Recensione in anteprima, Lukas sarà in edicola dal 21 marzo 2014.
Il varo delle miniserie da parte della Bonelli non ha fatto scemare l'entusiasmo attorno ad ogni nuovo progetto dell'editore milanese, nonostante le novità siano ormai più frequenti rispetto allo scorso millennio quando l'uscita di un numero 1 era praticamente una rarità. E così, a 6 mesi dall'esordio di Orfani, ecco arrivato il turno di Lukas.
Lukas è la nuova maxi-serie in 2 stagioni da 12 episodi di Michele Medda, uno dei tre papà di Nathan Never, e di Michele Benevento (chi ha la memoria lunga assocerà questi due nomi ad un altro recente progetto: Caravan del 2009).
Parliamo, dunque, di uno sceneggiatore molto stimato e dal largo seguito e di un disegnatore con ampia esperienza e grande abilità. Ma di cosa parla Lukas? Ecco, qui inizia un po' la parte complicata in quanto in questo primo numero è ancora tutto avvolto nel mistero. Facciamo la conoscenza del protagonista della serie, dei comprimari e dei suoi antagonisti, ma sappiamo poco o niente di tutti. Per giunta, l'intreccio narrativo è solo all'inizio tanto che protagonista, comprimari e antagonisti si sfiorano appena senza che i loro destini si intreccino del tutto.
Dal sito Bonelli, Medda definisce Lukas (che poi non è neanche il vero nome del protagonista) un "ridestato". Un ex-morto, stile zombie o vampiro per intenderci, che si risveglia dal suo loculo ad inizio episodio e tiene a bada il suo istinto violento che lo indurrebbe ad attaccare e cibarsi di vittime innocenti.
In realtà, non si tratta né di uno zombie né di un vampiro, ma c'è un meccanismo simile di contagio.
La storia inizia, come dicevamo, con il risveglio di "Lukas" dalla morte, egli non ricorda nulla del suo passato, ma scopre di essere molto forte e praticamente invulnerabile. Salva da un pestaggio un tale di nome Janko che gli offre un tetto e lo guida in città. Cercando lavoro i due si ritrovano in altrettante spiacevoli situazioni: Janko si infortuna in cantiere, dove opera in nero, mentre Lukas si ritrova a smembrare cadaveri. Il tutto mentre qualcuno è sulle tracce del protagonista.
Riassunto in poche righe, questo è quello che accade nella prima metà dell'albo dell'"urban-fantasy/thriller" ideato da Medda, che stuzzica il lettore mettendo in scena un gran numero di elementi misteriosi e non definiti che verranno svelati solamente nel corso della serie. Resta, però, tutto un po' troppo nebuloso e si avverte il bisogno di poter disporre di maggiori elementi prima di poter sbilanciarci su quello che la serie ha da offrire e sulle sue potenzialità. Al momento, non si avverte una grande empatia con il protagonista o con quanto accade e la sceneggiatura, per quanto ricca di avvenimenti, ben dosata e sapientemente orchestrata, sembra mancare di un qualche guizzo o, appunto, di qualche elemento guida in più per orientare il lettore. Ad ogni modo, il mix di elementi sembra intrigante e ci si aspetta che da un momento all'altro, magari già dal prossimo numero, possa esplodere del tutto.
Segno distintivo della serie è rappresentato dalle didascalie in nero in terza persona che descrivono i sentimenti e le azioni del protagonista dando una sensazione di distacco necessaria a rappresentare l'estraneità di Lukas con quanto accade e con se stesso.
Passando alla parte grafica, non si può che elogiare il lavoro certosino e dettagliato svolto da Michele Benevento che, grazie al suo armonico bianco e nero, offre una prova di livello donando grande espressività ai personaggi ed esplodendo nelle scene d'azione, come lo spettacolare inseguimento di camion da pagina 72, in cui il disegnatore applica una regia impeccabile.
In particolare è da notare come le tavole riescano a cambiare rapidamente il registro imposto dalla sceneggiatura che alterna scene di vita quotidiana, scene d'azione, e momenti horror vagamente splatter.
La suddivisione delle suddette non si allontana molto dalla moderne serie bonelliane e riesce ad essere al tempo stesso classica e di facile lettura senza però perdere in modernità e dinamicità.
Lukas #1 ha il compito di aprirci la porta in questa nuova avventura bonelliana, mostrandoci un ambiente invitante in cui alloggiare per 24 mesi, tuttavia le impressioni positive avute a questa prima occhiata necessitano di un giro più approfondito per valutare o meno la nostra permanenza. In fondo, quello che abbiamo visto finora, altro non è che l'ingresso.
