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Jeff Lemire e Dustin Nguyen ancora insieme per Ascender, sequel di Descender

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Lo sceneggiatore Jeff Lemire e l'artista Dustin Nguyen realizzeranno per la Image Comics Ascender, ambientato nello stesso universo della loro serie fantasy Descender.

Ascender avrà luogo 10 anni dopo la conclusione di Descender, con la sparizione di tutti i robot e il trionfo della magia come ordinamento dell'universo. Il protagonista robotico di Descender, TIM-21, avrà ancora un ruolo nella nuova serie, quando "una ragazza dovrà intraprendere una ricerca epica per trovare robotkind e il suo leggendario messia, TIM-21, prima che sia troppo tardi…"

"Dustin e io adoriamo il mondo di Descender e siamo ri-energizzati da questa nuova direzione che ha aperto ogni sorta di nuove possibilità di storytelling", ha detto Lemire in un comunicato stampa. "Ascender sarà sia una continuazione della saga di Descender, sia un racconto tutto nuovo".

Nguyen ha aggiunto: "Inoltre, sarà fantastico passare da disegnare macchine e metallo tutto il giorno, alle sfaccettature del fantasy per un po'!".

Descender #32
, in vendita il 25 luglio, segnerà la fine della serie, portando a conclusione la trama che si sta svolgendo, mentre anticiperà anche quello che arriverà in Ascender.

Ascender, di Jeff Lemire e Dustin Nguyen, farà il suo debutto con la Image Comics nel 2019.

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(Via CBR)

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Marvel's Fresh Start: Slott/Schiti su Iron Man, Lemire/Jacinto su The Sentry, Young/Klein su Deadpool

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Vi abbiamo già introdotto il nuovo rilancio delle serie Marvel Comics dal titolo Fresh Start. Ovviamente, la Casa delle Idee non cessa di diffondere in rete appena possibile nuove informazioni riguardo a questa iniziativa editoriale.

Dopo i primi team creativi e le prime serie, la Marvel ha annunciato nuovi titoli sull'onda del crescente interesse.
Apprendiamo quindi che a giugno debutterà The Sentry #1, sui testi di Jeff Lemire e disegni di Kim Jacinto, serie dedicata al personaggio creato nel 2000 da Paul Jenkins e Jae Lee e assente da molti anni dal Marvel Universe, che recentemente è riapparso sulle pagine di Doctor Strange. Qui sotto potete trovare la cover del #1 realizzata da Bryan Hitch.

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"The Sentry è un personaggio affascinante. Ho amato la serie originale di Sentry realizzata da Paul Jenkins e Jae Lee quando è uscita per la prima volta, quindi ho colto al volo l'opportunità di scrivere il personaggio. The Sentry ha un sacco di profondità emotiva, c'è molto per me da scavare in termini di psicologia del personaggio. Ha un potere immenso e ha il potenziale per essere uno dei più grandi e importanti eroi dell'universo Marvel, ma è costantemente minato dal suo lato oscuro e dai suoi dubbi su se stesso. Non puoi avere Sentry senza Void. Ma sono conscio del fatto che non si possono semplicemente raccontare le stesse storie che sono già state raccontate in passato con Sentry e Void. Voglio vedere la loro relazione e i loro personaggi evolversi e andare in nuove direzioni" ha dichiarato Lemire a ComicBook.com.

Il 2 maggio invece arriverà Deadpool #1, il rilancio dell'antieroe firmato Skottie Young ai testi e Nic Klein alle matite.
"Mi piace scrivere storie che si sviluppano velocemente e tengno incollato il lettore. E mi piace provare a far ridere anche quando a qualcuno viene rotto un braccio o gli esplode la testa. Hahaha. Un po' come ho fatto con la mia run su Rocket, mi piace fare storie più brevi e svillupare delle trame che si intrecciano dappertutto", ha dichiarato Young a Polygon.
Di seguito trovate la cover di Klein per il #1.

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A giungo invece comincerà Tony Stark: Iron Man, serie scritta da Dan Slott sui disegni di Valerio Schiti e cover di Alexander Lozano. Slott ha assicurato che non si tratterà dell'ennesimo reboot, ma rimarrà in continuity con quanto successo finora. “Tutto conta. Non nasconderemo nulla di tutto quello che è successo a Tony dall'inizio alle ultime run. Tutta la continuity finora realizzata avrà valore. L'eredità avrà un peso. Ma al contempo, se siete fra quelle persone che conoscono Iron Man solo per i film al cinema, potrete tranquillamente cominciare a leggere le sue storie da questo Fresh Start”, ha detto lo scrittore a Nerdist. l personaggio verrà quindi in parte riportato al periodo della Bronze Age per problematiche e psicologia, senza trascurare il piglio scherzoso, ironico e cool.
La serie, come da prassi, presenterà una nuova armatura principale, nonchè molteplici altri nuovi design realizzati da Schiti. DI seguito trovate la cover del #1 realizzata da Lozano.

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A.D. - After Death, recensione: L'angosciante vita del dopo morte

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La Cura per la morte: un sogno di molti. L'incipit di parecchie fantasie. Il terrore per chi la morte l'ha sconfitta da secoli.
A.D. - After Death è l'opera del duo Scott Snyder e Jeff Lemire, pubblicata in Italia da Bao Publishing, che prova a spiegare al lettore il rapporto inevitabile tra la vita e la morte, attraverso un racconto di crescita e introspezione, la comprensione del proprio posto nel mondo, del proprio scopo e dei propri desideri.
Quello che il lettore si trova davanti è un libro lontano dalle aspettative di “fumetto”. L'azione narrativa si blocca a pochi momenti, scanditi da corpose pagine di prosa accompagnate da alcune illustrazioni. Il racconto della vita del protagonista, Jonah Cooke, è racchiuso in questi capitoli necessari alla comprensione degli intermezzi a vignette che danno una visione del presente del mondo di fantasia. Si tratta di limitate pagine a fumetti, che, come in un circolo, portano il lettore alla scoperta del loro significato solo attraverso la completa lettura della prosa, che permetterà di chiudere e poi collegare i due piani, uno prettamente diacronico, e l'altro frutto di episodi significativi del passato. Cosa che rende questo un ibrido tra un racconto a fumetti e un romanzo illustrato.

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La parte visiva è sicuramente potente nel suo adattarsi all'atmosfera della storia, ma la scrittura che Snyder mette in scena eclissa il resto: le pagine di prosa sono non soltanto necessarie, ma innalzano dando significato al complesso, con una grande potere emotivo. Lemire dal canto suo si esercita in una prova pittorica comunque all'altezza, dai colori pastello, a momenti anche molto forti ma non invasivi, in grado di lasciare posto al bianco senza veramente sentirne la “mancanza”; il tratto dell'illustratore segue lo stile di colorazione, tremulo, indeciso, ma riccamente dettagliato, soprattutto nei volti di primo piano, ricchi di espressività ed emotività.
Proprio l'emotività è componente centrale tra tutte le pagine: il vissuto acquista valore nel ricordo, qualcosa di passeggero nella comunità che ha vinto la morte; un luogo in cui si può vivere in eterno, è vero, ma a patto di abbandonare alle proprie spalle le memorie, perchè il cervello umano non può gestire infiniti pensieri.

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Superare le parti in posa può essere difficile per chi non si aspetta sezioni tanto estese; ma in realtà sono queste a fornire la maggior carica emotiva, soprattutto nel comprendere la struggente verità dell'impossibilità di mantenere inalterati i ricordi, celati e conservati dal protagonista per il se stesso futuro in queste pagine di diario. Jonah, attraverso questi racconti, ci parla della sua vita precedente alla cura, del suo hobby di ladro e di come, attraverso alcuni avvenimenti importati, ha preso forma la sua vita, fino a trovare anche lui la Cura. Un evento di giovinezza in particolare lo segna profondamente: la morte della madre provoca in lui uno stato d'ansia nei confronti della fine della vita, così improvvisa e ingiustificata alle volte, tanto da spingerlo ad accettare la opportunità di salvezza che gli viene fornita.
La ricerca della pace con se stessi, l'accettazione di ciò che la vita ci pone davanti, la forza per non lasciarsi sopraffare e andare avanti a discapito di tutto, questi sono i temi che piano piano si sviluppano tra le pagine e nella mente di Jonah. Dopo anni di vita la via verso la felicità sembra preclusa dalla consapevolezza che l'esistenza vissuta a pezzi, solo qualche anno alla volta, per qualcuno che ha davanti potenzialmente l'eternità, manca di qualcosa, una sicurezza e un punto di riferimento stabile. Jonah sente di avere delle colpe da riparare che non è possibile risolvere in questa situazione di stallo eterno.

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A.D. - After Death è un'opera da leggere con calma, per apprezzarne i punti di riflessione, una lettura impegnata ma non complessa. Non bisogna cedere alla voglia di superare velocemente le parti in prosa per ritrovarsi tra classiche pagine a vignette, ci troviamo davanti a un'opera mista decisamente riuscita.

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Royal City 1 di Jeff Lemire, recensione: Fuggire non è mai la scelta giusta

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Scendere a patti con il proprio passato, ripercorrere i luoghi della propria infanzia o della propria adolescenza con gli occhi di adulto è un’esperienza che, prima o poi, in un modo o in un altro, tutti realizzeranno. Jeff Lemire, con Royal City, parte proprio da questo presupposto, scrivendo e disegnando interamente la serie edita, in Italia, da Bao Publishing.
Un grave malessere del padre Peter, costringerà tutta la famiglia Pike – composta dalla moglie Patti e dai tre figli, Patrick, Tara e Richard – a fare i conti con il proprio passato e a rivedere il proprio presente. Sull’intera famiglia aleggia, infatti, il “fantasma”, l’immagine, di Tommy, figlio e fratello strappato prematuramente all’esistenza.

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La storia imbastita da Lemire è corale e non c’è un vero e proprio protagonista. La trama segue, infatti, le vicende dei quatto familiari che gravitano attorno al capezzale del padre in coma dopo l’infarto. Questo stratagemma narrativo permette all’autore di indagare diverse tematiche capaci di interessare la vita di un individuo: la volontà e il bisogno di scendere a patti con la propria esistenza, la ribellione dalla pastoie sociali e familiari, il bisogno di affermazione e indipendenza identitaria, l’anelito alla libertà. Ma le diverse direttrici intraprese dal racconto – almeno questa prima parte narrata nel volume – confluiscono verso un unico tema, ovvero quello della fuga. Tutti i personaggi fuggono da qualcosa, ognuno di loro cerca altro, ognuno di loro crede che la propria vita non gli abbia concesso tutte le possibilità e, in un modo o in un altro, cercano un riscatto. Il vero conflitto dei protagonisti è che questo riscatto non può avvenire: le “ingiustizie” che sentono gravare sulle loro spalle non sono colpa della Vita, del Destino e nemmeno di Royal City – assunta a simbolo di decadenza esistenziale – ma della loro incapacità di affrontare i conflitti, che siano personali, interpersonali o semplicemente quelli del quotidiano. Tommy, “visto” dai membri della famiglia, è diverso per ognuno di loro: ha un’età differente, una personalità differente, ma rappresenta sempre la necessità di affrontare se stessi e le battaglie della vita.

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Il testo di Lemire non si dilunga mai in verbose o stucchevoli battute, ma cerca sempre di essere asciutto e non patetico, nonostante che la complessità dei temi affrontati nell’arco del volume possano permettere una trattazione più romanzata. Lemire, sfrutta le “regole” narrative del fumetto, affidando la voce fuori campo, il commento alla vicenda, al personaggio più adatto a una ricostruzione narrativa: Patrick, scrittore in crisi, incapace di trovare l’ispirazione e la forza per creare un nuovo romanzo. Qui, forse, l’unica pecca del racconto: è intuibile che Patrick tornerà a scrivere, utilizzando gli eventi che si stanno svolgendo come nucleo narrativo del suo prossimo lavoro. Ma queste sono speculazioni che attendono risposta con il volume seguente.

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Il tratto dell'artista è estremamente marcato, nervoso, spesso caricaturale che tende ad una raffigurazione quasi espressionista dei personaggi e del mondo che abitano. Questa scelta rafforza la sensazione di disperazione dei protagonisti e la loro condizione di alienazione nei confronti degli eventi. Difatti i momenti onirici si confondono con quelli reali, sancendo il legame tra queste due dimensioni esistenziali e marcando la percezione alterata in cui vivono i membri della famiglia Pike. Lo stesso uso del colore, ad acquerello, descrive l’intero racconto attraverso intenzioni cromatiche non realistiche, finalizzate, dunque, a restituire questa visione snaturata, confusa, ma anche ricca di sfumature in attesa di essere colte.

Il volume si arricchisce di un interessante dietro le quinte in cui lo stesso autore presenta i diversi studi per il logo della serie e le illustrazioni promozionali.
Royal City si palesa, dunque, come un lavoro estremamente personale di Lemire, in cui sono evidenti le volontà catartiche dell’autore che ha deciso di affrontare tematiche universali per poter riflettere sulle conflittualità della vita e sulle sfide – grandi o piccole che siano – che l’esistenza pone davanti il percorso di tutti.

 

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