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Giovanni La Mantia

Giovanni La Mantia

Que viva el Che Guevara

Nel solco di una felice tradizione, l'editoriale veneta BeccoGiallo manda alle stampe un altro bel volume dall'impianto giornalistico, presentando la storia del comandante Ernesto "Che" Guevara in una docu novel che focalizza i punti salienti dell'alquanto avventurosa vita del medico argentino divenuto, da rivoluzionario, un'icona planetaria e simbolo di appartenenza dei movimenti socio-culturali ispirati dalla dottrina socialista.

Lo sceneggiatore e giornalista Marco Rizzo e il disegnatore Lelio Bonaccorso, autori molto affiatati - tra i loro precedenti lavori spiccano le biografie illustrate di Peppino Impastato, quella su Marco Pantani e il supereroistico "Primo" - propongono una lettura apparentemente poco lineare per la scelta di non affrontare cronologicamente gli eventi. E, invece, il format riesce a catturare al meglio gli eventi descritti, tra i quali la genesi del celeberrimo fotoritratto di Alberto Korda donato all'editore italiano Giangiacomo Feltrinelli, i rapporti con Fidel Castro e gli scenari centro e sudamericani del periodo storico.
Assistiamo, quindi, a una ridda di emozioni con la narrazione delle vicende occorse al "Che" nel corso della sua parabola, con particolare attenzione ai suoi ultimi giorni boliviani.

Mai un momento di noia in una lettura che scorre via velocemente, nonostante la drammaticità intrinseca. Il disegnatore si ingegna per sottolineare i vari passaggi utilizzando diverse tecniche, dal classico matita e china in un tagliente bianco e nero, alla sfumatura in toni di grigio fino ai mesti colori del capitolo finale, con risultati sempre apprezzabili.
Dopo la versione di Oesterheld/Breccia e il lungo romanzo di Magnus ispirato al tema, questo volume offre una rilettura concentrata in circa 90 dense tavole più un adeguato apparato cronistorico testuale e un "dietro le quinte" a cura dello stesso Rizzo.

Molto buona la carta utilizzata e la resa tipografica, per un volume destinato a essere vissuto oltre la prima canonica lettura, per consultazioni e confronti tra le fonti. Perché Ernesto Guevara, comunque la pensiate, ha costruito una parte importante della storia politica internazionale del suo tempo.

Muore Enio

  • Pubblicato in News

enioIl disegnatore argentino Enio Leguizamón, noto in Italia per il notevole apporto presso le pubblicazioni di Eura Editoriale e Sergio Bonelli Editore, è deceduto il 13 dicembre appena trascorso dopo diversi giorni di malattia, a soli 69 anni. Ne ha dato notizia il suo amico e collaboratore Roque Vitacca, anch'egli disegnatore di lungo percorso.

Enio, così firmava i suoi lavori, aveva raggiunto nel corso di una lunghissima carriera una sintesi grafica particolarmente apprezzabile, passando con estrema facilità dal registro drammatico a quello ricco di ironia.
Particolarmente attivo nel genere poliziesco (in particolare con "Sam Malone" di Guillermo Saccomanno e "Víctor Vanel" di Julio Álvarez Cao), ha portato avanti per oltre un decennio un serial di successo in Argentina, "Gente de blanco" di José Arévalo, che tratta con grande delicatezza le vicissitudini di medici e pazienti. Episodiche ma apprezzabili le sue incursioni nella fantascienza.

Largamente attivo in Italia grazie ai settimanali Lanciostory e Skorpio, fin dalle loro origini, con centinaia di storie singole, miniserie e serie di media lunghezza - collaborando con alcuni tra i più validi e prolifici sceneggiatori del suo Paese (Carlos Trillo, ancora Saccomanno, Ray Collins, Emilio Balcarce, Alfredo Grassi) ma anche con quelli italiani in forza all'Eura - nell'ultimo decennio Enio ha collaborato con Sergio Bonelli Editore illustrando ben venti albi dedicati alla criminologa Julia Kendall. L'ultimo albo è stato pubblicato all'inizio dello scorso ottobre.

La redazione di Comicus si associa al ricordo di familiari e appassionati.

Pantheon #1

Primo albo per una serie di grande rilievo nel panorama supereroistico indipendente. Pantheon è opera del celebrato Bill Willingham, noto soprattutto per la notevole Fables, nel roster Vertigo, ma in possesso di un curriculum di tutto rispetto per le sue frequentazioni nei generi più disparati. È, infatti, capace di cimentarsi nel fantasy erotico di Ironwood come nei mondi onirici di Sandman, passando dalle spericolate avventure di Batman, Robin e Lanterna Verde allo spin-off a fumetti del serial Angel fino a Elementals, probabilmente il progetto personale al quale l'autore teneva maggiormente ma che, a suo tempo, non incontrò il favore del mercato rimanendo inconcluso.

Con la stretta collaborazione del fido Mike Leeke, disegnatore dal tratto nitido ed elegante, in team con l'inchiostratore Bill Williams ecco arrivare finalmente nel nostro mercato Pantheon - ideale prosecuzione di Elementals ma del tutto indipendente da essa - grazie all'intuizione dell'editore Allagalla, che presenta, in albi tipograficamente ineccepibili, questa singolare saga corale, raccogliendo l'equivalente di tre albi originali (dei 12 in totale) in unica soluzione, corredando il tutto con note, illustrazioni e cover gallery.

Pantheon, come riportano le note, è la storia dei giorni finali di un mondo destinato a scomparire. La storia di una fine… e il lettore viene accompagnato nella narrazione direttamente lì, senza che siano rivelate le premesse né la fase centrale della storia, come accade comunemente. Non è così importante conoscere il pregresso dei personaggi o le modalità che hanno condotto allo stato attuale della narrazione stessa: i dettagli sarebbero quasi un orpello nell'economia della particolare struttura applicata.
Solo minuscoli frammenti di un passato emergono qua e là, funzionali alla messa in campo dei tanti characters.
E così ci si immerge, immediatamente, nell'azione incontrando la prorompente Dynasty, che svetta sensualmente anche nella cover illustrata da Simona Bonafini, e a seguire i numerosi componenti della Freedom Machine, un maxigruppo di eroi in un mondo popolato da eroi, dove l'ordinario praticamente non esiste.
Talmente numerosi da avere una sorta di formazione juniores (la Teen Machine), costoro sono impegnati nel sedare ogni possibile tentativo di sopraffazione, a discapito delle loro stesse vite. Tra gli attuali nemici sembra esserci addirittura il leader primigenio, Daedalus. Tra i "buoni" meritano uno spazio maggiore Tangaroa, Blackheart, Shadowpax e Ivanhoe, tra i "cattivi" il devastante Deathboy.

La lettura scorre velocemente appagando, segno che gli autori hanno trovato il giusto equilibrio per intrattenere senza annoiare, inanellando peraltro tavole affascinanti sia per quanto riguarda l'aspetto grafico sia per l'intrigante  sceneggiatura ad orologeria, dove nulla è lasciato al caso.

Gaston 1 e 2

L'editrice Nona Arte pubblica - simmetricamente all'edizione francofona di Dupuis - l'opera omnia di Gaston Lagaffe, il tuttofare di redazione (definizione apparentemente inappropriata ma perfettamente calzante) apparso sulla rivista Le journal de Spirou fin dal 1957 come spalla dell'irascibile e perfettino caporedattore Fantasio, ma ben presto assurto al ruolo di character titolare grazie alla sua innata simpatia.
Il corpus è previsto in 19 volumi nel classico formato franco-belga, i primi due sono già stati pubblicati in concomitanza con la manifestazione lucchese appena trascorsa.

André Franquin, il creatore di quella catastrofe ambulante che è Gaston, viene presto affiancato da Jidéhem (Jean de Mesmaeker) nella produzione delle storielle, generalmente previste in due strisce (la tipica mezza pagina alla francese), a causa dei suoi molteplici impegni nel settore, a cominciare da Spirou che è colui che dà il nome alla popolare testata.

Il primo volume, "Gli archivi della gaffe" presenta le primissime apparizioni dello stralunato personaggio, con i contrappunti letterari di Yvan Delporte, caporedattore della rivista e sceneggiatore in prima persona anche dello stesso Gaston nel prosieguo dell'avventura editoriale. La prima metà del tomo raccoglie singole vignette ed esilaranti gag che introducono il character nella fittizia redazione e presso i lettori della rivista, mentre a partire dalla seconda parte del primo volume e nei successivi vengono pubblicate tutte le divertenti avventure all'interno della sede, con la partecipazione di una variegata umanità, oltre ai personaggi fissi, in una sarabanda di episodi che mettono in luce la debordante genialità di Gaston e le rassegnate vicissitudini di Fantasio, spesso e suo malgrado coinvolto in scherzi, situazioni e gaffe spettacolari.

In coda al secondo volume ("Gaffe a gogo") sono proposte diverse storielle in origine nate per pubblicizzare una bibita, autentiche chicche poco note presso il pubblico perché allegate soltanto all'edizione belga della rivista.

Eccellente la resa tipografica e la scelta cartotecnica dei due volumi, come è  consuetudine della giovane e intraprendente realtà editoriale, che di Franquin ha già pubblicato l'imperdibile volume "Pensieri neri", un capolavoro di umorismo nero assolutamente distante dalla solarità di Gaston e del suo mondo, a sottolineare la grandezza dell'autore.

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