Strappare lungo i bordi, recensione: la serie Netflix di Zerocalcare
- Pubblicato in Toon
L’arrivo e la diffusione delle piattaforme streaming ha rivoluzionato il mondo dell’intrattenimento non solo nelle modalità di fruizione dei contenuti e nella loro distribuzione ma anche nella produzione degli stessi. Il diffondersi in maniera capillare di tali servizi ha dato vita alla necessità di creare serie e film inediti in tutti i paesi in cui le piattaforme sono attive in modo da poter realizzare prodotti sempre più vari e attraenti per i fruitori. Non solo, la possibilità di diffondere questi contenuti in tutto il mondo ha dato maggior pubblico e visibilità alle singole produzioni e spostato il baricentro produttivo dall’America al resto del mondo. Non è un caso se alcuni dei maggiori successi di Netflix degli ultimi anni provengono da nazioni come la Spagna (La casa di carta) o la Corea del Sud (Squid Game).
Ulteriore fattore positivo è la nascita di progetti che difficilmente avrebbero visto la luce altrove e danno nuova speranza alle produzioni nazionali, come quella italiana nello specifico. È il caso proprio di Strappare lungo i bordi di Zerocalcare, serie animata che, se non fosse stato per Netflix, difficilmente avremmo visto realizzata nel nostro Paese e – soprattutto - difficilmente l’avremmo vista con questa qualità e cura.
Strappare lungo i bordi si caratterizza per la sua forte impronta autoriale che è quella del suo ideatore: a differenza del derivato film de La Profezia dell’Armadillo, qui abbiamo un prodotto che segue e sposa a pieno la visione del suo autore senza dover scendere ad alcun tipo di compromesso esterno. La poetica di Zerocalcare è rafforzata ed esaltata dal passaggio all’animazione grazie anche alla fondamentale presenza del sonoro, dando nuova linfa alla sua produzione artistica preservandone la qualità grazie alla genuina fedeltà.
La trama, per chi conosce l’opera, segue e aggiorna quella del graphic novel La Profezia dell’Armadillo del 2001, che – data la sua particolare natura – eviteremo qui di riassumere onde evitare spoiler. La storia narrata nella serie segue un andamento frazionario ed episodico che, nell’arco dei suoi 6 episodi da 20 minuti circa, confluisce in uno struggente e drammatico finale. Le tematiche toccate dall’autore riguardano tendenzialmente la crescita, il mondo del lavoro, le amicizie, il costante confrontarsi con le aspettative della società da parte della cosiddetta Generazione Y o Millennial, tutti i topoi classici di Zerocalcare.
Al centro di tutto, dato anche il titolo, è la difficoltà di seguire, durante la nostra vita, un tracciato impostoci dall’esterno senza “uscire dai bordi” per paura dell'ignoto, senza comprendere che quei “bordi strappati” sono parte integrante del nostro percorso di crescita e che è impossibile vivere una vita senza “pieghe”.
La cifra stilistica è quella tipica del fumettista che alterna situazioni divertenti a riflessione semi-serie, per poi toccare tematiche profonde sempre in maniera mai banale. D’altronde, Zerocalcare è da tempo voce simbolo di una generazione: è un autore che – grazie alla sua sensibilità – è riuscito a descrivere come pochi il suo tempo e la sua “gente”.
Questa fedeltà alla sua cifra stilistica, ad ogni modo, se è riuscita a conquistare una moltitudine di persone come dimostra la presenza dei suoi libri in cima alle classifiche di vendita, risulterà spigolosa e ostica a chi già in passato non ha apprezzato l’artista. Insomma, chi non amava Zerocalcare prima, difficilmente lo farà ora.
Se l’aspetto che ci ha colpiti maggiormente di questo progetto è la sua genuinità, il suo essere visione del suo creatore in maniera così chiara e sentita da poterla definire, secondo vecchie nomenclature, una “serie d’autore”, la cosa che maggiormente ci ha stupiti è il suo valore tecnico. Probabilmente ciò è dipeso dalla disabitudine di noi italiani nel trovarci di fronte a una serie animata nostrana, in particolar modo se rivolta agli adulti, realizzata con questa qualità, ragion per cui Strappare lungo i bordi segna un punto di non ritorno nella serialità italiana, animata e non. Merito, come ha ripetuto spesso in questi giorni Zerocalcare, dell’enorme team di lavoro coinvolto che non deve distrarre in alcun modo dal “one-man show” che la serie sembra mettere in campo. Laddove si vuole notare una criticità, questa va al missaggio audio, non sempre perfetto, con le musiche che – di tanto in tanto – tendono a coprire l’audio. Audio che si avvale di Zerocalcare come voce quasi unica dell’intero progetto, con il suo romanesco biascicato e veloce che spesso rende difficile seguire i dialoghi nella loro interezza.
Strappare lungo i bordi, prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing, è un progetto vincente di Netflix in tutti i suoi aspetti, come il gradimento di pubblico e critica stanno dimostrando, e che dimostra quanto sia necessario credere negli autori e nella qualità per avere prodotti di successo. Speriamo, dunque, che arriveranno in futuro nuovi progetti firmati da Zerocalcare e che, magari, questa serie faccia da apripista anche ad altri fumettisti.