Eden: l'inferno in Terra, la recensione di Postal 1
- Pubblicato in Recensioni
La nuova serie crime della Top Cow parte da un cliché narrativo consolidato: una comunità chiusa che nasconde un segreto. Eden è una città che non è segnalata sulle cartine geografiche né su Google Maps: di fatto, non esiste. Ma è qui che arrivano i criminali decisi a rifarsi una nuova vita lasciandosi tutto alla spalle. Eden non è una città senza legge, sia ben chiaro: è amministrata col pugno duro dal sindaco Laura Shiffron, una donna machiavellica, con l’aiuto dello sceriffo Rory Lafleur.
Protagonista di Postal è Mark, figlio di Laura e postino della città, un ragazzo affetto dalla sindrome di Asperger. Questo particolare gli consente di analizzare la realtà in modo inedito e dunque di scovare indizi e particolari che nessun altro vede. Quando una ragazza viene ritrovata morta davanti alla chiesa, Mark scopre che è in realtà sua sorella e che a ucciderla è stato suo padre, Isaac, fondatore di Eden che gli stessi concittadini impiccarono stufi delle sua manie di onnipotenza. Isaac, ora, sfuggito alla morte, è tornato e la tranquillità di Eden è destinata a cessare. Mark, con l’aiuto di Margaret, una cameriera, ex spacciatrice e infiltrata dell’FBI, inizierà ad andare sempre più a fondo ai segreti della città e a capire qual è il suo posto ad Eden.
Gli autori Matt Hawkins e Bryan Hill scrivono una vicenda solida, con un protagonista atipico e distaccato, e una serie di comprimari di cui è difficile intravederne le reali qualità morali. Sì, Eden è una città di ex-criminali e ognuno ha il suo segreto. Dopo aver avviato la vicenda nei primi 4 albi, gli autori allargano la visuale mostrandoci eventi e personaggi, nonché abitudini, di questa insolita cittadina. Così, mentre la trama principale avanza, l’affresco che compone Eden si fa sempre più vivo. La serie mantiene una struttura episodica e non gira mai a vuoto, seppur l’intreccio iniziale viene messo da parte per avviare nuove sotto-trame. In generale, il lavoro degli sceneggiatori è valido, specie sui personaggi, e il lettore è spinto a proseguire la lettura. Tuttavia manca qualche intuizione, qualche guizzo che elevi il tutto, oltre a una maggior freschezza nei dialoghi molto classici nella loro impostazione.
I disegni di Isacc Goodhart si avvolgono di una costruzione della tavola solida e funzionale che non presenta soluzioni azzardate ma vantano una regia buona. Il suo tratto, tuttavia, risulta un po’ legnoso e la recitazione dei personaggi non sempre spontanea, si nota una certa rigidità di fondo. Un effetto amplificato anche da una colorazione che non sempre risulta naturale nella resa. Tuttavia, sia le matite di Goodhart che i colori di Betsy Gonia restano comunque di buon livello e assolutamente dignitosi riuscendo a sostenere bene la trama ideata dai due autori.
L’edizione Panini 100% HD è ottima come al solito, nel primo volume di Postal sono presenti i primi 8 albi della serie e lo speciale Postal: Dossier 1. Una lettura sicuramente valida di cui attendiamo il seguito per valutarla sul lungo raggio.