Lucy, la speranza recensione
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Si parla spesso del destino degli uomini, del nostro fato, così come si narra delle loro gesta. Esistono, per questo, centinaia di biografie su illustri personaggi del passato e altrettante per decine di star odierne - che magari verranno dimenticate fra una decina di anni – che sentono il bisogno di raccontare le proprie vite, reputandole eccezionali o degne di interesse. L’operazione compiuta, dunque, da Patrick Norbert e da Tanino Liberatore è estremamente interessante perché in un certo senso ridimensiona il nostro punto di vista facendoci riflettere su come in fondo siamo parte di qualcosa di più grande e che sulla Terra esistono – e sono esistite – miliardi e miliardi di vite tutte egualmente degne.
“Lucy”, in fondo, è un essere vivente come tanti, la sua vita non è certo differente da quella di milioni di suoi consimili, eppure il ritrovamento del suo scheletro nel 1974 l’ha trasformata in una sorta di rock-star (e forse non a caso il suo nome deriva da una canzone dei Beatles). Il suo ritrovamento, infatti, è da considerarsi vitale nello studio paleoantropologico (la scienza che studia le nostri origini): fino ad allora mai era stato trovato uno scheletro intero di australopiteco (scimmie antropomorfe da cui deriva il genere Homo) risalente a 3,5 milioni di anni fa. Il volume edito da Comicon Edizioni riporta, per approfondimenti, due lunghi articoli di altrettante autorità del settore, Giorgio Manzi e Damiano Marchi, che illustrano nei dettagli l’importanza che ha avuto il ritrovamento di Lucy per la comprensione e lo studio dell’evoluzione umana.
Quello che a noi interessa, naturalmente, è la trasposizione a fumetti operata da Norbert e Liberatore, della vita di Lucy. Norbert - attore, sceneggiatore e produttore – dà vita a una vicenda di fantasia che gli è costata 10 anni di lavoro, ma al tempo stesso perfettamente credibile e attendibile dal punto di vista della ricostruzione ambientale e storica. Quello a cui più tiene l’autore è mostrare l’umanità – è il caso di dirlo – della donna, mostrare i suoi sentimenti, le sue sensazioni, quanto lei in fondo sia simile a noi. Lucy viene rappresentata come una donna gravida che a causa di eventi esterni si allontana dal suo gruppo. Durante il suo viaggio per ricongiungersi al branco, non solo mette alla luce suo figlio ma fa la conoscenza di “Adam” un ominide esiliato appartenente a una razza e a un branco differente.
Quella di Lucy è un’avventura fra i pericoli della foresta, ma è soprattutto una vicenda di vita di una donna forte, di una madre che deve proteggere suo figlio: una storia d’identità. Norbert sceglie di non utilizzare baloon ma di narrare la vicenda attraverso didascalie introspettive che svelano i sentimenti della protagonista.
Una vicenda cruda e poetica che viene esaltata artisticamente dall’eccellente prova di Tanino Liberatore, grazie a una colorazione digitale che tende al fotorealismo. Gli scenari appaiono, dunque, spettacolari e realistici ma è la resa degli ominidi, e degli animali in generale, a essere sorprendentemente fedele e riuscita. L’abilità di Liberatore è quella di rendere espressivi e sinceri i suoi personaggi senza ricorrere a tratti cartoonistici o a espedienti vari.
Il volume Comicon Edizioni, disponibile anche in edizione limitata, è un cartonato di grande formato con carta lucida che esalta il lavoro dell’artista. Oltre ai due articoli di approfondimento sopracitati, troviamo anche alcuni studi di Liberatori su carta ruvida, un dettaglio particolare e molto apprezzato che impreziosisce ancora di più questa edizione.