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Adam Wild 1 - Gli schiavi di Zanzibar

Prima o poi doveva accadere. Dopo varie serie di "rottura", la Bonelli torna a proporci una testata dal gusto più classico, decisa ad accostarsi alla tradizione. Eppure il termine classico va usato con cautela e di sicuro non nella sua accezione di "vecchio". Perché se Adam Wild si colloca fra gli eroi d'avventura tipici dell'editore milanese (leggendo il suo primo numero è chiara una certa affinità con personaggi come Mister No in primis, ma anche Tex e Zagor), è evidente che ne rappresenti una rilettura moderna. Una modernità non tanto nel suo modo d'essere (spaccone ma serio e affidabile, gran bevitore e amante del divertimento quanto dotato di una forte morale) ma anche, e sopratutto, nella scrittura. D'altronde Gianfranco Manfredi non lo scopriamo certo oggi, storico sceneggiatore Bonelli e autore di celebri e acclamate serie quali Magico Vento, Volto Nascosto e Shanghai Devil. Ed è proprio Manfredi che con grande nonchalance riesce ad infondere il gusto moderno ad una serie che vuole essere classica. Lo fa non solo con un personaggio che cattura da subito le simpatie del lettore, ma anche grazie a una sceneggiatura perfetta nella sua cadenza dei tempi narrativi.

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Adam Wild opera nell'Africa subequatoriale di fine XIX secolo, un territorio ricco di fascino esotico ma non molto esplorato nella narrativa a fumetti e, per questo, quasi inedito. In fondo, il protagonista è un esploratore membro della Royal Geographical Society di Londra e dunque viaggeremo attraverso gli stati africani alla scoperta delle popolazioni che lo abitano insieme a lui. Scozzese di nascita, l'Africa è l'ambiente naturale di Adam Wild di cui, però, non conosciamo il passato nonostante nell'albo si sollevi questo interrogativo almeno un paio di volte. Sappiamo per certo che odia gli schiavisti e li combatte in un'epoca in cui la schiavitù è stata quasi abolita da tutti ma che continua ad essere praticata sopratutto per mano degli orientali.

Particolarmente importante è il ricco cast di comprimari che accompagna l'eroe. Come dichiarato dallo stesso Manfredi, Adam Wild non è un solitario e accanto a lui avremo l'ex schiavo Makibu, il conte italiano Narciso Molfetta, finanziatore delle sue spedizioni, la principessa guerriera bantu Amina, di cui l'eroe si innamora, e molti altri ancora... L'avventura d'apertura permette ai personaggi di conoscersi facendo intuire un crescendo nei loro rapporti che si svilupperà nei prossimi numeri.

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Personaggi che hanno un'anima grazie anche alle matite di Alessandro Nespolino che, con la sua consueta classe, riesce a infondergli la giusta personalità affinché possano vivere anche nella mente del lettore, oltre che sulla carta. L'artista offre una prova valida non solo per le splendide matite ma anche per uno storytelling vivace e vario che alterna numerose soluzioni. Anche dal lato visivo, dunque, Adam Wild riesce con modernità ad inserirsi nella tradizione classica. Dalle dichiarazioni di Manfredi, gli artisti avranno molta libertà, e questo è un ulteriore aspetto positivo di una serie che, non c'era da dubitarne, è partita col piede giusto e che, ne siamo sicuri, potrà solo migliorare.

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