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Pasquale Gennarelli

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In arrivo Frankenstein Underground di Mike Mignola

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La Dark Horse Comics ha annunciato tramite un comunicato stampa la pubblicazione di Frankenstein Underground, miniserie in 5 numeri, che rappresenta una rilettura in chiave moderna del famoso mostro letterario, ad opera di Mike Mignola.
L’esordio è previsto per il 2015, e a completare il team creativo dell’opera troviamo l’artista Ben Stenbeck, mentre le cover sono a firma dello stesso Mignola.
 
Posta in continuity con Hellboy e B.P.R.D., la mini rappresenta un follow-up per il debutto del graphic novel House of the Living Dead, realizzato sempre da Mignola e Richard Corben. Vedremo questa versione di Frankenstein inoltrarsi nelle profondità fino a scoprire altri mostri e i segreti scioccanti dell’universo.
 
"È pauroso come l'inferno lavorare su un'icona come Frankenstein", ha dichiarato Mignola nel comunicato stampa. "Sto cercando di creare qualcosa che sia vicino all’idea originale di Mary Shelley, ma che contemporaneamente catturi anche le sensazione che Boris Karloff ha trasmesso nelle sue interpretazioni nei classici film della Universal. Allo stesso tempo sto conducendo il mostro in un ambiente completamente nuovo, quindi penso che il risultato sarà qualcosa di nuovo. È un tipo bizzarro, ma alla fine aggiungeremo un nuovo importante pezzo all’universo B.P.R.D./Hellboy”.

Anche se la versione del mostro di Mignola è stata modellata per adattarsi al suo mondo di Hellboy, la creatura possiede ancora i tratti riconoscibili ai fan della versione classica di Mary Shelley.

Ha aggiunto Scott Allie, Editor in Chief della Dark Horse "Il mostro conduce il lettore attraverso alcuni dei più grandi misteri del Mignolaverse, gettando nuova luce su cose importanti che abbiamo solamente sfiorato in precedenza”.

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All New X-Factor: Peter David commenta la chiusura delle serie

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Lo scrittore Peter David è stato fautore di uno dei cicli più belli e longevi alla guida di X-Factor. Meno di un anno fa vi abbiamo anticipato la nascita di una nuova serie, All-New X Factor, curata dallo stesso autore, affiancato dal nostrano Carmine Di Giandomenico.
 
Nei giorni scorsi BleedingCool ha rilanciato la notizia che la serie avrebbe chiuso i battenti con l’uscita del numero 19. Non si è fatta attendere la risposta un po’ piccata dell’autore sul proprio blog personale.
 
"Questo non è un segreto, perché l’ho già annunciato allo scorso Dragon * Con, ma Bleedingcool l’ha annunciato in maniera errata, affermando che X-Factor chiuderà con il numero 19. Il che non è vero. Chiuderà col 20”.
 
David ha anche aggiunto che la cancellazione non ha nulla a che fare con il passaggio di Quicksilver nelle fila degli Avengers.
 
"No, [il fumetto viene annullato] perché non sta vendendo abbastanza” ha scritto laconico."Tutto quello che ho fatto è stato scrivere una serie che ha ottenuto tonnellate di recensioni positive, e credo che sia abbastanza per incoraggiare la gente a comprarlo quando uscirà nei negozi, ignorando il fatto che le serie vengono cancellate quando fai così".

A dispetto delle impietose leggi di mercato, i fan di X-Factor hanno lanciato una campagna chiamata #SaveANXF per evitare la chiusura anticipata della serie.

Doraemon: polemica sulla sua “invasione” in Cina

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Può un gattone robotico tutto blu essere un moderno Cavallo di Troia per la conquista (economica) di una nazione? A leggere un editoriale del Chengdu Daily News, sembrerebbe proprio di si. E come testa di ponte per questa invasione è stato utilizzato Doraemon (di cui vi abbiamo già presentato il trailer del suo prossimo film 3D), il personaggio creato nel 1969 da Fujiko Fujio.

I fatti sono questi. L’anime, che nel 2008 è stato nominato dal governo giapponese ambasciatore della cultura giapponese nel mondo, quest’anno festeggia il centenario della nascita del suo autore e diverse sono le iniziative intraprese. Vi abbiamo già mostrato alcune immagini dei super robot-doraemon, mentre a metà agosto un grande manifestazione con ben 102 Doraemon di grande stazza ha preso vita a Chengdu, nel sud-est della Cina. 

E proprio questo evento ha innescato la discussione sul “sinistro significato nascosto” dell’operazione del Ministero degli Esteri del Giappone, seconda la quale "Doraemon è il tentativo nipponico di indebolire la ferma posizione della Cina sulla storia e la sua comprensione”.
 
Tuttavia, i fan del personaggio hanno difeso a spada tratta Doraemon. In un sondaggio online, infatti, il 77% dei votanti (più di 70.000 solo lunedì mattina) hanno detto che non accetteranno una proposta di boicottaggio del gattone blu, non credendo reale la minaccia di complotto.
 
È doveroso ricordare come già in passato, negli Stati Uniti, il protagonista dell’anime è stato oggetto di parecchie censure, molte delle quali dirette a prodotti tipici giapponesi, che non trovando riscontro nel mercato americano sono stati modificati o rimossi.

DC Comics e la polemica sulle t-shirt sessiste

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Il processo di revisione che sta interessando le figure femminili nell’universo dei comics è ancora in una fase iniziale, e a renderlo tortuoso, il più delle volte, sono proprio le due principali case produttrici americane di fumetti (la DC Comics e la Marvel), capaci di commettere errori talmente grossolani da rendere vano ogni sforzo creativo teso al raggiungimento dell’obiettivo.

Abbiamo parlato ampiamente e dato il giusto risalto sia alle polemiche nate intorno alla variant cover, realizzata da Milo Manara, di Spider Woman #1, che alle successive illazioni scaturite a seguito della posticipazione di altre due variant sempre a firma del maestro italiano.
 
Adesso, invece, durante l’ultimo Long Beach Comi-Con, sono trapelate alcune foto di due t-shirt, legate questa volta alla DC, che hanno fatto scoppiare forti discussioni sui social media.

La prima ritrae Superman e Wonder Woman in un appassionato abbraccio e la didascalia che recita “Incredibile! Superman ci è riuscito ancora!”, mentre la seconda porta la frase “Mi sto allenando a diventare la moglie di Batman”.
 
In entrambi i casi il messaggio è inequivocabile: una delle eroine più iconiche vista come preda sessuale del supereroe per antonomasia, e la formazione di una donna finalizzata esclusivamente a diventare la moglie di qualcuno. Concetti e idee vecchie, anacronistiche, che fanno a botte con quanto dichiarato in recenti eventi, vedi il SDCC, in cui si cerca un’apertura verso il pubblico femminile, con storie che ne rivalutino la figura, provando a cancellare quell’odiosa etichetta di fumetti dedicati ad un solo pubblico maschile.
 
Va segnalato che questo non è il primo caso, in quanto già nel 2013 alcune t-shirt della Marvel finirono nella bufera. Mentre quelle designate per gli uomini riportavano la didascalia “Essere un eroe”, quelle dedicate al gentil sesso, invece, ritraevano gli Avengers con scritto dietro “Ho bisogno di un eroe”.
 
È vero che molto spesso le case editrici consentono a terzi lo sfruttamento dei propri diritti di immagine, ma un controllo preventivo dovrebbe comunque essere eseguito prima dell’immissione sul mercato di questi prodotti. Dovrebbero essere dettate delle linee guida a cui attenersi, così da evitare questi autogoal che mortificano gli sforzi degli autori, e, di fatto, svuotano di ogni credibilità le dichiarazioni rilasciate dagli editor, scrittori e disegnatori.

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