Impressioni sparse - e un po' convulse - su New X-Men
di Youngest

clicca per ingrandire l' immagine erano due: o collocare gli X-Men in un contesto di realismo e quotidianità da letteratura del secolo scorso, privandosi però di una vasta gamma di alternative, oppure sfruttare integralmente la sospensione dell'incredulità del lettore. È lampante quale linea sia stata seguita in New X-Men: dalle ceneri di quarant'anni di storie e dal pizzico di senso del

concreto che può essere utile al progetto,è stata plasmata una realtà spassionatamente fantascientifica ed aliena alla nostra, che tuttavia appare come perfettamente credibile a chi le si avvicina, al punto da essere facile all'immedesimazione. Questo perché la primapenna del parco-testate mutante è riuscito a sviluppare un cast di comprimari folto e funzionale alle storie raccontate, un clima di generale evoluzione rispetto al passato, nuove nemesi, nuovi conflitti interni ed esterni ad ogni singolo personaggio ed al gruppo in toto, ed ha imposto un ritmo serrato alla narrazione, con continui colpi di genio, numerosi cambi di inquadratura e passaggi repentini e sincopati da una scena all'altra. Complessivamente, quindi, la vera abilità dello scozzese si è manifestata nella conduzione dell'operazione di riabilitazione di un gruppo di supereroi che

aveva perso la memoria di se stesso: le rivoluzioni apportate ex novo da Morrison , infatti, non sono state tante quante le modifiche a ciò che già c'era ma mal funzionava, attraverso un'attenta e consapevole trasformazione delle potenze in atti. La visuale profondamente critica che l'autore ha dovuto adottare nel rapportarsi a personaggi
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ormai dotati di vita propria lo ha convinto della convenienza - se non addirittura dell'ineluttabilità - di conservare invariate le tematiche di fondo, pur alleggerendole delle appendici cancrenose che avevano portato al declino di quella che era stata la punta di diamante qualitativa (e quantitativa) della produzione Marvel per decenni. Nel concreto, gli X-Men sono sempre stati degli emarginati, e nelle loro storie è sempre stata presente - talvolta in modo spropositato e ridondante o assurdamente innaturale - la problematica del razzismo. Con il nuovo millennio, l'apertura delle frontiere, la globalizzazione ed internet (e faccio questo elenco con tono lucidamente qualunquista), era quasi venuto a cadere il momento "pedagogico" nelle avventure dei figli dell'atomo, e di conseguenza il nuovo
clicca per ingrandire l' immagine sceneggiatore, conscio dell'esigenza di mantenere il comic book ancorato ad un solido messaggio, ha ampliato il concetto di diversità abbassandolo di livello, inserendo finalmente nella scuola di Westchester mutanti raccapriccianti, insostenibili alla vista, al tatto o all'olfatto.Riassumendo, la New X-Men di Grant Morrison ha

numerosi motivi di esistere: oltre ad essere una serie prodiga di innovatorii aspetti programmatici, racconta - con innegabile classe e soffusa ironia, per giunta - storie intriganti e mozzafiato, popolate di personaggi peculiarmente caratterizzati, in grado di trasmettere emozioni e modelli di pensiero mai scontati, mai stereotipati e soprattutto mai statici. In sostanza, infatti, è proprio il dinamismo ad impregnare ogni vignetta di questo fumetto, ed a far crescere di attimo in attimo nel lettore l'ansia di arrivare all'ultima pagina "per vedere come va a finire", e poi riprendere daccapo a leggere con la stessa passione di prima, ma stavolta con la mente attenta a cogliere ogni finezza dispensata dall'autore, e l'orecchio teso ad auscultare la vita che pulsa tra le fibre della carta stampata.