L’odore dei ragazzi affamati, recensione: Il West è un foglio bianco
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"Il desiderio e i sentimenti sono irreprimibili. Viviamo di questo. Siamo nati per questo. E non c'è niente di più bello dell'odore dei ragazzi affamati."
L’odore dei ragazzi affamati di Loo Hui Phang e Frederik Peeters è un western atipico che pur avvalendosi di alcuni dei classici topoi del genere – conquista, espansione, uomini bianchi/indiani, immense praterie – è un dramma intimista che propone tematiche inedite e interessanti, oltre che universali, che l’ambientazione amplifica grazie alla sua valenza simbolica e metaforica.
La vicenda segue il viaggio di un trio guidato dal Signor Stingley per conto di un gruppo di privati con mire espansionistiche verso l’ovest, in particolare dopo la Guerra civile americana. L’eccentrico Stingley vede il West come un territorio di conquista, una sorta di foglio bianco su cui disegnare liberamente, una terra selvaggia da civilizzare nel nome del progresso, naturalmente a discapito di chi lì ci abita da secoli.
Con lui troviamo Oscar, fotografo di origine irlandese ma che ha vissuto a New York, una città dalla quale cerca ora di allontanarsi il più possibile. Il suo scopo è quello di documentare, censire e catalogare con la sua attrezzatura, le terre e gli uomini che incontra. Infine c’è il giovane Milton, il tuttofare con mansioni più pratiche, che scopriamo essere in realtà Weather, una ragazza anch'essa in fuga dal proprio passato che la insegue.
Dicevamo che L’odore dei ragazzi affamati è principalmente un dramma umano in cui i protagonisti daranno, man mano, sfogo alle proprie emozioni represse. E la componente sessuale la fa da padrona: il signor Stingley vede nella sessualità un problema per la stessa società, in quanto costituirebbe un freno stesso all'avanzamento del progresso. Oscar, invece, deve nascondere le proprie preferenze sessuali in un mondo che non accetta che due persone dello stesso sesso possano amarsi liberamente, per questa ragione un giovane da lui amato ha perso la vita. Weather, infine, deve nascondere la propria sessualità per sfuggire ai torti subiti dalla sua famiglia, che volevano sfruttare un suo particolare dono, e a un matrimonio combinato. Per loro tre il West rappresenta una terra vergine, un mondo nuovo su cui, probabilmente, costruire una nuova società in cui poter esprimere se stessi liberamente. In tal senso, la scelta dell’autrice dello scenario amplifica e contribuisce a far emergere gli istinti dei protagonisti: l’uomo, a confronto con la natura selvaggia, libera e immensa, può rivelarsi a fondo per quello che è, nonché la prospettiva per un mondo da costruire lo pone davanti ai propri ideali.
Inutile dire che le loro pulsioni e i loro istinti emergeranno grazie all'incalzare degli eventi e, in particolare, il rapporto fra Oscar e Wheater li porterà a uscire fuori dalle loro gabbie.
Sia Phang che Peeters sono molto bravi nel donare umanità e naturalezza ai personaggi e alla vicenda narrata. La sceneggiatrice offre un intreccio ottimamente costruito e diversi momenti di intensità emotiva, coadiuvati da dialoghi efficaci, mai banali e molto introspettivi che rendono ogni protagonista ben caratterizzato e sfaccettato. Dal canto suo, Peeters eccelle nella recitazione dei personaggi e nella raffigurazione degli scenari e propone tavole molto ricche, tendenzialmente costruite su 4 strisce, che grazie all'ampio formato dell’edizione Bao Publishing, sono chiaramente leggibili.
Efficace e intenso è l’utilizzo del colore, in particolare per la resa delle ombre e per i giochi di luce che il disegnatore utilizza. La sua efficacia non solo ne esalta il disegno e ne amplifica l’emotività in molte sequenze, ma conferisce calore alle matite. Spettacolari alcune sequenze sia di notte, con un “total blue” in cui una luce rossa illumina volti e oggetti, o la rappresentazione della ricca fauna della praterie del West di giorno.
Bao Publishing prosegue nel proporre in Italia le opera di Peeters, dopo Pachiderma, Aama e Pillole blu, L’odore dei ragazzi affamati rappresenta un altro tassello di un artista nel pieno della sua maturità.