Fables: Streghe
- Scritto da Francesco Tedeschi
- Pubblicato in Recensioni
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Prosegue Fables, la pluripremiata serie Vertigo creata dall’eccellente Bill Willingham. Dopo il gran numero di vicissitudini attraverso cui la comunità di Favolandia si è vista costretta a passare, dalla primigenia minaccia dell’Avversario a quella rappresentata dai Letterati, una nuova creatura rischia di compromettere la società delle fiabe, qualcuno di così tremendo e terrificante da essere in grado di succhiare la vita e la felicità di chiunque ostacoli la sua avanzata. Come se non bastasse, anche la perfida Baba-Yaga è ora libera, e sembra del tutto intenzionata a vendicarsi di Frau Totenkinder e di tutti i suoi alleati. Per fortuna, la scimmia volante Bufkin ha un piano.
Bill Willingham si riconferma uno sceneggiatore incredibilmente fantasioso e prolifico: il mondo descritto in Fables, serie di chiara ispirazione gaimaniana e vincitrice di ben dodici Eisner Award, è di certo uno dei più originali e innovativi di tutto il panorama delle serie Vertigo. Basato sì su un presupposto che affonda le radici in un universo appartenente all’inconscio collettivo, ma gestito con coerenza e logica, l’universo narrativo di Fables non incorre pertanto nel rischio maggiore proprio delle storie di questo tipo: quello di giustificare ogni evento con l’espediente della magia o della fantasia. Al contrario, Fables risulta come un’applicazione dei meccanismi propri delle fiabe al mondo reale. Ed è proprio ciò che accade in questo capitolo: qui, infatti, ogni fiaba, a partire dalle streghe, può utilizzare solo le proprie peculiarità che, come sempre avviene nelle favole, hanno limiti di capacità e potenza ben definiti. Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi: nel capolavoro di Willingham, infatti, ogni singolo personaggio è dotato di uno spessore psicologico curato e definito, arricchito nella maggior parte dei casi da un forte conflitto interiore. Fables è sì un racconto corale, ma tutte le sottotrame che ne costituiscono l’intreccio sono caratterizzate da frattali che tendono nella medesima direzione, offrendo al lettore più punti di vista e diverse sfaccettature della medesima vicenda. In quest’ultimo volume, ad esempio, è la scimmia Bufkin, personaggio finora marginale, a occupare con la sua esilarante presenza un gran numero di tavole.
"Streghe", e Fables in generale, risulta quindi una crasi perfetta tra realtà e fantasia, scevra sia dai luoghi comuni del fantasy che dalla prevedibilità che spesso impoverisce le opere di questo genere. Certo, va detto che questo tredicesimo tomo dell’edizione italiana di Fables è forse meno coinvolgente dei precedenti volumi, ma la ragione è con tutta probabilità da ricercarsi nella trama stessa: è infatti evidente che questo ciclo non è che un raccordo tra il precedente, culminato ne "Il grande incontro delle fiabe", e quello che verrà.
Perfetta la componente artistica (di Mark Buckingham, Jim Fern e David Laphmam), essenziale e definita, indicatissima per l’atmosfera onirica e favolistica dell’intera opera.
Unica nota dolente, la grande quantità di refusi che imperversa nei balloon: anche se non rendono meno piacevole la lettura, omissioni, ripetizioni ed errori di grammatica impoveriscono un’edizione altrimenti perfetta.
Dati del volume
- Editore: Planeta DeAgostini
- Autori: testi di Bill Willingham; disegni di Mark Buckingham, Jim Fern e David Laphmam
- Formato: brossurato, 194 pagine a colori
- Prezzo: € 16,95
- Voto della redazione: 7