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Jonathan Hickman rilancerà gli X-Men

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Come vi avevamo già riportato alcuni giorni fa, Jonathan Hickman (Secret Wars) è in procinto di ritornare alla Marvel. Pochi minuti fa, durante il C2E2 2019, è stato annunciato che lo sceneggiatore lancerà due nuovi titoli mutanti a partire da luglio, dopo la fine dell'attuale ciclo Age of X-Man.

I due titoli sono House of X e Powers of X, e segneranno il primo lavoro di Hickman per l'editore dalla fine di Secret Wars nel 2016. Pepe Larraz disegnerà House of X mentre RB Silva disegna Powers of X. Marte Gracia colorerà entrambi i titoli.

Stranamente, in Powers of X la "X" è in realtà il numero romano X simile alla designazione "Weapon X" di Wolverine. Inoltre, nell'immagine promozionale che potete vedere in basso, i personaggi raffigurati "potrebbero provenire dal passato, dal presente o dal futuro".

CB Cebulski ha dichiarato che gli X-Men di Hickman segneranno una nuova pietra miliare per la squadra, ai livelli di Giant-Sized X-Men #1, di X-Men #1 di Chris Claremont e Jim Lee, di Age of Apocalypse degli X-Men di Grant Morrison, definendo le due serie "qualcosa di completamente diverso" per il franchise.

"Siamo entusiasti di avere Jon nella famiglia Marvel, e non avremmo potuto chiedere un team creativo migliore per far entrare gli X-Men ad entrare in una nuova era", ha detto Cebulski. "Anche se non possiamo ancora rivelare troppo sulla storia, queste nuove avventure ridefiniranno gli X-Men e il loro posto nell'Universo Marvel. Questo è un momento storico che i fan nuovi e i vecchi appassionati non vorranno perdere."

"Lasciatemi dire che abbiamo piani radicali per tutti voi. Sono cresciuto principalmente come lettore della DC Comics, l'unico fumetto che abbia mai letto della Marvel da ragazzo è stato quello degli X-Men", ha dichiarato Hickman. "Tutti i fumetti che ho fatto alla Marvel fino a questo punto erano lavori fantastici - ma erano lavori, questo è stato il primo fumetto che ho amato ancor prima di iniziare."

"Probabilmente non sono mai stato più orgoglioso di nulla su cui ho lavorato, penso che tutti voi sarete piuttosto fuori di testa, stiamo facendo cose radicalmente diverse, due serie che dovrete leggere entrambe per restare sintonizzati, ma c'è una buona ragione per questo."

House of X e Powers of X inizieranno a luglio e saranno quindicinali e, alternandosi, usciranno settimanalmente.

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(Via Newsarama)

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Marvel Studios non produrrà film degli X-Men e dei Fantastici 4 prima di due anni

  • Pubblicato in Screen

Dopo oltre un anno di trattative legali, la Disney ha ufficialmente acquisito la 21st Century Fox. Per gli appassionati di fumetti, questo significa che gli X-Men e i Fantastici Quattro possono ora essere integrati nell'MCU. Nel caso di X-Men, è ovvio che Marvel Studios probabilmente premerà il pulsante di reset su un franchise lungo vent'anni. Mentre nessuno dei membri del cast dei precedenti film tornerà, potrebbero esserci alcune vecchie conoscenze dietro le quinte.

Secondo The Hollywood Reporter, i produttori storici dei film degli X-Men, Lauren Shuler Donner e Simon Kinberg, potrebbero mantenere le loro posizioni in qualsiasi pellicola dei Marvel Studios contenente i mutanti. Secondo quanto riferito, a Donner deve essere riconosciuto lo status di produttore esecutivo per ogni film mutante, indipendentemente dal suo effettivo coinvolgimento. Donner ha fatto parte della serie dal primo X-Men del 2000. Ha acquistato i diritti cinematografici dei personaggi nel 1994. Kinberg, che è entrato a far parte della serie con X-Men: The Last Stand del 2006, avrebbe un accordo simile.

Indipendentemente da ciò, potrebbero esserci modi per aggirare questo problema. THR nota che le quote di Donner e Kinberg possono essere "districate o comprate" a un certo punto. Ma visto il successo finanziario dei film, è difficile immaginare che Donner e Kinberg lascino volentieri il franchise. Inoltre, Donner ha in precedenza indicato di voler lavorare di nuovo con Kevin Feige dopo averlo seguito sul set del primo X-Men.

Nonostante la fusione, X-Men e Fantastic Four non esordiranno al cinema sotto il marchio Marvel per almeno almeno due anni. THR suggerisce che, poiché i Marvel Studios si stanno concentrando su altri film, le nuove riprese per le pellicole delle due famiglie non arriveranno prima del 2021. Attualmente lo studio sta sviluppando Black Widow, Black Panther 2, Doctor Strange 2, The Eternals e Guardians of the Galaxy Vol. 3. Nel frattempo, la Fox distribuirà il suo ultimo film X-Men con Dark Phoenix a giugno. Anche The New Mutants di Josh Boone è ancora in agenda. Sfortunatamente, le voci sui problemi di post-produzione hanno alimentato la speculazione secondo cui quel film potrebbe essere relegato su una piattaforma di streaming come Hulu.

(Via SHH)

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Noi siamo gli X-Men, recensione: la storia dei mutanti racchiusa in un volume

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Nella storia editoriale della Marvel Comics, gli X-Men hanno rappresentato per circa 25 anni la punta di diamante dell’editore, con la famiglia mutante che dominava le classifiche di vendita e quelle di preferenza. La serie originale, tuttavia, ci mise del tempo a ingranare nonostante ad ideare gli X-Men furono i due “Re Mida” Stan Lee & Jack Kirby nel 1963, in un periodo in cui i due autori fondavano l’Universo Marvel.

L’idea di un nuovo gruppo che dovesse le proprie origini a una spontanea mutazione, piuttosto che a incidenti di sorta (come per Spider-Man, Fantastici Quattro, Hulk, etc.) era un "furbata" di Lee che in questo modo poteva ideare decine di eroi senza preoccuparsi di dar loro particolari background che ne giustificassero i poteri. Tuttavia, proprio questa loro mutazione, che segnerebbe un passo evolutivo per l’uomo, rende difficile la loro integrazione e in tanti li guardano con sospetto e paura. Da qui, il sogno d’integrazione di Charles Xavier, che immagina una convivenza pacifica con gli umani, contrapposto a quella di Magneto, secondo cui tale convivenza è semplicemente impossibile.
La testata, tuttavia, non decolla e dopo 66 numeri smette di proporre avventure inedite e, per circa cinque anni, andrà avanti solo a ristampe. Per il gruppo, però, l’ascesa al successo non è ancora iniziata e questo avverrà solo a partire dal rilancio datato 1975.

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Della prima incarnazione del team, il volume antologico Noi siamo gli X-Men, edito da Panini Comics, propone solo la prima avventura, firmata Lee & Kirby. Oltre a Xavier, troviamo i suoi alunni Warren Worthington III (Angelo), Bestia, Ciclope, Jean Grey (Marvel Girl) e l’Uomo Ghiaccio. Fra le origin story del duo artistico, "X-Men!" non brilla di certo e funge solo da carrellata di presentazione dei nuovi eroi. Allo stesso tempo è, però, imprescindibile la sua presenza in questo volume.

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Quando a metà anni ’70 la Marvel vuole un gruppo di eroi internazionali, Lee riesuma gli X-Men e incarica Len Wein di occuparsi del nuovo team. Unendo vecchi eroi ad altri nuovi di zecca, esce Giant-Size X-Men con la celebre storia "Seconda Genesi". Qui, in maniera sbrigativa (e anche abbastanza forzata), viene messo insieme un team di eroi che include, fra gli altri, Wolverine, Tempesta, Colosso e Nightcrawler, future colonne della serie. L’albo, naturalmente presente nell’antologia, vede alle matite Dave Cockrum che resterà a lungo al timone dei mutanti.

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Il successivo rilancio della testata porterà ad occuparsi dei testi un emergente Chris Claremont che darà vita a un lunghissimo ciclo che terminerà solo negli anni ’90. È con il suo apporto, e quello in seguito di John Byrne, co-soggettista e disegnatore, che la collana giungerà alle vette della top ten e renderà i mutanti il fumetto Marvel per eccellenza di quegli anni.
La caratteristica del ciclo di Claremont è una lunga e attenta progettazione in cui al centro ci sono i personaggi che, grazie a trame articolate e di lunga gittata, possono contare su intrecci soap-operistici equivalenti a quelli prettamente avventurosi.
Selezionare avventure significative dal suo lungo ciclo non è semplice in quanto le storie sono difficilmente estraibili vista la forte connessione fra di loro, per questo i lunghi riassunti redazionali nel volume cercano di fare da collante alle due storie “Come una Fenice dalle ceneri!” e “Il fato di Fenice!” che mostrano la nascita e la morte di Fenice, entità cosmica che si unisce a Jean Grey. Una vicenda assolutamente centrale per la storia del gruppo, oltre che uno dei suoi cicli più memorabili. Considerando lo spazio a disposizione e il materiale così interconnesso, probabilmente non si poteva presentare la saga in altro modo, mentre escluderla avrebbe creato un grosso vuoto.

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Se nella storia d’apertura, abbiamo visto il principale avversario degli X-Men in azione, in un ruolo comunque abbastanza classico, se non macchiettistico per certi versi, a ridefinire la figura di Magneto ci pensano Claremont e Cockrum, con il celebrativo albo doppio Uncanny X-Men 150. Qui finalmente possiamo ammirare una rappresentazione della personalità di Erik Magnus Lehnsherr più tridimensionale e ricca di sfumature.
Claremont riprenderà il personaggio con X-Men 1, un albo storico non solo perché rappresenta il primo “sdoppiamento” della serie principale, dando via all’espansione mutante, ma anche l’albo più venduto di sempre nella storia del fumetto americano: ben 8 milioni di copie.
I motivi sono da associare alla presenza della sempre più in ascesa star Jim Lee ai disegni, che di lì a poco sarebbe andato via per fondare la Image Comics, e all’idea dell’editor Bob Harras di presentare l’albo con ben 5 cover differenti, una novità assoluta per l’epoca. Quest’operazione diede il via alla bolla speculativa di inizio anni ’90, che porterà dopo qualche anno alla peggior crisi di mercato di sempre. Tornado a X-Men, la nuova serie che si affiancava all'ammiraglia Uncanny, questa proseguirà spedita seppur con il precoce addio sia di Claremont che di Lee.

Il volume prosegue con Uncanny X-Men 303 del 1993 che contiene la commovente storia “Dipartita”, con protagonista la neo arrivata Jubilee, che racconta la morte di Illyana Rasputin, ovvero la mutante sorella di Colosso nota come Magik, a causa del terribile Virus Legacy.

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Il successo degli X-Men prosegue per tutti gli anni ’90, e arriva al suo culmine quando nel 2000 esce al cinema il primo film dedicato al gruppo diretto da Bryan Singer. La Marvel, che viveva una seconda giovinezza grazie al presidente Bill Jemas e all’EIC Joe Quesada, decide di far entrare i suoi eroi di punta nel nuovo millennio grazie al lavoro di Grant Morrison e Frank Quitely. I due rivoluzionarono totalmente il gruppo, con un nuovo look che abbandonava i classici costumi a favori di abiti in pelle, e dava loro nuovi nemici (come Cassandra Nova) e nuove prospettive, pur volendo riproporre le caratteristiche principali del periodo Claremont. Non a caso, il duo darà vita a uno dei cicli migliori dei mutanti, secondo solo a quello dello sceneggiatore inglese. La loro saga d’esordio in tre parti, “E come Extinzione” presente nel volume, lo testimonia. Purtroppo, questo ciclo, rappresenta anche il canto del cigno dei mutanti.

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Scalzati dalla famiglia degli Avengers, gli X-Men perdono posti in classifica, e la stessa Marvel (a causa anche dello sfruttamento dei diritti cinematografici da parte dell'avversaria Fox) sembra credere poco nei suoi personaggi. Nonostante grandi autori, fra cui Brian Micheael Bendis, di cui possiamo leggere un’avventura intotalata "/" in chiusura di volume disegnata da Stuart Immonen, i mutanti passano in secondo piano e le loro avventure perdono appeal. Chissà se l’acquisizione della Fox da parte della Disney, e il conseguente ritorno dei diritti cinematografici, faccia da base a un sentito rilancio fumettistico.

Noi siamo gli X-Men è un ottimo volume antologico, che ben presenta i personaggi, pur con tutte le limitazione del caso, ed è per questo motivo consigliato particolarmente ai neofiti. L’apparato redazionale, sempre ricco e completo, impreziosisce la proposta.

 

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X-Men Grand Design 1, recensione: la storia dei mutanti vista da Ed Piskor

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Se dovessimo in qualche modo etichettare Ed Piskor, potremmo definirlo un biografo o un documentarista a fumetti. Nella sua pur breve ma apprezzata carriera, l’artista americano classe 1982 ha scritto e disegnato Wizzywig, biografia fittizia di un hacker che ripercorre, mescolando realtà a finzione, lo sviluppo del movimento hacker fra la fine degli anni ’70 ad oggi. Più celebre è, naturalmente, la sua opera Hip-Hop Family Tree in cui l’autore narra anno dopo anno la nascita del sopracitato movimento musicale ricostruendo e mettendo in ordine eventi e personaggi con la precisione di un vero storico. La sua opera, infatti, è davvero una sorta di documentario a fumetti apprezzato tanto dagli appassionati del genere quanto dagli amanti dei fumetti.

Essendo un autore a cui piace narrare le proprie passioni, dopo l’hacking e l’Hip-Hop, un quasi incredulo Piskor si mette al lavoro su progetto dedicato ai mutanti di casa Marvel. Il suo entusiasmo è visibile da un contenuto speciale del primo volume di X-Men Grand Design in cui il fumettista intitola “Sogno di una vita” una raccolta di foto da bambino e di vecchi disegni in cui mostra la sua sconfinata passione per i mutanti.

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Il progetto non si allontana molto da quello di Hip-Hop Family Tree, Piskor mette in ordine e narra le vicende dei mutanti a partire dalla loro origine fino agli anni ’80. Si va, dunque, dall’infanzia di Charles Xavier e di Erik Magnus Lehnsherr fino alla nascita degli X-Men e alla loro affermazione. Nel fare questa operazione, l’autore mette in prospettiva gli eventi del passato con quello che avverrà in futuro, in special modo con l’avvento della Fenice che, come noto, si impossesserà del corpo di Jean Grey. In particolare, questa sottotrama è al centro della narrazione di Piskor con la quale, evidentemente, vorrà portare al culmine (oltre che alla conclusione) la sua miniserie. Ricordiamo che X-Men Grand Design è composta da 4 albi di formato doppio e che finora sono usciti i primi due, raccolti entrambi nel volume Panini Comics.

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Dal punto di vista visivo, il grande formato proposto da Panini Comics, ovvero un brossurato 23.4X33 (lo stesso utilizzato per Hip-Hop Family Tree), consente di poter godere appieno delle tavole ricche di dettagli e, soprattutto, di testo e che ridotte avrebbero risentito di molto nella lettura e nella leggibilità delle stesse. Piskor applica una colorazione alle proprie tavole che simula la resa di stampa dei vecchi albi, e la carta “ingiallita” amplifica l’effetto dando il tocco vintage voluto. Lo stesso tipo di colorazione è stato applicato al primo albo degli X-Men di Stan Lee e Jack Kirby interamente riproposto per intero nel volume come gradito extra.

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L’opera, sicuramente ambiziosa, risulta riuscita nel suo intendo: Piskor si districa in decenni di storie e rivedere in maniera coerente e pressoché corretta gli eventi creando una narrazione che coinvolgerà tanto i vecchi fan, che si troveranno non solo davanti a un’ottima lettura ma anche a una ricostruzione rispettosa del passato, tanto i nuovi fan che vogliono conoscere la storia del celebre gruppo Marvel.

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