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Francesco Tedeschi

Francesco Tedeschi

Buonanotte, Punpun 1

Punpun vive una vita normale. O per meglio dire, vive quella vita fantastica permeata di sogni, miti e magia propria di ogni bambino: va a scuola, fa i compiti, si innamora di una sua compagna di classe, esce con gli amici, si scontra con il mondo degli adulti e tenta di comprendere l’impenetrabile universo del sesso. Unico elemento anomalo: Punpun è rappresentato come un uccellino disegnato dalla mano di un bambino che non parla mai e che si muove in un mondo di esseri umani.

Inio Asano, giovane mangaka acclamato dal pubblico giapponese, famoso in Italia per Solanin, Il campo dell’arcobaleno e La fine del mondo e prima dell’alba, confeziona una serie insolita e originalissima: Buonanotte, Punpun racconta di quanto possa essere difficile la crescita e lo scontro con una realtà a volte cruda e brutale, e di quanto la realtà sia intessuta in una nebbia di miti, leggende e paure, se vista attraverso gli occhi di un bambino. Forse è proprio questo il motivo della scelta dell’autore di raffigurare il suo protagonista come una creatura completamente diversa dai suoi simili: Punpun è la sintesi psicologica di tutti i bambini, e le lenti attraverso cui guarda il mondo non sono aliene a nessun essere umano. Anche i rapporti tra i personaggi descritti sono profondi e credibili, e di conseguenza aumentano il gradiente di immedesimazione da parte del lettore, portato di continuo a rievocare ricordi della sua infanzia, volente o nolente.

Nel primo volume di Buonanotte, Punpun si intrecciano ironia e atmosfere oscure e inquietanti, comicità e drammaticità, spunti freudiani provenienti dalla quintessenza della psicologia dinamica e narrazione coinvolgente e iniziatica vagamente ispirata al Naoki Urasawa di 20th Century Boys: tutto questo senza che una sola nota suoni stonata.
Anche la componente artistica, opera dello stesso Asano, è all’altezza dell’ottima sceneggiatura: le atmosfere evocate si adattano alla storia, e passano in maniera repentina da comiche ad allucinate, da drammatiche a oniriche, da solenni a realistiche.

In definitiva, Buonanotte, Punpun è di certo uno dei migliori manga degli ultimi anni proposti nel nostro Paese, e non mancherà di coinvolgere chiunque sia amante del fumetto d’alta qualità.

Happy! vol. 3: Again and again

Prosegue la scalata di Miyuki Umino verso la conclusione della Coppa Cinderella di Tokyo, il torneo di tennis che deciderà le sorti della sua stessa esistenza e quella dei suoi tre fratellini. La sua avversaria, la detestabile Choko, sembra essere del tutto intenzionata a stracciarla e a gettarla in cattiva luce agli occhi del pubblico e dell’universo del tennis. Ma Miyuki non molla, perchè la necessità di pagare il debito contratto dal suo scomparso fratello è impellente, e la sua maestria nel tennis quasi impareggiabile.

Naoki Urasawa si riconferma un vero e proprio "re Mida" del manga: anche un plot di base visto e stravisto come quello di Happy!, sorta di rivisitazione moderna di grandi classici del manga sportivo come Attacker you! e Attack number 1 (noti in Italia come "Mila e Shiro" e "Mimì e la Nazionale di Pallavolo"), si rivela un’opera appassionante e inaspettatamente coinvolgente. Di certo molti fan di Urasawa, abituati a thriller e storie intricate quali Monster, Pluto e il capolavoro assoluto 20th Century Boys, avevano storto il naso alla notizia della pubblicazione di un manga del maestro pericolosamente vicino a queste tematiche. Ma Urasawa ha fatto ancora una volta la sua magia: quella che consiste nell’attanagliare il lettore, indurlo a sperare che la prossima pagina del volume che sta leggendo non sia l’ultima e che due mesi passino in fretta.

Ma se  nelle sue precedenti opere l'autore poteva contare su un plot a orologeria e su ambientazioni già di per sé oscure e affascinanti, questa volta raggiunge il suo scopo sfruttando un universo considerato a buon diritto trito e ritrito dai più: Happy! è un crescendo, e, se già il primo volume era promettente e il secondo gettava le basi per una storia avvincente, "Again and again…" elimina ogni dubbio circa l’indiscutibile validità della serie, delineando personaggi tridimensionali nella loro semplicità e ai quali il lettore non può non affezionarsi.
Anche la componente artistica contribuisce ad aumentare il grado di coinvolgimento del lettore: il tratto, infatti, pur essendo semplice ed essenziale, riconferma il talento di Urasawa anche come disegnatore.
In definitiva, con Happy! Urasawa si riconferma il migliore autore di manga del momento (e forse non solo), in grado di scrivere ottimi fumetti indipendentemente dalla loro ambientazione.

Daytripper

Lo scrittore di necrologi Bràs de Oliva Dominigos è un uomo come tanti. La sua vita scorre come un fiume in piena tra ricordi, lavoro, sentimenti, amicizie e famiglia: l’unico elemento non comune è rappresentato dalle sue molte morti, o, più propriamente, dalle numerose descrizioni delle possibilità in cui la sua vita potrebbe spegnersi, ciascuna di queste inerente all’età del protagonista descritto nel rispettivo capitolo.

Esistono sceneggiatori in grado di coinvolgere il lettore raccontando storie incredibili, di stupirlo con repentini e improvvisi colpi di scena, di tenerlo col fiato in sospeso facendo affidamento su un assassino misterioso nascosto nel buio. Il creatore di storie segue di solito lo schema magistralmente descritto da Christopher Vogler nel suo saggio "Il Viaggio dell’Eroe", in cui il protagonista è costretto ad abbandonare il suo mondo ordinario per varcare la porta e trovarsi nel mezzo di una nuova realtà, il cosiddetto "mondo straordinario", in cui dovrà svolgere una missione per poi tornare al punto di partenza. Sta all’abilità dello scrittore strutturare un "mondo straordinario" (vero fulcro della vicenda) sufficientemente affascinante e coinvolgente: più lo sceneggiatore è abile in questo e nel generare un forte conflitto, più l’opera sarà in grado di attanagliare il lettore. Esistono però opere che sfuggono a questo schema: una di queste è sicuramente Daytripper.

Quando ci si imbatte in una storia in grado di suscitare le stesse sensazioni che potremmo provare nel seguire una vicenda mozzafiato in grado di generare emozioni forti, che però non prevede alcun "mondo straordinario", in quel caso non si può più parlare di abilità, ma di genio.
Daytripper
, nuova serie Vertigo osannata da critica e pubblico, è proprio questo: la semplice descrizione di un susseguirsi di eventi che avvengono ogni giorno nella vita di un gran numero di persone, in cui il succitato mondo straordinario coincide con quello ordinario, come a voler simboleggiare che anche la vita di tutti i giorni può rappresentare un'avventura a tutti gli effetti. Lo sceneggiatore brasiliano Fàbio Moon racconta l’intera vita di Bràs, descrivendone i passaggi che scandiscono le fasi della sua esistenza, anelli evolutivi attraverso cui prima o poi chiunque è costretto a passare, a volte con gioia, a volte con dolore: ed è proprio l’incredibile capacità dello sceneggiatore di raccontare avvenimenti comuni come se fossero intrisi di magia a commuovere il lettore, a trascinarlo in un mondo così straordinario da identificarsi con la sua stessa vita.

Le pagine di Daytripper si danno il cambio con la semplicità della successione di eventi di un’intera esistenza, ma con l’intensità di un romanzo per immagini memorabile e incredibilmente coinvolgente: Moon si prende il tempo per descrivere ogni sensazione provata da Bràs, a volte in maniera esplicita, altre volte con una semplice e profonda inquadratura. Il risultato è un meccanismo perfetto e senza sbavature, un crogiuolo di emozioni sì intensissime ed empatiche col lettore, ma prive di qualsivoglia retorica a buon prezzo: lo spettatore è pervaso dalla sensazione che ogni aspetto della vita nasconda qualcosa di incredibile, e che l’esistenza stessa sia una cosa meravigliosa, che ci si trovi a navigare in acque calme oppure in mari tempestosi.

Daytripper è un graphic novel in grado di appassionare, commuovere e soprattutto indurre a diverse riflessioni: questo dimostra ancora una volta che in un’opera di narrativa non conta solo ciò che viene raccontato, ma anche come questo viene fatto. E Daytripper lo fa incredibilmente bene: non a caso è stato osannato da mostri sacri del fumetto alternativo come Jeff Smith e Terry Moore.
Una componente grafica evocativa e dai toni pastellati, opera di Gabriel Bà, perfetta per la sceneggiatura di Moon, impreziosisce quello che può essere definito senza alcuna remora un capolavoro a tutti gli effetti.

Panini Noir: L'esecutore

Il famosissimo giocatore di hockey Joe Ullen crede di avere definitivamente chiuso con il suo passato. La sua vita scorre finalmente come dovrebbe, e ciò che si annida a Elora, sua cittadina natale, sembra essere ormai dimenticato e ininfluente. Ma se noi ci dimentichiamo del passato, non è detto che il passato si dimentichi di noi: la prima ragazza di Joe muore e lo nomina inaspettatamente esecutore testamentario. La notizia coglie il campione di sorpresa e lo induce a tornare a Elora per capire ciò che realmente è accaduto. Forse l’ex fidanzata di Joe non è morta per un incidente, come riportano le cronache locali, e le foreste che ospitano una riserva indiana in decadenza nei pressi della cittadina sembrano nascondere segreti oscuri che sarebbe meglio non portare alla luce. Forse la risposta all’enigma risiede in quel passato di cui Joe tenta disperatamente di liberarsi, e che ha atteso tutti questi anni per azzannare di nuovo la sua esistenza.

Jon Evans scrive una sceneggiatura tipicamente noir, una storia fulminea e senza fronzoli: le tinte evocate trascinano il lettore in un viaggio attraverso una realtà squallida, umida e nebbiosa, costituita da una riserva indiana in cui ancora risuonano gli echi di una cultura gloriosa e affascinante, ma che non è riuscita a resistere alla corrosione del tempo. I suoi abitanti, contagiati dall’alcol e dalla violenza della società americana attuale, hanno abbandonato la pista tracciata dalle orme dei padri per addentrarsi nella selva della perdizione. La foresta nasconde segreti che affondano le radici negli antri più mostruosi e perversi dell’animo umano e fatti accaduti troppo raccapriccianti per essere insabbiati.

L’Esecutore è un thriller che raggiunge in pieno il suo obiettivo: inchiodare il lettore alla sedia, costringerlo a voltare pagina e regalargli una buona dose di adrenalina. La forza della sceneggiatura risiede principalmente nelle atmosfere evocate, paragonabili forse al capolavoro lynchano "Twin Peaks", e nella sensazione che tutti i personaggi, caratterizzati alla perfezione,  nascondano qualcosa o siano forieri di verità che non vogliono ammettere.
Aumenta il gradiente di coinvolgimento del lettore l’ottima prova sostenuta da Andrea Mutti (già famoso per il suo contributo dato alla Marvel), a cui è affidata la componente artistica de "L’esecutore": i disegni, realistici, cupi e sfumati, si sposano alla perfezione con le tinte oscure della sceneggiatura.
In definitiva, "L’esecutore" è un thriller-noir onesto e coinvolgente, che non mancherà di affascinare sia il cultore che il profano del genere.

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