Incredibili Avengers 6
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Dopo il percorso obbligato del raccontare le origini e l’assemblaggio della squadra crossover Vendicatori-Mutanti, lo sceneggiatore Rick Remender sembra finalmente libero di spaziare per generi e tematiche, alzando decisamente l’asticella della narrazione. Se la saga iniziale sulla minaccia del Teschio Rosso con poteri telepatici risultava eccessivamente dilatata a danno del ritmo narrativo, ma a favore comunque di un’accurata introspezione dei personaggi, con questa nuova run Remender presenta una maggiore ricchezza narrativa a fronte di un più equilibrato rapporto tra caratterizzazione psicologica e successione armonica degli eventi. L’episodio “I Gemelli di Apocalisse” riprende diversi incipit espressi dallo sceneggiatore nel corso della sua passata gestione di X-Force con la saga-gioiello Angelo Nero. La storia inizia in maniera inusuale, partendo da lontano e trasportando il lettore nel passato con l’inedito scontro avvenuto nel Medioevo tra Thor e il mutante immortale Apocalisse; scontro che nasconde un incredibile piano orchestrato da Kang, il conquistatore spaziotemporale. Nella storia in questione sono mescolati efficacemente fantascienza, avventura epica e mitologia fantasy, mettendo temporaneamente in disparte tanto il gruppo dei Vendicatori quanto la stessa impronta supereroistica della serie. Viaggi nel tempo, manipolazioni degli eventi, sciarade e una strizzata d’occhio nei confronti di un famoso membro degli X-Men accompagnano la caratterizzazione impetuosa e immatura di un “giovane” Dio del Tuono a fronte di quella glaciale e inesorabile di Apocalisse. Ma la struttura dell’episodio presenta non poche sorprese, essendo variegata e montata su più livelli di narrazione, spostando sapientemente la gravità della minaccia (e l’attenzione di chi legge) da Apocalisse a Kang, personaggio qui presente in due delle sue tre incarnazioni e mai ritratto in maniera così ambigua e manipolatrice. Lascia piacevolmente interdetti l’abilità di Remender a orchestrare tra loro i numerosi elementi narrativi e concettuali, sfruttando molti tasselli dell’universo della Marvel (fulgide, ad esempio, le apparizioni di Odino o del faraone Rama-Tut) e aggiungendone poi di nuovi, come gli inediti e agghiaccianti Cavalieri di Apocalisse del passato, oppure l’ascia Jarnbyorn usata da Thor prima del suo celebre martello Mjolnir, la quale ricoprirà un ruolo importante negli episodi a venire. Una storia davvero di alto livello, disegnata da un ottimo e dettagliatissimo Daniel Acuna, il quale subentra a John Cassaday realizzando uno storytelling avvincente e dando sia un’ottima interpretazione dei vari personaggi, sia un’impronta fantascientifica surreale che insegue le linee concettuali della sci-fi avanguardistica francese di artisti come Moebius, Jorodowsky o Bilal.
Completano il sommario dell’albo una nuova storia dell’anomala e drammatica Avengers Arena più due brevi episodi dell’antologica A+X. Nella prima continua il massacro reciproco di giovani supereroi all’interno del nuovo Mondo Assassino, la landa artificiale del supercriminale Arcade: lo scrittore Dennis Hopeless continua a spogliare i protagonisti della loro aurea supereroistica, scendendo progressivamente al compromesso di uccidere per sopravvivere. Una storia con un epilogo tragico che conferma sia il carattere provocatorio di questa serie nei confronti della cosmologia supereroistica Marvel, sia il suo essere al di fuori degli schemi narrativi convenzionali. Una paradosso che ha molteplici e diversi riferimenti (dal serial Lost ai reality Survivor e Grande Fratello, fino ai romanzi Hunger Games e Il Signore delle Mosche), con una narrazione imprevedibile per quanto riguarda sviluppi e sopravvivenza dei singoli personaggi, frutto di una costruzione non gratuita degli eventi e di una particolare attenzione al contrasto psicologico e ai dialoghi tra i vari characters. L’arrivo del disegnatore italiano Riccardo Burchielli, con il suo stile ruvido e tagliente, dà un’impronta maggiormente drammatica alla serie grazie ad alcune sue scelte illustrative, alzandone decisamente il livello di qualità da un punto di vista grafico.
Le due storielle di A+X sono infine un leggero quanto piacevole corollario dell’albo, la prima con una partita a carte tra La Cosa e Gambit dagli esiti imprevisti, scritta in maniera ironica da Mike Costa e disegnata con stile asciutto da un ritrovato Stefano Caselli; la seconda, di Zeb Wells e di un altrettanto ritrovato Dale Keown, è più convenzionale per tema e sviluppo ma ugualmente godibile, con Iron Man e La Bestia alle prese con problemi tecnici di una nuova armatura Hulk-Buster.
In sintesi, Gli Incredibili Vendicatori è un albo che, grazie alla progressiva ricercatezza di nuovi territori narrativi delle storie in sommario, si pone un gradino sopra il livello standard delle serie tipicamente supereroistiche e, in quanto tale, è ampiamente meritevole di attenzione da parte del pubblico.