Un giudizio sui primi albi All-New, All-Different Marvel - Parte 3
- Scritto da Giorgio Parma
- Pubblicato in Focus
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Terza settimana di uscite All New, All Different Marvel, terza settimana di mini recensioni di questi nuovi albi #1. Questa settimana sono state solo 3 le uscite, tutte e tre fortemente consigliate. Karkak #1 di Warren Ellis e Gerardo Zaffino, The Astonishing Ant-Man #1 di Nick Spencer e Ramon Rosanas e Uncanny Ihumans #1 di Charles Soule e Steve McNiven.
Qui trovate il primo giro di recensioni e a questo link invece il secondo.
Karnak #1
Quando Warren Ellis prende in mano una proprietà Marvel, lascia il segno, su questo non si discute. Recentemente ha ridato linfa a Moon Knight, con il primo ciclo di storie raccolto nel primo volume Dalla morte di Marvel Now Collection di Panini Comics, e ora si prepara a replicare con Karnak, il Maestro degli Inumani in grado di vedere i difetti in ogni cosa, teorie, filosofie, oggetti, esseri umani. E dopo la sua presunta morte, si scopre che il redivivo Karnak ha scoperto una crepa anche nell'abbraccio della morte. Ellis ci presenta un personaggio completamente distaccato dall'universo, in grado di vedere l'insensatezza, la povertà di significato delle cose terrene, delle persone e di qualunque tipo di relazione. Un freddo ascetismo derivante da estenuanti allenamenti e fortificazione della propria volontà, necessari per raggiungere la sua attuale condizione quasi perfetta, lo separa dal resto. E del resto non possiamo che notare il parallelismo spintissimo con lo stesso Moon Knight. Entrambi i personaggi sono dei solitari, abbastanza misantropi, di certo non affettati nelle relazioni sociali, non interessati alla comunicazione interpersonale, estremamente militarizzati ed essenzialmente infallibili.
In questo primo numero Karnak viene convocato da Phil Coulson e dall'agente Simmons per incaricarlo di una missione delicata di recupero di un instabile ragazzino rapito dopo aver subito una terrigenesi che apparentemente non lo ha mutato. I ritmi narrativi sono ben bilanciati e il personaggio di Coulson è molto vicino a quello televisivo di Clark Gregg. Il suo ruolo è completamente contrapposto a quello di Karnak che appare minaccioso, scorbutico, freddo, completamente all'opposto di Phil.
Parlando dei disegni, il lavoro svolto da Gerardo Zaffino è davvero fenomenale: uno stile graffiato, evocativo, molto giocato sul contrasto e sulle figure anche appena accennate a volte, ma splendide. Uno stile sporco, grezzo che si adatta perfettamente al personaggio. I colori di Dan Brown si sposano benissimo con l'arte di Zaffino, limitando la gamma cromatica ad una tavolozza molto ristretta, con il blu e il verde dominanti sui tratti nero scuro degli inchiostri. Davvero un gran bel numero #1, anche se sembra non aprire trame a lungo respiro, il che non è necessariamente un male, soprattutto per un autore conciso come Ellis.
The Astonishing Ant-Man #1
La Marvel con questo rilancio sta cercando di avvicinare sempre di più alcuni dei suoi eroi cartacei alle loro versioni cinematografiche finora comparse nel MCU, e questo processo lo vediamo bene con Ant-Man, già da un po' nella sua nuova versione rappresentata da Scott Lang, come vi abbiamo detto nella recensione di Ant-Man #1. Quindi ancora dominante è il tema del riscatto, dell'avere una seconda possibilità e di sfruttarla al meglio, con l'aiuto di amici strampalati e di tanta ironia. Nessuno si prende sul serio in questo fumetto, c'è moltissima autoironia nel mettere in luce la ruotine quotidiana di un supereroe, che in passato ha contribuito innumerevoli volte a salvare il mondo ma che ora lavora in proprio per una società di messa appunto di sistemi di sicurezza e difese dai criminali.
Nick Spencer si trova subito a suo agio con le tinte da commedia della narrazione, inserendo anche diverse scene d'azione ma senza le classiche botte da orbi fini a sé stesse, lasciando maggiore spazio alla vita travagliata e abbastanza sfortunata del nostro eroe, che cerca in tutti i modi di riacquisire notorietà e rispetto, con risultati non particolarmente incoraggianti. Ma dovrà vedersela con vecchie conoscenze e villain che ruotano tutti attorno ad una strana App per Smartphone che permette di utilizzare a proprio piacimento, previo un lauto pagamento, i criminali più adatti per risolvere determinati problemi o occuparsi di particolari eroi.
Lo stile pulito e semplice di Ramon Rosanas ben si presta alla narrazione veloce, dando il giusto peso alle singole tavole, senza particolari virtuosismi o ricercatezze, con una grande attenzione alle espressioni facciali dei personaggi rappresentati, a partire dal primo piano di pagina 1 sul volto di Lang. I colori di Jordan Boyd sono molto densi e plastici, molto luminosi che ben si accostano alla pulizia e semplicità di traccia delle matite di Rosanas.
Uncanny Ihumans #1
Davvero un bel primo numero questo Uncanny Ihumans #1 di Charles Soule, sempre più mente creativa di moltissime testate in casa Marvel. Gli Inumani stanno avendo una grandissima ribalta, ed era anche ora, considerando i personaggi di grande spessore e potenziale che si ritrovano. Vediamo 8 mesi dopo che ne rimane di questi nuovi eroi: c'è Gorgon in carrozzina, Medusa che ha intrapreso una relazione con Johnny Storm, Black Bolt alle prese con un Kang il Conquistatore scatenato e motivato a fargliela pagare per non aver rispettato il patto con lui stretto, il figlio di Freccia Nera che al momento non si sa dove sia, l'agente Frank intento a ricercare nuovi Inumani, Hank McCoy intento a trovare un mondo per non far annientare una delle due specie, quella mutante o quella inumana, qualora scoppiasse un nuovo conflitto tra le due razze. Insomma tanta carne al fuoco, tante sottotrame aperte, tanto hype per cercare di scoprire cosa sia successo in questi 8 mesi e come evolveranno le cose nei prossimi. I disegni di Steve McNiven sono semplicemente perfetti, con alcune accortezze da grande artista. Moltissimi i dettagli, le microespressioni dei personaggi, Freccia Nera in primis, portano la comunicatività dei testi di Soule ad un livello più alto. Jay Leisten si occupa delle chine, con un ottimo lavoro che sottolinea e fa spiccare maggiormente le figure. Ambientazioni molto caratterizzate anche se, a parte una splash page, a dominare sono i personaggi in questo primo numero. Non capiamo, leggendo i credits, se la Marvel abbia sbagliato ad affidare gli inchiostri a McNiven e le matite a Leisten, ma sembrerebbe più un errore.
Nella seconda parte dell'albo c'è una storia introduttiva di Soule sulle belle matite di Brandon Peterson, che ci mostra quella che sarà la squadra che vedremo in All-New Inhumans. Un'avventura che potrà rendere malinconici i lettori di lunga data, in quanto sembra molto una di quelle storia degli X-Men nel periodo in cui i mutanti spuntavano come funghi, e gli insegnanti dello Xavier Institute andavano a recuperarli per proteggerli. C'è uno scambio di tavole ad un certo punto della storia che non si capisce bene se sia una pessima scelta narrativa o un errore grossolano di impaginazione, ma lascia un po' il tempo che trova, e non pregiudica la lettura, ma ne interrompe il ritmo.
Un bell'albo quindi, anche se con qualche pecca e svista che avrebbero potuto essere facilmente corrette.