema non era la regolamentazione, ma la scarsa conoscenza del pubblico su questi avvisi. Le fumetterie e le librerie, d’altro canto hanno espresso preoccupazione per l’eventuale difficoltà nel gestire nuove restrizioni, temendo che avrebbe limitato le vendite senza una vera necessità. 
Molti poi hanno anche fatto notare che fumetti occidentali come quelli della Bonelli o graphic novel americane possono avere contenuti simili ai manga senza subire la stessa attenzione mediatica.

Dopo settimane di discussione, la proposta di legge non è mai stata approvata ufficialmente, ma ha lasciato un segno, difatti alcune librerie e fumetterie hanno iniziato a prestare maggiore attenzione alla classificazione dei manga e alla loro esposizione e alcuni editori hanno rafforzato l’uso di bollini di avvertenza, come “18+” o “Mature Content” o semplicemente incellofanandoli. Infine, on rete si è aperto un dibattito più ampio sulla percezione dei manga e sulla loro distribuzione in Italia.

Oggi il fumetto in Italia, ha un impatto enorme, secondo AIE dei 100 milioni di euro spesi nel 2021, 58,3 milioni (il 58,1%) sono manga, 29,7 milioni (il 29,7%) graphic novel, fumetti e comic strip, 12,2 milioni (il 12,2%) fumetti per bambini e ragazzi.
Sugli anime invece, a differenza del passato, abbiamo molta scelta, tra Netflix, Chrunchyroll, Hulu e Amazon Prime e, spesso e volentieri, questi escono in contemporanea con il Giappone. Chi vuole, ha anche a disposizione un doppiaggio ben curato.
Insomma, un grandioso passo avanti in una Italia, che inizialmente, aveva paura solo di un coltello e una calzamaglia nera.

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Il sindaco di Rio de Janeiro contro un fumetto degli Avengers per un bacio omosessuale

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Come riportato da Comic Book Resources, nel pomeriggio dello scorso sabato il sindaco di Rio de Janeiro, Marcelo Crivella, ha spedito una squadra di agenti del municipio e venti poliziotti armati alla più importante fiera letteraria brasiliana, la Bienal do Livro, con l’intento di far sequestrare tutti i libri e i fumetti in vendita con contenuti LGBTQIA+. Eppure, tutti i volumi sono andati a ruba prima ancora che potessero venire effettivamente ritirati dal commercio e, tra i più disparati tomi che erano in circolazione, si annovera anche un popolare titolo targato Marvel Comics, ossia Avengers: The Children’s Crusade (La Crociata dei Bambini), che – come sapranno bene i lettori dell’opera in nove parti scritta e disegnata a partire dal 2010 rispettivamente da Allan Heinberg e Jim Cheung – presenta al suo interno un bacio omosessuale tra due personaggi molto conosciuti dei Giovani Vendicatori: Billy “Wiccan” Kaplan e Teddy “Hulkling” Altman.

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Questa scioccante censura da parte di Crivella, intenzionato da buon conservatore a preservare l’innocenza dei più piccoli, non ha mancato di scatenare discussioni e proteste in merito alla libertà d’espressione. Lo YouTuber Felipe Neto ha per esempio acquistato l’intera scorta di libri del festival per distribuire gratuitamente delle copie avvolte da una plastica opaca di colore nero con su scritto: “È un libro improprio per persone arcaiche, retrograde e prevenute.”

Lo stesso Jim Cheung, autore della succitata sequenza che vede Wiccan e Hulkling scambiarsi un innocente bacio, ha peraltro reagito alla notizia tramite un post pubblicato sul suo profilo Instagram, dove ha scritto: “È stata una grande sorpresa apprendere che il sindaco di Rio de Janeiro abbia deciso di vietare la vendita del mio fumetto (e di Allan Heinberg), Avengers: The Children’s Crusade, per presunto materiale inappropriato. Per coloro che non sono a conoscenza di questo lavoro datato 2010, la controversia ha a che fare con un bacio tra due personaggi maschili. Ora io non so cosa abbia spinto il sindaco ad andare a scovare un’opera pubblicata quasi un decennio fa e che è stata in vendita per così tanti anni, ma posso dire con tutta onestà che non c’erano motivazioni nascoste o secondi fini dietro il fumetto riguardo al promuovere uno stile di vita particolare, né al rivolgersi a un pubblico unico. Quella scena ritrae semplicemente un momento tenero tra due personaggi che sono impegnati in una relazione consolidata. Come artista, la mia passione è quella di raccontare storie; storie di grande eroismo, compassione e amore, con personaggi più autentici e diversi possibili. Personaggi che rappresentano ogni cammino di vita e colore, che sia nero o bianco, marrone, giallo o verde. Il fatto che questo fumetto, risalente a quasi un decennio fa, sia ora stato trascinato sotto i riflettori dal sindaco mette forse in evidenza quanto lui sia fuori dal mondo di oggi. La comunità LGBTQ è qui per restarci, e io non provo altro che amore e supporto per tutti quelli che continuano a lottare per farsi valere e per imporre la propria voce. Spero che le fantastiche persone del Brasile, la nazione così meravigliosamente diversificata e fiera, riescano a superare questo ‘rumore’ politico e a focalizzarsi sulla luce e sui modi di unire, piuttosto che aiutare a seminare i semi del conflitto e della divisione.”

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Teddy & Billy (2019) . It was with great surprise today, to learn that the mayor of Rio de Janeiro decided to ban the sale of my (and Allan Heinberg's) book, Avengers:The Children's Crusade, for alleged inappropriate material. . For those not familiar with the work from 2010, the controversy involves a kiss between two male characters. . Now I don't know what prompted the mayor to seek out a work that is almost a decade old, and that had already been on sale for many years, but I can say honestly, that there was no hidden motivation or agendas behind the work in promoting any particular lifestyle, nor targeting any unique audience. The scene merely depicts a tender moment between two characters who are in an established relationship. . As an artist, my passion is to tell stories; stories of great heroism, compassion and love, with as authentic and diverse characters as possible. Characters that depict every walk of life and color, whether they be black or white, brown, yellow or green. . The fact that this book, from almost a decade ago, is now being drawn into the spotlight by the mayor perhaps only highlights how out of touch he might be with the current times. The LGBTQ community is here to stay, and I have nothing but love and support for those who continue to struggle for validity and a voice to be heard. . I hope the beautiful people of Brazil, the wonderfully diverse and proud nation, will see through this political 'noise' and place their focus on the light, and on ways to unite, rather than help sow the seeds of conflict and division . #TeddyAltman #Hulkling #BillyKaplan #Wiccan #YoungAvengers #AvengersChildrensCrusade #MarvelComics #Marvel #Comics #MCU #pencils #pencildrawing #process #JimCheung #LoveNotHate #LGBTQ

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La DC cancella una raccolta Golden Age di Shazam per contenuti razzisti

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La DC Comics ha cancellato l'uscita del volume Shazam!: The Monster Society of Evil Deluxe Edition a causa dei suoi contenuti. La notizia è stata riportata per la prima volta dall'account Twitter del rivenditore Ryan Higgins.

Il cartonato avrebbe raccolto l'intera serie Golden Age di 24 albi pubblicata nel 1940, che introduce Mr. Mind, un criminale che si unisce alla "Monster Society of Evil" per distruggere Captain Marvel. La raccolta era prevedeva saggi dell'esperto della Fawcett Comics P.C. Hamerlinck e dello storico dei fumetti Michael Uslan.

Mentre l'arco è considerato una pietra di paragone nella storia del fumetto, sia da un punto di vista artistico che per la scrittura, è anche un prodotto del suo tempo e, come tale, si porta dietro il bagaglio culturale di quegli anni con contenuti che oggi riterremmo razzisti e caricaturali.

La cancellazione del volume arriva durante il periodo promozionale del film di Shazam! ed è probabile che sia stata fatta anche per prevenire eventuali polemiche.

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(Via CBR)

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Diamond accusata di censurare la svastica nazista: ecco le motivazioni

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Action Lab Entertainment ha accusato Diamond Comics Distributors di censura dopo che il distributore ha rifiutato di pubblicare una copertina con simboli nazisti all'interno del proprio catalogo Previews. La cover prevista per Athena Voltaire and The Sorcerer Pope #1 di Steve Bryant mostrava la protagonista colpire dei nazisti con delle uniformi storicamente accurate.

"Noi di Action Lab crediamo che questo sia un caso in cui la censura vada troppo oltre. Quando scegliamo di chiudere un occhio sulle atrocità fatte nella Storia e nascondere i simboli di quel male, provando a fingere che non siano mai esistiti, siamo a un breve passo dal dimenticare e consentirne la ripetizione", ha dichiarato il CEO di Action Lab Bryan Seaton. "Non dovremmo glorificare queste immagini, ma non dovremmo mai permettere che la storia venga dimenticata: un fumetto d'epoca che mostra costumi storicamente accurati non è il posto per la censura".

Sebbene in disaccordo, Action Lab ha fornito a Diamond un'immagine di copertina modificata con la scritta "censored" sulle svastiche naziste. Diamond ha accettato di distribuire la copertina non censurata quando il fumetto sarà in vendita.

La motivazione della censura riguarda il fatto che Diamond distribuisce i fumetti e il catalogo in diverse nazioni oltre agli Stati Uniti, fra cui il Canada, il Regno Unito e la Germania. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il governo tedesco ha emanato e imposto il divieto di simboli nazisti (inclusa la svastica e il logo SS). L'Ungheria ha una legge simile in vigore. Se Diamond avesse pubblicato l'immagine non censurata si sarebbe scontrata con la legge tedesca che avrebbe coinvolto l'intero catalogo, con conseguenze tra cui un blocco doganale, un'ammenda e persino il carcere.

"Abbiamo avuto una politica di lunga data per non includere svastiche nel catalogo Previews risalente agli anni '90, a causa di problemi doganali in passato relativi all'ottenimento di anteprime in Germania e Austria", ha detto a Newsarama il direttore marketing di Diamond Dan Manser.

Il CEO di Action Lab ha dichiarato che la sua azienda non vende fumetti in Germania, tuttavia Diamond ha confermato di aver distribuito regolarmente i titoli Action Lab alle librerie tedesche come parte del suo accordo di distribuzione esclusivo con l'editore.

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