Il ragazzo che leggeva Grant Morrison
di Youngest

clicca per ingrandire l' immagine Sino ai 15 anni, contrariamente ai suoi amici e coetanei, non aveva mai avuto un mito. Non un cantante, non un calciatore, non un personaggio famoso da ammirare, sognare ed emulare. Tutto ciò, verosimilmente, era dovuto ad una certa fiducia di fondo nelle sue capacità, all'immatura voglia di apparire più maturo degli altri ed al

troppo lento incremento delle sue conoscenze. In sostanza, aveva un ego smisurato ed una scarsissima cultura generale, caratteri che mal si sposano con l'adolescenziale adorazione per le star. Poi, un'estate, la fulminazione: Invisibles.Chiuso in camera sua a leggere, steso o appollaiato in posizioni improbabili sul divano, ne divorò avidamente i tredici volumi in meno di un mese. Il fatto che si trattasse di un fumetto evidentemente ricchissimo di significati, spunti di ricerca e materiale di riflessione, unito al non averci capito assolutamente nulla, lo eccitò a tal punto che decise a tavolino di fare dell'autore di una simile opera, Grant Morrison, il proprio idolo: d'altra parte, nessuno mai prima d'allora era riuscito ad invogliarlo con tanto magnetismo alla meditazione, all'uso dell'LSD

ed allo studio di altre culture (non necessariamente in quest'ordine). Cominciava persino a sentirsi attratto dai libri, ed avvertiva l'impulso ad ampliare i propri orizzonti musicali e cinematografici, ma d'altronde era un ragazzo che non cedeva tanto facilmente alle lusinghe delle tentazioni, e perciò si guardò bene dal lasciarsene ghermire, anche
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stavolta.Ad oggi, è passato quasi un anno dall'illuminazione, e non solo l'imberbe fanciullo continua a seguire con immutata passione le gesta narratorie di quella che considera la sua guida spirituale non ufficiale, ma porta avanti una sana venerazione per il Maestro e per le sue opere, e non dimentica il progetto di un pellegrinaggio a Glasgow, città natale dello scrittore. Tuttavia, siccome non è completamente ottuso dalla propria infatuazione, ha scelto di non abbracciarsi ciecamente a ciò che, col tempo, potrebbe rivelarsi una bufala, e tiene zelantemente sotto stretto monitoraggio la creatività contenutistica e linguistica dell'unico autore di fumetti che vorrebbe sinceramente veder assurgere ad icona della cultura pop. A suo dire, è un piacere farlo. Nonostante impegni tutta la
clicca per ingrandire l' immagine propria volontà per non essere prevenuto nell'avvicinarsi alle storie di Morrison, infatti, non passa pagina senza che un fremito gli corra lungo la schiena, e la consacrazione a vate dello scozzese più fascinoso dopo Sean Connery prosegue incrollabile, divellendo ogni ostacolo lungo la strada. Avere un simile culto e trattenersi dal diffonderne il verbo è

umanamente impossibile, e così il ragazzo che leggeva Grant Morrison non può esimersi dal provare a rendere partecipi del suo entusiasmo i propri conoscenti. Ad esempio, quando gli viene oziosamente domandato per quale ragione si senta così coinvolto da quell'artista in particolare, risponde che mentirebbe, se sostenesse che per lui il creatore di gioielli come Il Mistero di Dio o Flex Mentallo non è genericamente un genio, e più propriamente un autore eclettico, carismatico ed immaginifico, ripetitivo solo nello stupirlo e nell'esaltarlo con idee deflagranti e simbolismi mirati a consentire per ogni suo lavoro più livelli di lettura. Naturalmente, aggiunge sempre che mentirebbe in egual misura se non ammettesse che le abilità dell'attuale sceneggiatore di New X-Men vanno molto

oltre il rapido e scarno tratteggio che ne ha dato. Un modo come un altro per implorare tacitamente l'interlocutore di chiedere di più, di pretendere spiegazioni approfondite, di dichiararsi pronto a fare un giro sui carboni ardenti pur di farsi prestare un'opera di quel tanto decantato poeta pop. Ma c'è poco da fare, e la discussione non riesce nemmeno
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a trascinarsi al di là del primo, infimo, traguardo. Ci sarebbe da uscire frustrati da continue esperienze di questo genere, ma la fede permette di resistere a questo ed altro, ed un giorno, si augura il ragazzo, tutti comprenderanno la gloria di Grant Morrison. Nell'attesa, il giovincello parla di se stesso in terza persona e, non sapendo far altro che predicare ai convertiti, ha deciso di condividere con il pubblico di alcuni siti che trattano di fumetti le riflessioni e gli spunti di discussione che gli sono stati suggeriti dal primo anno e mezzo di impiego del poliedrico scozzese sulla più venduta serie mutante del momento.

La verità si troverebbe nel mezzo. Nient'affatto. Solo nella profondità.
Arthur Schnitzler