10 ragioni per cui LEGO Batman The Movie è uno dei più bei film d'animazione degli ultimi 5 anni
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LEGO Batman The Movie è il secondo evento cinematografico costruito (ed è proprio il caso di dire letteralmente) sfruttando le mille possibilità dei mattoncini del brand danese. Il primo film sorprese, e non solo gli appassionati di lungo corso dei Lego come il sottoscritto, per l'intelligente e irrefrenabile esplosione di umorismo, immaginazione e atmosfera avventurosa-giocosa che si respirava dal primo all'ultimo minuto. Fra le tante gag alcune delle più memorabili riguardavano proprio la versione Lego del Cavaliere Oscuro, personaggio secondario ma che rapì subito il cuore degli spettatori. Naturale quindi voler dedicare una pellicola tutta per lui: e il risultato è bellissimo, entusiasmante, uno fra i migliori film di animazione degli ultimi 5 anni, complesso eppur comprensibilissimo, semplice ma foriero di riflessioni intriganti. Di seguito 10 ragioni che ne spiegano il perché:
1. Divertimento e (auto) ironia: LEGO Batman è un film divertentissimo e folle, pieno di gag e battute indimenticabili e arricchito da un'intelligente auto ironia che colpisce lo spettatore in faccia fin dai titoli di testa. Nessuno è salvo: i clichè di comics e cinecomics, il fandom, il “nolanismo”, persino la Warner/DC viene passata al setaccio impietosamente. Si va dalle battute sugli slip alle citazione “colte” e si ride sempre.
2. Il materiale e l'immaginario: ovvero i Lego, che sono contemporaneamente oggetto narrativo che fa procedere la trama, corpo e maschere del film, base materiale per la scenografia e gli effetti speciali, brand merceologico. L'omogeneità della materia plasma il film grazie alla versalità con cui il “linguaggio del mattoncino” viene declinato di volta in volta e contemporaneamente in ogni suo livello, tecnico, narrativo, cinematografico. Inoltre si potrebbe disquisire sulla continuità con la tradizione del teatro di figura fino a oggi. Insomma solo per questo punto ce ne sarebbe per almeno dieci tesi di semiotica o sociologia del cinema.
3. La meta-inter-paratestualità: il film è pieno di riferimenti alle varie incarnazioni del Crociato Incappucciato, sia nelle versioni fumettistiche, sia in quelle cinematografiche; il primo bersaglio degli sberleffi di cui al punto 1 è proprio Batman e la sua coolness. Il personaggio si prende sul serio e in giro contemporaneamente ed è parimenti credibile. Le varie citazioni non sono solo fan service o cose “da chiedere ai vostri amici nerd”, ma un atto di amore e rispetto per un intero immaginario collettivo e tutti quelli che con esso si sono nutriti.
4. “L'ecumenismo”: in mezzo a questo florilegio di riferimenti e citazioni non era facile arrivare a tutti. Invece il film di McKay ce la fa: ottima introduzione per piccoli e piccolissimi, battute sagaci per i genitori “porta-popcorn”, brodo di giuggiole per fan di Lego e Batman.
5. La musica: anni '80 saccheggiati a piene mani, senza ritegno o vergogna per ciò che è trash, kitsch, retrò. La musica è uno dei “carburanti” del protagonista, un accessorio indispensabile della sua personalità. E poi l'ossessione per hip-hop, nu metal e beatbox: come si fa a non amarlo!
6. La sceneggiatura: a differenza di praticamente tutti i cinecomics Warner/Dc-eccetto-Nolan, habemus tramam. Ma proprio una vera, senza buchi, dove tutto viene motivato, ogni pezzo si incastra (anche qui ogni riferimento non è puramente casuale) perfettamente. Ogni dialogo, informazione, oggetto di scena, personaggio, avvenimento sta lì perchè lì deve stare e alla fine sarà usato, risolto, concluso. Infine la sospensione dell'incredulità è sostenibile.
7. Il ritmo e la durata: per le ragioni di cui sopra il film non ha mai battute d'arresto e sollecita continuamente lo spettatore: le scene di azione sono spettacolari, enormi, fragorose; le scene comiche fulminee e esilaranti; i momenti più pacati ci sono ma mai tetri, lenti o noiosi. Inoltre, cosa secondo me invidiabile, il film dura 90 minuti. Come quando eravamo piccoli, come quando i cinema avevano solo una sala e come quando non era necessario allungare il brodo con scene superflue e inutili per guadagnare giudizi positivi in più.
8. La psicologia: in 1 ora e mezza di film autori e animatori riescono a spiegare in modo asciutto, efficace e corretto chi è Batman, come “funziona”, perchè è così e quali sono i punti di forza e le debolezze che lo rendono uno dei character più fighi e affascinanti di sempre. In più il film racconta anche altre cose leggerine leggerine: spiega cosa vuol dire essere una famiglia, quali sono i pericoli della solitudine, perché gli altri non sono un inghippo ma ci completano o perché sono importanti la comprensione e la compassione. Il tutto senza pioggia e “Salva Martaaaaa”.
9. Il coraggio: autori e tecnici si confrontano senza paura, remora o disagio con due brand pesantissimi. Li capiscono, ne colgono le possibilità, le sfruttano tutte con grande entusiasmo. Soprattutto giocano e trasmettono, a noi che guardiamo, tutta la meraviglia, la gioiosa serietà che solo dal giocare, ad ogni età, possiamo prendere.
10. The boy wonder: viene spiegato finalmente perché Robin non indossa pantaloni. I 40enni che guardano le avventure camp del Batman televisivo degli anni '60 potranno finalmente morire contenti.