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Walt Disney e l'Italia - Una storia d'amore: recensione

Per leggere l'intervista a Marco Spagnoli, clicca qui.

waltd italia“Dal modo in cui si tira giù una linea si possono ottenere risultati straordinari”. Sono le parole di Walt Disney a incorniciare Walt Disney e l'Italia - Una storia d'amore, documentario scritto e diretto da Marco Spagnoli e incentrato sulla relazione tra il papà di Topolino e lo stivale.
Il film si apre e si chiude su Walt, intervistato da Ettore Della Giovanna, e sugli sguardi dei bambini intenti a guardare un cartone Disney. Forse è proprio questo il reale centro focale del documentario, la connessione che l’autore statunitense ha saputo creare con il pubblico più giovane e con quello stesso pubblico che giovane non lo è più. Lo si vede dalle dichiarazioni raccolte, tra un Federico Fellini che racconta divertito la gita a Disneyland, e un Attilio Bertolucci scopertosi narratore di storie per i figli. Forse, più che la storia d’amore del titolo, è questo il vero denominatore comune del documentario, la capacità della Disney di essere humus comune su cui attecchisce l’immaginazione di un popolo.

L’attenzione del regista, per il resto, divaga volentieri, perdendo spesso il focus degli argomenti trattati. I viaggi di Walt in Italia, la nascita della "Creazioni Walt Disney", i film, i fumetti, gli autori, gli artisti, il rapporto con il fascismo. Tutti argomenti che avrebbero meritato un documentario a sé e vengono invece compressi in meno di un'ora. C’è un senso di frammentarietà che non fa bene al ritmo, troppo sincopato per poter sviscerare con cura i concetti. Si indaga l’affinità tra Stati Uniti e Italia e l’importanza sociale del fumetto nel nostro paese, c’è il fumetto italiano, ma ci sono anche rivoli di altri discorsi, la spiegazione del senso ultimo della massima "Se puoi sognarlo, puoi farlo" (in realtà coniata da Tom Fitzgerald per l'attrazione Horizons al Walt Disney World Resort), un breve passaggio su Mary Poppins - francamente incastrato alla buona, giustificato solo alla luce dell'uscita di Saving Mr. Banks ma altrimenti zeppa in un flusso - o una carrellata, un po’ superflua, sui film preferiti dei vari intervistati. La qualità degli interventi inediti, in questo senso, è discontinua: sfugge il senso di coinvolgere Fabio De Luigi, Giovanni Muciaccia o Riccardo Scamarcio nel discorso e appare evidente come migliori il risultato quando si punta su personalità competenti in materia: trai tanti, Bruno Bozzetto, Silvia Ziche o Enzo D’Alò, che fa un minilezione di cinema spiegando la costruzione di una scena di Bambi.
La scelta sghemba di certe personalità, insieme alla breve durata e a un tono leggero che rischia spesso di scadere nel superficiale e di sfiorare appena certe tematiche, non fanno che azzoppare il documentario e dargli un aura di prodotto promozionale non granché gradevole. Ed è un peccato, perché il resto del materiale proposto è di ottima fattura. In tutto questo, infatti, va segnalato l’encomiabile lavoro d’archivio, tra spezzoni dell’Istituto Luce o delle teche Rai: emergono sequenze di Gianni Rodari, Umberto Eco o Carl Barks ed è difficile restare indifferenti di fronte al maestro dell’Oregon che legge la prima battuta messa in bocca a Zio Paperone.

Confezionato in maniera rigorosa - specie nella fotografia, molto curata - Walt Disney e l’Italia - Una storia d’amore è costellato di simili momenti fulminanti (tra cui un Disney più interessato a dar da mangiare agli elefanti che a rispondere alle domande del giornalista), ma è anche contornato da scelte non all’altezza del soggetto. Cionondimeno un buon prodotto, onesto, nonostante i difetti, e sincero nei confronti di una delle più importanti personalità del XX secolo.

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