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Redazione Comicus

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Ultimate Comics: Avengers 4

Tornare alla spiazzante cattiveria di Mark Millar dopo l’inutilità della gestione targata Jeph Loeb è un vero toccasana, sia per il lettore che per la testata Ultimate dedicata ai Vendicatori.

Dopo il ritorno su piazza, Nick Fury continua la sua scalata al potere nello S.H.I.E.L.D., allestendo una nuova squadra segreta di Vendicatori per fare da contraltare agli ufficiale e patinati Ultimates. E come sempre Millar non lesina sorprese. In queste due puntate tutte dedicate al reclutamento, tornano o vengono introdotti il Punitore, Ghost Rider e… l’Hulk che precedette Bruce Banner! Il tutto raccontato con la solita verve dell’autore scozzese, che continua ad essere uno dei pochi a saper individuare la vera vena Ultimate.

Ai disegni, dopo la prima miniserie di un Carlos Pacheco partito bene ma arenatosi in corsa, troviamo un Leinil Francis Yu ai massimi livelli che fa godere ogni tavola in maniera accattivante e aggressiva.
Dopo i cataclismi (anche in senso narrativo) di Ultimatum, sono queste le serie che possono riportare sui giusti binari la linea Ultimate.


Valerio Coppola

Ultimate Comics Enemy

Brian Michael Bendis è senza dubbio il grande macchinatore (anche) dell’Universo Ultimate, e lo dimostra ancora una volta riannodando i fili e aprendo nuovi orizzonti ne Il Nemico, prima parte di una saga-crossover che si svilupperà in una trilogia.

Il misterioso nemico del titolo entra in scena in maniera roboante, e senza dire molto della propria identità si prepara a dar filo da torcere ai protagonisti: Nick Fury, l’Uomo e la Donna Ragno, l’Uomo Ghiaccio, e, soprattutto, i Fantastici Quattro, che orfani della propria testata vivono qui rilevanti cambiamenti, divenendo il vero centro della vicenda.

La storia in sé non rivela molto della direzione che prenderà, risolvendosi sostanzialmente in una rampa di lancio per gli sviluppi che si avranno nelle altre due parti della trilogia. E il finale tutto aperto svolge proprio questa funzione, riuscendo a lasciare nel lettore una certa curiosità.
Dal lato delle illustrazioni, le piacevoli tavole di Rafa Sandoval accompagnano la narrazione in maniera efficace.


Valerio Coppola

Retrievers 1

Cosa succede quando il più grande eroe, l’unico rimasto, è tanto grande e potente quanto stupido? Quale sarà il prezzo che Justice, una sorta di Superman nero, dovrà pagare per la propria ingenuità?

La risposta a queste domande, e tanto altro ancora, sul numero 1 (di 4) di Retrievers, opera prima di Matteo Scalera da autore completo. Una storia di supercattivi, come egli stesso ha dichiarato, che per la prima volta ci dimostra tutte le potenzialità di una giovane promessa del fumetto italiano. Lo stile di Scalera è ben lontano da quello visto in Hyperkinetic, più realistico e brusco, piacevole da vedere anche in bianco e nero; l’espressività di personaggi e situazioni ne esce rafforzata.

La scrittura è fresca e dinamica, con invasioni dell’autore nella narrazione; il risultato è un ludico e mostra una narrazione che scherza su stilemi e situazioni topiche del fumetto supereroistico e d’azione.

Un avvio interessante e ben dosato, di cui si consiglia caldamente di tener d’occhio la prosecuzione.


Alfredo Goffredi

Punisher 3

Credevate conclusa la corsa di Frank Castle? Errore. Alla Marvel nessuno resta morto per troppo tempo, anche se in questo caso già il mese dopo essere stato fatto a pezzi da Daken il buon Frank era di nuovo sugli scaffali d’America (quattro mesi, invece, per l’Italia).

Dal cilindro Rick Remender tira fuori FrankenCastle, uomo-macchina di fattura gotica, assemblato dalla Legione dei Mostri in cerca di un difensore che fronteggi le armate di Hellsgaard. L’autore cambia rotta, abbandona il superhero-noir degli storyarc precedenti in favore di un horror tradizionale con leggeri tocchi cyberpunk, e un’attenzione particolare a tematiche come morte e diversità. Cambia anche il team artistico, per una storia che si anima tra i disegni horror-fiabeschi di Tony Moore (molto piacevole la colorazione di Dan Brown) e Mike Hawtorne e Dan Brereton e quelli più crudi ed aggressivi di Roland Boschi.

Remender ci restituisce un protagonista non certo originalissimo ma interessante, spezzato nel corpo così come nella psiche e nell’anima, in bilico tra una demente follia aggressiva e una lucida disperazione.


Alfredo Goffredi
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